Medici a partita IVA: chi sono e quanto guadagnano i gettonisti che rinunciano al posto pubblico

Un fenomeno in aumento, quello dei medici a partita IVA che rinunciano al posto come dipendenti per mettersi in proprio. Ecco le cause e i prezzi proposti.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • I medici a partita IVA in Italia sono in aumento: sicuramente indispensabili per colmare i vuoti in organico, ma rappresentano un canale troppo costoso e inefficiente.
  • Le cause che spingono il medico gettonista a lavorare in proprio, lasciando il posto pubblico, sono di tipo economico ma anche strutturale.
  • Arrivano a guadagnare il doppio rispetto ai colleghi dipendenti: il Governo istituisce un tetto massimo dei prezzi di riferimento.

Li chiamano medici gettonisti, lavorano su chiamata, fatturando anche più di 100€ all’ora. Sono medici a partita IVA che scelgono di non lavorare come dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, ma di prestare i loro servizi in qualità di liberi professionisti.

Solitamente si tratta di figure gestite da agenzie di somministrazione e cooperative che si occupano di procurare personale qualificato per colmare i vuoti in organico all’interno delle strutture ospedaliere, sia pubbliche che private.

Sicuramente sono indispensabili, ma questo canale è inefficiente, troppo costoso e di minore qualità per essere sostenibile. Il punto è: quali sono le cause alla base del fenomeno per cui un medico decide di licenziarsi per mettersi in proprio? E quali i costi da sostenere per questi operatori sanitari?

Medici a partita IVA: chi rinuncia al posto e perché

Ripetuti tagli alla sanità pubblica, stipendi non al passo con il mutato costo della vita, turni massacranti, mancanza di incentivi. Stando a un’analisi di Nursing Up, il sindacato degli infermieri1, già nel 2022 la disaffezione più totale dalla professione da parte del personale sanitario dalle strutture pubbliche, era da ravvisarsi in queste cause.

Un circolo vizioso che porta i professionisti del settore sanitario, soprattutto con alle spalle anni di esperienza, ad abbandonare il posto da dipendente per mettersi in proprio e interfacciarsi con le cooperative, prestando i loro servizi solo “a chiamata” per coprire un singolo turno.

Il mercato d’altronde dà loro ragione. Proprio le aziende sanitarie pubbliche, che hanno tagliato i costi per il personale per far quadrare il bilancio statale, vista la penuria di personale qualificato disponibile, sono costrette a richiamare gli stessi medici e infermieri pagandoli molto di più, al posto di aumentare il loro lo stipendio.

Medici a partita IVA: il difficile ricambio generazionale

Non solo dunque stipendi più bassi rispetto al settore privato e turni di lavoro estenuanti, ma a contribuire al flusso ormai crescente di medici dipendenti verso la libera professione contribuisce anche un difficile ricambio generazionale, che la sanità pubblica ha difficoltà a garantire.

Molti medici ormai in pensione non hanno trovato sostituzione, non solo per la mancanza di personale da assumere in qualità di dipendente, ma anche perché gli iscritti ai corsi accademici risultano essere sempre meno.

Sempre in riferimento ai dati riportati dal sindacato Nursing Up, i corsi di laurea per infermieri nell’anno accademico 2022-2023 denunciano quasi il 10% di giovani candidati in meno rispetto all’anno precedente.

I camici bianchi sono sempre più rari e la penuria si avverte maggiormente in alcune specialità cruciali per i sistema sanitario nazionale, come:

  • medicina d’emergenza-urgenza;
  • medicina nucleare e cure palliative;
  • patologia clinica e biochimica clinica;
  • microbiologia;
  • radioterapia. 

A tal proposito, il governo punta ad ampliare l’accesso ai corsi di laurea in medicina, medicina veterinaria e odontoiatria proprio a partire dall’anno accademico 2025-2026, abolendo i test d’ingresso.

La proposta da attuare prevede un accesso libero per tutti coloro che desiderano iscriversi, stabilendo però di effettuare una valutazione dei candidati dopo sei mesi di Università, in base ad esami sostenuti e media dei voti.

Medici gettonisti: chi sono e quanto guadagnano

Sono ormai numerose le cooperative che si interfacciano con il SSN per colmare le carenze di personale nella sanità pubblica.

I medici gettonisti sono dei professionisti della salute, regolarmente iscritti all’Ordine, molto richiesti perché disposti a lavorare in piena emergenza anche per 12 ore di seguito e nei weekend, ovviamente a fronte di un lauto compenso.

Quanto guadagna un medico a partita IVA? A seconda della circostanza e del profilo professionale richiesto, questi operatori sanitari arrivano a fatturare tra i 90€ e i 100€ all’ora (il doppio in media di un dipendente con esperienza), guadagnando anche fino a 200.000 euro all’anno netti.

Una situazione che rischia di sfuggire di mano, tanto è che il Governo ha emanato un decreto che limita il ricorso ai gettonisti solo in casi di urgenza e necessità e fissa un prezzo massimo di spesa per potersi garantire il servizio.

Nella fattispecie, si tratta di 85€ all’ora per i servizi medici e di 28€ per quelli infermieristici, in pronto soccorso, anestesia e rianimazione. Per gli altri servizi medici e infermieristici, i prezzi massimi orari sono fissati rispettivamente a 75€ e 25€.

Medici a partita IVA: i numeri

Il tema del costo del fenomeno in Italia resta cruciale e sicuramente proprio il riordino delle professioni sanitarie è l’obiettivo principale dei lavori del governo. Un recente report ANAC2 ci offre una panoramica della spesa per il personale medico e infermieristico:

medici gettonisti dati anac

La spesa pubblica ha senza dubbio registrato una lenta ma graduale riduzione negli anni, il punto è che però quest’ultima va a legarsi alla perdita di personale sanitario. Nella maggioranza delle regioni, la quota di spesa per i redditi da lavoro è diminuita tra il 2004 e il 2022, a fronte invece di un aumento della spesa per i cosiddetti consumi intermedi, tra cui appunto medici e infermieri a gettone.

Nel 2023 è sostanzialmente raddoppiata la spesa per i gettonisti chiamati per assicurare il servizio: per avere un’idea di quanto costano i medici gettonisti in Italia, si stima che la cifra si aggiri intorno a 28 miliardi circa, nell’arco di 11 anni.

spesa personale medico anac

Il conto è particolarmente salato in Lombardia e nelle regioni che registrano una più alta densità di popolazione, oltre a quelle del sud Italia.

L’istituzione di un tetto massimo per i prezzi dei gettonisti e le linee guida in merito agli standard qualitativi richiesti per le prestazioni rappresenta di certo un primo passo importante.

L’obiettivo è regolamentare una questione già drammatica di per sé, che rischia di precipitare verso carenze di organico preoccupanti per gestire urgenze e liste d’attesa ma anche verso la perdita di tutela della salute del cittadino in Italia.

Medici a partita IVA – Domande frequenti

Quali sono le tasse per la partita IVA come medico?

Dipende dal regime fiscale scelto. In regime forfettario, l’imposta sostitutiva, unica da versare, è del 15%. Si aggiungono i contributi previdenziali da pagare all’Enpam.

Come funziona l’assicurazione dei medici a partita IVA per colpa grave?

La polizza assicurativa colpa grave medici è obbligatoria per i liberi professionisti che esplicano la propria attività in una struttura sanitaria nonché a loro carico.

Qual è il codice Ateco per un medico a partita IVA?

Un codice Ateco di riferimento può essere il 86.21.00 per la medicina generale.

  1. Comunicato Nursing Up, nursingup.it ↩︎
  2. Report Anac sui medici ‘gettonisti’, boom del fenomeno dopo la pandemia, ANAC, anticorruzione.it ↩︎
Autore
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Natalia Piemontese

Giornalista

Giornalista pubblicista, sono laureata con Master in selezione e gestione delle Risorse Umane e specializzata in ricerca attiva del lavoro. Fondatrice dell'Academy di Mamma Che Brand, per l'empowerment femminile e la valorizzazione delle soft skills in particolare dopo la maternità, insegno le competenze digitali che servono per lavorare online.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 18 Marzo 2025
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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