Aprire un doposcuola privato: come fare, normativa e quanto costa

Come funziona un doposcuola privato e quali autorizzazioni servono per avviare l'attività: scopriamo l'iter burocratico e i costi da sostenere.

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  • Aprire un doposcuola privato può essere un’opportunità interessante per contribuire alla formazione e alla crescita dei ragazzi di età diverse.
  • Per avviare l’attività è necessario richiedere le autorizzazioni al Comune e alle ASL, scegliere la sede opportuna e assumere personale qualificato.
  • I costi da sostenere sono inizialmente elevati, ma esistono possibilità di finanziamento per giovani imprenditori e donne.

Sono sempre di più i genitori che, a causa degli impegni lavorativi, vanno alla ricerca di attività estive o ricreative per i propri figli: oltre a proporre servizi di baby-sitting, oggi è possibile aprire un doposcuola privato per garantire formazione e divertimento ai ragazzi di diverse età e favorire la socialità.

All’interno di un doposcuola, pubblico o privato, si possono offrire diversi servizi: non solo di insegnamento per compiti e ripetizioni private, ma anche laboratori, attività ricreative e uscite didattiche. A tal fine, occorre assumere personale qualificato e rispettare le normative e gli adempimenti burocratici previsti dalla legge per l’avvio dei centri.

Scopriamo come aprire un doposcuola privato per le famiglie: dalle autorizzazioni necessarie all’assunzione del personale ai costi da sostenere per l’avvio delle attività, fino ai finanziamenti che si possono ottenere.

Si può aprire un doposcuola privato?

Aprire un doposcuola privato significa mettere a disposizione delle famiglie una serie di attività rivolte a bambini e ragazzi: si va dallo svolgimento dei compiti alle ripetizioni o lezioni private, fino ad attività di intrattenimento e divertimento che costituiscono una interessante opportunità di socialità per i giovani.

Nonostante vi siano diverse scuole, istituti o associazioni che offrono questo servizio pubblico, esistono anche delle alternative di doposcuola privato che possono essere un’ottima fonte di guadagno.

Solitamente il target di riferimento è costituito da bambini e ragazzi delle scuole primaria e secondaria: oltre alle competenze sulle ripetizioni, quindi, occorre avere una formazione magistrale o comunque essere in grado di approcciarsi agli studenti nel modo corretto in base alla loro età.

In Italia non esistono normative che vietano l’apertura di un doposcuola privato, ma è necessario rispettare alcune regole e adempimenti burocratici per avviare questo tipo di attività.

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Serve la partita Iva per aprire un doposcuola?

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L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che per impartire lezioni private è necessario mettersi in regola e aprire la partita Iva (soprattutto se si svolge anche un’altra professione) scegliendo il regime fiscale più adatto.

La scelta dipende dalla tipologia di attività che si svolge: se le ripetizioni hanno cadenza occasionale o sporadica si può aderire al regime speciale; mentre se si tratta di lezioni con carattere abituale, si deve aderire al regime forfettario o a quello ordinario.

Non esiste un requisito univoco per identificare se l’attività è occasionale o abituale: ogni caso deve essere valutato singolarmente. L’esempio più tipico è quello di un insegnante che svolge lezioni presso un istituto privato: in questo caso, il professionista dovrà aprire la partita Iva e dichiarare i compensi percepiti.

Per aprire la partita Iva come insegnante che impartisce ripetizioni private è necessario compilare il modello AA9/12 dell’Agenzia delle Entrate e ottenere il codice di 11 cifre che costituisce la partita Iva. Il codice Ateco di riferimento è il 96.09.09, che include “Altre attività di servizi per la persona nca“.

Inoltre, occorre iscriversi alla cassa previdenziale INPS (Gestione Separata) a cui andranno versati i contributi con aliquota pari al 26.07% nel 2024. Fanno eccezione i docenti che lavorano in ambito statale, ovvero nel settore pubblico.

Come aprire un doposcuola privato in Italia: la normativa

La prima cosa da fare se si ha l’obiettivo di aprire un doposcuola privato è scegliere la sede dove avranno luogo le attività didattiche o di intrattenimento e pianificare attentamente il programma giornaliero da presentare alle famiglie. Meglio scegliere un luogo ben collegato con i mezzi pubblici e prevedere un parcheggio esterno per i genitori che intendono portare i figli al doposcuola.

Gli ambienti e gli spazi di un doposcuola possono variare in base all’età dei ragazzi da accogliere o in base alle attività che si intendono proporre, ma devono sempre rispettare le norme relative all’igiene e alla sicurezza: in generale, per ospitare tra i 10 e i 30 alunni sono necessari tra i 70 e gli 80 metri quadri.

Occorre allestire le sale con tavoli, sedie, giocattoli, scaffali o mensole con libri e tutto quello che può tornare utile per i ragazzi. Anche i colori degli ambienti devono risultare accoglienti e rilassanti.

In base alle attività che si intendono proporre, potrebbe essere utile avere un giardino o un’area giochi, una mensa, dei laboratori o delle sale studio da dedicare alla formazione. I bagni, infine, devono essere realizzati tenendo conto di tutte le normative italiane.

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Aprire un doposcuola privato: gli adempimenti burocratici

Per quanto riguarda gli adempimenti burocratici per aprire un doposcuola privato, è necessario innanzitutto definire con chiarezza la forma giuridica più adatta alla propria offerta e successivamente informarsi su eventuali agevolazioni previste. Può essere utile in questa fase affidarsi a un commercialista esperto per mettersi in regola.

Per aprire un’attività privata in conformità alle norme vigenti occorre presentare una comunicazione di apertura della struttura al Comune, che a sua volta provvederà a informare l’Azienda Sanitaria Locale e i Vigili del Fuoco perché svolgano le ispezioni di rito per verificare agibilità e sicurezza della struttura.

Se l’immobile rispetta tutte le disposizioni previste dalla legge in materia di sicurezza e igiene degli ambienti, vengono rilasciate le autorizzazioni per avviare l’attività di doposcuola.

A questo punto occorre fare richiesta di partita Iva all’Agenzia delle Entrate, iscrivere l’attività al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio e aprire le posizioni INPS e INAIL per il trattamento previdenziale e assicurativo dei dipendenti e dei collaboratori.

Il personale di un doposcuola

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Successivamente è opportuno scegliere con cura i collaboratori, gli insegnanti e il personale necessario per sostenere le attività a partire dall’accoglienza dei ragazzi fino al loro intrattenimento.

Sarà utile assumere dei docenti che possano impartire lezioni private, ripetizioni o fornire aiuto ai ragazzi per lo svolgimento dei compiti assegnati a scuola. Ma al contempo saranno necessari anche degli animatori che possano occuparsi delle attività di divertimento e socialità, organizzando giochi all’aperto o laboratori didattici.

Potrebbero rendersi necessari cuochi e personale di sala per garantire un’eventuale servizio mensa o semplicemente per preparare una merenda ai ragazzi e infine un servizio di pulizie per mantenere gli ambienti ordinati.

Il rapporto di lavoro può variare in base alla tipologia di mansione svolta e alle varie attività proposte: possono esserci, ad esempio, dei lavoratori dipendenti che si occupano quotidianamente delle attività del doposcuola e altri collaboratori o insegnanti che possono essere chiamati per alcune ore per svolgere determinati servizi (lezioni private, ripetizioni, assistenza didattica, ecc.).

In quest’ultimo caso gli insegnanti potrebbero essere assunti con partita Iva come professionisti o collaboratori occasionali esterni.

Quanto costa aprire un doposcuola privato

I costi da sostenere per aprire un doposcuola privato sono diversi e importanti: il più cospicuo, da svolgere inizialmente, riguarda l’acquisto o affitto della sede dove si svolgeranno le attività. I prezzi variano a seconda delle località predilette, ma anche degli spazi a disposizione. Ci sono però dei fondi e finanziamenti nazionali riservati a idee imprenditoriali di giovani e donne, che possono aiutare a sostenere i costi iniziali.

Agli ambienti occorre aggiungere anche l’arredamento e tutti gli strumenti necessari per garantire il corretto svolgimento delle attività. Sono inclusi, quindi, i costi per la luce, l’acqua e le utenze in generale.

Ci sono poi da pagare i lavoratori dipendenti e i collaboratori che contribuiscono alla buona riuscita delle attività e l’oggettistica necessaria per lo svolgimento delle stesse (cancelleria, articoli per l’ufficio, giocattoli, ecc.).

Infine, potrebbe essere utile sostenere delle spese per la promozione della propria attività sui social o tramite cartelloni pubblicitari nei paesi limitrofi per far conoscere ai cittadini i servizi offerti. L’investimento iniziale complessivo potrebbe essere intorno ai 20.000 euro, che aumentano notevolmente se si intende acquistare un immobile per l’attività.

Aprire un doposcuola privato – Domande frequenti

Come si fa ad aprire un doposcuola?

Per aprire un doposcuola privato bisogna fare richiesta all’Agenzia delle Entrate per ottenere una partita Iva e quindi iscrivere l’attività al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Bisogna poi aprire le posizioni INPS e INAIL.

Quanto guadagna un lavoratore nel doposcuola privato?

Secondo le stime di Jooble, in media, gli specialisti dei doposcuola guadagnano circa 8,15 euro all’ora. Tuttavia, il compenso cambia a seconda dell’esperienza, delle competenze specifiche degli insegnanti e della tipologia contrattuale con cui vengono assunti.

Come mettersi in regola per le ripetizioni?

Se sei un lavoratore autonomo e dai lezioni online o lezioni private a casa o a domicilio, dovrai includere i guadagni nella dichiarazione dei redditi annuale come prestazione occasionale o con l’apertura della partita Iva.

Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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