Occupazione in crescita in Italia: ma sono soprattutto partite IVA

L'occupazione aumenta, ma prevalentemente tra gli autonomi, mentre crescono gli inattivi. Segnali di un mercato del lavoro ben lontano dall'aver trovato stabilita.

Adv

occupazione e lavoratori autonomi
  • I dati ISTAT di luglio 2024 mostrano una crescita del 2,1% dell’occupazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainata però soprattutto dall’aumento dei lavoratori autonomi.
  • Parallelamente, si registra un calo dei contratti a termine di 200.000 unità e un preoccupante aumento del numero di inattivi, a più 73.000 unità.
  • Molti lavoratori, privi di alternative stabili, sono quindi costretti a reinventarsi come autonomi, mentre altri abbandonano la ricerca di lavoro per mancanza di opportunità.

I dati ISTAT sull’occupazione relativi a luglio 20241 delineano un quadro del mercato del lavoro che, pur mostrando una crescita apparentemente positiva, nasconde profonde problematiche strutturali, difficili da risolvere. Numeri che a un primo sguardo potrebbero sembrare incoraggianti necessitano infatti di un’analisi più attenta e critica per comprendere appieno le dinamiche sottostanti.

In particolare, merita attenzione la natura di questa crescita occupazionale, che appare trainata in larga misura dall’aumento dei lavoratori autonomi. Incremento lontano dall’essere un indicatore di un mercato del lavoro in salute, suggerisce piuttosto un adattamento forzato da parte di molti lavoratori, costretti a intraprendere la strada dell’autonomia non per scelta imprenditoriale, ma per la mancanza di alternative stabili e sicure nel lavoro dipendente.

Parallelamente, un altro fenomeno altrettanto preoccupante accompagna questa dinamica: l’aumento del numero di inattivi, ovvero coloro che non solo non lavorano, ma hanno anche smesso di cercare un impiego, scoraggiati dalle scarse prospettive offerte dal mercato.

Un mercato del lavoro dipendente che non decolla

Il numero di occupati a luglio 2024 supera quello di luglio 2023 del 2,1% (+490mila unità) tra uomini, donne e tutte le fasce d’età, ad eccezione dei giovani tra i 15 e i 24 anni. Il tasso di occupazione è quindi cresciuto di 1,0 punto percentuale in un anno, raggiungendo il 62,3%, con un incremento di 56 mila unità.

Se osserviamo i dati su base annua, potrebbe quindi sembrare che il mercato del lavoro italiano stia attraversando una fase di ripresa. Tuttavia, questa crescita non è né omogenea né equamente distribuita.

Se da una parte aumentano infatti timidamente i posti di lavoro permanenti, i contratti a termine sono crollati di quasi 200 mila unità, suggerendo il consolidamento di un modello duale: da un lato, un numero limitato di posti di lavoro stabili e ben remunerati; dall’altro, una crescente massa di lavoratori autonomi o precari, con condizioni lavorative instabili e prive di tutele.

Il paradosso del lavoro autonomo in aumento

occupazione in aumento

La vera natura di questi numeri emerge chiaramente quindi quando si analizza chi sono i nuovi occupati. La crescita è stata guidata prevalentemente dall’aumento dei lavoratori autonomi, che hanno superato la soglia dei 5,2 milioni. Se in passato il lavoro autonomo poteva essere interpretato come un segnale di intraprendenza e spirito imprenditoriale, oggi è però invece il sintomo di un mercato del lavoro sempre più instabile.

Per molti, infatti, non rappresenta una scelta, ma una necessità. Di fronte a un mercato del lavoro dipendente che offre sempre meno opportunità, soprattutto in termini di posti stabili e ben remunerati, molti lavoratori, in particolare i giovani, sono costretti a reinventarsi come autonomi per sopravvivere.

Il calo di 196 mila dipendenti a termine rispetto a luglio 2023 evidenzia una tendenza preoccupante: le imprese sembrano riluttanti ad assumere con contratti stabili, scoraggiate da un clima economico incerto e da prospettive fragili.

L’inattività in aumento

Un altro aspetto inquietante che emerge dai dati di luglio è l’aumento degli inattivi, ossia coloro che non lavorano, non sono impegnati in attività di formazione, non studiano e nemmeno cercano un impiego. A luglio 2024, rispetto a luglio 2023, il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito, ma quello degli inattivi è cresciuto di 73 mila unità, facendo salire il tasso di inattività al 33,3%.

La crescita dell’occupazione osservata nel confronto trimestrale va dunque ulteriormente associata alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,5%, pari a -82mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,5%, pari a +64mila unità).

Incremento che presenta molteplici cause. Se infatti alcuni dei numerosi inattivi sono studenti o casalinghe, persone che hanno responsabilità familiari che impediscono loro di cercare un lavoro, una grossa fetta di persone ha smesso di cercare perché non vede reali prospettive di successo.

  1. Occupati e disoccupati (dati provvisori) – Luglio 2024, ISTAT, istat.it ↩︎
Autore
Foto dell'autore

Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.