- L’evasione fiscale è in progressivo calo dal 2017 grazie all’importante recupero del gap IVA: i dati del 2021 evidenziano una riduzione di 3,2 miliardi rispetto all’anno precedente.
- L’Irpef rimane la tassa più evasa, in particolare dai lavoratori autonomi e dalle imprese: il tasso di evasione per le partite IVA rimane particolarmente elevato.
- Il miglioramento dei dati è dovuto a diversi fattori, tra cui un’attività di prevenzione più efficace e un contrasto all’evasione fiscale più incisivo.
Le misure di contrasto all’evasione fiscale in Italia iniziano a dare i primi risultati: secondo l’ultima relazione pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sui dati del 2021, il fenomeno è in calo. L’unica eccezione riguarda i lavoratori autonomi e le partite IVA, la cui percentuale di evasione rimane elevata (66,8%).
Dalla relazione del Mef possiamo dedurre che il calo dell’evasione, iniziato nel 2017, rimane costante e progressivo grazie all’importante recupero dell’IVA; mentre rimane ancora alta l’evasione dell’Irpef da lavoro autonomo e impresa. La cedolare secca porta un miglioramento per l’evasione nelle locazioni, ma con risultati ancora migliorabili.
Nel complesso, l’Italia registra la riduzione del gap tra ciò che il fisco attende e ciò che viene versato più elevata di tutta l’Europa, seppur rimanendo ancora tra i Paesi con l’evasione fiscale più marcata. Vediamo nel dettaglio i dati.
Indice
Evasione fiscale in calo: i dati del Mef
L’evasione fiscale in Italia è progressivamente in calo: nel 2021 il cosiddetto tax gap (cioè la differenza tra il gettito fiscale e contributivo teorico e quello effettivamente incassato) era pari a 82,4 miliardi di euro. La riduzione è di 3,2 miliardi di euro. A presentare i dati è stato il Ministero dell’Economia, con l’ultima “Relazione 2024 sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva1” pubblicata a ottobre.
Nonostante i progressivi miglioramenti registrati a partire dal 2017, il tax gap italiano rimane al di sopra della media europea, ma registra il calo più evidente e marcato di tutti i Paesi del Vecchio Continente (12,7 punti percentuali nell’ultimo quinquennio). Nel 2021, infatti, il gap italiano era pari al 10,8%, contro una media europea del 5,3%.
I risultati ottenuti dall’Italia e il miglioramento del gap sono frutto di una serie di misure che il Governo ha adottato negli ultimi anni per contrastare l’evasione: a partire da un’attenta e accurata attività di prevenzione, sino all’adozione di strumenti e nuove tecnologie (che sfruttano, ad esempio, l’intelligenza artificiale) per contrastare il fenomeno.
Tasso di evasione al 66,8% per le partite IVA
Nonostante la riduzione progressiva dell’evasione fiscale in Italia nel corso degli ultimi anni, dovuta soprattutto a un importante recupero dell’IVA e all’adozione di numerose strategie di contrasto al fenomeno, le partite IVA e le imprese continuano a evadere quasi il 70% delle imposte che dovrebbero versare.
Nel 2021, secondo i dati del Mef, l’Irpef evasa dagli autonomi è risalita a 29,5 miliardi rispetto ai 28 miliardi stimati per l’anno prima (bisogna però considerare il periodo di pandemia). Le stime, inoltre, non tengono in considerazione le partite IVA che hanno optato per la flat tax, versando un’imposta sostitutiva anziché l’Irpef, ovvero coloro che aderiscono al regime fiscale forfettario.
Dall’altro lato, invece, l’IVA “mancata” è stata ridotta a 17,8 miliardi nel 2021 contro i 22 miliardi del 2020 e i 27,5 del 2019. I risultati si devono soprattutto all’introduzione della fatturazione elettronica e ai numerosi meccanismi contabili anti evasione.
La propensione di numerosi autonomi forfettari, va considerato, è quella di escludere alcuni ricavi per non perdere le agevolazioni fiscali e i benefici previsti da questo regime. Per questo motivo il tasso di evasione di queste partite IVA potrebbe essere ancora elevato.
Concordato preventivo biennale per contrastare l’evasione
Alla luce di questi dati, il Governo ha deciso di introdurre nuovi strumenti di contrasto all’evasione fiscale in particolare per i lavoratori autonomi: uno di questi è il concordato preventivo biennale, cioè un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate sulle tasse da pagare per l’anno in corso e per il successivo.
La misura è stata poi arricchita da un successivo condono per i soggetti ISA che permetterebbe ai contribuenti “evasori” di rimettersi in regola per il nero evaso tra il 2018 e il 2022. La firma del concordato preventivo costituisce una garanzia per regolarizzare la propria posizione a costi inferiori rispetto ai normali procedimenti amministrativi.
Irpef e IVA: le tasse più evase
Dalla Relazione del Mef si può stilare anche al classifica delle imposte più evase dai contribuenti italiani. L’Irpef, stando ai dati, è l’imposta più evasa in assoluto, con 29,5 miliardi di euro sottratti da lavoratori autonomi e 3,9 miliardi da dipendenti irregolari. L’aumento è di 1,5 miliardi di euro di evasione (+5%). A seguire ci sono l’IVA, con un’evasione di 17,8 miliardi, e l’IRES, che presenta un tax gap di 7,9 miliardi.
Positivi, invece, i segnali delle locazioni, dove l’evasione è scesa a 222 milioni di euro con un ritmo costante grazie all’introduzione della cedolare secca.
Interessante anche l’effetto dell’introduzione del regime forfettario che, a partire dal 2015, ha permesso di ridurre l’evasione fiscale delle piccole partite IVA (stimata intorno al 57%). La percentuale di evasione dei lavoratori autonomi soggetti all’Irpef, invece, si è attestata al 66,8% nel 2021.
- Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, anno 2024, mef.gov.it ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor