- I lavoratori autonomi che vogliono scoprire quando andare in pensione devono effettuare il calcolo dei contributi versati all’INPS o alla propria cassa di riferimento.
- Per verificare l’ammontare dei contributi versati come lavoratore autonomo, artigiano, commerciante o come professionista è utile consultare l’estratto conto contributivo.
- Per stabilire l’anzianità contributiva di un lavoratore è necessario sommare tutte le settimane lavorate e dividerle per 52, cioè il numero delle settimane complessive in un anno.
Il calcolo dei contributi previdenziali versati all’INPS o alla propria cassa previdenziale di riferimento è direttamente collegato all’importo della pensione futura e al momento da cui è possibile lasciare il lavoro. Sapere quanti contributi sono stati versati fino a un certo periodo, quindi, può aiutare i lavoratori a definire tempistiche e modalità di pensionamento future.
Per fare il conteggio dei contributi totali versati durante la propria carriera lavorativa bisogna considerare quello che viene definito montante contributivo: a partire da questo valore si potrà poi calcolare l’importo dell’assegno a cui si ha diritto.
Il lavoratore autonomo, però, versa i contributi alla propria cassa previdenziale in funzione del reddito prodotto in un determinato periodo (generalmente in un anno) e secondo aliquote diverse in base alla cassa di appartenenza: in questo articolo cerchiamo di capire come effettuare il calcolo dei contributi versati per un lavoratore autonomo.
Indice
Come fare il calcolo dei contributi INPS per lavoratori autonomi
Per definire l’ammontare della pensione futura è necessario conoscere il montante contributivo accumulato nel corso degli anni, cioè effettuare il calcolo dei contributi versati all’INPS nel periodo lavorativo. Considerando che i lavoratori autonomi versano autonomamente i contributi alla cassa previdenziale, secondo modalità e aliquote diverse in base alla professione, tale calcolo può risultare complesso.
I liberi professionisti senza cassa, per esempio, devono iscriversi alla gestione separata INPS e versare i contributi secondo l’aliquota di riferimento per quell’anno: nel 2025 è previsto un contributo pari al 26,07% del reddito imponibile.
Gli artigiani e i commercianti, invece, devono iscriversi all’omonima gestione INPS artigiani e commercianti e versare i contributi (fissi e variabili) secondo le due aliquote di riferimento: 24% per gli artigiani e il 24,48% per i commercianti.
I professionisti iscritti a un Albo, infine, devono versare i contributi alla propria cassa privata (per esempio INPGI per i giornalisti, ENPAM per gli psicologi, ecc), secondo modalità, aliquote e regole fissate dai rispettivi enti previdenziali.
Per tutti i lavoratori autonomi titolari di partita IVA, a prescindere dalla cassa previdenziale di riferimento, la regola di calcolo dei contributi versati è la stessa: occorre consultare l’estratto conto contributivo e sommare i contributi versati per ciascun anno di riferimento.
1. Calcolo dei contributi nella gestione separata INPS

Gli iscritti alla gestione separata INPS versano una quota di contributi variabile in base al reddito prodotto in un determinato anno di riferimento: l’aliquota da applicare alla base imponibile è attualmente del 26,07%. Ciò significa che una partita IVA a reddito zero non dovrà versare contributi previdenziali per l’anno in cui non ha prodotto reddito.
Per esempio, consideriamo un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata che svolge un’attività con coefficiente di redditività pari al 78% e con un reddito di 20.000 euro annui: questo lavoratore dovrà versare 4.066,92 euro di contributi all’anno. Se l’anno successivo non produrrà redditi, invece, non dovrà versare alcun contributo.
Per calcolare il montante contributivo di questo lavoratore bisogna però considerare diversi fattori:
- la base imponibile cioè il reddito annuo prodotto dal lavoratore e fatto valere per la contribuzione previdenziale (20.000 euro nel nostro esempio);
- l’ammontare dei contributi versati per ciascun anno, cioè il totale dei versamenti effettuati da calcolare applicando l’aliquota previdenziale alla base imponibile (in questo caso 4.066,92 euro);
- il montante individuale dei contributi previdenziali, cioè l’ammontare dei contributi previdenziali relativi a ciascun anno di lavoro e rivalutati in base agli indici ISTAT.
Questi tre elementi consentono al lavoratore di calcolare l’importo della pensione futura e conoscere quindi le modalità di pensionamento accessibili per la propria situazione. Affidarsi a un intermediario per effettuare il calcolo e le previsioni per la pensione può essere la soluzione migliore.
2. Calcolo dei contributi per artigiani e commercianti
Per gli artigiani e i commercianti le modalità di calcolo dei contributi sono diverse. Infatti, il sistema prevede il versamento una quota fissa di contributi uguale per tutti e di una quota variabile in base al fatturato annuale del lavoratore. Ciò significa che anche se non si produce reddito nel corso dell’anno, è comunque necessario versare i contributi minimi annuali.
Inoltre, l’INPS fissa ogni anno un reddito minimale sul quale vengono calcolati i contributi fissi: per il 2025 è pari a 18.555 euro. Considerando le aliquote di riferimento per artigiani (24%) e commercianti (24,48%), i contributi fissi da versare nel 2025 sono pari a:
- 4.460,64 euro per gli artigiani;
- 4.549,70 euro per i commercianti.
Se il reddito complessivo supera il minimale è prevista l’applicazione di un’aliquota di un punto percentuale superiore rispetto a quelle fissate dall’INPS (cioè 25% per artigiani e 25,48% per commercianti), fino a 55.448,00 euro. Rimane ferma la possibilità di richiedere la riduzione dei contributi.
Simulazione calcolo contributi INPS per lavoratori autonomi
Abbiamo visto quali sono i contributi da pagare nel corso dell’anno, ora facciamo un esempio per chiarire le modalità di calcolo dei contributi versati all’INPS per i lavoratori autonomi nel complesso.
Consideriamo un lavoratore iscritto alla gestione separata dal 1996 che è andato in pensione nel 2021 (ha quindi versato 25 anni di contributi come autonomo), al raggiungimento dei 67 anni di età. Il coefficiente di redditività della sua attività è pari al 78%.
L’aliquota contributiva che ha versato per ciascun anno lavorativo è pari al 26,07% dell’imponibile dello stipendio: poniamo che il suo stipendio sia di 30.000 euro l’anno e quindi i contributi versati annualmente siano pari a 6.100,38 euro. Al raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici (dopo 25 anni di contribuzione), il lavoratore avrà accantonato 152.509,50 euro di contributi.
Un metodo più semplice per eseguire il calcolo dei contributi versati all’INPS è la consultazione dell’estratto conto contributivo che si può richiedere gratuitamente all’ente previdenziale di riferimento.
Dove vedere i contributi versati all’INPS
L’estratto contro contributivo è un documento che elenca tutti i contributi che un lavoratore ha versato tramite il proprio lavoro o in modo volontario. Per calcolare il totale dei contributi versati basta quindi sommare tutti i versamenti annuali effettuati alla cassa previdenziale.
Per richiedere l’estratto contro contributivo all’INPS si possono utilizzare diverse modalità:
- direttamente online, accedendo alla propria area riservata con le credenziali SPID, CIE o CNS;
- rivolgendosi al proprio commercialista;
- rivolgendosi a un intermediario, per esempio il patronato.
I liberi professionisti iscritti a un Albo professionale, invece, devono richiedere l’estratto contributivo direttamente alla cassa a cui sono iscritti.
Calcolo contributi INPS – Domande frequenti
Per verificare l’ammontare dei contributi INPS che un lavoratore autonomo ha versato è necessario rivolgersi a un patronato o a un commercialista. In alternativa il lavoratore può effettuare la richiesta autonomamente accedendo alla propria area dedicata del sito della cassa a cui è iscritto (per esempio gestione separata INPS, gestione artigiani e commercianti, ecc.).
Una volta scaricato il proprio estratto conto contributivo sul sito web dell’INPS, è opportuno eseguire il calcolo dei contributi per verificare quando andare in pensione. Per calcolare l’anzianità contributiva occorre sommare tutte le settimane lavorate e poi dividerle per 52, ovvero il numero delle settimane totali presenti in un anno.
I contributi INPS per professionisti senza cassa che operano nel regime forfettario variano di anno in anno: per esempio, nel 2025 ammontano al 26,07% del reddito imponibile, da calcolare poi in base al coefficiente di redditività.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor