Intelligenza artificiale e imprese: l’evoluzione continua

L'uso dell'intelligenza artificiale aumenta presso le imprese, soprattutto se di grande dimensione: ecco tutti gli ultimi trend.

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  • Nonostante l’intelligenza artificiale sia vista da molti come un rischio, soprattutto perché può sostituire l’uomo in determinate mansioni, molte aziende stanno implementando soluzioni AI, anche in Italia.
  • L’AI è diffusa soprattutto presso le multinazionali e le grandi aziende, mentre rimane molto di nicchia per ciò che riguarda PMI e liberi professionisti.
  • L’uso dei chatbot è in crescita: il 49% delle aziende nel 2023 li applicano per assistenza clienti e per obiettivi specifici.

L’arrivo dell’intelligenza artificiale ha cambiato i paradigmi per molti lavoratori e aziende, introducendo anche parecchi dubbi sul suo utilizzo etico e sulle possibilità di sostituire il lavoro dell’uomo. Nonostante da un lato ci sia molto entusiasmo e dall’altro lato molta diffidenza su questo strumento, l’evoluzione prosegue e molte aziende decidono di investire nelle potenzialità delle AI.

Oggi sono soprattutto grandi aziende e multinazionali ad adottare tecnologie innovative che integrano l’uso delle AI nei propri sistemi, mentre rimangono indietro le PMI. L’AI ha un impatto diretto e indiretto anche sull’occupazione, tenendo presente che da un lato mette a rischio diverse professioni, ma dall’altro permette lo sviluppo di nuove figure.

Crescono quindi gli investimenti sulle AI e sulla formazione di nuovi professionisti soprattutto per quelle realtà che hanno almeno 250 dipendenti, mentre le cose cambiano per le piccole imprese. Vediamo quali sono i trend attuali e quante aziende decidono di affidarsi alle AI.

Aumenta l’uso delle AI nelle aziende

A fornirci una panoramica esaustiva dell’impiego dell’intelligenza artificiale nelle aziende è BVA Doxa1, società italiana di ricerche di mercato, che analizza l’impatto di questi strumenti nel tessuto imprenditoriale. L’analisi, prendendo in considerazione un campione di 300 casi, ha individuato un trend in crescita per l’uso delle AI nelle aziende, soprattutto presso quelle di grossa dimensione.

Proseguono quindi gli investimenti di fronte a questa nuova tecnologia, con aumento prefissato per il futuro almeno del 4%. Se da un lato le AI raggiungono in misura ridotta le piccole e medie imprese, sono soprattutto le multinazionali ad impiegare questo strumento.

Molte grosse aziende mondiali hanno implementato l’AI per proporre soluzioni adattabili in modo personalizzato ad altre imprese, pensiamo all’arrivo di ChatGPT di OpenAI, agli investimenti effettuati da Microsoft, NVIDIA, Google o Meta. Queste multinazionali hanno non solo integrato le intelligenze artificiali nei propri sistemi, ma anche proposto prodotti B2B concorrenziali.

Amazon stessa offre un servizio per integrare l’AI generativa nelle applicazioni web2, con il fine di migliorare i servizi di assistenza clienti, la sicurezza e il coinvolgimento degli utenti. Il colosso Meta invece ha in programma lo sviluppo di un vero e proprio motore di ricerca, integrato nel suo Chatbot e per il suo assistente virtuale.

Le grosse realtà internazionali quindi si muovono velocemente in questo contesto, lavorando costantemente all’implementazione di sistemi basati sull’AI da proporre agli utenti finali. Il B2B inoltre diventa fondamentale, perché i colossi che sviluppano le intelligenze artificiali offrono servizi specifici ad altre aziende per l’integrazione.

Come viene utilizzata l’AI nelle grosse aziende

Il principale strumento in cui viene applicata l’AI nelle aziende, specialmente di grandi dimensioni, è il Chatbot. Si tratta di software appositi che imitano le conversazioni umane online tramite chat e che possono fornire risposte specifiche alle domande più disparate.

Anche se questi esistevano già prima delle AI, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale si è riscontrato un vero e proprio boom del loro utilizzo, tant’è che la ricerca BVA Doxa evidenzia come 1 su 2 aziende utilizzino l’AI, soprattutto in questo ambito.

Come si può vedere dai dati, cresce l’utilizzo dei Chatbot nelle aziende in modo trasversale e va di pari passo con l’aumento dell’uso di altre soluzioni basate sulle AI. Dal 2019 al 2023 si è registrato un interessante incremento nell’adozione delle soluzioni tecnologiche più moderne presso le aziende che hanno più di 250 lavoratori.

Questo è un chiaro segnale di come le AI risultino molto vantaggiose nello svolgere compiti ripetitivi (tipici delle grosse imprese) oppure risolvere problemi e dare risposte in tempi brevi, velocizzando il lavoro. Le AI oggi possono essere infatti impiegate per molti scopi: dalla stesura di testi alle traduzioni, dalla creazione di grafiche e immagini all’elaborazione di dati.

Soprattutto in alcuni ambiti le soluzioni AI sono particolarmente adatte: pensiamo all’informatica, tramite la programmazione di codice, oppure all’assistenza clienti, in cui i Chatbot possono rispondere in tempo reale 24 ore su 24 alle richieste degli utenti che stanno acquistando un determinato prodotto online.

Il miglioramento dell’efficienza generale è uno degli obiettivi primari di chi adotta queste soluzioni, seguito dall’incremento della produttività e il miglioramento della qualità, soprattutto in alcuni ambiti:

Funzioni per cui viene usata l’AIPercentuale d’uso
IT e informatica40%
Marketing e comunicazione34%
Commerciale e vendite34%
Ricerca e sviluppo33%
Logistica30%
Amministrazione e finanza25%
Produzione25%
Acquisti22%
HR e risorse umane17%

Intelligenza Artificiale: le nuove competenze

Indubbiamente l’adozione di una nuova tecnologia comporta la necessità di formarsi, per ciò che riguarda titolari di azienda e imprenditori, ma anche per i lavoratori stessi. Andando a vedere cosa accade in Europa, proseguono le spinte alla regolarizzazione dell’uso delle AI e allo sviluppo nel continente di startup e aziende che implementino i servizi proposti intorno a questa tecnologia.

Nonostante i diversi incentivi, mancano ancora le competenze nel tessuto lavorativo e imprenditoriale del continente per proseguire con uno sviluppo rapido nel digitale. A questo proposito è stato avviato di recente un progetto europeo per l’incremento delle conoscenze intorno all’intelligenza artificiale, la digitalizzazione e la realtà virtuale, EULEP (European Learning Experience Platform3).

Si punta a istituire una piattaforma comune per l’istruzione intorno a queste tematiche, focalizzata soprattutto sull’apprendimento costante all’interno delle imprese. Uno strumento di questo tipo potrebbe portare a favorire l’accesso alle competenze sulle AI, anche in Italia e raggiungere perfino le imprese più piccole.

Occupazione e AI: come cambiano le professioni

Uno dei rischi di cui più si teme di fronte all’arrivo delle AI è quello di una perdita di posti di lavoro, ovvero il timore che questa tecnologia possa sostituire il lavoro delle persone. Anche se questo è ancora un tema molto attuale, si registra di contro il fenomeno della creazione di nuove figure professionali.

Tra le aziende che usano l’AI, almeno il 71% ha introdotto nuove figure in ambito intelligenza artificiale e in prevalenza si tratta di grosse aziende o multinazionali. Di fatto 7 imprese su 10 hanno deciso di affidare l’uso delle AI a specifiche figure.

Questo ha un risvolto molto interessante dal punto di vista dell’occupazione, date le possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro proprio a seguito dell’uso delle tecnologie più avanzate. Indubbiamente sono necessarie competenze specifiche, da sviluppare anche tramite percorsi formativi idonei.

Prospettive di sviluppo delle AI nelle aziende

Come abbiamo anticipato, l’uso delle AI sta aumentando all’interno delle aziende di tutto il mondo, coinvolgendo anche il nostro paese. Questo comporta un investimento da parte delle imprese, in termini di nuove figure professionali, formazione e strumenti adeguati.

Tale investimento è in aumento, anche se nel 2023 in modo più contenuto, ma è destinato a salire ancora nei prossimi anni, con l’adozione sempre più frequente di strumenti innovativi. La crescita prefissata per il prossimo anno, osservando i dati, è almeno del 4%, con impatto positivo sull’occupazione.


Come abbiamo visto però al momento a rimanere indietro sono ancora soprattutto le piccole e medie imprese. Guardando nel nostro paese in particolare la percentuale delle PMI che adottano queste soluzioni è ancora molto bassa, appena del 2% nel 2023 per le realtà con meno di 10 lavoratori dipendenti.

Se da un lato queste tecnologie affascinano le grandi realtà del mercato, questo non corrisponde ad un uguale investimento per le imprese più piccole, per cui ancora l’esigenza di adottare queste soluzioni sembra lontana.

Ma perché le PMI italiane non investono nell’intelligenza artificiale? Le cause sono da riscontrare in numerosi fattori: la diffidenza iniziale, il timore di essere sostituiti, la mancanza di competenze a riguardo o di un’opinione intorno a questa tecnologia.

  1. AI: una rivoluzione per il business B2B? BVA Doxa, 28 ottobre 2024, bva-doxa.com ↩︎
  2. Integra facilmente l’intelligenza nelle applicazioni, Amazon, aws,amazon.com ↩︎
  3. EULEP – European Learning Experience Platform, Unioncamere, unioncamere.gov.it ↩︎

Autore
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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