- Aprire un demolitore di auto richiede un grosso investimento iniziale, ma al contempo può risultare un’attività fruttuosa soprattutto se associata alla vendita di ricambi per veicoli.
- Un’autodemolizione necessita di spazi e macchinari adeguati, oltre a prevedere numerosi permessi, licenze e adempimenti burocratici.
- Lo smaltimento adeguato dei rifiuti speciali derivanti dalla demolizione richiede il rispetto di requisiti tecnici specifici dettati da una direttiva europea.
Ogni anno migliaia di auto e mezzi di trasporto vengono demoliti, ma al contempo alcuni pezzi di ricambio sono da essi recuperati e successivamente rivenduti sul mercato. Questa attività prende il nome di autodemolizione.
Un demolitore di auto è un’impresa che si occupa del ritiro di veicoli usati (auto, moto, furgoni, ecc) e, prima della loro demolizione fisica, recupera i pezzi di ricambio in buono stato per metterli sul mercato e ottenere un profitto. Per aprire un demolitore di auto occorre ottenere numerosi permessi e licenze, oltre a rispettare alcuni obblighi fiscali e amministrativi.
Dall’apertura della partita IVA all’iscrizione presso il Registro delle Imprese, fino al grosso investimento iniziale per l’acquisto o l’affitto degli spazi per svolgere l’attività stessa: scopriamo come fare, quali sono i costi da sostenere e quanto si può guadagnare svolgendo questa attività.
Indice
Aprire un demolitore di auto: cosa serve
L’iter burocratico necessario per aprire un demolitore di auto è molto lungo e complesso e può richiedere fino a un anno per l’avvio definitivo dell’attività. Non sono pochi gli adempimenti burocratici da rispettare e le autorizzazioni o licenze da richiedere e ottenere.
I primi passi da compiere sono comuni all’apertura di tutte le altre attività commerciali e comprendono:
- l’apertura della partita IVA come ditta individuale o società;
- l’iscrizione al Registro delle Imprese;
- l’apertura delle posizioni INPS e INAIL;
- l’iscrizione alla Camera di Commercio presso l’Albo Gestori Ambientali.
Inoltre, sarà opportuno ottenere la SCIA dal Comune presso il quale avrà sede l’attività di demolizione e l’autorizzazione della ASL competente.
Documenti, licenze e permessi necessari per aprire un demolitore di auto
Una volta regolarizzata la propria posizione fiscale, è necessario presentare ulteriore documentazione per l’avvio dell’attività di autodemolizione. Nel dettaglio, sono richiesti:
- autorizzazione della Provincia, con parere del sindaco del Comune;
- licenza comunale per quanto riguarda il piano regolatore e licenza regionale per lo smaltimento di rifiuti speciali;
- ottenimento dell’agibilità (obbligatoria dal T.U.L.P.S.);
- concessione edilizia per l’edificazione di aree coperte;
- valutazione dell’impatto acustico e ambientale;
- certificato di prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco;
- autorizzazione comunale per la vendita di ricambi per auto.
Se poi, oltre all’attività di rottamazione e demolizione di auto è prevista anche al vendita di ricambi, servirà anche la dichiarazione di inizio attività produttiva (DIAP).
Partita IVA e Codice Ateco per un demolitore auto
Se hai intenzione di aprire una partita IVA per avviare un’autodemolizione, dovrai scegliere il Codice Ateco 38.31.10, che identifica le attività di “smantellamento di carcasse di ogni tipo” (automobili, computer, televisori e altre apparecchiature) per il recupero di materiali.
Puoi aderire al regime forfettario se i tuoi ricavi non superano gli 85.000 euro annui (e godere di un’aliquota sostitutiva unica al 5% per i primi cinque anni e poi al 15%), mentre dovrai passare al regime ordinario per compensi superiori a tale soglia (con l’applicazione dell’IRPEF in base al tuo scaglione di reddito).
Dovrai poi tenere conto del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali in base alla cassa specifica, anche per gli eventuali lavoratori dipendenti. Per questi soggetti come sostituto di imposta dovrai accantonare e versare tasse e contributi periodicamente.
Requisiti per aprire un’autodemolizione
Per eseguire la rottamazione dei veicoli fuori uso (i cosiddetti ELV, End of Life Vehicle) è necessario rispettare numerosi obblighi e soddisfare alcuni requisiti essenziali.
Il proprietario del veicolo può affidarsi ai centri di demolizione autorizzati che, senza applicare costi aggiuntivi, si dedicano al recupero dei ricambi utili e alla successiva demolizione del mezzo. Il centro deve poi rilasciare al proprietario un certificato di avvenuta rottamazione del veicolo.
Esistono infatti dei requisiti tecnici da rispettare per lo stoccaggio, il trattamento e il recupero dei veicoli fuori uso e per i componenti contenenti fluidi, parti di ricambio, ecc. In particolare, un’autodemolizione deve occuparsi accuratamente dello smaltimento dei rifiuti speciali, tra i quali batterie, fluidi come l’olio lubrificante, il liquido di raffreddamento, il liquido dei freni, ecc.
A tal fine, l’Unione Europea è intervenuta con la direttiva 2000/53/CE1, stabilendo alcune misure specifiche per quanto riguarda la raccolta, la conservazione, il trattamento, lo smantellamento, il riutilizzo e il riciclaggio dei veicoli fuori uso. Il nostro Paese si è adeguato alla direttiva europea con il decreto legislativo n. 209 del 24 giugno 2003.
Quanto costa aprire un demolitore di auto
L’investimento iniziale per l’avvio di un’attività di demolizione di veicoli non è affatto scontato: per poter svolgere l’attività, infatti, è necessario dotarsi degli strumenti e degli spazi adeguati.
In primis è necessario acquistare, affittare o costruire dei capannoni e delle aree di stoccaggio all’interno delle quali occuparsi dello smistamento dei veicoli in entrata. Un’area molto ampia e possibilmente lontana dalla città potrebbe essere la location ideale per un’attività di demolizione. Inoltre, la zona deve essere dotata di un’isola di bonifica per la soppressione dei mezzi nel totale rispetto dell’ambiente.
Serviranno poi attrezzature e macchinari adeguati (tra cui carroattrezzi, compattatrice, carrelli elevatori, smontagomme, ecc) per il recupero dei ricambi in buono stato e per la demolizione fisica dei veicoli.
Se necessario andranno assunti anche dei lavoratori e collaboratori per coadiuvare le attività di smistamento dei mezzi, recupero dei ricambi e demolizione dei veicoli. Il costo complessivo, considerando anche eventuali spese extra può raggiungere i 900.000 – 1.000.000 di euro.
Come funziona e quanto guadagna un’autodemolizione
Un’azienda di autodemolizione è tenuta a svolgere numerosi servizi per i clienti e non solo: per esempio, il rilascio di un certificato che attesti l’avvenuta rottamazione del veicolo, ma anche il rispetto delle normative per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali.
Tra i numerosi servizi di un demolitore c’è anche il ritiro di moto, furgoni, motrici, camion usati o che sono stati vittime di incidenti che ne hanno compromesso la tenuta e le funzionalità.
Sebbene si tratti di un’attività relativamente costosa per il suo investimento iniziale, il demolitore per auto può diventare una lavoro ancora più fruttuoso se lo sfasciacarrozze affianca alla demolizione anche la vendita di ricambi per auto.
Basti pensare che per rottamare un’auto occorrono circa 100 euro, 30 dei quali per la radiazione del veicolo dal Pra (Pubblico Registro Automobilistico). Esistono anche degli incentivi e sconti per questa pratica, soprattutto se i veicoli oggetto di rottamazione sono particolarmente vecchi e inquinanti.
Se, quindi, uno sfasciacarrozze si limita alla sola demolizione dei veicoli, può guadagnare anche fino a 4 mila euro al mese, mentre se recupera e vende i ricambi per auto usati può triplicare il suo profitto.
Aprire un demolitore di auto – Domande frequenti
Una volta consegnata l’auto, le targhe e tutti i documenti, si deve avviare la pratica di cessazione della circolazione presso il Pubblico Registro Automobilistico, con relativi costi. Da qui è poi possibile procedere con la rottamazione dell’auto.
Le pratiche basilari comprendono l’apertura della partita IVA, l’iscrizione al Registro delle Imprese e alla Camera di Commercio dell’Albo Gestori Ambientali. Bisogna poi regolarizzare le posizioni con l’INAIL e l’INPS per la prevenzione dei problemi legati agli infortuni sul lavoro per sé e per i dipendenti. Sono richieste anche numerose autorizzazioni e licenze specifiche.
Se lo sfasciacarrozze si limita alla demolizione guadagna circa 4 mila euro al mese, ma rivendendo come ricambi i pezzi ancora in buone condizioni, può arrivare fino a 12 mila euro mensili.
- Direttiva 2000/53/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, 18 settembre 2000, eur-lex.europa.eu ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor