Se pago il trasporto con IVA al 22% e vendo un prodotto con IVA 4% perdo la differenza?

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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Salve, siamo produttori di generi alimentari e ci appoggiamo a trasformatori per alcuni prodotti. Il mio dubbio riguarda l’imputazione del costo di trasporto. Se faccio trasformare un prodotto con IVA al 4% (ad esempio la pasta), il trasportatore mi imputerà il costo del trasporto al 22% (da e verso lo stabilimento). Nella costruzione dei prezzi di listino, i miei colleghi aggiungono il trasporto per 0,20 €/Kg imponibili come costo di produzione. Ma il prezzo finale, inclusa IVA, conterrà il trasporto calcolato al 4%. In pratica, “compriamo il trasporto” al 22% e lo rivendiamo al 4%. In questo caso, non perdiamo il 18% di IVA, che non verrà rimborsato? Grazie.

Buongiorno,

quando acquista il servizio di trasporto al 22% di IVA e poi rivende il prodotto finito applicando l’IVA al 4%, può sembrare che lei stia perdendo il 18% di differenza tra le due aliquote. Questo scenario può confondere ma occorre considerare il meccanismo di detrazione dell’IVA che può risolvere questa apparente perdita.

Quando lei acquista beni o servizi soggetti ad IVA, come nel caso del trasporto, può detrarre l’IVA pagata sugli acquisti dall’IVA che deve versare allo Stato sulle vendite. In pratica l’IVA che paga sul trasporto può essere compensata con l’IVA che incassa dalla vendita del prodotto finito.

Riprendiamo il suo esempio pratico per chiarire meglio. Supponiamo che il costo del trasporto sia di 0,20 € per Kg con IVA al 22%. L’IVA su questo costo sarà quindi 0,20 € * 22% = 0,044 €. Quando vende il prodotto finito, che ha un’IVA al 4%, applica questa aliquota su tutto il prezzo di vendita, che include i costi di produzione e di trasporto.

Se il prezzo di vendita del prodotto finito è di 1 € al Kg, l’IVA al 4% su questo prezzo sarà 1 € * 4% = 0,04 €. Ora, l’IVA che deve versare allo Stato sarà calcolata sottraendo l’IVA pagata sugli acquisti (trasporto) dall’IVA incassata sulle vendite.

Facciamo i calcoli:

  • Costo del trasporto con IVA: 0,20 € + 0,044 € (IVA al 22%) = 0,244 €;
  • Prezzo di vendita del prodotto finito: 1 € + 0,04 € (IVA al 4%) = 1,04 €.

L’IVA che deve versare allo Stato sarà:

  • IVA incassata sulle vendite: 0,04 €;
  • IVA pagata sugli acquisti (trasporto): 0,044 €.

Quindi, l’IVA dovuta allo Stato sarà: 0,04 € (incassata) – 0,044 € (pagata) = -0,004 €.

In questo esempio, risulterebbe in credito d’IVA di 0,004 € per ogni Kg venduto. Questo credito può essere utilizzato per compensare future imposte dovute, evitando così di perdere la differenza di IVA.

Perciò non perde il 18% di IVA. Grazie al meccanismo di detrazione dell’IVA, può compensare l’IVA al 22% pagata sul trasporto con l’IVA al 4% incassata sulle vendite. La differenza tra l’IVA pagata e quella incassata verrà quindi bilanciata nel calcolo periodico dell’IVA. 

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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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NOTA: la presente non rappresenta un'attività di consulenza ma semplicemente la risposta a un quesito posto sul sito partitaiva.it alla quale rispondiamo gratuitamente ai lettori, tramite il nostro coordinamento scientifico formato da un team di commercialisti e consulenti del lavoro.

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