Aprire una friggitoria: come fare, costi e tutti i requisiti per procedere

Come aprire una friggitoria partendo da zero, con consigli pratici su come scegliere il tipo di attività, affrontare le questioni burocratiche e pianificare l’investimento.

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  • Per aprire una friggitoria è consigliata la redazione di un business plan che includa costi, licenze e una strategia di marketing. È importante anche selezionare una location per attrarre il massimo flusso di clienti.
  • Tra le opzioni di franchising disponibili in Italia ci sono Friggiò, specializzato in street food e Patata24, che offre un servizio automatizzato h24. Entrambi offrono supporto completo, ma richiedono fee d’ingresso e royalty.
  • Per avviare una friggitoria è necessario aprire la Partita IVA, scegliendo il codice ATECO 56.10.11, “Ristorazione con somministrazione”. In base al fatturato previsto, si può optare per il regime forfettario o ordinario.

Aprire una friggitoria può sembrare un’idea semplice, ma dietro a un’ambiziosa attività imprenditoriale di questo tipo si cela una pianificazione attenta e strategica.

Sia che si tratti di un piccolo chiosco sia di un locale che opera prettamente con l’asporto, ricordiamo che in ogni caso parliamo sempre un’attività di ristorazione, soggetta a regole molto più stringenti rispetto, ad esempio, a un negozio di abbigliamento al dettaglio.

Gli aspetti da considerare già nelle fasi iniziali sono molti: la scelta tra una friggitoria indipendente o in franchising, la specializzazione gastronomica, i costi di avviamento, le pratiche burocratiche, permessi, licenze e così via.

In questo articolo vedremo i passi necessari per aprire una friggitoria, esplorando le opzioni di franchising, le attrezzature indispensabili, i requisiti burocratici e i costi di avviamento, fino a toccare le normative igienico-sanitarie e le licenze necessarie.

Aprire una friggitoria in Italia: come fare

Prima di tutto, devi chiederti che tipo di friggitoria vuoi aprire: una piccola attività di quartiere o una friggitoria più grande, magari con servizio di asporto o in franchising?

La scelta del tipo di attività influenzerà molte delle tue decisioni successive. Avrai posti a sedere? Che tipo di selezione gastronomica offrirai? Se punti a una friggitoria classica, potresti concentrarti su un’offerta che includa cibo tradizionale italiano come arancini, crocchette e patatine.

Se invece scegli di specializzarti in pesce, dovrai selezionare materie prime di alta qualità e assicurarti di poter gestire i fornitori giusti. Oltre a questo, c’è da considerare anche la parte burocratica: ottenere le licenze, rispettare le norme sanitarie e capire quali sono i requisiti per il locale che intendi utilizzare.

Un passaggio non trascurabile è quindi la stesura di un buon business plan a monte, che includa, oltre all’idea della tua attività, una stima realistica dei costi iniziali (attrezzature, arredamento, ristrutturazioni) e dei possibili ricavi. Considera anche l’importanza del marketing: oggi, avere una presenza online è quasi obbligatorio.

Tra social media e recensioni su piattaforme come TripAdvisor, la reputazione digitale può fare la differenza. Infine, non dimenticare la scelta della location, che dovrà essere strategica, sia che tu opti per una modalità a fidelizzazione che per l’attrazione di nuovi clienti, in modo da massimizzare il flusso di persone e garantire un buon volume di affari.

Aprire una friggitoria: costi e investimenti iniziali

I costi per aprire una friggitoria possono variare notevolmente a seconda della location, delle dimensioni del locale e del tipo di attrezzature necessarie. Il primo grande investimento è l’affitto del locale, che in una zona centrale in città può essere piuttosto oneroso. Se invece opti per una zona più periferica, risparmierai sull’affitto, ma dovrai investire di più in promozione per attirare la clientela.

Le attrezzature rappresentano forse la voce di spesa più onerosa. Dovrai acquistare friggitrici, frigoriferi, sistemi di aspirazione e ventilazione, oltre agli utensili per la preparazione dei cibi. Costi che possono variare da qualche migliaio fino a decine di migliaia di euro, a seconda delle dimensioni del locale e del livello di qualità che desideri raggiungere.

Anche i lavori di ristrutturazione possono incidere notevolmente sul budget, soprattutto se il locale deve essere adattato alle normative igienico-sanitarie. In media, l’investimento iniziale per aprire una friggitoria varia tra i 50.000 e i 100.000 euro. Un business plan dettagliato ti aiuterà a gestire queste spese in modo più oculato.

Requisiti per aprire una friggitoria

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Quando si apre una friggitoria, oltre alla parte operativa, bisogna affrontare un aspetto essenziale: le questioni legali e burocratiche. Senza il rispetto di determinati requisiti, l’attività non può essere avviata né portata avanti in modo regolare. Ecco cosa devi sapere in termini di partita IVA, codice ATECO, regime fiscale, licenze e norme igienico-sanitarie.

1. Partita IVA e codice ATECO

Il primo passo per aprire una friggitoria è l’apertura della partita IVA. Dovrai scegliere il codice ATECO corretto, che per una friggitoria è generalmente il 56.10.11, “Ristorazione con somministrazione“.

A seconda della specificità del servizio (ad esempio se è solo da asporto), potrebbe però essere necessario consultare un commercialista per verificare se sia applicabile un codice differente.

Per l’apertura della posizione IVA si può procedere in autonomia con la compilazione del modulo apposito all’Agenzia delle Entrate oppure chiedere il supporto di un commercialista. Altri codici ATECO si possono inserire anche successivamente.

2. Regime fiscale e contributivo

La scelta del regime fiscale dipende dal fatturato che prevedi di generare. Se sei una piccola impresa e ipotizzi un fatturato inferiore a 85.000 euro annui, potresti optare per il regime forfettario, che offre agevolazioni fiscali, come un’aliquota ridotta (15%, o 5% per i primi cinque anni in caso di start-up).

Se invece superi questa soglia, entrerai nel regime ordinario, che comporta una gestione fiscale più complessa e costi di gestione più alti, ma che può essere necessario se prevedi una crescita rapida. Qui si paga l’imposta Irpef con aliquote crescenti all’aumentare del reddito imponibile annuo, dal 23% al 43%.

Oltre alle imposte, dovrai anche versare i contributi all’ente previdenziale di riferimento, sia per i titolari che per i dipendenti dell’attività. Serve quindi l’iscrizione all’INPS e all’INAIL.

3. Licenze e permessi

Per gestire una friggitoria, dovrai ottenere una serie di licenze e permessi. Tra i più importanti ci sono:

  • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), obbligatoria per comunicare al Comune l’avvio della tua attività. Dovrai presentarla presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP);
  • licenza di somministrazione alimenti e bevande, se prevedi di somministrare cibo sul posto (ad esempio con tavoli e sedie all’interno del locale);
  • la tua friggitoria dovrà rispettare le norme igienico-sanitarie imposte dall’ASL (Azienda Sanitaria Locale), che effettuerà un’ispezione per verificare che i locali e le attrezzature rispettino gli standard di sicurezza alimentare.

Va anche tenuto presente che bisogna iscriversi alla Camera di Commercio e nel caso di dipendenti provvedere al pagamento di stipendi, tasse e contributi per loro conto.

4. Norme igienico-sanitarie e HACCP

In qualsiasi attività legata alla ristorazione, è fondamentale rispettare le norme igienico-sanitarie. Tutti i dipendenti, incluso il titolare, devono seguire un corso per ottenere la certificazione HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che garantisce la conoscenza delle pratiche di sicurezza alimentare. Questo riguarda sia la corretta conservazione degli alimenti che l’uso appropriato delle attrezzature da cucina.

Aprire una friggitoria in franchising

Visti i numerosi elementi da tenere in considerazione, una delle opzioni che molti aspiranti imprenditori considerano è l’affiliazione a un franchising. Il mondo delle friggitorie non fa eccezione e in Italia le principali opportunità sono due:

  • Friggiò è una catena in franchising trevisana specializzata nello street food, particolarmente focalizzata sulle fritture. Il suo format permette l’apertura di piccoli chioschi o punti vendita che offrono prodotti come patatine, arancini e altri cibi fritti. Il franchising offre supporto completo, dall’allestimento del locale alla fornitura di attrezzature e materie prime;
  • Patata24 è un altro franchising innovativo, che punta sul servizio h24, anche attraverso distributori automatici di ultima generazione che preparano patatine fritte calde e personalizzabili, offrendo così un’opzione di business automatizzato senza personale.

Ma conviene davvero aprire in franchising? La risposta è, come sempre, dipende. Da un lato, offre numerosi vantaggi, primo tra tutti, l’entrata in un sistema già rodato. Il marchio è già conosciuto e gode di una reputazione consolidata, il che ti permette di partire con una base di clienti potenzialmente già fidelizzati.

Inoltre, il franchising spesso fornisce un supporto importantissimo per gli imprenditori alle prime armi: formazione per gestire al meglio l’attività, assistenza per l’allestimento del locale e talvolta anche campagne di marketing centralizzate.

Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi da considerare. Il primo riguarda la mancanza di libertà. Quando ti affili a un franchising, devi rispettare regole precise, dai fornitori da cui acquistare fino al menu da proporre. Non hai margine di manovra per apportare modifiche che possano adattarsi meglio al contesto locale o alle tue idee.

Inoltre, il costo iniziale può essere elevato. Oltre all’investimento per l’apertura, devi pagare una fee di ingresso e, in molti casi, una percentuale sui guadagni sotto forma di royalty. Questo può pesare soprattutto nei primi anni, quando l’attività deve ancora decollare.

Aprire una friggitoria di pesce

Le friggitorie di pesce sono particolarmente apprezzate nelle zone turistiche costiere, ma per avviare un’attività di successo in questo settore, la qualità del prodotto è cruciale. Bisogna quindi instaurare un solido rapporto con i fornitori locali o le aziende ittiche che possano offrirti materie prime di alta qualità.

È altrettanto importante dotarsi di celle frigorifere adeguate per mantenere la catena del freddo e garantire la conservazione ottimale del pesce.

Infine, per promuovere la tua friggitoria, i social media sono uno strumento potente. Foto appetitose dei tuoi piatti possono attrarre clienti, mentre una buona gestione delle recensioni online contribuirà a costruire una reputazione solida.

Aprire una friggitoria d’asporto

Le friggitorie da asporto sono invece una soluzione pratica e sempre più diffusa a partire dal post pandemia, soprattutto nelle grandi città. L’idea alla base è semplice: ridurre i costi fissi eliminando il servizio ai tavoli e concentrarsi sulla vendita di cibo da consumare fuori dal locale. Questo comporta una serie di vantaggi: i costi di affitto sono più bassi, così come quelli legati al personale e all’arredamento.

Operare nel settore del take-away richiede, però, una gestione efficiente degli ordini. Collaborare con piattaforme di delivery come UberEats o Glovo può aumentare la tua visibilità e semplificare la distribuzione dei pasti. Inoltre, la flessibilità del menu ti permette di adattarti rapidamente alle richieste dei clienti senza dover modificare l’organizzazione del locale.

Il mercato delle friggitorie da asporto è competitivo e per emergere dovrai concentrarti sulla qualità del cibo e sulla sua presentazione. Il packaging gioca un ruolo importante: deve mantenere la freschezza e la croccantezza del cibo, anche dopo il trasporto.

Autore
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Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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