Aprire un’attività di distributori automatici: requisiti, costi, Partita Iva

Per aprire un'attività di distributori automatici è necessario adempiere ad alcuni obblighi fiscali e burocratici, come l’apertura della Partita Iva. Leggi la guida completa per avviare questo tipo di attività.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Aprire un'attività di distributori automatici
  • Per aprire un’attività di distributori automatici è necessario aprire la Partita Iva con il codice Ateco 47.99.20: “Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici”.
  • I requisiti per avviare un’attività di distributori automatici sono: presentare la SCIA, aprire la Partita Iva, aprire la posizione previdenziale all’INPS e ottenere la licenza dall’Asl.
  • Il costo per aprire un’attività di distributori automatici è di circa 2.000 euro, e si può scegliere anche la formula del franchising.

Oggi in tutte le grandi città si possono trovare distributori automatici ad ogni angolo, ma conviene davvero aprire un’attività di distributori automatici? Negli ultimi anni la vita è diventata talmente frenetica che sempre più persone si ritrovano a dover fare acquisti all’ultimo minuto anche per uno snack, e in questo caso i distributori automatici sono la soluzione.

Esistono tantissime tipologie di distributori automatici, da quelli per il caffè a quello degli snack e delle bibite, ma anche più elaborati come quelli che fanno le pizze, che vendono farmaci o gadget vari.

Pur sembrando un business molto semplice da avviare, in realtà ci sono alcuni requisiti da rispettare e, in ogni modo, è un’attività che richiede un investimento economico, anche se non elevatissimo. Leggi la guida per sapere quali sono i passaggi da seguire per aprire un’attività di distributori automatici, i requisiti, i costi e i potenziali guadagni.

Come aprire un’attività di distributori automatici

Aprire un’attività di distributori automatici è una soluzione spesso conveniente perché a fronte di un costo ridotto consente di avere entrate regolari senza dedicare troppo tempo alla gestione dell’attività.

Inoltre, si può trasformare in un vero e proprio business nel caso in cui il titolare decidesse di gestire distributori automatici posizionati in vari punti vendita dislocati in diverse zone. I principali vantaggi di questo tipo di attività sono:

  • l’attività richiede un investimento basso, che aumenta in base alle dimensioni del negozio e alla quantità di macchinari da installare;
  • il titolare deve dedicare poco tempo per la gestione dell’attività;
  • non sono richieste particolari competenze;
  • i guadagni sono pressoché sicuri, soprattutto se si posizionano i negozi nei punti strategici della città.

Su quest’ultimo punto, però, occorre precisare che un solo negozio potrebbe portare a guadagni piuttosto bassi, ma di questo argomento tratteremo più avanti.

Prima di aprire questo tipo di attività bisogna scegliere il luogo dove deciderai di posizionare il negozio automatico. Questo, infatti, deve essere il più possibile di passaggio e vicino a centri di aggregazione.

Per questo motivo è fondamentale effettuare una valutazione della zona in cui si vuole avviare l’attività e dei prodotti che potrebbero avere maggiore successo.

Il passo successivo è quello di verificare di essere in possesso dei requisiti e procedere con l’acquisto dei distributori. Indispensabile, quindi, è l’affitto del locale. Ma vediamo quali sono i requisiti.

Aprire un'attività di distributori automatici requisiti

Aprire un’attività di distributori automatici: requisiti

Per avviare un’attività di distributori automatici i principali requisiti da rispettare sono:

  • presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune;
  • aprire la Partita Iva;
  • aprire la posizione previdenziale all’INPS e all’INAIL (in caso di personale dipendente);
  • ottenere la licenza dall’Asl per la distribuzione di cibi e bevande.

Invece, per i distributori di sigarette occorre una licenza per tabacchi rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Per aprire un’attività di distributori automatici di alimenti e bevande, gli addetti al rifornimento devono aver seguito il corso HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) necessario a certificare la formazione degli addetti nell’ambito dell’igiene alimentare e garantire la sicurezza igienica degli alimenti.

Quanto costa aprire un’attività di distributori automatici

Come abbiamo anticipato, questo tipo di attività, al contrario di altre, prevede un investimento iniziale più contenuto. Infatti, in media l’investimento minimo necessario si aggira intorno ai  €2.000.

Tuttavia, l’investimento medio per un’attività in genere è di circa €15.000/€20.000. Tale costo dipende da vari fattori, come la scelta del numero e della tipologia di distributori automatici da installare.

I principali tipi di distributori automatici presenti sul mercato sono, con i prezzi a grandi linee, sono:

  • sigarette: il prezzo di un distributore usato va da un minimo di 500 euro a un massimo di 7.000, mentre il prezzo medio è di 2.000 euro;
  • bevande: il prezzo si aggira intorno ai 1.000/2.000 euro;
  • caffè: intorno ai 2.000 euro, ma varia in base alle dimensioni;
  • detersivi alla spina: partono dai 3.000 euro ma possono arrivare anche a superare i 30.000 euro;
  • snack: un costo che va dai 5.000 ai 10.000 euro per quelli nuovi, mentre i distributori usati hanno un prezzo medio di poco più di 1.000 euro.
  • gratta e vinci; prezzo variabile;
  • parafarmacia: dai 7.000 ai 10.000 euro;
  • gadget: fino a 10.000/12.000 euro.

Tra gli altri costi da considerare vi sono, poi:

  • rifornimento dei distributori;
  • manutenzione dei distributori;
  • pulizia;
  • commercialista;
  • notaio;
  • bolli vari;
  • certificazioni;
  • affitto del locale;
  • iscrizione alla Camera di Commercio.

Aprire un’attività di distributori automatici in franchising

Anche nel settore della distribuzione automatica ci sono diverse possibilità di affiliazione con formule di franchising interessanti. Queste danno, infatti, la possibilità di avviare rapidamente l’attività con la soluzione “chiavi in mano” senza doversi, quindi, preoccupare di trovare i fornitori.

Per aprire un’attività di distributori automatici in franchising l’investimento necessario va da un minimo di 4.000 euro a un massimo di 35.000 euro. Inoltre, il titolare ha la possibilità di ottenere distributori in comodato d’uso.

I requisiti richiesti per avviare questo tipo di attività in franchising sono pressoché gli stessi a quelli che abbiamo già visto di sopra, ossia:

  • aver frequentato il corso HACCP per il commercio alimentare;
  • aprire la Partita Iva;
  • iscriversi all’INPS;
  • fare l’iscrizione alla Camera di Commercio;
  • comunicare al Comune di residenza l’avvio attività con la SCIA.

Quanto si guadagna con i distributori automatici

Il guadagno derivante da questo tipo di attività dipende da diversi fattori, tra cui:

  • il luogo in cui si apre l’attività;
  • la tipologia di prodotti venduti;
  • la quantità di prodotti venduti;
  • i costi ordinari sostenuti.

Di conseguenza, il guadagno può essere intorno ai 40 mila euro annui ma può essere più basso, ovvero inferiore ai 20.000 euro annui, soprattutto nel caso del franchising che prevede il pagamento di una percentuale al franchisor.

Aprire un'attività di distributori automatici costi

Aprire un’attività di distributori automatici: la Partita Iva

Per aprire l’attività di distributori automatici, il titolare deve:

  • aprire la Partita Iva;
  • effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio;
  • aprire una posizione presso la Gestione Commercianti INPS e INAIL.

In questa fase, particolarmente delicata, è consigliabile affidarsi ad un commercialista.

L’apertura della Partita Iva è semplice e si effettua compilando il modello AA9/12 in una delle seguenti modalità:

  • telematica;
  • presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate;
  • mediante raccomandata a/r inviata agli uffici dell’Agenzia.

Per aprire la Partita Iva è, inoltre, necessario individuare il codice Ateco relativo all’attività e stabilire quale regime contabile adottare.

Codice Ateco

Il codice Ateco dell’attività di distributori automatici è 47.99.20: “Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici”. Questo codice ha un coefficiente di redditività del 40%.

Regime contabile

Il regime contabile è l’insieme dei documenti e delle formalità che l’attività deve rispettare.

I regimi contabili sono tre:

Il più conveniente è il regime forfettario e presenta un unico principale requisito: un fatturato inferiore a 65.000 euro annui e di 20.000 euro di spese per il personale.

Questo regime prevede, al posto delle diverse imposte come l’IRPEF (che va dal 23% al 43%) l’imposta sostitutiva, o flat tax, del 15% sulla base imponibile. Questa è calcolata in base al coefficiente di redditività relativo al codice Ateco. In più, l’imposta sostitutiva è ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività.

Di conseguenza, le imposte previste nel regime forfettario sono molto più basse dell’IRPEF, l’ Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche prevista nel regime semplificato e ordinario. Questi due regimi contabili prevedono, inoltre, l’obbligo di tenuta di diversi documenti contabili al contrario del forfettario.

Il vantaggio dei regimi ordinario e semplificato, tuttavia, è la deducibilità dei costi, non previsto nel regime forfettario. Il regime forfettario, tuttavia, non può essere adottato dalle società.

Contributi previdenziali

L’esercente dell’attività deve aprire la posizione previdenziale con l’iscrizione alla Gestione Commercianti dell’INPS versando periodicamente i contributi.

I contributi da versare alla Gestione Commercianti INPS sono pari al 24,48% della base imponibile per gli over 21 anni. Invece, per i collaboratori e i titolari che hanno meno di 21 anni l’aliquota è ridotta al 23,28%. Il minimale è pari a €3.983,73.

Per le Partite Iva in regime forfettario è possibile richiedere una riduzione dei contributi INPS del 35%. Le scadenze dei versamenti dell’anno 2022 sono:

  • 16 maggio 2022;
  • 22 agosto 2022;
  • 16 novembre 2022;
  • 16 febbraio 2023.

Inoltre, in aggiunta alla posizione con l’INPS, se l’attività di distributori automatici assume personale dipendente, deve anche aprire la posizione con l’INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.

Aprire un’attività di distributori automatici – Domande frequenti

Quanto costa avviare un’attività di distributori automatici?

Per avviare questo tipo di attività l’investimento minimo necessario è di 2.000 euro, ma per negozi più grandi con più distributori il costo può anche arrivare a 20.000 euro.

Quanto si può guadagnare con i distributori automatici?

Il guadagno di un’attività di distributori automatici dipende da diversi fattori, come il numero di distributori e la tipologia di prodotti venduti. I guadagni possono andare dai 24.000 euro annui fino a superare i 40.000 euro.

Come aprire un distributore automatico h24?

Per aprire un distributore automatico bisogna presentare la SCIA al Comune, aprire la Partita Iva, ottenere la licenza dall’Asl e aprire la posizione previdenziale all’INPS e all’INAIL. Ecco tutti i passaggi nello specifico.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 15 Novembre 2022
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

18 commenti su “Aprire un’attività di distributori automatici: requisiti, costi, Partita Iva”

    • Buongiorno,
      Di seguito i passaggi per aprire un’attività di distributori automatici:

      • Apertura della partita IVA: Il primo passo è aprire una partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Il codice ATECO specifico per questa attività è 47.99.20 – Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici.
      • Iscrizione alla Camera di Commercio: Successivamente, dovrà iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente per il suo territorio. Questo comporta un costo di iscrizione annuale.
      • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): È necessario presentare una SCIA al comune dove intende svolgere l’attività. Tale procedura comunica l’avvio dell’attività commerciale. Le consiglio di contattare il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del comune per ulteriori dettagli.
      • Iscrizione all’INPS: Sarà indispensabile iscriversi all’INPS come lavoratore autonomo, con il conseguente pagamento dei contributi previdenziali obbligatori.
      • Iscrizione all’INAIL: Qualora intendesse assumere dipendenti o collaboratori, dovrà iscriversi all’INAIL per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro.
      • Autorizzazioni sanitarie: Se nei distributori saranno presenti prodotti alimentari o bevande, potrebbe essere necessaria un’autorizzazione sanitaria da parte dell’ASL locale.

      Costi di avvio:

      • Apertura partita IVA e iscrizione Camera di Commercio: Solitamente, i costi di questi passaggi oscillano tra 100 e 200 euro.
      • Contributi INPS: Per i commercianti, i contributi minimi INPS sono intorno ai 4.000 euro all’anno, indipendentemente dal reddito.
      • Acquisto dei distributori: Il costo principale riguarda l’acquisto dei distributori automatici, che varia da 1.500 a 10.000 euro per macchina, a seconda del modello e delle caratteristiche.
      • Rifornimento e manutenzione: Dovrà tenere conto delle spese per il rifornimento dei prodotti e la manutenzione delle macchine.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  1. Salve, sto pensando di aprire un distributore automatico di bibite e alimenti. Ho il locale in dotazione di proprietà, devo risolvere alcuni adempimenti per passare la licenza da mia madre a me. Volendo si possono gestire dei 4-5 distributori automatici senza franchising, visto che non pago l’affitto? L’immobile è posizionato in entro storico di una famosa località turista del salento, molto frequentata in estate.

    Rispondi
    • Buongiorno,
      non dovrebbero esserci ostacoli alla gestione dei distributori come specificato.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
    • Buongiorno,
      dipende dal comune e dalla Regione. Ad esempio in Piemonte è sufficiente una sola SCIA su tutto il territorio regionale.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  2. Buongiorno,

    Se io volessi per esempio collocare i distributori automatici in un ospedale o in una stazione di treno, devo avere dei permessi e licenze speciali?

    Grazie Mille

    Rispondi
    • Buongiorno,
      in questo caso dovrebbe avere la autorizzazione da parte dell’ente che gestisce l’area. Eventuali ulteriori certificazioni dipendono dalle regole di questi enti.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  3. Buongiorno, per quanto riguarda la tassazione, se ipoteticamente l’attività produce 30.000 euro di ricavi annui e il costo del noleggio e ricarica del distributore sono di 11.000 euro in regime forfettario la tassazione è solo sui 19.000 euro?
    Quale importo concorre al massimale dei 65.000 annui?
    Grazie cordiali saluti

    Rispondi
    • Buongiorno,
      nel regime forfettario la tassazione è sul ricavo lordo, con una percentuale di riduzione. Sul nostro sito, nell’area dei tool troverà un pratico calcolatore per la determinazione degli importi.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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