- Per guadagnare 3.000 euro netti al mese con una Partita IVA, è fondamentale tenere presenti i vari aspetti di gestione dell’attività autonoma, come il compenso annuo netto, i contributi previdenziali e gli scaglioni IRPEF.
- Un’accurata pianificazione finanziaria è necessaria per calcolare il fatturato lordo adeguato, considerando tasse e contributi.
- Questo processo richiede un’analisi dettagliata delle uscite e delle soglie di tassazione per stabilire l’importo esatto da fatturare.
Molti in Italia optano per l’apertura di una Partita IVA, una scelta che offre flessibilità e autonomia, ma che comporta anche la necessità di una pianificazione finanziaria accurata per raggiungere gli obiettivi di reddito prefissati.
3000€ netti al mese possono sembrare un obiettivo raggiungibile facilmente, specialmente per un professionista autonomo ambizioso e con tanta voglia di avere successo. Tuttavia, bisogna considerare i vari fattori che influiscono sul netto finale.
In questo articolo, esploreremo dettagliatamente come calcolare il fatturato necessario per raggiungere questo obiettivo di guadagno, fornendo una guida chiara e pratica per i professionisti autonomi.
Indice
Guadagnare 3000€ al mese: l’importo netto
Per i titolari di Partita IVA, stabilire un obiettivo di guadagno netto mensile è il primo passo per pianificare il proprio percorso finanziario. Se l’obiettivo è guadagnare 3.000 euro netti al mese, è necessario innanzitutto considerare questo importo in termini annuali.
Moltiplicando 3.000 euro per i 12 mesi dell’anno, otteniamo un compenso annuo netto di 36.000 euro. Tuttavia, questo è solo l’inizio del calcolo.
Dobbiamo infatti arrivare a ottenere il fatturato lordo, che dev’essere sufficientemente alto da coprire non solo il guadagno netto desiderato, ma anche i contributi previdenziali, le tasse, e qualsiasi altra spesa operativa. Vediamo come fare.
Contributi previdenziali e IRPEF: le spese di una partita Iva
I contributi previdenziali rappresentano una quota significativa delle uscite per i titolari di Partita IVA. Ad esempio, se sei iscritto alla Gestione Separata INPS, dovrai pagare una percentuale del 26,23% sull’imponibile, che corrisponde ai tuoi incassi meno le spese deducibili.
In aggiunta ai contributi previdenziali, bisogna considerare la tassazione secondo gli scaglioni di reddito e le relative aliquote IRPEF. Con la riforma fiscale, il sistema prevede oggi quattro scaglioni di reddito, ognuno con la propria aliquota di imposta, per le partite IVA ordinarie.
La tabella sottostante offre una panoramica generale, che implica la gestione separata poiché è il regime INPS più adottato in Italia. Per le altre casse previdenziali, sarà necessario un altro calcolo.
Scaglione | % IRPEF | % contributi previdenziali | Uscite | Netto mensile rimanente entro soglia |
Fino ai 15.000€ | 23% | 26,23% | 49,23% | 634€ |
Tra i 15.000€ e i 28.000€ | 25% | 26,23% | 51,22% | 1.163€ |
Tra i 28.000€ e i 50.000€ | 35% | 26,23% | 61,23% | 1.881€ |
Oltre i 50.000€ | 43% | 26,23% | 69,23% | Variabile |
È quindi evidente che per fatturare 3000€ netti mensili, dovremo essere collocati nel quarto scaglione di reddito IRPEF. Vediamo quindi come effettuare il calcolo pratico del fatturato necessario.
Attenzione però: dal prossimo anno, il 2024, gli scaglioni IRPEF verranno ulteriormente ridotti a tre, quindi è necessario rimanere aggiornati sulle novità fiscali per ottenere stime veritiere. Inoltre, chi aderisce al regime fiscale forfettario presenta una tassa sostitutiva rispetto all’IRPEF.
Quanto devo fatturare per guadagnare 3000€ in regime ordinario
Calcolare la somma totale delle tasse e dei contributi è un passaggio cruciale per determinare quanto fatturare. Questo calcolo include sia le percentuali IRPEF relative a ciascuno scaglione di reddito sia i contributi previdenziali. Va considerato che ogni partita Iva fa riferimento in base al settore ad uno specifico coefficiente di redditività. Si devono poi calcolare tasse e contributi.
Ad esempio, nello scaglione con aliquota IRPEF del 43%, aggiungendo il 26,23% dei contributi INPS, otteniamo una somma totale del 69,23%.
Questa percentuale complessiva ti permette di calcolare quanto devi fatturare per coprire sia le tasse sia i contributi, assicurandoti di raggiungere il tuo obiettivo di guadagno netto mensile.
L’esempio pratico
Per illustrare come questi calcoli si applicano nella pratica, consideriamo il caso di un professionista con Partita IVA in regime ordinario e iscritto alla Gestione Separata, che mira a guadagnare 3.000 euro netti al mese. In base agli scaglioni IRPEF e ai contributi INPS, calcoliamo il fatturato annuo necessario:
- calcoliamo prima di tutto il compenso annuo netto, facendo 3.000€ x 12, che dà 36.000€;
- aggiungiamo agli incassi da prevedere la somma da destinare all’IRPEF, in questo caso con aliquota al 43%, quindi 15.480€;
- aggiungiamo infine i contributi previdenziali, ovvero il 26,23% sulla base imponibile e quindi 9.442,8€.
Sommando le tasse e i contributi per ciascun scaglione, arriviamo quindi a un fatturato annuo di circa 60.922,8€, anche se questo calcolo non tiene conto di eventuali spese deducibili poiché si tratta di stime troppo variegate che dipendono da professionista a professionista.
Questo significa che per guadagnare 3.000€ netti al mese, il professionista deve fatturare circa 5.077€ mensili.
Quanto devo fatturare per guadagnare 3000€ in regime forfettario
Le cose cambiano invece per il regime fiscale forfettario: chi intende guadagnare al netto la cifra annua vista prima, può aderire a questo vantaggioso regime fiscale, previsto per chi ha ricavi inferiori a 85.000 euro annui.
Qui le tasse sono molto più basse, ovvero possono variare dal 5% per i primi 5 anni al 15% per il periodo successivo. Tuttavia bisogna tenere conto che i contributi sono gli stessi rispetto ad una partita Iva ordinaria. Con il regime di vantaggio è possibile guadagnare 3.000 euro netti al mese partendo da un ricavo lordo più basso.
Anche con questo regime agevolato bisogna quindi tenere presente diversi fattori, come:
- tasse da pagare (al 5% o al 15%);
- contributi da versare (all’INPS oppure ad un’altra cassa);
- qual è la base imponibile su cui calcolare tasse e contributi.
Facciamo un rapido esempio: una partita Iva forfettaria presenta un coefficiente di redditività, in base al proprio codice Ateco, del 67%. Le tasse, dato che l’attività è appena stata avviata, sono al 5%. Tramite Gestione Separata invece, i contributi sono al 26,23%. Il calcolo da fare è il seguente:
(5% x 67%) + (26,23% x 67%) = 20,96%
Il risultato corrisponde a ciò che l’autonomo con regime forfettario dovrà versare tra tasse e contributi, mentre il rimanente è ciò che guadagna in termini netti. Quindi (100% – 20,96%) come risultato dà 79,04, ovvero la percentuale di guadagno netta sul totale.
Questo regime di vantaggio è particolarmente utile a chi ha appena avviato un’attività autonoma e garantisce un netto mensile maggiore perché le tasse applicate sono inferiori rispetto al regime fiscale ordinario.
Per ottenere quindi 3.000 euro netti al mese secondo questo esempio, bisogna fare la seguente proporzione: 3.000€ : 79,04 = x : 100. Il risultato è 3.795, ovvero l’importo in euro che il professionista deve guadagnare lordi ogni mese per avere 3.000 euro netti.
Quanto fatturare per guadagnare 3.000 euro – Domande frequenti
Per guadagnare 3.000 euro netti al mese con una Partita IVA, è necessario fatturare circa 5.077 euro al mese. Questo calcolo tiene conto di contributi previdenziali, tasse e scaglioni IRPEF, ma non include spese deducibili specifiche, che possono variare a seconda della situazione individuale.
Per ottenere un guadagno netto di 1.500 euro al mese con una Partita IVA, è necessario fatturare circa 2.268,3 euro al mese. Questo calcolo considera i contributi previdenziali, le tasse e gli scaglioni IRPEF, ma non include spese deducibili che potrebbero variare individualmente.
Il guadagno dipende da tante variabili: il settore in cui si muove il lavoratore autonomo, la cassa previdenziale di riferimento, la tassazione applicata e così via.
Buonasera, se ho un lavoro da dipendente d’azienda, posso lavorare con partita IVA, forfetario, devo pagare l’Inps, sono esente dal pagamento di questa tassa.
Buonasera,
se il lavoro è a tempo pieno potrebbe essere esonerato dal pagamento dell’inps. Dipende dalla gestione inps alla quale si dovrebbe iscrivere.
Team partitaiva.it