- Aprire una autorimessa è una scelta imprenditoriale fruttuosa se realizzata in grandi città o in luoghi particolarmente frequentati.
- Per avviare l’attività è necessario avere un progetto ben definito, ottenere i permessi dal Comune per la costruzione della struttura e aprire la partita Iva.
- L’investimento iniziale e i costi per l’apertura dell’autorimessa possono essere importanti, ma i guadagni che ne derivano costituiscono una rendita.
Le autorimesse sono delle aree pubbliche o private, situate all’aperto o al chiuso, che vengono adibite alla custodia di vetture, motocicli biciclette, camper, roulotte e altri veicoli. La loro realizzazione comporta dei costi piuttosto elevati, ma la gestione dell’attività può portare introiti interessanti soprattutto se la struttura viene costruita in punti nevralgici delle città.
Per avviare l’attività di autorimessa occorre richiedere una serie di autorizzazioni e permessi al Comune, oltre ad aprire la partita Iva e a soddisfare specifici requisiti oggettivi e soggettivi. Conoscere la normativa e le regole attuali è fondamentale per non incorrere in sanzioni amministrative.
Scopriamo quindi come aprire una autorimessa in Italia: quali sono i documenti necessari, gli adempimenti obbligatori, l’iter e i costi da sostenere.
Indice
Come aprire una autorimessa in Italia
Aprire un’attività di autorimessa in Italia può costituire un’ottima forma di investimento e una interessante fonte di guadagno, soprattutto se si tratta di una struttura realizzata presso un grande centro cittadino. Conoscere la normativa per l’avvio dell’attività è fondamentale per ridurre i costi e l’investimento iniziale e soprattutto per massimizzare i guadagni futuri.
In quest’ottica, la prima cosa da fare è scegliere il luogo dove sorgerà la struttura e soprattutto affidarsi a dei professionisti per la realizzazione del progetto. Meglio optare per un punto centrale della città o comunque un luogo di passaggio, come può essere un aeroporto, una stazione o un porto cittadino.
La scelta del luogo dove sorgerà l’autorimessa non è affatto scontata, in quanto è necessario trovare un locale con una destinazione d’uso adeguata per un corretto svolgimento dell’attività e soprattutto conforme alle normative vigenti.
Esistono, a tal fine, delle autorimesse pubbliche e delle autorimesse private che prevedono modalità diverse di realizzazione e gestione dell’attività.
1. Autorimessa pubblica
Nel caso di apertura di un’autorimessa pubblica con ingresso libero, ovvero rivolto a tutti gli utenti, è necessario rispettare la normativa prevista dal P.R.G.C. (Piano Regolatore Generale Comunale).
La classificazione delle autorimesse può riguardare non solo la tipologia di servizio (pubblico o privato), ma anche la superficie, la quota massima e minima dei piani. In qualsiasi caso occorre rispettare precise normative antincendio.
2. Autorimessa privata
Le autorimesse private sono dei luoghi il cui uso è riservato ad un solo utente o ad un gruppo limitato e definito di utenti, con titolo ad accedervi. Per questa tipologia di attività sono previste specifiche destinazione d’uso dei locali.
Le autorimesse private, così come quelle pubbliche, possono trovarsi sia all’aperto sia al chiuso: in questo secondo caso devono rispettare le normative vigenti in materia (D.M. 4 maggio 1998). Talvolta può essere autorizzata la rimessa su un’area pubblica, ma solo se l’interessato ha ottenuto la concessione di suolo pubblico.
I requisiti per aprire un’attività di autorimessa
Per avviare una attività di autorimessa è necessario rispettare una serie di requisiti soggetti e oggettivi che vengono opportunamente verificati dagli uffici preposti a tal fine.
Tra i requisiti soggettivi ci sono:
- l’insussistenza di condanne penali, con sentenze passate in giudicato, per delitti non colposi, o pene restrittive della libertà personale per un periodo complessivo superiore a 2 anni e salvi i casi di riabilitazione;
- l’insussistenza di cause di divieto, di decadenza o di sospensione previste dall’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575 “Disposizioni contro la mafia” e successive modificazioni.
Tra i requisiti oggettivi, invece, troviamo alcuni documenti che devono essere richiesti dal diretto interessato, ovvero:
- la Dichiarazione Inizio Attività Produttiva (DIAP);
- la prevenzione incendi;
- la destinazione urbanistica.
Adempimenti burocratici e fiscali per aprire un’autorimessa
Il rispetto dei requisiti sopra riportati non permette di avviare immediatamente l’attività di autorimessa: esistono altre procedure e adempimenti burocratici da rispettare.
In primis, occorre richiedere agli uffici pubblici la licenza necessaria per operare regolarmente sul mercato, che si può ottenere solo a precise condizioni:
- assenza di condanne penali,
- presentazione del certificato antimafia;
- presentazione della documentazione attestante la destinazione urbanistica dei locali.
Per avviare l’attività, inoltre, occorre disporre della D.I.A. (Dichiarazione di Inizio Lavori) che deve essere debitamente compilata e consegnata al proprio Comune: quest’ultimo, entro cinque giorni dal ricevimento, dovrà trasmettere una copia della denuncia di inizio attività al Prefetto. Entro i successivi sessanta giorni il Prefetto può vietare o sospendere l’esercizio dell’attività, nei casi previsti dall’art. 11, c.2, R.D. 73/31.
Successivamente è necessario richiedere e ottenere la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, per dare effettivo inizio ai lavori di realizzazione dell’autorimessa.
Partita Iva, codice Ateco e regime fiscale
Una volta ottenuti i permessi e le licenze necessarie per avviare l’attività, occorre aprire la partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate (e conseguentemente aprire anche le posizioni INPS e INAIL per sé stessi e per gli eventuali dipendenti assunti) ed effettuare l’iscrizione alla Camera di Commercio. Vista la complessità della procedura e i numerosi adempimenti obbligatori, potrebbe essere utile affidarsi a un commercialista.
Il codice Ateco di riferimento per l’avvio di un’attività di autorimessa è 52.21.50, che comprende la “Gestione di parcheggi e autorimesse, parcheggi per biciclette, rimessaggio di roulotte e camper“.
Il regime fiscale al quale si può aderire è quello forfettario, che prevede maggiori agevolazioni e semplificazioni fiscali: per accedervi, però, è necessario non superare gli 85.000 euro di fatturato annuale. In questo regime è prevista l’applicazione di un’aliquota sostitutiva unica al 15%, che scende al 5% per i primi anni di attività.
Il coefficiente di redditività per questa tipologia di attività è pari al 67%.
Quanto costa aprire un’autorimessa
L’investimento iniziale per l’apertura di un’autorimessa è abbastanza elevato, considerando che potrebbe rendersi necessaria la realizzazione di un progetto da parte di un professionista e la conseguente costruzione della struttura che andrà ad accogliere i veicoli.
Secondo alcune stime, per la realizzazione di un garage in muratura si spendono dai 500 ai 1.400 euro al metro quadro in relazione alla tipologia, al materiale utilizzato e alle dimensioni del box.
In alternativa, è possibile acquistare o affittare i locali da destinare all’attività di autorimessa pagando una somma di denaro non indifferente. Per le autorimesse pubbliche, per esempio, si può provare a ottenere la concessione.
Tra gli altri costi da sostenere ci sono le spese amministrative per le licenze, autorizzazioni e documenti necessari per avviare l’attività: i costi, in questo caso, variano da Comune a Comune. E inoltre ci sono le spese relative all’apertura della partita Iva, qualora ci si affidi a un commercialista.
L’eventuale assunzione di personale per la gestione dell’autorimessa costituisce un ulteriore costo per chi intende avviare l’attività, a cui bisogna aggiungere le spese relative alle utenze per l’illuminazione dei locali.
Aprire un’autorimessa in Italia – Domande frequenti
Per aprire un’attività di autorimessa è necessario disporre della D.I.A. (Dichiarazione di Inizio Attività), da presentare, debitamente compilata, al Comune dove avrà sede l’attività.
Un’autorimessa con struttura in muratura costa almeno 400-700 euro al mq, oltre al costo di apertura. Per costruire un garage interrato con tutte le pareti in cemento armato, invece, il costo sale a circa 500 -1.400 euro al mq.
Mettere in affitto un garage permette di ottenere buoni rendimenti senza troppi pensieri: le stime parlano di rendite annuali di circa 2000-4000 euro nei centri città, fino alla soglia di 7000 euro nelle zone più richieste.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor