- Le persone fisiche residenti in Italia che detengono prodotti finanziari all’estero sono tenute al pagamento dell’Ivafe, in scadenza al 30 giugno di ogni anno.
- L’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero si calcola applicando lo 0,2% ai prodotti detenuti, oppure lo 0,4% per quelli negli Stati a regime fiscale privilegiato.
- Per procedere al pagamento del saldo e dell’acconto Ivafe è necessario utilizzare il modello F24, con versamento telematico.
L’Ivafe, acronimo di Imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero, è una patrimoniale dovuta dai contribuenti residenti in Italia che detengono dei prodotti finanziari, dei conti correnti o dei libretti di risparmio in altri Paesi o territori esteri. Il pagamento di questa tassa, al pari dell’IMU o del bollo, è necessario pena l’applicazione di sanzioni amministrative.
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto un aumento inaspettato di questa tassa, che deve essere pagata entro il 30 giugno di ogni anno tramite modello F24 con versamento telematico.
Scopriamo in questa guida quali sono le aliquote dell’Ivafe, come e quando si paga, chi deve pagare e cosa rischiano i soggetti inadempienti.
Indice
Cos’è l’Ivafe 2024
I soggetti residenti in Italia che detengono degli immobili o dei prodotti finanziari all’estero sono tenuti al pagamento di un’imposta su di essi. Mentre nel primo caso di parla di Ivie (imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero), nel secondo è prevista l’Ivafe (imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero).
L’Ivafe, quindi, è un’imposta patrimoniale dovuta da tutti i soggetti che detengono all’estero prodotti finanziari, un conto corrente estero o libretti di risparmio extra Italia e può assumere un importo variabile in base al valore dei prodotti detenuti.
Introdotta dall’articolo 19 del D.L. n. 201/11, obbliga i contribuenti residenti in Italia a dichiarare il conto corrente, il deposito titoli, l’entità e la consistenza delle attività finanziarie che detengono in Paesi esteri, in conformità con la normativa sul monitoraggio fiscale.
Ivafe 2024: chi deve pagare
Sono tenute al pagamento di questa imposta tutte le persone fisiche residenti in Italia che:
- detengono prodotti finanziari all’estero;
- devono presentare la dichiarazione per gli investimenti e le attività così come previsto dall’articolo 4 del Decreto Legge n. 167/1990.
Per il versamento dell’imposta IVAFE è necessario indicare tali attività finanziarie all’interno del Modello redditi PF nel Quadro RW.
L’imposta sul valore dei prodotti finanziari detenuti all’estero è stata recentemente modificata (nel 2020) ed estesa a tutti i soggetti passivi. Ciò significa che oltre alle persone fisiche, devono pagare l’imposta anche:
- gli enti non commerciali;
- i trust e le fondazioni;
- le società semplici e gli enti equiparati ad esse.
Sono sottoposti al pagamento dell’Ivafe, infine, anche i soggetti che prestano lavoro all’estero per lo Stato italiano, per una sua suddivisione politica o amministrativa o per un suo ente locale, oltre alle persone fisiche che lavorano all’estero presso organizzazioni internazionali cui aderisce l’Italia.
A quanto ammonta l’Ivafe: come si calcola
L’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero, calcolata sul valore dei prodotti finanziari e dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e al periodo di detenzione, è pari al 2 per mille a decorrere dal 2014. Per i prodotti detenuti presso gli Stati o i territori aventi un regime fiscale privilegiato, invece, l’imposta sale al 4 per mille (secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024).
Tuttavia, occorre distinguere diverse aliquote in base ai prodotti finanziari di riferimento:
- per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero dalle persone fisiche, per esempio, l’imposta assume un valore fisso pari a 34,20 euro per ciascun conto o libretto;
- per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero da soggetti diversi dalle persone fisiche, l’imposta sale a 100 euro.
Inoltre, il versamento non è dovuto quando il valore della giacenza media annua è inferiore a 5.000 euro.
In linea generale, sui prodotti finanziari si prende in considerazione il valore di mercato, perciò per le attività finanziarie che hanno una quotazione nei mercati regolamentati occorre fare riferimento a questo numero. Per quanto riguarda invece le azioni, obbligazioni e altri titoli che non vengono negoziati in mercati regolamentati, il riferimento è al valore nominale o, se mancante, al valore di rimborso.
Non è previsto il versamento di alcuna imposta, infine, nei Paesi in cui sono state stipulate delle convenzioni per evitare le doppie imposizioni.
Aliquota Ivafe e base imponibile
Per quanto riguarda il calcolo dell’Ivafe, sono state fissate precise aliquote da applicare alla base imponibile che sono state modificate nel corso degli ultimi anni:
- 0,1% per il 2011 e il 2012;
- 0,15% a decorrere dal 2013;
- 0,2% a decorrere dal 2014;
- 0,4% a decorrere dal 2024 unicamente per i prodotti finanziari detenuti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, individuati dal Decreto Ministeriale del 4 maggio 1999. Per gli altri investimenti l’aliquota resta lo 0,2%.
Quando si paga l’Ivafe: le scadenze
I contribuenti chiamati in cassa per il pagamento del saldo e dell’acconto Ivafe sono tenuti a rispettare la scadenza unica del 30 giugno, che per quest’anno è slittata al 1° luglio (considerando che il termine originario cade in un giorno festivo, la domenica).
Solitamente, comunque, il calendario per il pagamento dell’Imposta sulla detenzione di prodotti finanziari all’estero segue le regolari scadenze per il versamento delle imposte sui redditi. L’IRPEF, infatti, si paga entro le scadenze:
- al 30 giugno, slittato al 1° luglio;
- al 30 novembre, slittato al 2 dicembre.
Come si paga e quali sono i codici tributo
Per provvedere al versamento dell’imposta sui prodotti finanziari detenuti all’estero si deve utilizzare il modello F24 in modalità telematica.
Esistono diverse modalità per effettuare l’operazione:
- utilizzando i servizi “F24 web” o “F24 online” dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i canali telematici Fisconline o Entratel;
- tramite l’home banking del proprio istituto di credito;
- affidandosi e un intermediario abilitato.
I contribuenti titolari di partita IVA possono effettuare il pagamento del modello F24 cartaceo presso una banca, un ufficio postale o un’agenzia di riscossione. I codici tributo da utilizzare per effettuare il pagamento sono i seguenti.
Codice Tributo | Descrizione |
---|---|
4043 | Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato – Saldo |
4047 | Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato – Acconto prima rata |
4048 | Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato – Acconto seconda rata o in unica soluzione |
Le sanzioni per mancato versamento dell’Ivafe
Il mancato pagamento dell’Ivafe da parte dei soggetti che sono tenuti a effettuare il versamento comporta l’applicazione di sanzioni amministrative che variano in relazione al ritardo o all’omissione di pagamento. I riferimento normativi sono l’articolo 19 del D.L. n. 201/2011 e la Legge n. 190/2014.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato che è possibile avvalersi del ravvedimento operoso per l’omessa compilazione del Quadro RW, confermando l’applicazione del principio del favor rei.
Ivafe 2024 – Domande frequenti
Le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio, devono versare un’imposta sul loro valore: si tratta dell’Ivafe (Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero).
L’imposta viene calcolata sul valore dei prodotti finanziari ed è dovuta in misura proporzionale alla quota di possesso e al periodo di detenzione dei prodotti. Per i prodotti finanziari detenuti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, l’aliquota è del 4 per mille, mentre in tutti gli altri casi è pari al 2 per mille.
L’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero prevede che il versamento relativo all’acconto e al saldo sia fissato per il 30 giugno di ogni anno.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor