- Per aprire una associazione no profit in Italia occorre riunire almeno tre soci fondatori accomunati dallo stesso obiettivo di utilità sociale.
- Le organizzazioni no profit devono redigere un atto costitutivo e uno statuto da registrare presso l’AdE e successivamente iscriversi al Runts.
- Le società no profit, che non svolgono attività commerciale, godono di numerose agevolazioni e semplificazioni fiscali come l’esenzione dall’Iva.
Il profitto non è l’unico obiettivo da raggiungere nel momento in cui si costituisce una società: esistono, infatti, delle associazioni no profit che perseguono scopi di utilità sociale e benessere dei propri familiari o terzi senza scopo di lucro. Questi enti appartengono al Terzo Settore e si occupano di alcuni degli ambiti sociali che altrimenti non troverebbero copertura.
Per costituire una no profit è importante radunare persone animate dagli stessi interessi e obiettivi che possano diventare i soci dell’associazione. A questo punto è necessaria la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto per definire gli scopi e le regole dell’organizzazione. Qualora sia previsto lo svolgimento di attività commerciale in modo continuativo e regolare, è opportuno aprire la partita Iva.
Scopriamo quali sono gli adempimenti obbligatori e l’iter da seguire per aprire una associazione no profit: dalle diverse tipologie agli organi costitutivi, fino alle fasi e ai costi per la fondazione dell’ente del Terzo Settore.
Indice
Come aprire una associazione no profit in Italia
Una associazione no profit è un ente non commerciale che si prefigge la realizzazione di scopi di utilità sociale e di promozione del benessere dei propri associati, solitamente legati da interessi comuni.
Per costituire una no profit occorre trovare un numero minimo di soci che possano coprire le principali cariche organizzative, cioè:
- Presidente;
- Vice-Presidente;
- Segretario;
- Tesoriere.
Una volta raggiunto il numero minimo di soci richiesto per fondare una organizzazione no profit, è opportuno definire quali saranno gli obiettivi della associazione, che definiranno il tipo di società da fondare. Per esempio, se l’obiettivo è creare una squadra di calcio, la soluzione migliore sarà fondare una associazione sportiva dilettantistica (ASD).
Tipologie di associazioni no profit
Aprire un’associazione no profit comporta delle scelte, in primis sulla tipologia di organizzazione che si intende costituire: ci sono organizzazioni riconosciute, ovvero titolari di personalità giuridica (costituite necessariamente con l’ausilio del notaio e con un capitale minimo di almeno 15.000 euro) e organizzazioni non riconosciute, ovvero senza personalità giuridica.
Esistono poi diversi tipi di no profit che si prefiggono scopi diversi e prevedono normative specifiche per la loro costituzione o fondazione:
- ONG (Organizzazioni Non Governative);
- OdV (Organizzazioni di Volontariato);
- APS (Associazioni di Promozione Sociale);
- ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).
In base all’art. 36 ss. Codice Civile, la costituzione di una associazione senza scopi di lucro può avvenire in forma orale, tuttavia le no profit devono redigere un atto costitutivo e uno statuto che definisca gli scopi e le regole dell’organizzazione. Questo particolare ente del Terzo Settore, inoltre, gode di alcune agevolazioni a livello fiscale.
Per la loro costituzione è necessario un numero minimo di tre soci fondatori che ricoprano le prime cariche dell’organizzazione. In alcune Regioni sono richiesti almeno cinque soci in partenza per costituire una OdV.
Come fondare una associazione no profit: iter e regole
Una volta radunati i soci fondatori dell’organizzazione e fissati (almeno verbalmente) gli obiettivi dell’associazione no profit, è opportuno formalizzare l’ente a cui si vuole dare vita: inizia da qui l’iter per l’apertura di una associazione no profit.
I passaggi principali per costituire una società senza scopi di lucro sono tre:
- fase di costituzione, che prevede la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto della no profit;
- fase di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, con la richiesta del codice fiscale ed eventualmente la partita Iva e l’iscrizione al Runts;
- fase di avviamento, cioè il reperimento dei fondi necessari per l’avvio delle attività.
1. Costituzione: atto costitutivo e statuto
Nella prima fase (detta di costituzione), i soci fondatori definiscono e mettono nero su bianco gli obiettivi che si prefigge l’organizzazione, oltre alle regole che ne sono alla base.
Gli atti da redigere in questa fase sono due:
- l’atto costitutivo, che contiene informazioni obbligatorie per legge come la volontà dei soci di costituire un ente, le finalità, i mezzi e le tempistiche;
- lo statuto, allegato al precedente, che contiene le regole dell’associazione e la sua organizzazione interna (organi, cariche, quote societarie, modalità di iscrizione, ecc).
L’atto costitutivo e lo statuto possono essere scritti a mano oppure al computer, ma devono essere firmati dal presidente, dal vicepresidente e da almeno uno dei soggetti che svolge una carica associativa, come il segretario.
2. Registrazione: codice fiscale o partita Iva?
A questo punto è possibile registrare i due documenti (l’atto costitutivo e lo statuto) presso l’Agenzia delle Entrate, ricordando che per godere delle agevolazioni occorre effettuare la registrazione entro i 20 giorni successivi alla costituzione della no profit.
Una volta costituita l’associazione è possibile richiedere il codice fiscale all’Agenzia delle Entrate per ottenere la personalità giuridica dell’Ente e soprattutto per effettuare le operazioni principali (per esempio aprire un conto corrente, acquistare beni, stipulare contratti, ecc). Per ottenere il codice fiscale è necessario compilare il modello AA5/6 reperibile sul sito dell’AdE: puoi svolgere questa operazione in autonomia, oppure affidarti a un CAF o uno studio di commercialisti.
Se la società no profit prevede lo svolgimento di attività commerciale in modo continuativo e ricorrente è necessario aprire la partita Iva per regolarizzare la posizione. In questo caso dovrai compilare il modello AA7/10 e avrai l’obbligo di registrazione presso il R.E.A. (Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative).
Infine, per ottenere la qualifica di Ente del Terzo Settore e per poter accedere alle agevolazioni dedicate a queste associazioni, è opportuno iscriversi al Runts (Registro unico nazionale del Terzo Settore), nell’apposita sezione dedicata.
3. Avviamento: reperimento dei fondi
L’ultima fase per la fondazione di una no profit è quella di avviamento, forse la più delicata, che prevede il reperimento dei fondi necessari per avviare l’attività dell’organizzazione.
Si aprono quindi diverse strade per raccogliere i fondi necessari alla no profit:
- autofinanziamento: tramite il pagamento di quote associative annuali da parte dei Soci, come previsto dalla maggior parte degli statuti;
- sponsorizzazione: costruire una rete di partner che possano erogare fondi alla società (fino a un massimo di 200mila euro) in cambio di vantaggi e pubblicità;
- ricavi da attività commerciale: reperire i fondi necessari grazie alla vendita di prodotti (che, come abbiamo visto, richiedere l’apertura della partita Iva).
Una volta reperiti i fondi necessari per l’avvio delle attività, l’associazione no profit può proseguire indisturbata verso la realizzazione degli obiettivi prefissati.
Regime fiscale di una società no profit
Le associazioni no profit, in quanto enti non commerciali, possono aderire al regime agevolato che prevede una serie di agevolazioni fiscali, come la defiscalizzazione delle entrate per gli associati.
Considerando che i loro proventi non costituiscono reddito imponibile, inoltre, a fine anno non sono tenute a presentare la dichiarazione dei redditi, né al versamento di quote IRAP o IRES.
Ulteriori agevolazioni fiscali per le no profit riguardano:
- l’esclusione dalla compilazione dei registri contabili;
- l’esclusione dalla compilazione del bilancio consultivo;
- l’esenzione dalla compilazione dei registri Iva;
- non sono tenute a emettere scontrini o ricevute fiscali.
Le organizzazioni no profit sono esenti dall’Iva, salvo le società che svolgono attività commerciale. Tutte le organizzazioni, invece, sono tenute alla creazione dell’elenco dei soci (con le rispettive quote associative) e alla redazione del rendiconto economico (ovvero l’elenco di entrate e uscite sostenute).
Quanto costa aprire una no profit
I costi legati all’apertura di un no profit variano in relazione alla tipologia di associazione che si intende fondare, ma in linea generale, è sempre previsto un costo di registrazione pari a circa 300 euro, che comprende:
- un’imposta di registro fissa di 200 euro;
- l’acquisto delle marche da bollo da 16 euro da apporre su due copie dell’atto costitutivo e statuto (una ogni 100 righe).
A seconda della tipologia di associazione, invece, il costo di apertura in termini di tasse può essere più alto o più basso: nella seguente tabella abbiamo riassunto le principali voci.
Tipologia di associazione | Imposte |
---|---|
Associazione Culturale | Imposta di registro di 200 euro + marche da bollo da 16 euro da apporre sulle due copie dell’atto costitutivo e dello statuto |
Associazione sportiva dilettantistica (ASD) | Imposta di registro di 200 euro |
Associazione di Promozione Sociale (APS) | Imposta di registro di 200 euro |
Organizzazione di Volontariato (OdV) | Esenzione dal pagamento delle imposte di registro e di bollo |
Aprire una associazione no profit – Domande frequenti
Per fondare una società no profit occorre riunire almeno 3 soci che ricopriranno le prime cariche sociali. Occorre poi determinare scopi e obiettivi dell’associazione, redigere lo statuto e l’atto costitutivo da registrare presso l’Agenzia delle Entrate, richiedere il codice fiscale o eventualmente la partita Iva e iscriversi al Runts.
Un’associazione senza scopo di lucro deve aprire una partita Iva se ha delle entrate derivanti da una o più attività commerciali. In generale, sono commerciali tutte le attività rivolte in prevalenza verso persone non iscritte all’associazione.
Generalmente, i costi di registrazione sono di 300 euro circa. Bisogna infatti considerare un’imposta di registro fissa di 200 euro e l’acquisto delle marche da bollo di 16 euro ciascuna da apporre su due copie di atto costitutivo e statuto (una ogni 100 righe).
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor