- La partita IVA in regime forfettario prevede un tetto massimo annuale di ricavi per il 2024 di 85.000 euro. Con la prossima manovra 2025 si ipotizza un ulteriore innalzamento della soglia.
- Con questa soluzione si applica un’imposta sostitutiva al 15% o al 5%, non c’è l’IVA e il fisco non effettua studi di settore sulla partita IVA.
- Il regime forfettario è fortemente indicato alle attività nascenti e si adatta soprattutto ad alcuni settori.
L’apertura della partita IVA in regime forfettario è un momento molto importante: rappresenta il punto di partenza di un’attività professionale, spesso il risultato di una scelta maturata dopo anni di lavoro da dipendente.
Che tu sia un libero professionista o gestisca un’attività, se vuoi procedere con la scelta del regime fiscale forfettario, devi considerare quali sono tutti i vantaggi ad esso collegati, come funziona, quante tasse pagherai e quali contributi.
Vediamo in questa guida come funziona la partita IVA con il regime forfettario, che si differenzia dal tradizionale regime ordinario, per chi è maggiormente indicata e come aderirvi.
Indice
- Cos’è il regime forfettario
- Come funziona la partita IVA forfettaria?
- Requisiti per accedere al regime forfettario
- Nuovi limiti 2024 per il regime forfettario
- Regime forfettario: calcolo delle tasse
- Regime forfettario e contributi
- Partita IVA forfettaria e fatturazione elettronica obbligatoria
- Regime forfettario 2024: scadenza tasse
- Apertura partita IVA forfettaria
- Chiusura partita IVA forfettaria
- Serve un conto corrente aziendale per il regime forfettario?
- Quanto costa la partita IVA forfettaria
- Vantaggi del regime forfettario
- Quando conviene il regime forfettario
Cos’è il regime forfettario
Si parla comunemente di partita IVA forfettaria per riferirsi alla partita IVA aperta con le regole del cosiddetto regime forfettario, riservate ai liberi professionisti e alle ditte individuali che non superano l’importo di 85.000 euro annui per il 2024.
A differenza del regime ordinario o semplificato, il regime forfettario permette di poter accedere a una serie di agevolazioni dal punto di vista fiscale, ed è aperto a tutti i codici Ateco, senza differenza alcuna.
Il 54,2% delle nuove partite IVA aperte nel primo trimestre 2024 (99.930) ha aderito al regime forfettario, con un aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente (fonte: Osservatorio partite IVA).
Un’altra particolarità del regime forfettario, che lo contraddistingue dal regime dei minimi, è che non prevede né limiti di durata, né limiti di età.
Non potranno, invece, accedere al regime forfettario i soggetti che siano soci di Srl, ovvero di società di persone, italiane o estere e che detengano, dunque, quote di controllo in una Srl.
Al fine di comprendere meglio cosa comporti l’apertura della Partita IVA con regime forfettario, in particolare per quel che riguarda i costi, vediamo qual è il funzionamento e quanto si paga, tra imposte e contributi INPS.
Come funziona la partita IVA forfettaria?
La partita IVA a regime forfettario si differenzia da quella ordinaria per l’assenza di IRPEF e addizionali; al loro posto è infatti prevista una sola aliquota sostitutiva:
- al 15%, come regola generale;
- al 5% per i primi 5 anni dell’attività.
L’imposta sostitutiva viene applicata sul reddito imponibile, che viene calcolato a partire da un’ulteriore percentuale: si tratta del coefficiente di redditività. Tale coefficiente varia in relazione al proprio codice Ateco e viene utilizzato per ricavare, in modo forfettario e ogni anno, il fatturato effettivamente tassabile.
Una seconda differenza rispetto alla partita IVA ordinaria è data dall’impossibilità di poter scaricare le spese. Con il regime fiscale forfettario infatti non si applica l’IVA, normalmente utilizzata nel regime ordinario. Nel prossimo paragrafo faremo qualche esempio per chiarire meglio quali sono i requisiti di accesso.
Requisiti per accedere al regime forfettario
Requisiti di accesso principali
- I ricavi della propria attività non devono essere superiori a 85.000 euro l’anno, per il 2024. Nel caso in cui si eserciti più di un’attività, quest’importo è considerato come somma dei ricavi provenienti da ognuna di queste.
- avere sostenuto, nel corso dell’anno, spese per importi non superiori a 20.000 euro lordi, in forma di pagamento a lavoratori dipendenti, a collaboratori, soci e familiari che prestano la propria attività in azienda.
Condizioni di esclusione
- Avvalersi di regimi IVA speciali o di altri regimi di determinazione forfettaria del reddito;
- non risiedere nello Stato Italiano, a meno non si tratti di soggetti residenti nell’ambito dell’Unione Europea;
- esercitare un’attività di scambio di terreni o fabbricati o di mezzi di trasporto nuovi;
- esercitare già una attività d’impresa;
- partecipare ad associazioni professionali, società di persone o imprese familiari, oppure che controllano società a responsabilità limitata e che esercitano attività in qualche modo riconducibili a quella che svolgono individualmente;
- svolgere la propria attività prevalentemente nei confronti del datore di lavoro o nei confronti di coloro con i quali hanno avuto rapporti di lavoro come dipendenti nei due periodi d’imposta precedenti (non rientra in questo caso chi ha svolto nei due anni un’attività di pratica per l’esercizio di professioni);
- aver percepito un reddito da lavoro dipendente, nell’anno precedente, superiore a 30.000 euro, a meno che il rapporto di lavoro sia cessato.
Ricordiamo quindi anche gli altri requisiti da rispettare per accedere a questo vantaggioso regime fiscale:
- non aver svolto nei tre anni precedenti alcuna attività autonoma, neanche in forma associata o familiare;
- rispettare il limite di 30.000 euro per redditi da lavoro dipendente o assimilati, oppure da pensione;
- la nuova attività aperta con questo regime fiscale non deve essere la continuazione di una precedente attività autonoma o lavoro dipendente.
Regimi speciali IVA esclusi
Il regime forfettario non è accessibile a chi partecipa a regimi speciali IVA, secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 10/E del 4 aprile 20161. Sono quindi escluse attività nell’agricoltura o nella pesca, ma anche tabacchi e editoria, la gestione di servizi di telefonia pubblica o il settore degli intrattenimenti.
Non possono accederci i regimi speciali IVA in settori come: agenzie viaggi, attività di vendita a domicilio, di rivendita di oggetti d’arte o di vendita all’asta.
Requisito della residenza
Uno dei requisiti indicati riguarda la residenza, che deve essere in Italia. Ci sono però alcune considerazioni da fare: anche chi non risiede nel paese in alcuni casi può accedere al regime forfettario, ovvero se ha residenza in uno Stato membro UE o in uno che aderisce all’Accordo sullo Spazio economico europeo.
La seconda condizione è quella di produrre nel territorio dello Stato italiano redditi per almeno il 75% dei ricavi complessivi percepiti.
Nuovi limiti 2024 per il regime forfettario
Nel 2024 il tetto massimo di ricavi annui per accedere alle agevolazioni del regime forfettario è di 85.000 euro (precedentemente era di 65.000 euro).
La decisione è stata presa dal governo Meloni con la Legge di Bilancio 2023 e la flat tax fino a 85.000 euro offre la possibilità a un numero maggiore di lavoratori autonomi di accedere a tale regime fiscale vantaggioso. Va ricordato che, superata la nuova soglia, possono verificarsi diverse situazioni:
- superando 85.000 euro, ma rimanendo entro i 100.000 euro, per il 2024 puoi ancora rientrare nel regime fiscale forfettario, tuttavia dall’anno successivo dovrai necessariamente passare al regime fiscale ordinario;
- superando i 100.000 euro di ricavi invece, non potrai rimanere nel regime forfettario, ma dovrai passare immediatamente a quello ordinario.
Ma cosa accade se, dopo aver superato la soglia, rientrerai nuovamente entro gli 85.000 euro di ricavi? In questo caso potrai effettivamente aderire al regime fiscale forfettario, solamente dopo due anni.
La flat tax estesa a tutti rimane un obiettivo del governo, con lo scopo di promuovere lo sviluppo dell’economia in Italia abbassando alcune tasse per imprenditori e Partite Iva. Questo potrebbe tradursi in un nuovo regime fiscale forfettario esteso nei prossimi anni, secondo le ipotesi, a 100.000 euro.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto anche una flat tax incrementale, ovvero una aliquota sempre al 15%, dedicata a chi ha una Partita Iva con regime ordinario, da applicare solamente sui guadagni aggiuntivi rispetto agli anni precedenti.
Regime forfettario: calcolo delle tasse
Supponiamo di aver aperto la partita IVA forfettaria il 1° gennaio 2021 e di essere riusciti a fatturare 30.000 euro. Si dovrà per prima cosa cercare quale sia il coefficiente di redditività associato al proprio codice Ateco.
Immaginiamo di rientrare tra quelle attività professionali il cui coefficiente è pari al 78%: come si calcolano i contributi da versare? Per iniziare, si dovrà moltiplicare il proprio fatturato lordo annuale per il coefficiente di redditività.
In questo caso, dunque, il primo calcolo sarà il seguente: 30.000 * 78% = 23.400
L’importo di 23.400 euro ottenuto corrisponderà al reddito imponibile sul quale applicare l’imposta sostitutiva, al 15% o al 5%:
- nel primo caso, le imposte da pagare saranno pari a 23.400 * 15% = 3.510 euro;
- nel secondo caso, invece, il totale sarà pari a 23.400 * 5% = 1.170 euro.
Requisiti per l’aliquota al 5%
Al fine di poter usufruire dell’aliquota start-up al 5%, si dovranno rispettare le seguenti condizioni:
- non avere svolto, nei tre anni precedenti all’apertura della partita IVA regime forfettario, la stessa attività professionale, neanche in forma familiare o associata;
- non proseguire con un’attività svolta precedentemente, anche se sotto forma di lavoro dipendente o assimilato (sebbene vi siano alcune eccezioni, come per esempio per avvocati e medici);
- non superare il limite di ricavi annuali di 85.000 euro.
Regime forfettario e contributi
Oltre alle imposte, qualsiasi titolare di partita IVA forfettaria dovrà versare anche i contributi previdenziali: a quanto ammontano e come si calcolano? In primo luogo, sarà necessario iscriversi, a seconda della propria attività:
- alla Gestione separata INPS, riservata ai professionisti senza cassa;
- alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS per chi opera in questi settori;
- alla Cassa previdenziale di categoria, nel caso in cui si fosse iscritti a un albo professionale.
Il calcolo dei contributi INPS sarà differente a seconda della tipologia di attività svolta, che potrà consistere in un lavoro autonomo, professionale o di impresa. Nel caso dei contributi in Gestione Separata INPS, sarà applicata un’aliquota pari al 26,07% sul reddito imponibile.
Tornando all’esempio fatto in precedenza, se ho un fatturato annuo di 30.000 euro e un reddito imponibile di 23.400 euro (perché il mio coefficiente di redditività è pari al 78%), i contributi che dovrò versare saranno pari a 23.400 euro * 26,07% = 6.100,38 euro.
Mentre chi è iscritto alla Gestione Separata INPS versa una quota di contributi in base ai ricavi, chi è iscritto alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS dovrà versare anche una quota fissa annuale.
Va ricordato che per chi lavora con regime fiscale forfettario e Gestione Separata, va aggiunto il 4% in fattura in merito ai contributi, mentre i contributi cambiano per chi è iscritto ad una cassa professionale specifica.
Partita IVA forfettaria e fatturazione elettronica obbligatoria
Un vantaggio interessante per le partite IVA forfettarie era l’esclusione dell’obbligo di fatturazione elettronica. Dalla Legge di Bilancio 2022, è stata introdotta la fatturazione elettronica come obbligo anche per i forfettari.
La finalità di tale obbligo è quella di combattere l’evasione fiscale e la circolazione di fatture non tracciabili. Tuttavia è stato disposto un periodo di esenzione per alcune partite Iva particolari. Negli scorsi anni infatti, chi aveva una partita Iva forfettaria poteva essere escluso dall’obbligo di fattura elettronica se i ricavi erano inferiori a 25.000 euro annui.
Dal 2024 invece l’obbligo di utilizzare questo strumento è esteso a tutti, inclusi i forfettari con ricavi inferiori a questa cifra. Decade quindi il periodo transitorio, per cui tutte le partite Iva devono emettere fatture in formato elettronico.
Le uniche circostanze in cui è ancora possibile essere esonerati riguardano coloro che fatturano verso l’estero a soggetti non residenti in Italia, oltre ai professionisti sanitari che lavorano per persone fisiche.
Regime forfettario 2024: scadenza tasse
A conti fatti, un forfettario che guadagna in un anno 30.000 euro, con aliquota sostitutiva del 15%, dovrà versare 3.510 euro di imposte e 6.018,5 euro di contributi, per un totale di 9.528,5 euro.
Nel caso in cui godesse dell’aliquota agevolata al 5%, dovrebbe sostenere una spesa totale di 7.188,5 euro. Tali importi, che dovranno essere pagati tramite modello F24, potranno essere divisi in rate.
Generalmente forfettari e minimi versano le tasse per l’acconto dell’anno in corso e il saldo dell’anno precedente entro il 30 giugno. Tuttavia quest’anno la scadenza è stabilita con termine il 1 luglio 2024.
Le scadenze da rispettare nel caso di pagamento a rate sono quindi le seguenti, tenendo conto delle ultime novità:
- prima rata: scadenza il 1 luglio 2024;
- seconda rata: scadenza il 16 luglio 2024;
- terza rata: scadenza il 20 agosto 2024;
- quarta rata: scadenza il 16 settembre 2024;
- quinta rata: scadenza il 16 ottobre 2024;
- sesta rata: scadenza il 18 novembre 2024;
- settima e ultima rata: scadenza il 16 dicembre 2024.
Lavoro dipendente e partita IVA forfettaria
Una delle domande più comuni sul regime forfettario è relativa alla sua compatibilità con il lavoro da dipendente.
A partire dal 1° gennaio 2020, potranno usufruire del regime forfettario anche i soggetti:
- con un reddito da lavoro dipendente o assimilato che non sia maggiore a 30.000 euro;
- con spese annuali per la retribuzione e assunzione di impiegati e collaboratori non superiori a 20.000 euro.
Inoltre, chi aderisce al regime fiscale forfettario può anche avere dei collaboratori occasionali, non superando la soglia di 20.000 euro di spese. Questa soglia non è soggetta a modifiche per il 2023.
Apertura partita IVA forfettaria
Aprire una partita IVA forfettaria è possibile solamente se si rispettano i requisiti previsti per legge, per cui è consigliato farsi supportare da un commercialista esperto. L’individuazione del codice Ateco corretto è molto importante perché in base al coefficiente di redditività si vanno a calcolare le basi imponibili su cui applicare l’imposta sostitutiva.
In parole semplici, in base al codice Ateco aumenta o diminuisce la base reddituale effettiva su cui si applica la tassazione. Per aprire la partita IVA con questo regime fiscale è possibile farsi affiancare da un commercialista oppure procedere in autonomia con l’Agenzia delle Entrate, tramite modello AA9/12.
Chiusura partita IVA forfettaria
Quello del freelancer può essere un mestiere ricco di soddisfazioni e con il quale, spesso, si può fare realmente il lavoro che più si ama. Tuttavia, non è una strada vincente per tutti, quindi si potrebbe decidere, a un certo punto, di chiudere la partita IVA.
In questa ipotesi, ci sono tre possibilità tra le quali scegliere, ovvero:
- lasciare la partita IVA inattiva per 3 anni: sulla base del decreto 193/2016, la chiusura avverrà in automatico;
- compilare il modello utilizzato per l’apertura (che potrebbe essere il modello AA9/12, AA7/10 o ANR/3) entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività;
- utilizzare il modello ComUnica, ma solo nel caso in cui si fosse iscritti al Registro delle Imprese.
Qualora si procedesse con la chiusura della partita IVA forfettaria e con la successiva riapertura, sempre in regime forfettario, non si avrebbe più accesso all’aliquota agevolata al 5%, anche nell’ipotesi in cui si fosse in possesso dei requisiti richiesti o si utilizzasse un codice Ateco diverso rispetto a quello precedente.
Serve un conto corrente aziendale per il regime forfettario?
Per quanto riguarda l’eventuale apertura di un conto corrente di tipo aziendale, non ci sono obblighi per i contribuenti che scelgono la partita IVA in regime forfettario. L’obbligo di conto corrente aziendale è stato infatti abrogato dall’art. 32 del D.L. n. 122/2008.
Nonostante ciò, per facilitare la gestione delle proprie spese e mettere da parte gli importi necessari a pagare imposte e contributi, attivare un nuovo conto corrente di tipo business potrebbe essere un valore aggiunto.
Si consiglia, in particolare, di optare per la sottoscrizione di un conto corrente online, il quale permetterà non solo di risparmiare sui canonici costi di gestione del conto, ma anche di:
- pagare i modelli F24 direttamente dal proprio home banking;
- separare le spese personali da quelle professionali.
Quanto costa la partita IVA forfettaria
Calcolare quanto costa la partita IVA forfettaria dalla sua apertura alla gestione seguente non è un’operazione semplice, perché bisogna tenere in considerazione le diverse variabili che entrano in gioco. Per ciò che riguarda l’operazione di apertura è possibile risparmiare rivolgendosi direttamente all’Agenzia delle Entrate, mentre sono previsti costi variabili se ci si rivolge ad un centro CAF o ad un commercialista.
Il costo per il suo mantenimento include le tasse, da calcolare in base al fatturato annuo e al coefficiente di redditività applicato e i contributi, che cambiano in base alla cassa previdenziale di appartenenza.
Ulteriori costi sono quelli previsti per il materiale da utilizzare durante lo svolgimento del lavoro, le eventuali forniture, gli spazi adibiti all’attività (pensiamo al sito web per un e-commerce), le spese per il software di fatturazione elettronica e per il commercialista, per avere un indirizzo PEC o per consulenze specifiche.
Alcune voci di costo sono quindi direttamente collegate al tipo di attività che viene svolta: pensiamo al computer per chi lavora nel settore digitale oppure alle merci di chi apre un piccolo negozio.
Vantaggi del regime forfettario
Il regime forfettario quindi garantisce diversi vantaggi alle partite IVA che decidono (e possono) adottarlo. In primis con questo regime agevolato le tasse applicate a livello di aliquote sono molto inferiori rispetto al regime ordinario e risultano anche molto più vantaggiose di quelle versate periodicamente dai lavoratori dipendenti.
L’assenza di IVA e di altri tipi di imposte è un altro aspetto peculiare da non sottovalutare e questo, oltre a favorire il risparmio, garantisce una maggiore semplicità nella gestione della partita IVA.
Semplicità presente anche a livello di adempimenti contabili, che risultano essere più snelli data la presenza di meno obblighi. Un forfettario infatti deve solamente conservare le fatture numerate, mentre non deve provvedere alla compilazione di libri contabili particolari.
Va anche considerato che le partite IVA forfettarie non sono soggette ad alcuno studio di settore o alle valutazioni ISA, a differenza di quanto accade con il regime ordinario. Infine chi ha un’attività di tipo artigianale o commerciale può accedere ad uno sgravio anche sui contributi, del 35%.
Quando conviene il regime forfettario
Il regime forfettario è stato introdotto, qualche anno fa, con lo scopo di favorire lo sviluppo delle piccole attività, che con tale regime non vengono appesantite da adempimenti come l’IRPEF o L’IRAP, imposte che tempo fa erano particolarmente gravose per i primi anni di attività di un’impresa.
Se con la tua attività hai deciso di aderire al regime forfettario, avrai tutta serie di vantaggi, che è importante schematizzare per capirne l’importanza.
In primo luogo, e l’abbiamo già visto, la tassazione avviene applicando il principio di cassa, cioè sulla base dei ricavi ottenuti nel periodo d’imposta. Se applichi a questi il coefficiente di redditività la somma così ottenuta, il reddito imponibile, verrà assoggettata all’aliquota prevista nel caso specifico.
La procedura di calcolo è molto semplice e non richiede grandissime competenze tecniche. È poi possibile detrarre l’importo dei contributi previdenziali INPS già versati e questo consente un ulteriore alleggerimento dell’imposizione. Purtroppo però non è possibile dedurre dal calcolo tutti i costi sostenuti per l’esercizio dell’attività e questo è un limite.
Se ritieni che le somme dei costi da dedurre raggiungano un importo significativo, forse ti è più conveniente aderire al regime ordinario, ma sarà un calcolo che dovrai fare con il tuo commercialista di fiducia.
Un altro vantaggio è che tutte le operazioni che farai con i tuoi clienti saranno escluse dall’ambito di applicazione dell’IVA, cioè non dovrai applicare l’IVA in fattura, così come sono escluse dall’ambito di applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA) ed inoltre, sempre in fattura, non dovrai applicare la ritenuta d’acconto.
In definitiva si tratta di agevolazioni e vantaggi notevoli, non solo per chi decide di aprire un’attività, ma anche per chi rientra nei limiti di fatturato che abbiamo già visto.
Partita IVA regime forfettario – Domande frequenti
L’apertura della partita IVA in regime forfettario è economica e potrà essere fatta anche in autonomia, direttamente online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Se si procede con il supporto di un commercialista bisogna pagare il costo della consulenza.
Per calcolare il costo di una partita IVA forfettaria bisogna includere le spese per le tasse e i contributi, per il commercialista, le spese per sostenere l’attività, per eventuali fornitori e materiali.
Dal 2024 sì, emettere le fatture in formato elettronico è obbligatorio per tutte le partite Iva con regime fiscale forfettario, indipendentemente dai ricavi percepiti durante l’anno.
Le tasse pagate da una partita IVA forfettaria sono inferiori rispetto a quelle del regime ordinario: si applica infatti un’imposta sostitutiva del 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni di attività.
Se la partita IVA è a reddito zero, non si pagano le tasse. Le cose cambiano per il pagamento dei contributi: molte casse previdenziali collegate ad Ordini professionali prevedono quote annuali fisse e lo stesso vale per la Gestione Artigiani e Commercianti INPS.
Il regime fiscale forfettario con aliquota ridotta al 5% dura per 5 anni, successivamente l’imposta sostitutiva si applica al 15% e si esce da tale vantaggio solo se non si rispetta uno dei requisiti per rimanere con tale agevolazione.
Essere in regime forfettario significa che la propria partita IVA aderisce ad un regime fiscale di vantaggio, con un’imposta sostitutiva fissa (al 15% o al 5% per i primi 5 anni di attività) al posto di aderire alla tassazione IRPEF. Inoltre non vi è l’IVA e ci sono molte semplificazioni contabili.
- Circolare 10/E del 4 aprile 2016, Agenzia delle Entrate, camera.it ↩︎
Buonasera.
Nel 2020 avevo aperto la partita iva e a giugno 2021 è stata chiusa.
Non sono mai state emesse fatture.
A novembre 2022 ho riaperto una nuova partita iva con un codice ateco diverso.
Posso usufruire del regime del 5%?
Buongiornom,
la normativa sul regime forfettario prevede che l’imposta sostitutiva è ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività in presenza di determinati requisiti tra cui che il contribuente non abbia esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare. Pertanto non può usufruire dell’aliquota agevolata.
Grazie per averci scritto
Buon Giorno
Sono pensionato dal 2020 , vorrei aprire una P.I. forfettaria per un attività di Designer in ambito tessile,che era ciò che facevo da dipendente,.
Il mio reddito da pensionato è superiore ai 30k annui.
Ho i requisiti per accedervi?
Grazie
GM
Buongiorno,
purtroppo non potrà accedervi, vedasi sull’argomento quanto scrive l’agenzia delle entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/regime-forfetario-le-regole-2020-/infogen-regime-forfetario-le-regole-2020-.
Grazie per averci scritto
buona sera
sono un neo pensionato
mi è stato chiesto se posso dare delle consulenze
(non per la stessa ditta ove ho lavorato fino al Gennaio 2024 )
il mio reddito del 2023 è stato superiore a 40.000 euro
nella aprire la partita iva potrò accedere al regime forfettario ?
Grazie
Claudio
Buongiorno,
il regime forfettario nel suo caso non sembra essere accessibile. Da verificare con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, da anni collaboro con un ateneo universitario statale come ‘docente a contratto’ con contratti annuali di tipo COCOCO. Ora ho aperto la partita IVA forfettaria.
Il prossimo contratto potròfarlo come partita IVA o incorro in possibili sanzioni legate al requisito di
“non proseguire con un’attività svolta precedentemente, anche se sotto forma di lavoro dipendente o assimilato (sebbene vi siano alcune eccezioni, come per esempio per avvocati e medici)”.
Vi ringrazio in anticipo per il supporto.
LM
Buongiorno,
nel suo caso più che precludere l’accesso al regime forfettario, potrebbe essere precluso il beneficio della imposta sostitutiva agevolata al 5%.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
nel novembre 2021 avevo aperto la partita iva poi chiusa il 31.12.2021. Non ho mai avviato l’attività e non ho emesso e ricevuto fatture. Praticamente l’apertura della partita iva nel è stato un errore.
Posso aprire la partita iva nel 2023 usufruendo del regime forfettario con flat rate 5%.
Grazie
Buongiorno,
in merito al suo requisito occorre rifarsi al comma 65, dell’articolo 1, della legge 190 del 2014 il quale afferma che per accedere all’imposta sostitutiva ridotta al 5%, si deve rispettare, tra gli altri, il seguente requisito
“non aver esercitato, nei 3 anni precedenti l’inizio dell’attività di cui al comma 54, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;”
Si sconsiglia l’adozione del regime forfettario e si consiglia un approfondimento presso la agenzia delle entrate per sanare l’eventuale errore di apertura e rientrare nei presupposti fondanti del regime forfettario.
Grazie per averci scritto
Buonasera, sono Giuseppe e sono un collaboratore sportivo. Con l’entrata in vigore della nuova riforma dello sport non so bene cosa fare, se sforare le 24 ore settimanali che si possono fare con un contratto co.co.pro. oppure fare più ore ed aprire una partita iva. Potrebbe spiegarmi le differenze che vi sono a livello di imposte e contributi previdenziali INPS tra la partita Iva a regime forfettario ed un contratto co.co.pro?
Buongiorno,
la differenza più significativa è nella tassazione ai fini delle imposte dirette, con il regime forfettario la tassazione avviene con l’imposta sostitutiva, invece con la co.co.pro. la tassazione è ordinaria. Fermo restando i limiti di esenzione per la tassazione come lavoratore sportivo secondo gli importi.
Grazie per averci scritto
Buon giorno, io faccio il parrucchiere da circa 20 anni nello stesso negozio.
Il proprietario ci ha proposto di trasformarci tutti in p.iva forfettaria e creare una cooperativa dove lavoreremo.
E’ possibile farlo, o dato che già lavoriamo nello stesso posto non si può fare?
Buonasera,
per diversi motivi la soluzione proposta non appare convincente, rispetto agli obblighi previsti dalla legge in materia di lavoro autonomo e dipendente.
Grazie per averci scritto
Si parla che non si deve aver percepito nell’anno precedente all’apertura della PIva un reddito superiore a 30.000€, ma in caso di accordo di uscita da una azienda, licenziamento di comune accordo, in cui il reddito da stipendio è inferiore a 30.000€ la l’azienda ha fornito una buona uscita superiore a 30.000€, a questo punto il reddito sarebbe la somma e quindi automaticamente si superano i limiti dei 30.000€?
Buongiorno,
è una situazione da verificare con la documentazione in suo possesso. Si consiglia una attività di consulenza specialistica.
Grazie per averci scritto
Buonasera. Io faccio il rider di sera, sto per superare i 5.000 euro e sicuramente dovrò aprire la partita Iva. Vengo pagato una volta ogni 2 settimane. In poche parole se mi va bene al mese incasso € 600. Come faccio a pagarmi i contributi INPS con questa cifra irrisoria? Per essere più precisi vorrei sapere se quello che devo versare si adegua a quello che guadagno oppure se ho dei costi fissi a prescindere? Grazie
Buonasera,
dipende dall’inquadramento previdenziale.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
sono una studentessa universitaria ed anche un tecnico sportivo qualificato e insegno ginnastica con un reddito di circa 10.000€ annui. A seguito della riforma dello sport entrata in vigore il 1 luglio mi conviene aprire la partita iva in regime forfettario o essere inquadrata con contratto co.co.co? Quali differenze ci sono?
Grazie
Buonasera,
è complicato indirizzare una scelta senza avere tutti i documenti a disposizioni. La differenza tra partita iva e co.co.co. è la assoluta autonomia gestionale per i titolari di partita iva, che non è scontata nella seconda ipotesi.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, intanto grazie per il prezioso servizio che fate.
Ho un caso da sottoporvi.
Sono un agente commerciale. Nel 2022 sono rimasto nei forfettari con 55.000 euro di redditi.
Nel 2023 ho aumentato il giro d’affari e ho previsto di superare la soglia dei 100.000 verso settembre/ottobre.
In questo caso come si calcola la tassazione?
Ho letto che l’IVA verrà calcolata solo sull’eccedenza. E fino a qui ci siamo.
Su che base invece verrà calcolata l’IRPEF e l’INPS? Sul totale del fatturato, diciamo 120.000 euro?
E in che percentuale?
In particolare il problema nasce dal fatto che essendo ancora in regime forfettario NON ho documentato nessuna spesa deducibile nell’anno in corso, in quanto non ne ho attualmente bisogno non potendo appunto dedurle.
Il mio imponibile contributivo (sulla base del quale vengono calcolate le tasse) sarà 120.000 euro o rimangono validi i COEFFICIENTI di reddito/costi previsti dal mio codice ateco?
La mia paura è venga applicata l’aliquota sull’intero importo senza costi da dedurre… lo trovo insensato.
Grazie mille
Buonasera,
è una situazione molto complessa che meriterebbe un approfondimento con un commercialista. Le consigliamo di verificare alcuni presupposti al più presto.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
Mio cugino ha PI con regime forfettario da oltre cinque anni. Il fatturato lo fa il commercialista comune con un altro socio. Si può verificare indipendentemente cosa sta fatturando all’ anno con la sua partita? Si devono fare dichiarazioni di reddito? Se si, quali?
Dal commercialista non riceve nessun informazione senza ché il socio viene prima consultato, mi sembra poco corretto, di più lui è pagato dal socio indirettamente come dipendente.
Grazie
Buonasera,
in effetti è una situazione anomala, dovrebbe rivolgersi a un commercialista con documentazione e verificare in concreto come operare.
Grazie per averci scritto
Grazie per la risposta, un consiglio concreto, dove andare a Torino?
Buonasera,
può recarsi in Via Carlo Alberto, 44 Dott. Roberto Barbagallo.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
ho il regime forfettario da anni come ingegnere libero professionista. Volevo sapere se posso continuare a esercitare la professione nel caso in cui un’università mi desse un assegno di ricerca, e quindi divenissi un dipendente a tempo determinato. L’importo lordo dell’assegno è sicuramente inferiore ai 30k annui.
Grazie.
Buongiorno,
in linea di principio non ci sono ostacoli. Da verificare nello specifico con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
Sono un architetto e ho 31 anni. Non ho mai vissuto in Italia, il mio attuale lavoro (a Malta) mi ha accettato di lavorare dall’Italia e mi trasferirò nelle prossime settimane. Posso beneficiare del regime forfettario? In questo caso si tratterebbe del 5% o del 15%?
Grazie mille!
Buonasera,
in linea di principio l’accesso al regime sarebbe possibile, con qualche perplessità sulla applicazione dell’aliquota di vantaggio al 5%. Da analizzare con un commercialista senza dubbio, con possibili variazioni in base agli importi ed ai tempi.
Grazie per averci scritto.
Ho avuto un rapporto di lavoro subordinato con RAL superiore a 30.000 Euro cessato on da 31/05/2023. Ho visto nella Vostre istruzioni che la cessazione del Rapporto di Lavoro subordinato non e’ un elemento ostativo all’apertura di una Partita Iva Forfetaria. Ma quando la Partita Iva forfetaria con Flat Tax del 5% può essere aperta? Nel 2023 o devo aspettare il 2024? Attendo gradita risposta
Buongiorno,
in linea di principio non dovrebbero esserci problemi alla apertura della partita iva con regime forfettario, per quanto riguarda la possibilità di agevolazione della tassazione con applicazione dell’imposta sostitutiva del 5%, invece, appare più complicato. La situazione è molto complessa e dovrebbe essere approfondita nel dettaglio con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buon giorno. Docente con la p.iva in regime forfettario presso una scuola privata e anche ripetizioni al mio domicilio, vorrei sapere qual’e’ il mio codice ATECO e sapere se posso detrarre in automatico 5000 ero e sotto quale voce indicarlo nella dichiarazione dei redditi? Grazie
Buongiorno,
il codice ateco potrebbe essere 85.59.90 – Altri servizi di istruzione nca. Le consigliamo di consultarsi con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno ho intenzione di proseguire la mia attività di cuoco a regine forfettario e continuare a collaborare da esterno con una buona parte di x datori di lavoro: prevedo di non superare i 30k: posso comunque intenderla come start up e applicare anche regime forfettario? Grazie
Buongiorno,
probabilmente e per prudenza, non ci sono le condizioni e i requisiti per l’abbattimento dell’imposta sostitutiva. E’ una situazione da approfondire senz’altro con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
io ho una P.Iva forfettario dal 2019 (Consulenza di marketing) nel 2023 posso fare fatture cartaceo o solo elettronico?
Buonasera,
dal 1° luglio 2022 l’obbligo di fattura elettronica è in vigore per i contribuenti in regime forfettario che nell’anno precedente hanno percepito ricavi o compensi superiori a 25.000€. Dal 2024 sarà obbligatorio per tutti i forfettari.
Grazie per averci scritto
Con un reddito lordo da dipendente pari a 32000 euro nel 2022 posso avere una partita IVA a gestione separata o devo passare al reggime ordinario?
Buongiorno,
nel suo caso dovrebbe passare al regime ordinario. In ogni caso è preferibile valutare la posizione con il suo commercialista per approfondire tutti gli aspetti e valutare tutte le variabili.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
nel fare i complimenti per la chiarezza di quanto scritto vorrei domandare se in una situazione di pensionato con compenso annuale inferiore a 30.000€, l’apertura della partita iva in regime forfettario con gestione separata INPS attivata per un lavoro occasionale di intermediazione commerciale completamente libero, RICHIEDE ANCHE L’ISCRIZIONE all’INAIL?
DOMANDA2: le spese correnti per svolgere l’attivita (auto , oneri amministrativi …etc…) come vengono gestiti?
GRAZIE1000
MaurizioP.
Buongiorno,
l’attività di intermediazione è un’attività commerciale, come tale più vicina al concetto di iscrizione alla gestione IVS inps e non alla gestione separata. In questo caso (neanche nell’ipotesi di iscrizione alla gestione separata) è obbligatoria l’iscrizione all’INAIL. Le spese correnti non sono deducibili.
Grazie per averci scritto
Buonasera,
Aprendo una nuova partita iva regime forfettario intestata a persona disoccupata e/o con reddito inferiore ad i 30,000 euro, si ha diritto ad usufruire la fascia di tassazione pari al 5%?
Inoltre con questo tipo di partita iva si può fare acquisto e vendita di capi di abbigliamento?
Mi è chiaro che chi usufruisce di regime forfettario fattura senza iva, però non mi è chiaro un questo caso quando acquisti.
Esempio: una normalissima SRL fa’ una vendita ad una partita iva in regime forfettario, la SRL che fa’ la vendita, emette fattura a favore della forfettaria con iva???
Grazie anticipatamente.
Buonasera,
la srl emette fattura con iva, l’acquirente in regime forfettario non può detrarre l’iva.
Grazie per averci scritto
BUONGIORNO,
sono un docente precario di scuola superiore di II grado, da circa 5 anni regolarmente assunto con contratti a tempo determinato (o 30 giugno o 31 agosto), ma quest’anno sono nell’anno di prova avendo superato il concorso STRAORDINARIO BIS. Da quasi 5 anni, inoltre, svolgo attività occasionali con case editrici per cui emetto semplice ritenute d’acconto. (non superando mai i 5.000 euro previsti dalla normativa).
quest’anno mi è stata data la possibilità di aumentare la mia collaborazione con le case editrici e mi chiedo se mi conviene aprire una P:IVA forfettaria.
in particolare mi chiedo se:
– Nei 85.000 euro di ricavi annuali devo considerare anche lo stipendio da docente (considerando che il netto si aggira intorno ai 1.600 €) e se si, se devo considerare il netto o il lordo.
– quali aliquota avrei? 15% o 5%?
– i versamenti INPS li devo versare? o vengono anche considerati i versamenti del Ministero?
Vi ringrazio
Mirko
Buonasera,
l’apertura della partita iva non è conveniente, ma potrebbe essere necessaria. La remunerazione con partita iva è separata da quella come docente, l’aliquota potrebbe essere il 15% (da verificare con molta attenzione) e i versamenti inps alla gestione separata andrebbero effettuati, in base al reddito dichiarato.
Grazie per averci scritto
Buongiorno sono disoccupato con Naspi ma che posso produrre contratti di noleggio per la mia precedente azienda in cui ero dipendente. Posso aprire la p.iva regime forfettario e dei minimi fatturando i potenziali futuri contratti di noleggio che autonomamente procaccio?
Grazie
Buonasera,
in linea di principio è possibile aprire partita iva se si è percettori di NASPI, vedi anche nostro articolo https://www.partitaiva.it/partita-iva-naspi/ dove troverà tutte le risposte per il suo caso.
Grazie per averci scritto
Buonasera.
Vorrei chiedere un consiglio. Sto iniziando a collaborare con aziende in veste di consulente alla comunicazione e dovrei farlo utilizzando la ritenuta d’acconto. Avevo pensato di poter utilizzare la ritenuta per vedere come andava e poi eventualmente aprire la partita iva a regime forfettario ma mi sembra di capire che non sia possibile. Non ho ben capito se è solo una questione di definizione della mansione che non può essere svolta come autonomo e poi in partita iva o se riguarda la ritenuta in generale.
Il passo sarebbe quindi autonomo in ritenuta e poi partita iva standard?
Grazie mille, J
Buongiorno,
le variabili in gioco sono diverse. E’ necessaria una attività di consulenza con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno
Lo scorso anno (2022) ho aperto partita iva forfettaria dopo aver lasciato lavoro da dipendente.
A luglio 2023 potrei accedere alla pensione anticipata ordinaria Fornero con una pensione annua lorda di circa 65000 euro.
Posso, per il 2023, continuare ad operare in partita iva con regime forfettario passando all’ordinario da gennaio 2024 ?
Grazie per vostre
Patrizia
Buongiorno,
il limite di reddito da lavoro dipendente e assimilato è da valutare sull’anno precedente.
La legge 190/2014 al comma 57, lettera d-ter, esclude infatti: i soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui rispettivamente agli articoli 49 e 50 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, eccedenti l’importo di 30.000 euro; la verifica di tale soglia è irrilevante se il rapporto di lavoro è cessato.
Dovrebbe essere possibile, fermo restando il consiglio di consultarsi prima con un commercialista per una consulenza approfondita sull’argomento.
Grazie per averci scritto
Buongiorno,
sono una fisioterapista e ho aperto P.Iva a febbraio 2023. Non mi sono chiare le scadenze per il pagamento di tasse e contributi previdenziali: le pago già da quest’anno o partirò nel 2024?
Grazie
Buonasera,
in linea di principio dovrebbe pagare dal prossimo anno, tuttavia meglio approfondire con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, volevo chiedervi un chiarimento i merito all’eventuale apertura della P.IVA, attualmente sono dipendete con CCNL METALMECCANICA, OREFICERIA, ODONTOTECNICA Aziende artigiane, livello 2bis: ¬ “i lavoratori che, sulla base delle istruzioni o con riferimento a schemi esistenti, eseguono con tavole grafiche e/o con supporti elettronici CAD/CAB/CAE disegni costruttivi di particolari complessi o di sottogruppi di uno studio d’assieme o di apparecchiature o attrezzature di equivalente complessità definendo dimensioni, quote, materiali, tolleranze, mediante l’uso di tabellari e/o norme di fabbricazione e/o metodi di calcolo e/o archivi elettronici e normalmente preparando la relativa distinta dei materiali. Disegnatore progettista”
Essendo in possesso di una laura in ingegneria vorrei aprire una posizione IVA in regime forfetario per propormi sul mercato come collaboratore per stesura progetti, preventivi, ecc. In luce a quanto sopra premesso sussistono i requisiti per usufruire dell’aliquota start-up al 5%?
Qualora dovessi fare qualche attività con il mio attuale datore di lavoro, ma come libero professionista, dovrei considerare l’aliquota del 15% solo per queste attività o automaticamente dovrei considerarla per tutte?
Grazie
Buongiorno,
l’imposta sostitutiva è pari al 15% o al 5% se ne ricorrono le condizioni, che può verificare sul sito della Agenzia delle entrate https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/agevolazioni/regime-agevolato-forfettario/agevolazioni-per-soggetti-che-iniziano-nuova-attivita.
Dopo la scelta della percentuale di tassazione, l’imposta sarà applicata nella misura del 5% o del 15% a tutta l’attività svolta verso chiunque.
Grazie per averci scritto
buon giorno,
sono un lavoratore dipendente con ral di 70 k.
nell’ipotesi in cui prendessi l’aspettativa , potrei aprire una p.iva e rientrare nella tx al 5 oal 15%?
In questo caso sarei obbligato anche a versare i contributi inps?
Buonasera,
per dare una risposta sarebbe necessario un approfondimento sulla sua posizione personale. L’accesso al regime forfettario dipende da diversi fattori, come l’esonero dei contributi inps. Per approfondimenti può consultare il sito della agenzia delle entrate che tratta l’argomento https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/regime-forfetario-le-regole-2020-.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, lavoro come socio dipendente in una cooperativa di pesca. Faccio il pescatore come professione. Volevo sapere se ci sono i requisiti x poter accedere al forfettario. Il mio cud è inferiore a 200000 euro. Grazie.
Buongiorno,
dando per scontato che il suo cud sia inferiore di 20.000 euro (e non 200.000 come ha scritto), da quello che scrive dovrebbe avere i requisiti per accedere al regime forfettario. Le consigliamo, tuttavia, di rivolgersi a un commercialista per approfondire la sua situazione personale, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.
Grazie per averci scritto
Si certo 20000, però se non ho letto male il proseguo di un lavoro che stavamo gia facendo come dipendenti esclude dal forfettario. Ho letto anche se non erro, mi scusi che agricoltura, pesca tabacchi telefonia ecc sono esclusi da tale regime. La ringrazio in anticipo.
Buongiorno,
escluse le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali, l’esclusione che cita dovrebbe rientrare in questo caso, come indicato dalla agenzia delle entrate https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/regime-forfetario-le-regole-2020-/infogen-regime-forfetario-le-regole-2020-).
La prosecuzione del rapporto di lavoro, merita un approfondimento. La scelta dell’opzione per il regime forfettario rende necessaria una valutazione sul profilo personale con un commercialista, come già suggerito.
Grazie per averci scritto
salve vorrei sapere se un lavoratore dipendente che non supera i 30,000 euro di reddito e i contributi li versa l’azienda, deve comunque versare altri contributi?
Buongiorno,
in alcuni casi, per i dipendenti a tempo pieno o con part time superiore a 26 ore è possibile l’esclusione dal versamento dei contributi previdenziali IVS commercianti, in caso di apertura della partita iva.
Grazie per averci scritto
Salve,
sono un dipendente con un contratto indeterminato, reddito inferiore ai 30k. La mia azienda mi elargisce anche dei premi trimestrali, che passando dal cedolino, è tassato intorno al 45%.
E’ conveniente aprire una P.I. con regime forfettario al 5% in questo caso?
Quale costi devo aspettarmi, con dei premi di circa 15k annui?
Devo pagare anche altri contributi Inps, visto che la mia azienda li versa già?
Buonasera,
non è tanto per una questione di convenienza, quanto per una questione di regolarità dell’attività. Si ritiene che sia opportuno il passaggio dai cedolini.
Grazie per averci scritto
Buonasera, ho letto di sconti sui versamenti INPS se il reddito imponibile non supera 16.000 euro. Vero?
Grazie
Buonasera,
al di sotto di quella cifra si versano i contributi fissi IVS.
Grazie per averci scritto.
Ho una partita IVA dal 2014 mai utilizzata. La partita IVA è ancora attiva. Devo fare qualcosa per cominciare a fatturare in regime forfettario?
Grazie.
Buonasera,
può avviare la fatturazione anche adesso. Dovrebbe accertarsi se, nel frattempo, ha adempiuto a tutti gli obblighi fiscali conseguenti alla apertura della partita iva. Le consigliamo di consultarsi prima con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Salve, non no ben capito il conteggio effettuato.
Nel capitolo “Regime forfettario e contributi” i 2 casi di esempio riportano una quota da versare all’INPS pari a 6.018,48€. Tale quota diventa poi 5.915,6 0€ nel capitolo successivo.
Vorrei capire come mai c’è questa differenza.
Grazie!
Buonasera,
probabilmente è stata utilizzata una aliquota diversa dal 25,72% della gestione separata. L’importo è stato rettificato per armonizzare i calcoli.
Grazie per la segnalazione e per averci scritto
Salve, sono un lavoratore dipendente che non supera i 30.000€ annui e vorrei aprire una partita IVA forfettaria sul settore dell’abbigliamento, con precisione vendita online di capi nuovi ed usati, volevo sapere se pagherò il 5% di iva e se dovrò pagare anche i contributi visto che già li pago svolgendo il mio lavoro in azienda, preciso che lavoro nel settore alimentare. Grazie
Buonasera,
se ne ricorrono le condizioni soggettive, potrebbe essere esonerata dal versamento dei contributi previdenziali per i commercianti. Il pagamento del 5% di imposta sostitutiva non credo sia possibile, tuttavia si consiglia di approfondire la situazione personale con un commercialista prima di avviare l’attività.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, ho aperto la mia posizione p.iva nel regimo forfettario nel 2023, pochi giorni fa, nel settore della consulenza amministrativa dopo aver lavorato come dipendente per 20 anni. Vorrei chiedervi se sono soggetto alla fatturazione elettronica oppure posso operare con la cartacea fino al 1 gennaio 2024. Grazie e buon lavoro.
Buonasera,
dalla lettura della norma sembrerebbe escluso dalla fatturazione elettronica per il 2023.
Grazie per averci scritto
Se sono medico ospedaliero e decidessi di passare alla libera professione, posso aderire al regime forfettario? E prevedendo una fatturazione annua di circa 120000 euro quindi superando i 65000 ho vantaggi?
Buonasera,
il fatturato di Euro 120.000 inibisce l’accesso al regime forfettario. Con il regime ordinario non ha nessun particolare vantaggio, anzi il livello di tassazione da 85K a 120K è molto elevato.
Grazie per averci scritto.
Team partitaiva.it