- I videoterminalisti sono lavoratori che utilizzano attrezzatura VDT e che svolgono l’attività in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali.
- Il lavoro al pc o al videoterminale comporta dei rischi per la propria salute che possono manifestarsi a livello visivo, posturale e persino psicologico.
- Il datore di lavoro deve rispettare degli obblighi di tutela del lavoratore, pena l’applicazione di pensanti sanzioni amministrative e legali.
Lavorare al videoterminale o al pc comporta dei rischi per il lavoratore che dipendono non solo dagli strumenti che utilizza per svolgere la sua attività, ma anche dall’ambiente circostante nel quale si trova a svolgere la professione e dalle ore di lavoro che trascorre davanti agli schermi.
A tutela dei videoterminalisti, che trascorrono almeno 20 ore a settimana di fronte a strumenti VDT, sono state introdotte delle regole e dei limiti connessi alla professione: per esempio, una pausa obbligatoria ogni 2 ore di lavoro, la sorveglianza sanitaria periodica dei dipendenti e la formazione obbligatoria da parte del datore di lavoro.
Il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro offre una panoramica esaustiva dei rischi connessi alla professione del videoterminalista, oltre a definire la normativa, le regole e gli obblighi che i lavoratori e i datori di lavoro devono rispettare, pena l’applicazione di pesanti sanzioni.
Indice
Lavorare al pc o a videoterminale: cosa significa
Il decreto legislativo numero 81/081 all’articolo 173 fornisce tre definizioni importanti per contestualizzare al meglio il lavoro al pc o al videoterminale:
- il videoterminale è uno schermo alfanumerico o grafico che viene utilizzato da alcune categorie di lavoratori a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato;
- con l’espressione “posto di lavoro VDT” si intende quell’insieme di attrezzature munite di videoterminale, che comprendono anche tastiere, mouse, software e altri strumenti connessi;
- possiamo considerare “lavoratori addetti al terminale” quei soggetti che utilizzano l’attrezzatura VDT e che svolgono tale attività in modo sistematico o abituale, per almeno 20 ore settimanali.
Lavorare al pc o al videoterminale potrebbe non sembrare qualcosa di rischioso, in quanto attività da svolgersi prevalentemente in ufficio o a casa in smart working.
Nonostante questo, i rischi connessi allo svolgimento di questa professione sono notevoli ed è per questo che esiste una normativa e delle tutele specifiche per i lavoratori considerati “videoterminalisti”.
Questa categoria di lavoratori non utilizza soltanto il pc, ma anche tablet, notebook o registratori di cassa: ogni dispositivo dotato di monitor e video, per cui si necessita di una tutela specifica di fronte ai rischi connessi alla professione.
Lavorare al videoterminale: la normativa e le tutele
A tutela dei lavoratori che svolgono mansioni al pc o al videoterminale in modo continuativo, sono previste delle normative e delle regole che ogni datore di lavoro dovrebbe rispettare: il riferimento è al Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Bisogna specificare che il videoterminalista è considerato tale se svolge almeno 20 ore di lavoro settimanali di fronte a strumenti specifici e che, in assenza di questo requisito, non è sottoposto alle tutele previste dal Testo Unico. Il monte ore viene calcolato deducendo le pause obbligatorie e l’attività deve essere svolta in modo sistematico e abituale, non necessariamente continuativo.
Il videoterminalista deve tassativamente disporre una pausa pari a 15 minuti ogni 2 ore di lavoro al computer, in cui non sono compresi i tempi di attesa per lo spegnimento o l’accensione del pc. Tutto questo è deciso per evitare che, nel lungo periodo, possano insorgere problematiche di salute piuttosto gravi.
Le pause non sono cumulabili, quindi il datore di lavoro non può concedere una prima pausa di 5 minuti e una seconda di 25 minuti per compensare.
Sorveglianza sanitaria e formazione obbligatoria
All’articolo 176 del Testo Unico viene poi disposta la sorveglianza sanitaria obbligatoria per i videoterminalisti, che comprende una visita di controllo e idoneità allo svolgimento della mansione (da effettuare prima dell’inizio dell’attività) e una serie di visite successive per l’attività VDT con cadenza periodica, in base all’età anagrafica del lavoratore.
Per i lavoratori con meno di 50 anni è prevista una visita medica con controllo della funzionalità visiva ogni 5 anni di attività, mentre per quelli di età superiore a 50 anni la visita è prevista ogni 2 anni.
Infine, il datore deve offrire ai propri dipendenti VDT una formazione obbligatoria per fornire informazioni e dettagli su come ridurre i rischi connessi all’attività, oltre ad approfondire vari aspetti della professione.
Quali sono i rischi di lavorare al PC
L’esposizione al videoterminale per almeno 20 ore a settimana comporta dei rischi a livello di vista e occhi, così come può provocare affaticamento fisico o mentale. Nello svolgimento dell’attività si possono riscontrare anche disturbi alla schiena, problemi di postura e altri stati psichici-emotivi quali sensazione di ansia, stress o nervosismo.
Le condizioni ergonomiche della propria postazione e le condizioni igienico-ambientali della stessa, inoltre, possono incidere sulla salute del lavoratore.
Tutti questi rischi non sono generati esclusivamente dall’esposizione al videoterminale, ma anche da altri elementi, che vanno a completare la postazione del lavoratore: concorrono quindi i componenti VDT come schermo, tastiera, mouse, software, scrivania, seduta e altri fattori ambientali quali l’illuminazione dell’ufficio, il rumore e l’eventuale areazione degli ambienti.
1. I disturbi visivi
Tra i principali disturbi visivi che possono manifestarsi tra i videoterminalisti ci sono: arrossamento degli occhi, bruciore, tensione oculare e pesantezza, annebbiamento della vista o deficit di messa a fuoco. Ad oggi, comunque, vengono utilizzati degli schermi particolari con display moderni e meno pericolosi per la vista.
2. I disturbi posturali
I disturbi posturali dei videoterminalisti sono spesso legati a una postura scorretta o a posizioni inadeguate per la sicurezza e la salute del lavoratore: possono verificarsi, dunque, problemi alla colonna vertebrale, nella zona lombare e cervicale, oppure disturbi ai muscoli e ai tendini.
I sintomi più comuni di questi disturbi sono: dolori lombari, sindrome del tunnel carpale, mal di schiena, borsiti e tenosinoviti.
3. I disturbi psicologici
Ci sono poi dei possibili disturbi psicologici che non devono essere sottovalutati e che possono essere causati dall’ambiente di lavoro nel quale è inserito il videoterminalista, oppure dai carichi di lavoro a cui viene sottoposto ogni giorno.
Lo stress mentale del lavoratore può provocare inefficienza, ma soprattutto il peggioramento di altri disturbi (ansia, depressione, affaticamento psicologico).
Postazione di lavoro al computer: come ridurre i rischi
Per ridurre i rischi connessi alla professione del videoterminalista, è importante allestire una buona postazione di lavoro: esistono a tal fine delle regole specifiche, oltre che tanti buoni consigli e dritte da mettere in pratica per migliorare le condizioni di salute, l’ambiente di lavoro e ridurre l’esposizione al rischio.
Prima di tutto, il videoterminale dovrebbe essere posizionato a una distanza di circa 50-70 cm dagli occhi e il monitor dovrebbe essere regolato a un’altezza più bassa rispetto alla vista del lavoratore e con un’inclinazione a 90° rispetto alla finestra. Vanno poi regolati la luminosità, i colori e il contrasto dello schermo.
Una buona regola è quella di mantenere una postura corretta regolando lo schienale, in modo da sostenere l’intera zona lombare e il sedile, formando un angolo di 90° con le gambe mantenendo i piedi ben appoggiati a terra.
La tastiera dovrebbe essere posizionata sulla scrivania a una distanza di circa 15 cm per permettere all’avanbraccio di appoggiarsi correttamente.
Lavoro al PC: quali sono gli obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro, come previsto dall’articolo 174 del D.lgs 81/08, deve rispettare alcuni obblighi per tutelare il lavoratore e proteggerlo da eventuali rischi connessi allo svolgimento della professione quali:
- analizzare e controllare la postazione di lavoro dei propri dipendenti per verificare la correttezza della postura e valutare eventuali miglioramenti che possono essere apportati per ridurre i rischi;
- adottare qualsiasi misura possibile per ovviare i rischi connessi alla professione del videoterminalista;
- predisporre postazioni di lavoro in conformità ai requisiti fissati nell’allegato XXXIV2.
Sanzioni amministrative e penali
L’inosservanza di una o più norme previste dal Testo Unico in materia di lavoratori terminalisti, comporta l’applicazione di sanzioni amministrative e penali per il datore di lavoro:
- sanzione da 2.500 a 6.400 euro o l’arresto da 3 a 6 mesi in caso di mancata valutazione del rischio e mancanza di sorveglianza sanitaria;
- sanzione da 750 a 4.000 euro o arresto da 2 a 4 mesi in caso di mancata formazione e fornitura al lavoratore dei dispositivi speciali di correzione visiva.
Lavorare al pc o a videoterminale – Domande frequenti
Chi lavora al computer per almeno 20 ore a settimana ha diritto a 15 minuti di pausa ogni 2 ore di lavoro, come stabilisce il D. lgs n. 81 del 2008. Se il datore nega il diritto alla pausa di 15 minuti rischia pesanti sanzioni.
Secondo la definizione, il videoterminalista è il lavoratore che fa uso di videoterminali (VDT), ossia di attrezzature munite di schermi alfanumerici e grafici, a prescindere dal tipo di visualizzatore, utilizzati per almeno 20 ore settimanali.
Mal di testa, bruciore agli occhi, lacrimazione, dolori in corrispondenza di spalle, braccia e mani sono i disturbi che più frequentemente interessano gli addetti ai videoterminali.
- Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, D.Lgs 9 aprile 2008, n.81, lavoro.gov.it ↩︎
- Allegato XXXIV, Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, art. 174 c. 3 del DLgs 81/08, gazzettaufficiale.it ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor