Ddl intelligenza artificiale: il nuovo regolamento nazionale settore per settore

Il Senato ha approvato il nuovo Ddl intelligenza artificiale, con norme specifiche sull'uso dell'AI in diversi settori come: lavoro, PA, sanità, editoria e cybersicurezza.

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  • Il Senato ha approvato il Ddl sull’intelligenza artificiale, che contiene le indicazioni per l’utilizzo dell’AI in diversi ambiti: sanitario, nella sicurezza, nell’editoria, nelle PA, nell’attività giudiziaria e così via.
  • Le nuove linee guida si affiancano all’AI Act presente a livello europeo, senza andare a sostituirlo.
  • Il testo del decreto intende mettere in luce le opportunità di questo strumento in vari ambiti, ma anche i rischi a cui porre attenzione.

Il Senato ha approvato le prime disposizioni al Governo in materia di intelligenza artificiale1, andando a delineare una vera e propria guida all’utilizzo dell’AI in vari ambiti centrali per il paese.

L’AI viene vista come opportunità, ovvero può essere un valido strumento di supporto per il lavoro nel settore privato, presso l’amministrazione pubblica, nella sanità e nell’attività giudiziaria. Ma ne vengono evidenziati anche i rischi. Il testo va a definire quindi per la prima volta un regolamento specifico per l’uso dell’AI nel nostro paese, affiancando le norme già presenti in Europa.

Viene sottolineata l’importanza del rispetto dei diritti fondamentali e della libertà dei cittadini nell’uso della nuova tecnologia, parlando anche di cybersicurezza. L’approvazione del testo non è ancora definitiva, per cui si attende il passaggio alla Camera, ma è possibile delinearne le linee guida che coinvolgeranno diversi ambiti.

Ddl intelligenza artificiale: il regolamento nazionale

Tenendo conto che attualmente è possibile individuare norme precise sull’uso dell’AI solamente a livello europeo, grazie all’AI Act, il nuovo decreto legge sull’AI mira a garantire anche un regolamento unico a livello nazionale, con l’obiettivo chiaro di dare ai cittadini e alle istituzioni dei punti di riferimento per usare questa tecnologia.

L’intenzione è quella di garantirne un utilizzo in linea con i diritti fondamentali dell’uomo, andando a bilanciare i rischi e le opportunità che conseguono dall’uso dell’AI. Dopo aver delineato alcuni principi fondamentali per l’utilizzo delle intelligenze artificiali (responsabilità, consapevolezza e affidabilità), il testo presenta le indicazioni per il suo uso nelle diverse sfere di interesse.

Vengono messe al primo posto le disposizioni per la salvaguardia dei dati personali, per la non discriminazione, trasparenza e riservatezza nello sviluppo e nell’impiego delle AI. Vediamo qual è l’impatto sui diversi ambiti di questo nuovo decreto.

L’AI nella sanità

Per ciò che riguarda il settore sanitario, l’AI può essere impiegata soprattutto nella prevenzione delle malattie, per cui il regolamento dispone che il paziente abbia sempre il diritto di essere informato sull’impiego di tali strumenti, che non devono in alcun modo precludere l’accesso a determinate prestazioni.

Anche se l’IA può essere utilizzata per l’individuazione di una diagnosi, l’intervento del medico professionista è imprescindibile in qualsiasi decisione. Ma la tecnologia può anche essere sfruttata per obiettivi di ricerca medica o scientifica, per sostenere persone con disabilità, per assistenza e cura.

Le AI nel lavoro

Un ambito importante che viene regolamentato dal decreto è quello del lavoro. Le disposizioni confermano che l’AI può essere impiegata per migliorare le condizioni generali dei lavoratori, ovvero come supporto nello svolgimento di diverse mansioni e per innalzare la qualità di prodotti e servizi.

Anche qui però l’attenzione ricade sulla tutela dei dati personali, dell’equità e della non discriminazione. Per perseguire tali obiettivi e monitorare l’uso delle AI nelle imprese viene istituito un osservatorio specifico collegato al ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Un punto importante affrontato dal decreto è quello che riguarda i professionisti che lavorano in ambiti di tipo intellettuale, ovvero coloro che sono maggiormente coinvolti e esposti all’introduzione delle AI. Nel testo viene specificato che il pensiero critico umano deve essere sempre prevalente rispetto all’uso di tali tecnologie, in modo da rendere trasparente e corretto il rapporto con i clienti finali.

L’AI nella pubblica amministrazione

Per ciò che riguarda la PA, l’intelligenza artificiale può apportare una notevole evoluzione, a partire dalla velocizzazione dei processi. Anche qui l’autodeterminazione e la responsabilità umana vengono messe al primo posto, per consentire l’impiego delle AI in modo consapevole e solamente some supporto.

Ancora una volta la formazione dei lavoratori nel settore pubblico diventa essenziale per garantire un corretto uso di queste tecnologie, al pari di come accade con altri strumenti digitali introdotti negli ultimi anni.

L’AI nell’attività giudiziaria

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Questo settore così delicato può impiegare, secondo il nuovo regolamento, le AI solamente per semplificare operazioni di ricerca, per cui deve prevalere in ogni caso il lavoro condotto dalle persone. Questo ambito infatti è particolarmente delicato e potrebbero essere molto alti i rischi di un impiego non controllato di tali tecnologie.

Cybersicurezza e intelligenza artificiale

Un punto centrale, che riguarda indistintamente ogni settore in cui sono impiegati strumenti digitali, è la sicurezza informatica. L’AI può essere di grande supporto per la prevenzione di attacchi informatici e quindi per la protezione di infrastrutture pubbliche e private.

Si evidenzia qui l’importanza della cybersicurezza, per la riduzione e eliminazione del rischio e per garantire l’efficienza dei singoli strumenti digitali a cui i cittadini hanno accesso.

A tal fine sono coinvolte l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) che hanno anche l’obiettivo di favorire l’applicazione delle nuove norme stabilite dal decreto e effettuare controlli.

AI, editoria e diritto d’autore

Un settore delicato per cui interviene il regolamento è quello dell’editoria, per cui si propongono misure specifiche in linea con il Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi. La creazione di contenuti è una delle funzionalità più interessanti delle intelligenze artificiali come ChatGPT. Negli ultimi anni si sono però diffuse non poche preoccupazioni per la possibile sostituzione del lavoro professionale a quello svolto da tali strumenti.

Oggi infatti impiegando queste tecnologie è possibile ottenere testi scritti, immagini, video brevi, audio, musiche, contenuti multimediali di vario tipo, semplicemente inserendo una richiesta testuale in questi programmi.

Secondo il nuovo regolamento è fondamentale che gli utenti online o clienti finali vengano informati di quali sono i contenuti in cui è stata impiegata l’intelligenza artificiale, distinti da quelli in cui vi è l’opera di ingegno umana.

Va anche considerato che oggi l’intelligenza artificiale generativa attinge a diverse fonti, ovvero a prodotti creati da autori (che hanno dato il proprio consenso) nei vari ambiti, per creare qualcosa di nuovo. Questa operazione può mettere a rischio il diritto di autore, per cui lo stesso principio legislativo viene modificato dal nuovo regolamento.

Vengono protette da tale diritto tutte le opere creative nella letteratura, nell’arte, nella musica e nell’architettura, nel teatro e nel cinema, anche quando sono create con l’aiuto delle AI, se derivate dall’ingegno dell’autore.

Progetti innovativi per l’AI

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Oltre a disporre regole specifiche per l’uso delle AI nei diversi ambiti sopra citati, il decreto ribadisce anche l’importanza di portare avanti progetti innovativi per supportarne lo sviluppo. Sono quindi messi a disposizione 300.000 euro annui per il 2025 e per il 2025 per progetti sperimentali in accordo con il ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

A questo scopo è importante portare avanti la formazione tramite piani didattici personalizzati, nella scuola secondaria di secondo grado, in modo che i giovani possano avvicinarsi a questa tecnologia per sviluppare le competenze necessarie al suo utilizzo.

Il testo propone anche investimenti consistenti in denaro (si parla di 1 miliardo di euro) per lo sviluppo dell’AI, per il calcolo quantistico e per la cybersicurezza. Di questi fondi, molti saranno distribuiti alle startup che sviluppano queste nuove tecnologie nel paese, con un sostegno importante per la ricerca.

  1. Ddl S. 1146, Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale, senato.it ↩︎
Autore
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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