- Una partita IVA che aderisce al Regime Forfettario non avrà spese deducibili né detraibili, in quanto i costi dell’attività vengono determinati forfettariamente.
- Le uniche spese deducibili per una partita IVA forfettaria sono i contributi previdenziali, che vengono considerati costi obbligatori per lo svolgimento dell’attività.
- Queste approccio semplifica la gestione contabile, ma al contempo implica una maggiore attenzione in merito ai costi da sostenere per la propria attività.
I titolari di partita IVA che aderiscono al regime forfettario hanno diritto, dal un lato, a una serie di agevolazioni fiscali e contabili che rendono questo regime particolarmente conveniente per chi soddisfa i requisiti richiesti; ma dall’altro lato non sono previste possibilità di detrazione o deduzione delle spese.
Il termine “forfettario”, infatti, allude alla modalità di determinazione del reddito: quest’ultimo viene calcolato moltiplicando il fatturato incassato per un coefficiente specifico, chiamato “coefficiente di redditività“, che varia a seconda del codice Ateco dell’impresa. Le spese deducibili, che vanno a ridurre il reddito imponibile, sono fissate in anticipo e in misura fissa, senza alcuna possibilità di cambiamento.
Vediamo nel dettaglio quali sono le spese deducibili nel regime forfettario: cosa possono scaricare i titolari di partita IVA che aderiscono al regime agevolato?
Indice
Come funzionano le spese deducibili nel Regime Forfettario
Chi possiede una partita IVA in regime forfettario affronta una situazione molto particolare per quanto riguarda le spese deducibili: queste ultime, in linea generale, vanno a ridurre il reddito imponibile e consistono in costi sostenuti dal professionista nell’ambito dello svolgimento della propria attività.
A differenza del regime ordinario, nel regime forfettario le spese deducibili vengono fissate in anticipo e rappresentano sempre la stessa percentuale di fatturato, indipendentemente dai costi sostenuti e documentati dal professionista o dall’impresa.
Non è necessario, quindi, documentare alcuna spesa in quanto le deduzioni e le detrazioni non sono previste nel regime forfettario, che consente invece di ottenere numerose agevolazioni contabili.
Alcuni esempi di deducibilità per i forfettari
Per comprendere meglio il funzionamento di questo regime, proponiamo alcuni esempi. Mario è un web designer con partita IVA che ha conseguito un fatturato di 10.000 euro nel 2023.
Per calcolare il suo reddito imponibile dobbiamo moltiplicare il fatturato per il coefficiente di redditività specifico per la sua attività (pari al 78%): così facendo otteniamo 7.800 euro. I restanti 2.200 euro (10.000 – 7.800) non sono soggetti a tassazione in quanto considerati come costi forfettari.
Lucia, invece, ha un e-commerce online e ha conseguito un fatturato pari a 10.000 euro nel 2023. Considerando che il coefficiente di redditività in questo caso è pari al 40%, il suo reddito imponibile sarà di 4.000 euro. I restanti 6.000 euro, invece, non sono soggetti a tassazione in quanto utili a coprire i costi dell’attività (per esempio l’acquisto dei prodotti, la gestione del sito web, l’affitto del magazzino, ecc).
Questi costi vengono determinati forfettariamente e non devono essere documentati dal professionista. Tuttavia, è chiaro che il regime forfettario risulta più conveniente per quelle attività che non richiedono investimenti particolarmente elevati.
Quali sono le spese deducibili nel Regime Forfettario
Quali sono, quindi, le spese deducibili nel regime forfettario? Nessuna spesa né costo risulta deducibile in questo regime agevolato, in quanto come abbiamo visto i costi vengono determinati in misura fissa e indipendentemente dalle spese sostenute dal professionista.
L’unica voce che si può detrarre nel regime forfettario è quella relativa ai contributi previdenziali, che vengono considerati come costi obbligatori che un professionista deve sostenere per lo svolgimento della propria attività.
Nel calcolo della base imponibile, quindi, andranno sottratti i contributi previdenziali versati nel corso dell’anno precedente (riconosciuti come spese) e successivamente verranno calcolate le tasse da pagare.
Per esempio, Andrea ha incassato 40.000 euro dalla propria attività (con coefficiente di redditività al 78%) e ha pagato 10.000 euro di contributi previdenziali. Il calcolo della base imponibile, quindi, sarà il seguente: (40.000 * 78%) – 10.000, ovvero 21.200 euro. A questa cifra viene applicata l’imposta sostitutiva unica (al 5% per le nuove attività, oppure al 15%).
Regime forfettario, come scaricare i costi sostenuti per i clienti
Un’altra pratica utilizzata dalle partite Iva nel regime forfettario è quella di addebitare ai clienti le spese sostenute per portare a termine una pratica per conto loro: queste spese possono includere costi di viaggio, alloggio, materiali, bolli, bollettini postali, e così via. Così facendo, è possibile andare a ridurre il reddito imponibile e la tassazione successiva.
Tuttavia, per poter essere escluse dai ricavi e non concorrere alla tassazione, queste spese devono essere opportunamente documentate attraverso fatture intestate direttamente al cliente finale.
In altre parole, la fattura del fornitore viene intestata e pagata in anticipo direttamente dal cliente: a fianco dell’importo da versare dovrà comparire la dicitura “spese anticipate ex Art. 15 DPR 633/72“. Questa pratica si può attuare solo previo accordo con il cliente.
Spese deducibili nel Regime Forfettario – Domande frequenti
Chi aderisce al regime forfettario non può scaricare nessun costo e nessuna spesa. In questo regime, infatti, l’unico costo che si può effettivamente dedurre dal proprio reddito imponibile consiste nei contributi previdenziali versati.
Se aderisci al regime forfettario non puoi scaricare nessuna spesa medica perché in questo regime fiscale non puoi dedurre né detrarre direttamente nessun costo.
Il costo annuale di una partita IVA varia a seconda del regime fiscale prescelto: ad esempio, aderendo al regime forfettario i costi possono variare dai 200 agli 800 euro più IVA per anno, a seconda della tipologia di consulenza di cui il contribuente ha bisogno.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor