Giovani italiani e fuga all’estero: il nostro paese è ultimo per occupazione post laura o post diploma

Continua la fuga all'estero dei giovani italiani: secondo Eurostat l'Italia è ultima per occupazione post laurea o diploma.

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  • Recenti dati Eurostat confermano una delle motivazioni principali per cui i giovani italiani sempre più spesso scelgono di trasferirsi all’estero: le opportunità di lavoro per chi si laurea o diploma sono molto limitate.
  • Il tasso di occupazione medio dei giovani neolaureati in Europa è superiore all’80%, livello che l’Italia non riesce a raggiungere, arrivando appena al 67,5%.
  • Il nostro risulta essere l’ultimo paese nel continente europeo per tasso di occupazione dei giovani a tre anni dal diploma o dal conseguimento della laurea.

Dati ancora una volta negativi per l’Italia arrivano dall’Eurostat a proposito dell’occupazione: diplomati e neolaureati hanno molta più possibilità di trovare un lavoro all’estero appena conseguita la qualifica. Rimanere nel nostro paese è sempre più difficile per i giovani, che tra stipendi bassi, contratti frammentati e poche opportunità, scelgono di fare fortuna in un altro paese.

Eurostat ha delineato un quadro allarmante per l’Italia, che al momento è lo Stato in cui per i giovani è più difficile trovare lavoro nel periodo immediatamente successivo all’acquisizione di una qualifica.

Di contro, ci sono paesi in UE dove si trova un lavoro piuttosto velocemente: Malta è al momento lo Stato in cui il tasso di occupazione in questo senso è più alto, raggiungendo il 95,8%. Ma vediamo nel dettaglio tutti i dati.

Eurostat: Italia ultima per occupazione post laurea

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Un primato al ribasso, quello italiano dell’occupazione: il recente report Eurostat 20231 ha messo in luce una criticità con cui nel corso degli ultimi anni il nostro paese ha dovuto convivere, ovvero la mancanza di opportunità lavorative per neodiplomati e neolaureati subito dopo il termine degli studi. Solo il 67,5% dei neolaureati e neodiplomati trova impiego a distanza di tre anni.

Prendere una qualifica non equivale all’inserimento lavorativo immediato e a concorrere a questo fenomeno sono diversi fattori, tra cui l’instabilità dei contratti, il proliferare di stage e tirocini, le paghe basse, inferiori a quelle proposte in altri paesi europei quasi ad ogni livello.

I recenti dati europei vanno a confermare questo trend, per cui l’Italia viene superata anche da Grecia, Romania, Croazia e Spagna, stati in cui sono state registrate non poche crisi economiche negli ultimi decenni.

Il report prende in considerazione un range di età che va dai 20 ai 34 anni, periodo solitamente dedicato agli studi più approfonditi che derivano da un percorso universitario con laurea breve o magistrale. Per ciò che riguarda l’impiego, viene preso come riferimento il periodo di tempo immediatamente successivo alla qualifica, da 1 a 3 anni dopo.

Mentre l’Italia resta indietro, al contrario la media europea sale e alcuni paesi raggiungono importanti risultati in termini di occupazione, diventando mete sempre più ambite dai giovani italiani.

Occupazione post laurea in Europa

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Andando a vedere il numero dei neolaureati occupati dopo la qualifica, si può dire che in Europa è in progressivo aumento: la media del continente registra una crescita di 1,1 punti percentuali rispetto al 2022. Nel 2023 infatti l’83,5% dei giovani appena laureati aveva un’occupazione, contro l’82,4 % dell’anno precedente.

A raggiungere i livelli più alti è Malta, che come abbiamo visto conta nel suo territorio il 95.8% di occupati a distanza di pochi anni dalla laurea. Segue l’Olanda con il 93,2% e la Germania con il 91,5%.

Anche altri paesi UE raggiungono buoni risultati, come Austria, Irlanda, Islanda, Norvegia, Ungheria, Svezia e Belgio. Si trovano al nord Europa gli stati in cui c’è una maggiore probabilità di impiego per i giovani che terminano gli studi, per questo motivo si tratta di paesi in cui spesso gli italiani vedono di buon occhio un trasferimento.

I giovani cercano lavoro all’estero: le mete preferite

Di fuga dei cervelli si parla già da diversi anni: i giovani italiani più qualificati spesso considerano l’opportunità di spostarsi in un altro paese per garantirsi un futuro economicamente più prospero. Attirati da una maggiore stabilità lavorativa e da opportunità più vantaggiose sia in quanto a paga che a condizioni di lavoro, spesso scelgono destinazioni più a nord.

Rimanendo all’interno del continente europeo, per ciò che riguarda la migrazione generale, vengono scelte maggiormente: Svizzera (negli ultimi 10 anni si contano 1,8 mila italiani neolaureati che l’hanno scelta), Germania, Spagna e Francia, alcuni tra gli stati più ambiti per le opportunità di lavoro.

Le motivazioni sono spesso legate alla retribuzione, generalmente più elevata in questi stati, ma anche alle condizioni di lavoro, per cui oggi l’attenzione è preponderante. Di questi paesi infatti viene apprezzato spesso il welfare che si può trovare nelle aziende e i nuovi progetti, recenti, che riguardano l’applicazione dello smart working e della settimana corta. Senza contare che nella maggior parte dei paesi europei c’è il salario minimo.

Fuori dall’Europa, Australia, Stati Uniti e Canada rimangono le mete predilette, non solo dagli italiani, ma dall’immigrazione globale, come evidenziato dal recente report sulla mobilità di BCG2.

La fuga di cervelli continua in Italia

Espatriati totali*Più di un milione di residenti
Espatriati con età da 25 a 35 anni 352.000
Espatriati con almeno una laurea132.000
Rimpatriati con età da 25 a 35 anni104.000
Rimpatriati con almeno una laurea45.000
*La tabella si riferisce al periodo 2013-2022, Fonte: Istat

I giovani con qualifiche più elevate che scelgono di espatriare sono sempre di più e a confermarlo è l’Istat3: circa 4 giovani neolaureati italiani su 10 che espatriano hanno almeno una laurea. Mentre da un lato negli ultimi anni sono aumentati coloro che si spostano all’estero, sono diminuiti coloro che ritornano.

Questo significa che la maggioranza di chi sceglie di partire non lo fa solamente per un breve periodo o per un’esperienza all’estero, ma per cambiare residenza in modo pressoché definitivo. La tabella che abbiamo ricavato dai dati Istat prende in considerazione l’intero periodo che va dal 2013 al 2022, evidenziando come i giovani espatriati siano in numero nettamente maggiore rispetto ai rimpatriati.

In particolare, chi ha qualifiche più elevate come una laurea, nella maggior parte dei casi sceglie di rimanere all’estero. Per il nostro paese la fuga di cervelli si conta per questo periodo intorno a 87.000 giovani neolaureati, in costante crescita.

Tendenzialmente i giovani del Sud Italia si spostano verso le regioni del Nord Italia, che offrono maggiori opportunità lavorative, mentre a spostarsi all’estero sono soprattutto gli studenti del nord.

Ma è possibile limitare o invertire questo fenomeno? La principale motivazione per cui i giovani scelgono l’estero è quella di trovare condizioni di lavoro migliori, tuttavia va considerato che questo andamento non è rilevato solamente per gli ultimi anni, ma continua da decenni, per cui ci vorrebbero cambiamenti piuttosto importanti per vedere qualcosa di diverso.

  1.  83.5% of recent graduates employed in 2023, Eurostat, ec.europa.eu ↩︎
  2. Dream Destinations and Mobility Trends, report BCG, bcg.com ↩︎
  3. Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente, anni 2022-2023, Istat ↩︎
Autore
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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