- Il cartomante è colui che grazie alla maestria ed esperienza nella lettura delle carte permette di dare delle risposte alle persone.
- Per diventare un cartomante in proprio occorre aprire una partita Iva con il relativo codice Ateco dopo aver appreso i segreti del mestiere.
- Le tasse e i contributi si calcolano in base al coefficiente di redditività, qualora l’attività sia svolta in regime forfettario.
Lavorare come cartomante in Italia è legale entro certi limiti e lo svolgimento di questa attività prevede il rispetto di alcuni adempimenti: un professionista con una certa esperienza può decidere di aprire un’attività in proprio, oppure prestare servizio presso un’azienda che lo ha assunto.
In base alla tipologia di attività svolta, in proprio o dipendente, il cartomante deve regolarizzare la propria posizione tramite il versamento di tasse e contributi. Talvolta, per lo svolgimento di questa attività serve la partita Iva, ma qual è il codice Ateco e quale il regime fiscale di riferimento?
Scopriamo come diventare cartomante in proprio: quali sono gli obblighi fiscali, come si diventa un professionista e quanto si può guadagnare ogni mese al netto di tasse e contributi.
Indice
Chi è il cartomante e cosa fa
La cartomanzia, composta dalla parola “carta” e dal termine greco “manteìa”, cioè previsione, è l’antica arte della lettura delle carte che secondo dettami esoterici permette di avere delle risposte sul futuro delle persone: non è una scienza esatta, ma una pratica antica a cui è possibile credere o meno.
Questa attività esiste in Europa dalla metà del 1300 quando hanno iniziato a diffondersi le carte: inizialmente utilizzate pe svago e divertimento, vennero presto utilizzate da maghi, stregoni, cartomanti e indovini che vi attribuivano capacità di previsione del futuro.
Il cartomante oggi è un uomo o una donna in grado di leggere le carte per offrire delle risposte alle persone che decidono di affidarsi a questa arte per conoscere ciò che li attende in amore, nel lavoro, nella fortuna o nella salute. Tuttavia per essere legale l’attività non deve essere condotta in modo truffaldino, per cui chi la svolge deve mettere in chiaro da subito la non scientificità del metodo ai propri clienti.
Come diventare cartomante
A differenza di altre professioni “tradizionali”, per diventare cartomante non esistono percorsi specifici o scuole che permettono di apprendere le tecniche di questa arte antica, i cui segreti vengono gelosamente custoditi dai più esperti.
Il primo passo per diventare cartomante, quindi, è svolgere uno stage o un tirocinio presso un professionista del settore per farsi insegnare tutte le tecniche e i trucchi della lettura delle carte.
Non bisogna dimenticare, però, che ci sono alcune competenze di base che un cartomante deve possedere per avere successo: la capacità di ascolto, l’empatia, e soprattutto la capacità di dare risposte a chi si affida alle sue previsioni.
Lavorare come cartomante: come avviare l’attività in proprio
Non appena apprese le tecniche del mestiere da un professionista, è possibile avviare l’attività di cartomante in proprio: la prima cosa da fare, in questo caso, è farsi conoscere. Per questo motivo un buon cartomante deve conoscere le tecniche di marketing e comunicazione, magari realizzare un sito web nel quale presentare l’attività e i servizi disponibili per i clienti.
Il secondo step è la scelta delle diverse modalità di svolgimento della consulenza:
- cartomante al telefono;
- cartomante digitale sul web;
- consulenza di persona presso la propria abitazione o l’ufficio.
A seconda della tipologia di consulenza, si dovranno adottare diverse modalità di accoglienza dei clienti: se si sceglie di ricevere le persone in casa o in ufficio è opportuno curare l’ambiente utilizzando arredi particolari, incensi, decorazioni mistiche, colori e un certo senso di mistero che contribuiscono a completare l’atmosfera della cartomanzia.
Scegliendo le consulenze al telefono è necessario attivare una linea fissa o mobile con precisi orari di apertura e chiusura per le prenotazioni; mentre per le consulenze digitali basteranno un PC, un telefono aziendale e un paio di cuffie per lavorare serenamente.
Infine, è opportuno decidere quale modalità di pagamento sfruttare per ricevere i compensi: puoi scegliere tra pagamenti con PayPal, carta di credito o qualsiasi altro metodo tracciabile per ricevere denaro. Dovrai anche considerare l’emissione di fatture o ricevute fiscali, mentre per la contabilità potresti aver bisogno di un commercialista.
Lavorare come cartomante in proprio: serve la partita Iva?
Lavorare come cartomante è un’attività legale in Italia entro certi limiti, come previsto dal T.U.L.P.S., il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza1 che all’articolo 121 vieta la pratica del ciarlatano.
Se la cartomante si limita alla lettura delle carte, a fornire consigli utili per il futuro, ad ascoltare i problemi delle persone e a dare il proprio parere senza sconfinare nel promettere miracoli o proporre metodi di medicina alternativa, l’attività svolta è assolutamente legale.
Per mettersi in proprio, però, è necessaria l’apertura di una partita Iva e l’assegnazione di un codice Ateco di riferimento, salvo le attività svolte a carattere occasionale.
Codice Ateco cartomanzia e regime fiscale
Visto che non esiste un codice Ateco specifico per l’iscrizione della propria attività alla Camera di Commercio, alla cartomanzia vengono solitamente assegnati i seguenti codici:
- codice Ateco 74.90.99 (altre attività professionali nca);
- codice Ateco 96.09.09 (altri servizi alla persona nca).
Per quanto riguarda il regime fiscale, qualora i compensi rimangano al di sotto della soglia di 65.000 euro all’anno, è possibile optare per il regime forfettario.
Quanto guadagna un cartomante
Secondo i dati raccolti dal Codacons nel 20172, sono almeno 13 milioni gli italiani che si affidano all’occulto, ovvero che sfruttano i servizi degli oltre 155.000 operatori sul mercato tra maghi, cartomanti e astrologi. Ma quanto guadagnano questi professionisti?
L’esperienza nel settore è un fattore determinante per un cartomante, che può decidere di offrire consulenze in presenza oppure online, soprattutto con lo sviluppo di nuove piattaforme digitali. Risulta quindi piuttosto difficile stimare i guadagni di un cartomante.
Possiamo tuttavia ipotizzare che chi lavora in un call center percepisca un guadagno in base alla durata di una consulenza, mentre i guadagni aumentano proporzionalmente qualora si riesca a diventare un cartomante in proprio.
I cartomanti esperti possono richiedere dai 50 ai 200 euro per ogni consulenza: ciò significa che bastano circa 10 o 20 clienti al mese per ottenere una retribuzione anche superiore a 2000 euro.
Tasse e contributi per un cartomante
All’interno del regime fiscale agevolato, un libero professionista non è assoggettato alle differenti aliquote IRPEF (come previsto per il regime ordinario), ma deve considerare invece un’aliquota unica al 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni dall’avvio della propria attività.
In questo regime i costi vengono stabiliti dallo Stato in base al coefficiente di redditività che, per la cartomanzia, è pari al 78%: ciò significa che i costi forfettari che lo Stato ipotizza per la tua attività corrispondono sempre al 22% del tuo fatturato totale.
Per quanto riguarda il versamento dei contributi, invece, la cartomanzia non ha alcuna cassa privata: dovrai quindi iscriverti alla Gestione separata INPS, calcolando i contributi sul guadagnato.
Lavorare come cartomante – Domande frequenti
Non esiste una scuola o una formazione specifica per diventare cartomante: se vuoi apprendere i segreti di questo mestiere dovrai affidarti a un professionista esperto. Puoi svolgere un tirocinio o uno stage per apprendere le tecniche del mestiere prima di metterti in proprio.
Se vuoi diventare cartomante in proprio devi aprire la partita Iva: solitamente viene assegnato il codice ATECO 74.94.99 (“altre attività professionali“) oppure 96.09.09 che rappresenta “Altre attività di servizi per la persona nca” e viene utilizzato da spiritisti, astrologi e servizi domestici.
Tra maghi, cartomanti, astrologi e veggenti in Italia si contano oltre 155.000 operatori dell’occulto per un giro d’affari pari a 8 miliardi di euro, mentre gli italiani che si affidano a questo settore sono oltre 13 milioni secondo il Codacons (dati del 2017).
- Decreto 18 giugno 1931, n. 773, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
- “Cartomanti e veggenti, un giro d’affari da 8 miliardi”, rassegna Stampa Codacons, codacons.it ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor