Il conto Wise va dichiarato? Come e quando

Wise è un conto multivaluta per privati e imprese, che permette di trasferire denaro in modo veloce ed economico. In quanto conto estero, deve essere dichiarato. Scopri quando e come.

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Dichiarazione conto Wise
  • Wise è un conto estero con IBAN belga. Quindi, come conto estero, deve essere dichiarato a fine anno se la giacenza media è pari o superiore a 5.000€ o se la giacenza supera i 15.000€ anche per un solo giorno.
  • Un conto estero deve essere dichiarato nel quadro RW, sia se possiedi la versione per privati sia se hai una partita IVA e hai aperto il conto Wise Business.
  • Rispetto ad altre soluzioni, non offre rendimenti da interessi o investimenti in titoli. Pertanto, ai fini fiscali dovrai solo compilare il quadro RW.

Negli ultimi anni, molti professionisti, imprese e privati hanno aperto un conto multivaluta Wise (ex Transferwise) per viaggiare o per affari. Permette di trasferire denaro in 40 valute e oltre 160 Paesi, con commissioni convenienti e tempistiche ridotte. Wise Business, in particolare, è la soluzione pensata per aziende e partite IVA italiane che vogliono risparmiare sulle commissioni dei pagamenti in valute diverse.

Le recensioni su Wise sono per lo più positive e, per molti è uno dei migliori conti esteri. Infatti, in un unico strumento hai: un conto con IBAN europeo, una carta di debito Wise per prelevare e pagare in tutto il mondo, e una piattaforma per trasferire e ricevere denaro.

Tuttavia, in quanto conto estero comporta una serie di obblighi fiscali. Infatti, deve essere inserito nella dichiarazione dei redditi in Italia a fine anno, ma solo in particolari situazioni. Vediamole.

Quando dichiarare il conto Wise?

Aprire un conto Wise in Italia è legale, assolutamente. Tuttavia Wise non ha un IBAN italiano, ma belga (BE). Quindi, è soggetto alle regole fiscali dei conti correnti esteri.

Ecco cosa dicono: un conto estero deve essere dichiarato ai fini del monitoraggio fiscale se l’importo sul conto supera, anche per un solo giorno, la somma di 15.000€. Invece, se la giacenza media annua è superiore a 5.000€, sei obbligato a inserirlo nella dichiarazione dei redditi per il calcolo delle tasse.

Quindi, ai fini dichiarativi, con il conto Wise si possono verificare quattro condizioni:

  1. giacenza media inferiore a 5.000 € e transazioni che non hanno mai superato i 15.000€: non deve essere dichiarato;
  2. giacenza media superiore a 5.000€: da dichiarare solo ai fini fiscali;
  3. transazioni superiori a 15.000€, ma giacenza media inferiore a 5.000 €: da inserire solo ai fini del monitoraggio fiscale;
  4. giacenza superiore a 5.000€ e transazioni superiori a 15.000€: da dichiarare sia ai fini fiscali sia per il monitoraggio fiscale.

La giacenza media è l’importo medio delle somme presenti sul conto in un determinato periodo di tempo (1 mese, 3 mesi, un anno). Per conoscere quella del conto Wise Business o personale, ti basterà effettuare il login all’app Wise o accedere alla piattaforma. Nell’area riservata, consulta gli estratti conto. Tra i file in PDF troverai il documento della giacenza media, in cui, oltre ai dati del conto (nome, cognome e IBAN), è riportato questo valore.

Monitoraggio fiscale

Il monitoraggio fiscale è un sistema adottato dallo Stato italiano per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. In base a questo, i cittadini italiani che hanno attività finanziarie all’estero sono tenuti a dichiararle, ma solo in alcune circostanze.

Ad esempio, per i conti esteri, c’è sempre l’obbligo di inserirli nella dichiarazione dei redditi. Invece, per i conti correnti esteri come Wise, si applicano i limiti indicati nel paragrafo precedente.

Tassazione sul conto estero

Invece, ai fini tassativi la dichiarazione del conto Wise in Italia è obbligatoria per il pagamento dell’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziare detenute all’estero). Si applica un’imposta fissa equiparata all’imposta di bollo dei conti italiani pari a:

  • 34,20€: per i conti privati;
  • 100€: per i conti aziendali.

Non sono previste altre tasse da parte dello Stato italiano sui conti Wise aperti nel SEE (Spazio Economico Europeo). Tuttavia, devi considerare che potrebbero esserci imposte applicate dai Paesi in cui effettui i trasferimenti e sul cashback che ricevi sul conto Wise.

Come funziona la tassazione sul cashback di Wise

Per tutti i conti Wise emessi in Europa si applica un cashback sul denaro disponibile pari a:

  • 1,80€ per ogni euro (EUR);
  • 3,20% per ogni sterlina inglese (GBP);
  • 3,20% per ogni dollaro statunitense (USD).

Il cashback si attiva in automatico ogni volta che hai sul conto, per almeno un mese, un importo minimo di 65 euro, 37 sterline o 37 dollari.

Sul cashback si pagano le tasse? Sì, ma solo per il governo belga, dove ha sede la società Wise. In questo caso, Wise applica una ritenuta d’acconto automatica del 30% sull’importo di cashback ricevuto.

Wise e dichiarazione dei redditi in Italia

Entriamo nel pratico e vediamo come fare la dichiarazione del conto Wise in Italia. Devi indicarlo nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, sia se compili il modello 730, sia il Modello Redditi Persone Fisiche.

È importante ricordare che non potrai dichiarare il conto Wise con il modello 730 precompilato, in quanto non include la sezione per i conti e i depositi esteri.

Il quadro RW  è suddiviso in diverse sezioni, in cui devi inserire una serie di informazioni, tra cui:

  • codice titolo in possesso (sezione 1): inserisci il valore “1”, indicando la proprietà del conto;
  • tipologia di strumento in tuo possesso (sezione 3): codice “1” per i conti correnti esteri;
  • Paese in cui ha sede il conto (sezione 4): per il Belgio il codice è “009”;
  • quota in tuo possesso (sezione 5): 100% per i conti Wise;
  • valore del conto (sezioni 8-9): si indicano il valore iniziale e quello finale.

Per il monitoraggio fiscale, devi selezionare solo la colonna 16, “Monitoraggio fiscale“. In questo modo, si elimineranno automaticamente le sezioni riguardanti l’IVAFE. Invece, se sul conto hai una giacenza superiore a 5.000€ annui, dovrai compilare anche le caselle relative a:

  • giorni IVAFE (sezione 10): si indicano i giorni in cui il conto è stato attivo (ad esempio, 365 per un anno);
  • importo IVAFE (sezione 29): inserisci 34,20€ per i conti Wise personali e 100€ per quelli Wise Business;
  • IVAFE dovuta (sezione 30): calcola l’importo complessivo dell’IVAFE.

Il conto Wise va inserito nell’ISEE?

Ai fini del calcolo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), devono essere dichiarati tutti i conti correnti intestati ai componenti del nucleo familiare, incluso il conto estero Wise.

La giacenza media del conto Wise sarà sommata a quella degli altri conti, alle carte prepagate con IBAN e al complesso dei beni mobiliari posseduti dal nucleo familiare, contribuendo a determinare l’Indicatore della Situazione Patrimoniale (ISP).
In pratica, devi inserire il conto estero Wise all’interno del quadro FC2, nella sezione I.

Cosa succede se non dichiaro un conto estero?

Se non dichiari un conto Wise, sarai soggetto alle sanzioni previste per omessa dichiarazione di un conto estero:

  • 250€ per la presentazione tradiva del quadro RW, se effettuata entro 90 giorni dalla scadenza;
  • dal 3% al 15% dell’importo per mancata dichiarazione del conto;
  • dal 6% al 30% per omessa dichiarazione di un conto situato in Paesi inseriti nella black list (paradisi fiscali).

Dichirazione con Wise – Domande frequenti

Il conto Wise è pignorabile?

Sì, in base alla Direttiva UE del 16 marzo 2020, un conto corrente estero può essere pignorato dallo Stato italiano, tramite l’Agenzia delle Entrate, o da un creditore. In questi casi, il pignoramento sarà eseguito dal Paese membro in cui è stato aperto il conto.

Il conto Wise è sicuro?

Wise non è una banca, ma un istituto di moneta elettronica collegato alla società Wise Europe S.A., riconosciuta dalla Banca Nazionale del Belgio per l’emissione di strumenti di pagamento digitali. Avrai quindi massima tutela sui soldi depositati sul conto.

Quali conti non vanno dichiarati?

I conti esteri non vanno dichiarati se, nel corso dell’anno, non superano, anche solo per un giorno, la somma di 15.000€ e hanno una giacenza media al di sotto dei 5.000€.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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