Secondo acconto forfettari: la scadenza potrebbe slittare a gennaio 2025

Il secondo acconto di pagamento delle tasse per i forfettari potrebbe slittare al 16 gennaio 2025: tutte le ipotesi al vaglio.

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  • Il 30 novembre normalmente è stabilito il termine per il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, ma trattandosi di un sabato, quest’anno cade al 2 dicembre 2024.
  • Le partite IVA forfettarie e ordinarie devono rispettare questo adempimento, che coinvolge per ciò che riguarda le somme a debito anche dipendenti e pensionati.
  • Secondo recenti ipotesi, per chi opera con regime fiscale forfettario potrebbe arrivare uno slittamento simile a quello dell’anno scorso, con scadenza a gennaio 2025 e possibilità di rateizzare.

La scadenza del pagamento del secondo acconto IRPEF rappresenta uno dei principali adempimenti da monitorare per le partite IVA con regime ordinario o per l’imposta sostitutiva del forfettario. Lo scorso anno era stata confermata per coloro che aderivano al regime fiscale forfettario la possibilità di spostare la scadenza del secondo acconto a gennaio dell’anno successivo.

Normalmente il versamento delle tasse è previsto con termine al 30 novembre, ma secondo le ipotesi recenti potrà nuovamente slittare fino a gennaio del prossimo anno. Inoltre questo pagamento potrà essere rateizzato. Il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte per i forfettari era stato specificato inizialmente nella circolare n.31/E del 9 novembre 20231.

Attualmente la data ultima per procedere è per tutti al 2 dicembre 2024, ma ancora è in discussione la possibilità di garantire lo spostamento del secondo acconto al 2025, per cui si attende di conoscere i dettagli della proposta e i possibili beneficiari.

Secondo acconto forfettari: come funziona

Vediamo brevemente come funziona il secondo acconto da pagare per i forfettari per quest’anno. Normalmente le partite IVA che aderiscono a questo regime fiscale agevolato pagano una flat tax, ovvero una tassa vantaggiosa del 5% per i primi 5 anni, che sale al 15% per i periodi successivi.

Inoltre, devono versare i contributi all’INPS, ad una gestione specifica come la Gestione Separata, quella dedicata ad Artigiani e Commercianti o in alternativa provvedono al pagamento ad una cassa associata ad un ordine professionale.

Anche per questi contribuenti scade normalmente il 30 novembre il pagamento del secondo acconto delle tasse, calcolate in base all’imposta sostitutiva, ma poiché questa data cade di sabato, quest’anno l’effettivo termine è al 2 dicembre 2024.

Ricordiamo che nello stesso mese termina anche l’ultimo versamento rateizzato per le tasse estive e il pagamento delle marche da bollo: questa data è quindi importante per diversi adempimenti.

Cosa cambia per il secondo acconto dei forfettari

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Al momento al vaglio vi è la possibilità di riproporre la misura presente lo scorso anno che ha permesso ai forfettari di provvedere al pagamento del secondo acconto a rate e con scadenza a gennaio dell’anno successivo. Secondo queste proposte, il nuovo termine potrebbe essere fissato a metà gennaio 2025. Inoltre, si discute la possibilità di chiedere una rateizzazione su questi importi.

Questa soluzione adottata lo scorso anno non era per tutti, perché il lavoratore autonomo con regime forfettario doveva rispettare alcuni requisiti:

  • i ricavi dovevano essere inferiori a 170.000 euro (nel caso dei forfettari questo requisito è sempre soddisfatto, a causa della soglia limite per aderirvi, di 85.000 euro);
  • dovevano aver svolto attività autonoma nel 2022, ovvero la partita IVA non doveva essere nuova.

Sono stati inclusi nella possibilità di slittare il secondo acconto (per ciò che riguarda le tasse) i forfettari in quanto persone fisiche, imprenditori individuali oppure coloro che conducevano un’impresa familiare non organizzata in forma societaria. Si attende di sapere se anche quest’anno verrà data questa possibilità ai contribuenti.

Per il momento la proposta del governo sul tema riguarda il possibile slittamento al 16 gennaio 2025, con rateizzazione possibile fino a giugno del prossimo anno per un massimo di sei rate. Ancora non è chiaro se questo meccanismo riguarderà solamente i forfettari oppure sarà rivolto a tutte le partite IVA.

Casi di esclusione dallo slittamento del pagamento

Vediamo brevemente quali sono stati i casi di esclusione dallo slittamento dei termini applicati lo scorso anno. Si trattava di tutte quelle partite IVA forfettarie aperte nell’ultimo anno, ovvero che non avevano percepito ricavi nel 2022, i non titolari di partita IVA o coloro che avevano una posizione che superava 170.000 euro di ricavi annui.

Sono stati anche esclusi lo scorso anno i soggetti che hanno costituito una società, ovvero diversi dalle persone fisiche, ma questo potrebbe cambiare. Va evidenziato anche un altro aspetto cruciale per un lavoratore forfettario: dallo slittamento sono state escluse le somme relative ai contributi da versare all’INPS, per cui la misura ha riguardato solamente le imposte.

Contributi INPS esclusi dallo slittamento per i forfettari

Oltre alle tasse dovute con la flat tax, i lavoratori autonomi con una partita IVA che aderiscono al regime fiscale forfettario versano ogni anno anche i contributi previdenziali e assistenziali all’INPS: pensiamo ad esempio a chi aderisce alla Gestione Separata. In questi casi la percentuale da applicare sui ricavi è maggiore rispetto a quella prevista per le tasse.

Si può quindi dire che non è raro che un lavoratore forfettario versi una somma maggiore per i contributi rispetto a quella dovuta per le tasse, che sono ridotte al 5% o al 15% grazie alla flat tax. Per fare un esempio, i contributi INPS per la Gestione Separata sono calcolati con una percentuale del 26,07%, molto superiore a quella disposta per le tasse dei forfettari.

Questi contributi vengono versati dai lavoratori autonomi insieme alle tasse, quindi la scadenza è generalmente stabilita al 30 novembre. Fatte queste premesse, è chiaro che lo slittamento del secondo acconto per i forfettari, che riguarda solo le tasse, lascia fuori gli importi più consistenti che i forfettari versano allo stato.

In breve, un autonomo con partita IVA forfettaria deve comunque versare le somme dovute all’ente previdenziale entro il 30 novembre, mentre può scegliere di far slittare il pagamento delle imposte. Si può dire che questo slittamento ha un impatto minimo sul totale delle somme da versare entro fine novembre a carico dei forfettari.

Concordato preventivo biennale e partite IVA forfettarie

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda le modifiche alle imposte introdotte dal concordato preventivo biennale per i forfettari. Questo strumento, che permette un accordo con il fisco su una quota fissa di imposte da pagare nell’arco di due anni, è stato rivolto esclusivamente ai soggetti ISA e ai forfettari.

Questi ultimi, se hanno aderito allo strumento, pagheranno le tasse in base alla proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate, in relazione ai redditi percepiti negli ultimi anni. Nel caso di una partita IVA forfettaria che entro il 31 ottobre ha aderito al concordato, se questa ha superato il reddito concordato con il fisco, le imposte da pagare sulle somme in più saranno:

  • del 3% per le partite IVA forfettarie nei primi 5 anni;
  • del 10% per le partite IVA forfettarie dopo i primi 5 anni di attività.

Secondo acconto forfettari – Domande frequenti

Come funziona il secondo acconto per i forfettari?

I forfettari normalmente versano il secondo acconto, che comprende la flat tax e i contributi, entro il 30 novembre. Una recente proposta del governo prevede lo slittamento a gennaio 2025.

Qual è il codice tributo per il secondo acconto dei forfettari?

Per il versamento del secondo acconto dei forfettari si utilizza il codice tributo 1791: “Imposta sostitutiva sul regime forfetario – Acconto seconda rata o in unica soluzione”.

Quando slitta il pagamento del secondo acconto per i forfettari?

Questo pagamento potrà slittare al 16 gennaio 2025, anche con pagamento rateizzato in 6 quote mensili. Si attende la conferma definitiva da parte del governo.

Quali sono i requisiti dei forfettari per slittare il secondo acconto al 2024?

I forfettari devono aver percepito ricavi nel 2022, ovvero non devono aver aperto la partita IVA nel 2023. Inoltre sono previste delle soglie di ricavi, sempre rispettate dai forfettari.

  1. Circolare n.31/E del 9 novembre 2023, agenziaentrate.gov.it ↩︎

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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