Idee imprenditoriali per donne e mamme freelance: 7 categorie di business flessibili

Una guida per lavorare in proprio al femminile: le migliori idee imprenditoriali per donne, suddivise per categoria e professioni.

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idee imprenditoriali per donne
  • Conciliare lavoro e famiglia è una sfida quotidiana: queste idee imprenditoriali per donne permettono di avviare e seguire l’attività in modo flessibile.
  • Le imprese rosa in Italia rappresentano solo il 22,2% del tessuto produttivo nazionale.
  • Le donne necessitano di role model al femminile ovvero modelli a cui ispirarsi per lanciarsi sul mercato.

Libere professioniste in Italia e imprese “rosa” faticano a farsi strada nel tessuto produttivo del Paese (rappresentano il 22,2% del totale1) ma paradossalmente l’interesse nell’avviamento di attività autonome al femminile è in costante crescita. 

Di necessità, virtù. Questa è la verità, visto che il numero di donne con la partita IVA in Italia è in aumento. Fattori motivazionali e strutturali fanno sì che, in molti casi, l’autoimprenditorialità diventi l’unica strada da percorrere per la donna che vuole (e ha bisogno) di lavorare, ma ha anche esigenze di tipo familiare da conciliare nel quotidiano.

La selezione proposta in questa sede risponde dunque a specifici requisiti, che tengono conto della necessità di indipendenza economica, culturale e psicologica delle donne, ma anche delle esigenze di conciliare casa, famiglia e figli, di cui hanno il carico preponderante.

Idee imprenditoriali per donne: la partita IVA

Non c’è limite all’intraprendenza e alla determinazione delle donne, soprattutto quando si tratta di lavorare, mettersi in proprio, costruire la propria autonomia, realizzare un sogno.

Attività imprenditoriali di questo tipo o in qualità di freelance però consentono di beneficiare sicuramente di maggiore flessibilità rispetto a un impiego da dipendente o a un percorso di carriera più impegnativo (nell’avvocatura ad esempio o nel notariato).

Bisogna tenere presente che per svolgere una professione in modo continuativo nel tempo o avviare un’azienda è obbligatorio aprire la partita IVA, versando poi tasse e contributi.

Questo passaggio invece non è necessario nel caso di attività non continuative, ovvero a prestazione occasionale. Si consiglia il supporto di un commercialista per l’avviamento della posizione IVA, per la scelta del regime fiscale e del codice Ateco e per l’iscrizione alla cassa previdenziale specifica.

Quelle che seguono sono idee di business che le donne possono scegliere di svolgere da sole, in qualità di libere professioniste magari lavorando da casa, oppure in società con altre donne, scegliendo piccole imprese con sede fisica sul territorio.

1. Creazione di contenuti per il web

Si tratta di un settore proficuo, in cui la domanda da parte delle aziende resta alta ma la concorrenza è tanta. 

Non c’è spazio per l’improvvisazione, ma solo per la specializzazione. Dalla scrittura di articoli (in qualità di giornalista o copywriter), alla vendita di opere grafiche e fotografie, fino ad arrivare ai post per le pagine social, la creazione di contenuti offre concrete opportunità di guadagno.

Il consiglio è quello di aprire un blog personale, formandosi e lavorando con costanza, in maniera tale da iniziare a fare pratica, avere già un portfolio di base da mostrare alle aziende e iniziare a costruire il proprio personal brand online. Questa attività può essere più o meno flessibile nell’organizzazione in base ai committenti e può svolgersi anche interamente da casa con il supporto di un computer.

2. Formazione a distanza

Dopo anni di studio o di pratica della professione, l’idea di diventare formatrice di corsi online per il proprio settore ha ottime possibilità di rivelarsi remunerativa nel tempo.

Alcune piattaforme online permettono di creare e lanciare il proprio corso seguendo pochi e semplici passaggi. L’alternativa più proficua (in termini di visibilità, almeno in una fase iniziale di lancio) è di collaborare con un ente di formazione online, che tratterrà in cambio una percentuale sul venduto.

A seconda delle richieste, è possibile tenere le lezioni sia in modalità sincrona che asincrona su diverse materie, argomenti e contenuti. In questo modo si possono organizzare le lezioni in modo flessibile durante il giorno.

3. Consulenze a privati e aziende 

Anche in questo ambito, la concorrenza è tangibile, ma spesso il mercato risulta affollato da liberi professionisti che propongono consulenze in modo disorganizzato e decisamente poco strategico.

Investire sul proprio personal brand e proporre un’immagine di sé che risulti seria e professionale online è la chiave del successo in questo tipo di attività imprenditoriale. Tra le idee più proficue da valutare troviamo:

  • personal shopper;
  • psicologa;
  • coach;
  • designer d’interni;
  • home organizer, anche per la pianificazione personalizzata dei pasti, ramo di specializzazione interessante per una nutrizionista ad esempio.

4. E-commerce

Per chi può contare su un discreto budget di partenza, l’apertura di un e-commerce rappresenta un’opportunità da prendere in considerazione.

Le modalità tra cui scegliere per iniziare sono molteplici. Ad esempio si può anche acquistare un e-commerce già esistente oppure scegliere di vendere prodotti per conto terzi e senza scorte (dropshipping).

Le idee con maggiore potenziale riguardano però la creazione di oggetti handmade e originali, come nel caso di gioielli o candele. Un’illustratrice potrebbe anche realizzare t-shirt “print on-demand”. La gestione di una piattaforma di vendita online può essere più o meno dispendiosa in termini di tempo e denaro in base al business specifico.

5. Servizi digitali

La digitalizzazione porta con sé diverse opportunità di lavorare in qualità di libera professionista nell’ambito del marketing, della grafica e del design ma anche della segreteria e dell’assistenza da remoto. 

Tra gli esempi migliori troviamo:

  • graphic designer;
  • professionista del video editing;
  • blogger e gestione di siti web;
  • esperta di podcast;
  • creatrice di contenuti social;
  • assistente virtuale.

A queste si aggiunge la professione di influencer, che meriterebbe una trattazione a parte, oggi riconosciuta a tutti gli effetti anche con assegnazione, da parte del Fisco, di un codice Ateco specifico.

6. Cura e benessere della persona

Quello del benessere e del beauty è un settore tradizionalmente a prevalenza femminile e offre la possibilità di mettersi in proprio anche con piccoli investimenti.

È il caso dell’onicotecnica ad esempio, della parrucchiera o della lashmaker, ma anche della consulente di bellezza, che propone il proprio catalogo di prodotti in base alle esigenze specifiche della cliente.

Sono diverse le aziende con cui è possibile cominciare, entrando ad esempio nel circuito della vendita diretta, con la promozione di prodotti per la bellezza o specifici per i bambini. Oggi sono in voga anche le attività di armocromia, per cui un’esperta dedica la propria consulenza per individuare i colori che più si adattano alla persona specifica nell’abbigliamento e nel make up.

7. Servizi sul territorio

Il territorio offre sicuramente delle possibilità di auto-impiego, l’importante è studiare il mercato e abbozzare un business plan, anche se si tratta di uno small business.

Ecco alcune idee di attività imprenditoriali che le donne possono facilmente avviare e seguire nella propria città, magari collaborando con una persona di fiducia, con cui alternarsi nella gestione.

Per quanto riguarda l’abbigliamento ad esempio, il second hand è sempre sulla cresta dell’onda, soprattutto se di ottima fattura o addirittura griffato. 

In ottica anti spreco, chi ha una buona manualità e capacità di cucito e rammendo, può dedicarsi alla sua attività di sartoria, magari all’interno di una piccola ma fornita merceria di quartiere.

Rimanendo nell’ambito della manualità e della creatività, molte donne decidono trasformare la loro passione per la decorazione dei dolci, nella professione di cake designer.

Un altro settore in cui le donne stanno diventando un punto di riferimento, è quello del real estate e della gestione di immobili in affitto, non solo residenziale ma anche per centri uffici, incubatori di startup o spazi coworking.

Tra i servizi più richiesti in città spiccano certamente quelli dedicati alla cura e al benessere dei più piccoli. Da qui l’idea di proporre servizi di animazione per le feste di compleanno, corsi per bambini e attività per il doposcuola, ma anche baby sitting in ludoteche aperte di sera, stando all’ultimo trend in voga.

Infine, chi ha alle spalle tanti anni di pratica e una passione sempre viva per la danza, può aprire una scuola di ballo, magari dedicandosi a uno stile in particolare oppure specializzandosi in corsi per bambini o anziani

Donne imprenditrici: un modello di riferimento

Quello che manca spesso, quando si parla di imprenditoria femminile è il cosiddetto role model ovvero il modello di riferimento a cui ispirarsi. Motivo in più per dare la giusta visibilità a tutte quelle donne che hanno deciso di provarci e hanno realizzato le loro idee imprenditoriali, facendole diventare vere e proprie attività in costante crescita.

Non sono poche le storie di startup nate già all’università e condotte da donne, come il brand educational Factanza, oppure di progetti svolti con il supporto del digitale e condotti da imprenditrici, come la piattaforma per la realizzazione di biancheria intima su misura di Chité.

Ovviamente sono tante le storie di donne imprenditrici da raccontare, spesso anche alle prese con le difficoltà quotidiane dell’alternanza lavoro e famiglia, come nel caso delle mamme freelance. Va ricordato che sono disponibili diverse agevolazioni per l’imprenditoria femminile e per le startup in rosa, da cui attingere per avere un supporto economico iniziale.

Idee imprenditoriali per donne – Domande frequenti

Aprire la partita IVA è necessario in caso di home business?

Per lavorare in proprio bisogna aprire la partita IVA e regolarizzare la propria posizione fiscale, a prescindere dal fatto che il lavoro si svolga da casa.

Quante donne hanno la partita IVA in Italia?

Il numero è crescente, un vero record di imprenditrici e lavoratrici autonome, pari a 1,6 milioni di donne con la partita IVA in Italia.

  1. Imprese femminili: sono 1 milione e 325mila nel 2023, il 22,2% del totale, Unioncamere, unioncamere.gov.it ↩︎

Autore
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Natalia Piemontese

Giornalista

Giornalista pubblicista, sono laureata con Master in selezione e gestione delle Risorse Umane e specializzata in ricerca attiva del lavoro. Fondatrice dell'Academy di Mamma Che Brand, per l'empowerment femminile e la valorizzazione delle soft skills in particolare dopo la maternità, insegno le competenze digitali che servono per lavorare online.

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