- L’Inail mette in evidenza che nel corso del 2022 sono cresciuti gli infortuni sul lavoro.
- Nella percentuale complessiva ha pesato il rischio contagio da Covid-19.
- Sono riprese le denunce dei lavorato under 20, soprattutto studenti.
Nel 2022 le denunce per infortuni sul lavoro sono aumentate del 24,6% rispetto al 2021. È quanto emerge dal rapporto Inail: “Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali” pubblicato nel corso del mese di ottobre 2023.
Secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’istituto, aggiornate al mese di aprile 2023, nel corso del 2022 sono state effettuate 703.432 denunce di infortunio: 139.000 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa stia accadendo nel mondo del lavoro.
Indice
Infortuni sul lavoro: nel 2022 sono in aumento
L’Inail, nel corso del 2022, ha registrato (la rilevazione è aggiornata al 30 aprile 2023) 703.432 denunce di infortunio sul lavoro. Complessivamente siamo davanti ad un aumento del 24,6% rispetto al 2021. Quali sono le cause che hanno portato a questi numeri?
A determinare questo incremento sono state principalmente le denunce di infortunio da Covid-19, che sono passate da 49.000 del 2021 alle 120.000 del 2022 (registrando una crescita pari al 71.000 casi). Crescono anche i cosiddetti infortuni tradizionali, cioè quelli non determinati dal contagio, che sono aumentati di 68.000 casi.
Dai dati Inail, in estrema sintesi, emerge che sono drasticamente aumentati gli infortuni causati dal Covid-19: complessivamente l’incidenza media di questo tipo di infortunio è di una denuncia su sei nel 2022, mentre nel 2021 era una su dodici. Nel 2020, solo per avere un ulteriore parametro di confronto, era di una su quattro.
Volendo togliere dal numero complessivo degli infortuni quelli causati dai contagi, a livello nazionale l’aumento degli infortuni sul lavoro scende dal +24,6% al +13,2%.
Aumento delle denunce all’Inail
Volendo entrare un po’ più nel dettaglio, l’aumento delle denunce è caratterizzato da un incremento:
- del 27% di quelle relative agli infortuni in occasione di lavoro, che sono passate da 480.000 a 610.000 (in questa modalità si concentrano quelle da contagio);
- dell’11% di quelle in itinere, che sono passate da 85.000 a 94.000. A determinare questo incremento ha contribuito anche il calo del ricorso allo smart working.
Rimangono stazionari, invece, gli infortuni causati dagli incidenti stradali in occasione del lavoro: in questo caso siamo rimasti intorno ai 16.000 casi. Nella casistica sono stati coinvolti conducenti professionali, come ad esempio camionisti e tassisti.
Complessivamente al numero delle denunce di infortunio sul lavoro presentate hanno contribuito:
- la gestione assicurativa dell’industria e servizi: +23,3%, si è passati da 473.000 a 583.000 denunce;
- conto Stato: +45,9%, da quasi 65.000 a 94.000;
- l’agricoltura: scende del 2,9%, passando da oltre 27.000 a oltre 26.000.
Infortuni sul lavoro: dove sono aumentati
A registrare un aumento sono quasi tutti i settori dell’industria e dei servizi. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono in particolare la sanità e l’assistenza sociale, che sono passate da 45.000 casi a 87.000, con un incremento del 90,3%.
Non è stato ancora raggiunto il picco del 103.000 casi del 2020. A pesare su questo settore è stata la pandemia, la quale ha esposto al pericolo contagio la maggior parte del personale sanitario, che tra l’altro ha dovuto affrontare dei ritmi di lavoro molto stressanti.
Tra gli altri settori, sotto i riflettori ci sono finiti:
- amministrazione pubblica: in questo caso il maggior numero di infortuni è stato registrato negli organismi preposti alla sanità, dove le denunce sono cresciute del 66,7% (17.000);
- trasporto e magazzinaggio: con +31,8%, passando da 42.000 del 2021 alle oltre 55.000 del 2022;
- attività dei servizi di alloggio e di ristorazione con +23,8%, passando da 16.000 a 20.000.
I lavoratori coinvolti nelle denunce
Coinvolti nelle denunce per gli infortuni sul lavoro sono sia i lavoratori italiani, con un aumento del 25,8%, che gli extracomunitari (+20,6%) e i comunitari (+15,6%).
I numeri in aumento toccano trasversalmente tutte le fasce d’età. Per i più giovani, soprattutto gli under 20, è stata rilevata una ripresa delle denunce da parte degli studenti (+46,5%). Numeri in crescita anche per quanti hanno un’età compresa tra i 60 ed i 69 anni (+34,6%).
Oltre il 60% delle denunce del 2022 è stato registrato nel Nord Italia, il 20% rispettivamente al Centro e nel Meridione. L’andamento in crescita è stato registrato in tutte le aree del paese:
- Sud: +35,7%;
- Isole: +32,2%;
- Nord-ovest: +29,0%;
- Centro: +28,4%;
- Nord-est: +12,8%.
Nel 2022 il 61% delle denunce, stiamo parlando di 429.004 casi, riguarda infortuni riconosciuti sul lavoro. Il 15% di questi è avvenuto fuori dall’azienda, in occasione dello svolgimento del lavoro con un mezzo di trasporto. Sono alte le percentuali di riconoscimento della componente da Covid-19, che si è attestata al 74% nel 2021 e al 70% nel 2022.
Aumentano anche i casi di denunce presentate per malattie professionali, ovvero collegate allo svolgimento di una determinata mansione. Il dato provvisorio per il 2022 è di 60.659 denunce con questa causa. Anche questo dato rileva un aumento sostanziale rispetto agli anni precedenti.
Infortuni sul lavoro – Domande frequenti
In termini di percentuale a pesare di più sono gli infortuni derivanti dal contagio sul posto di lavoro dal Covid 19, nel 2022. Ecco tutti i dati.
L’aumento nel 2022 è stato condizionato anche dalla riduzione dell’uso dello smart working.
A causa della pandemia, il settore nel quale sono state registrate più denunce è quello sanitario. Tuttavia anche in altri ambiti si sono registrati aumenti delle denunce, come evidenzia questo report recente dell’Inail.
Per denunciare un infortunio all’Inail bisogna inviare la comunicazione specifica all’ente per via telematica, presso la sede competente del proprio domicilio.
In casi di infortuni gravi, che mettono a rischio la vita del lavoratore, bisogna procedere entro 24 ore, altrimenti si parla di due giorni.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista