- Il Trattamento di Fine Rapporto, o TFR, è soggetto a tassazione e a rivalutazione annuale in base alle imposte vigenti e ai tassi collegati all’andamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo, in riferimento alle famiglie composte da operai e impiegati.
- Il TFR è riconosciuto ai lavoratori al termine del rapporto lavorativo, quindi in caso di accesso alla pensione, licenziamento o dimissioni. In alternativa può essere accantonato in un Fondo Pensione.
- Al TFR si applicano le aliquote progressive dell’IRPEF nell’anno in cui è maturato il diritto alla percezione. Tuttavia le tasse possono scendere se il lavoratore sceglie di destinare queste somme ad un altro utilizzo.
Il TFR, o Trattamento di Fine Rapporto, è una parte della retribuzione accantonata dal datore di lavoro e restituita al dipendente al termine del rapporto lavorativo. Questa quota è soggetta a tassazione separata.
Il dipendente può scegliere di lasciare il TFR in azienda o trasferirlo in un fondo pensione esterno. In tal caso la tassazione può variare ed essere molto vantaggiosa. In alcuni casi è possibile anche richiederne l’erogazione in anticipo, fino al 70% dell’importo.
Il TFR è tassato nel momento in cui viene erogato e la percentuale per quest’anno parte dal 23% in base alle aliquote IRPEF. Ma questa non è l’unica cosa da conoscere a proposito delle imposte sul Trattamento di Fine Rapporto. Continua a leggere per saperne di più.
Indice
TFR: cos’è e come funziona
Il Trattamento di Fine Rapporto, o TFR, è una quota maturata dai lavoratori dipendenti durante lo svolgimento della propria attività subordinata, indipendentemente dalla forma contrattuale attiva. Questo importo di denaro, chiamato anche come liquidazione, viene erogato al lavoratore solitamente al termine del rapporto lavorativo in essere, quindi in diverse circostanze:
- raggiungimento dell’età pensionabile;
- licenziamento;
- dimissioni.
Di fatto il TFR è un elemento della retribuzione, a cui tutti i dipendenti hanno diritto al momento della cessazione del rapporto di lavoro. In alcuni casi particolari può essere anche erogato mese per mese nella busta paga. Non spetta invece a stagisti e tirocinanti, mentre chi ha un contratto di apprendistato ne ha diritto.
Come si calcola il TFR
Per conoscere l’importo del TFR maturato bisogna prima di tutto calcolare quanti mesi o anni il lavoratore è stato impiegato in una determinata azienda. Si parte quindi da una quota di competenza per ogni anno di riferimento e questa si deve poi assoggettare ad una rivalutazione annuale, tramite un tasso comunicato periodicamente dall’ISTAT che tiene conto dei prezzi al consumo per le famiglie italiane.
Vediamo nel dettaglio come si calcola il TFR. Per l’anno in corso il coefficiente di rivalutazione per le quote accantonate durante il 2023 è di 1,568860. Quanto spetta quindi di TFR a chi termina il lavoro?
Nella pratica per ogni anno di lavoro svolto si somma una cifra equivalente all’importo della retribuzione annua divisa per 13,5. Va quindi applicato il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo secondo l’ISTAT e ne consegue che più anni il lavoratore ha trascorso come impiegato in un’azienda più sarà alto l’importo spettante al termine del contratto.
La tassazione del TFR 2024
Questa quota, al momento della sua concessione al lavoratore, è soggetta a tassazione. Il tipo di imposta può cambiare a seconda che si tratti del TFR assorbito, lasciato in azienda o depositato in un Fondo Pensione esterno. L’importo imponibile viene determinato riducendo il suo ammontare dalle rivalutazioni già assoggettate ad imposta sostitutiva.
Per la determinazione dell’imposta, quindi, occorre, individuare il reddito di riferimento dividendo l’importo del TFR maturato, al netto delle rivalutazioni già assoggettate ad imposta, per il numero di anni lavorati.
Di base, al TFR si applicano le aliquote IRPEF relative all’anno in cui è maturato il diritto alla percezione, per il 2024 ad esempio vanno dal 23% fino al 43%. Invece, per quanto riguarda il TFR accantonato in un fondo pensione, può essere prevista una tassazione più leggera, con un’aliquota del 15%.
Ricordiamo che il datore di lavoro deve accantonare il valore del TFR comprensivo delle tasse. Gli uffici predisposti liquidano l’imposta in base all’aliquota media di tassazione dei 5 anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione.
Tuttavia, qualora in uno o più degli anni considerati non sia stato generato reddito imponibile, l’aliquota media si calcola in base agli anni in cui questo si è realizzato.
Invece, in caso di decesso del dipendente mentre il rapporto di lavoro è ancora in essere, l’imposta è determinata sempre in base al principio sopracitato ed è dovuta dagli eredi in proporzione all’ammontare percepito da ciascuno.
Anticipazione del TFR: come si applicano le tasse
In alcuni casi specifici, il dipendente può richiedere l’anticipazione del TFR. Tuttavia, la liquidazione anticipata del TFR senza il raggiungimento dell’età pensionabile, licenziamento o dimissioni, deve rispettare alcuni requisiti.
Prima di tutto occorre stabilire che, come sancito dall’art. 2120 del c.c., il dipendente può richiedere un’anticipazione del TFR se presenta i seguenti requisiti:
- lavora da almeno 8 anni presso lo stesso datore di lavoro;
- è la prima volta che la richiede.
Infatti, è possibile ottenere l’anticipazione del TFR solamente una volta e non in misura totale. Con la richiesta di anticipazione la somma è limitata al 70 % del trattamento spettante in caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta.
Inoltre, è possibile ottenere fino al 70% del TFR solamente se tale anticipazione è giustificata da una delle seguenti necessità:
- spese sanitarie e interventi straordinari riconosciuti da strutture pubbliche;
- acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli;
- sostenere eventuali spese durante i periodi di fruizione dei congedi parentali e per formazione del lavoratore.
In caso di anticipazione del TFR, la tassazione applicata è la seguente:
- imposta con aliquota al 23% se richiesto per l’acquisto della prima casa;
- imposta con aliquota al 15% meno lo 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino a un massimo del 6% se richiesto per spese mediche;
- imposta con aliquota al 15% meno lo 0,30% ogni anno dopo il 15° anno di servizio, fino a un massimo del 9% se richiesto per motivi personali.
Va ricordato che alcuni lavoratori non possono chiedere l’anticipo del TFR: si tratta dei dipendenti pubblici, dei lavoratori presso aziende private in crisi e lavoratori che hanno acconsentito alla cessione del quinto.
TFR in un Fondo Pensione: la tassazione
Il lavoratore dipendente può scegliere di lasciare il TFR in azienda oppure accantonarlo in un Fondo Pensione esterno. Il TFR lasciato in azienda, inoltre, può essere accantonato presso il Fondo di Tesoreria gestito dall’INPS per i dipendenti di aziende con più di 49 lavoratori.
In generale accantonare il TFR in un Fondo Pensione non prevede l’applicazione di tasse quando viene trasferito. Nel momento in cui il cittadino percepisce le somme detenute nel fondo, allora scatta una tassazione, comunque più vantaggiosa rispetto a quella applicata percependo il TFR normalmente a fine rapporto.
L’imposta infatti in questo caso è al 15% e si può ancora ridurre per gli anni successivi, dello 0,30% annuo fino ad arrivare un’aliquota minima del 9%. Rispetto all’IRPEF, questa soluzione è molto vantaggiosa.
Tassazione TFR con Poste Italiane
In termini di previdenza complementare collettiva, Poste Italiane offre la possibilità di accedere ad un Fondo Pensione apposito in cui accantonare il TFR.
La pensione integrativa può essere percepita con tassazione vantaggiosa al 15%, che scende, in caso di permanenza nel Fondoposte per almeno 15 anni, al 9% minimo, ovvero dello 0,3% ogni anno. Questa tassazione è valida anche in caso di situazioni di riscatto specifiche.
Tassazione TFR – Domande frequenti
Il TFR viene tassato al momento della sua erogazione in base alle aliquote vigenti dell’IRPEF. Tuttavia, in caso di TFR accantonato in un fondo pensione è prevista una tassazione più bassa con aliquota anche del 15%.
Al termine del rapporto di lavoro il TFR è tassato con le aliquote IRPEF a partire dal 23% fino al 43%, oppure per i TFR accantonati presso fondi pensione al 15%. Sono soggette ad imposte anche le quote anticipate dopo almeno 8 anni di servizio prestati presso il medesimo datore di lavoro.
Oltre a poter accantonare queste cifre per la pensione, l’accesso al fondo garantisce una tassazione agevolata su questi importi.
In caso di accesso alla pensione tramite un Fondo Pensione esterno, la tassazione del TFR è molto vantaggiosa, perché è generalmente del 15% ma può scendere al 9%.
Per versare il TFR pregresso in un fondo pensione è necessario comunicarlo al proprio datore di lavoro, oltre a rispettare i requisiti e le regole del fondo.
buonasera, sono un agente di commercio con Plva ho avuto un accordo bonario con una mia rappresentata di chiusura rapporto riconoscendomi 40 anni di rapporto di lavoro.Dopo un mese dall’accordo la Ditta fa richiesta di concordato in bianco continuativo congelandomi tutte le somme del tfr.Che rischio posso correre, o quando mi sarà liquidato il mio tfr.
Buona serata
Buongiorno,
si tratta di una situazione molto delicata che dovrebbe essere valutata con un legale.
Grazie per averci scritto