Holding di famiglia e trust, come utilizzarli per risparmiare sulle tasse e salvare il patrimonio

Pagare soltanto l'1,2% di tasse non è un'opzione riservata soltanto ai grandi patrimoni. E non lo è nemmeno blindare i propri beni dall'aggressione di possibili creditori. I benefici, i costi e i rischi di trust e holding di famiglia, tanto vantaggiosi quanto sconosciuti in Italia.

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holding di famiglia

Holding di famiglia e trust sono strumenti giuridici e finanziari utilizzati principalmente per la protezione del patrimonio, la gestione aziendale e la pianificazione della successione. Hanno funzioni diverse, ma entrambi aiutano le famiglie a gestire in maniera efficiente e amministrare i beni nel lungo termine. Partitaiva.it ha individuato le differenze e chiesto a un esperto in materia – l’avvocato Nunzio Di Stefano -, quale scegliere in funzione dei casi specifici e come evitare possibili rischi.

Cos’è il trust?

Il trust è un istituto giuridico in cui un soggetto (il disponente) trasferisce beni a un altro soggetto (il trustee) perché li amministri nell’interesse di uno o più beneficiari o per un fine specifico. Un trust è utile per almeno quattro motivi:

  • protegge il patrimonio, perché i beni in esso conferiti diventano un patrimonio separato e non sono aggredibili da creditori o procedimenti legali;
  • pianifica la successione, poiché permette di stabilire regole chiare su come e quando i beni verranno distribuiti agli eredi, evitando liti ereditarie;
  • tutela i soggetti deboli, in quanto garantisce un reddito costante a minori, persone con disabilità o altri soggetti che necessitano di tutela;
  • ottimizzazione fiscale, perché se ben strutturato può ridurre l’impatto della tassazione su successioni e donazioni.

Cos’è una holding di famiglia e a cosa serve

La holding familiare è una società (spesso una s.r.l. o una s.p.a.) creata per detenere le partecipazioni in altre società operative della famiglia. I vantaggi della holding di famiglia sono principalmente:

  • la gestione e controllo delle aziende di famiglia. La holding centralizza la proprietà delle quote aziendali, evitando la dispersione della governance tra più eredi;
  • l’ottimizzazione fiscale. Grazie al regime di Participation Exemption (PEX), le holding possono beneficiare di un’esenzione del 95% sulle plusvalenze da cessione di partecipazioni e sui dividendi ricevuti dalle controllate;
  • la protezione del patrimonio aziendale. La holding crea una separazione tra la proprietà aziendale e i beni personali dei soci, riducendo il rischio di aggressioni da parte di creditori;
  • la facilitazione del passaggio generazionale, perché la holding permette di trasferire gradualmente il controllo ai successori senza frazionare le quote societarie.

Tassazione holding di famiglia esempio

Rispetto alle persone fisiche, una s.r.l. holding garantisce un risparmio considerevole sulle tasse, perché il 95% dei dividendi ricevuti dalle società partecipate è esente da IRES, e solo il 5% viene tassato al 24%. L’imposta effettiva è dunque dell’1,2%.

Ad esempio, su un dividendo di 100.000 euro, la holding pagherebbe solo 1.200 euro di imposte, mentre una persona fisica sarebbe tassata al 26%, con un costo di 26.000 euro.

Trust o holding familiare: quale scegliere

Quando conviene fare un trust? In tutte quelle occasioni in cui l’obiettivo principale è la protezione del patrimonio familiare da creditori o rischi legali. Ha senso fare una holding, invece, se la priorità è la gestione centralizzata delle aziende di famiglia. In alcuni casi le due strutture possono essere complementari, combinando la holding per la gestione aziendale e il trust per la tutela del patrimonio familiare.

“L’obiettivo principale della holding familiare è quello di concentrare la ricchezza all’interno del gruppo, di evitare la tassazione ordinaria sui flussi finanziari e di favorire una crescita più armoniosa – spiega a Partitaiva.it l’avvocato Nunzio Distefano -. Con il trust, invece, il patrimonio del disponente è separato da quello dei beneficiari, il che lo rende inattaccabile dai creditori futuri, perché i beni in esso inseriti sono protetti al 100%. Anche sul piano fiscale ci sono dei vantaggi, perché se il disponente o i beneficiari non hanno beni intestati direttamente, la dichiarazione fiscale è a carico del trust stesso, che gestisce il patrimonio in modo centralizzato”.

I costi e i rischi

“Per costituire una holding famiglia servono almeno tre società“, fa sapere l’avvocato Distefano. I costi sono invece variabili in base alla forma giuridica scelta: per una holding semplice, la spesa iniziale può partire da circa 1.500-2.500 euro, mentre per una s.r.l. i costi aumentano. Le spese notarili oscillano tra 1.500 e 2.500 euro, a cui si aggiungono le tasse di concessione governativa (300-500 euro) e il compenso del commercialista, che può oscillare da 500 a 1.500 euro.

La nascita di holding o di un trust deve essere eseguita con estrema attenzione per non incorrere in spiacevoli conseguenze. Per esempio, i rischi del trust non correttamente strutturato comportano la possibile aggressione del patrimonio da parte dei creditori e dell’Agenzia delle Entrate. Per una scelta ottimale, è sempre consigliabile la consulenza con esperti fiscali e legali.

Proteggere il patrimonio in caso di divorzio

Trust e holding di famiglia sono strumenti potenzialmente utili a tutti e non soltanto a chi dispone di grandi patrimoni. “Consentono di prevenire il contenzioso, un problema particolarmente rilevante in Italia, dove l’assenza di una riforma efficace rende la giustizia civile spesso inefficiente – aggiunge l’esperto –. Permettono di pianificare la gestione del patrimonio ed evitare conflitti familiari, prevenendo fratture e scontri che potrebbero compromettere l’equilibrio economico e personale”.

Soprattutto il trust, in quanto strumento policausale, che cioè può essere usato per diversi scopi, consente di salvaguardare il patrimonio a prescindere dagli eventi della vita privata. Nonostante ciò, è poco diffuso in Italia, dove è ammesso dall’ordinamento ma non trova una legislazione specifica a disciplinarlo: “Ancora oggi molte persone si affidano al fondo patrimoniale, seppure il concetto tradizionale di matrimonio stia cambiando e non sia più visto come un vincolo indissolubile – aggiunge l’avvocato -. Il problema del fondo patrimoniale è che tutela i beni dei coniugi solo per la durata del matrimonio; con la fine del rapporto, questa garanzia viene meno. Il trust, al contrario, li tutela in ogni caso e può essere già utilizzato in Italia. Occorre superare il timore delle incertezze giuridiche che interviene ogni qualvolta qualcosa non sia normata in modo chiaro”.

S.a.s? “No, grazie”

Per le PMI che vogliono risparmiare sulle tasse la holding familiare è una grade opportunità. “Permette di far circolare la ricchezza all’interno del gruppo senza subire la piena tassazione sui dividendi trasferiti tra le società controllate – conclude Nunzio Distefano -. Un commercialista che non si ferma alla base della contabilità dovrebbe essere in grado di consigliare queste soluzioni. Nel Sud Italia si utilizzano ancora società come la s.a.s per risparmiare sui costi di gestione, ma poi mancano le autonomie patrimoniali perfette che possono dare il trust o un gruppo aziendale con a capo una holding. Il mondo dei commercialisti e quello dell’avvocatura dovrebbero dialogare sempre di più, perché la multidisciplinarità è un elemento imprescindibile per offrire una consulenza adeguata”.

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Chiara Borzì

Giornalista

Sono una giornalista specializzata in cultura, economia, ambiente e sport. Laureata in Scienze Storiche e Politiche, con una magistrale in Storia e Cultura dei Paesi Mediterranei presso l’Università di Catania, sono dottore di ricerca in Storia Contemporanea. Ho iniziato la mia carriera giornalistica prima ancora di laurearmi. Da oltre un decennio mi occupo di informazione e comunicazione, collaborando con agenzia di stampa e curando l’ufficio stampa per società e realtà imprenditoriali. Negli ultimi anni ho ampliato il mio raggio d’azione, seguendo tematiche legate alla finanza, all’ambiente e alla divulgazione scientifica.

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