- L’Assegno Unico è una forma di sostegno economico rivolto alle famiglie con figli a carico, riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza fino al ventunesimo anno di età. Fanno eccezione i figli con disabilità per cui non è previsto un limite di età.
- L’importo dell’Assegno Unico varia in base a due fattori: età del bambino e ISEE familiare.
- Si prevedono alcune novità con la manovra 2025, tra cui un aumento degli importi e l’esclusione di tale cifra dal calcolo dell’ISEE, per favorire l’accesso anche ad altri tipi di agevolazioni.
Le famiglie italiane che hanno figli godono di un sostegno economico noto come Assegno Unico. Questo consiste in un contributo versato dall’INPS a chi ha figli a carico e si può richiedere dal settimo mese di gravidanza.
L’Assegno Unico e universale è riconosciuto fino al compimento del 21esimo anno del figlio a carico. Tuttavia, per i figli con disabilità non vi sono limiti di età. L’importo dell’assegno riconosciuto alle famiglie varia in base a due fattori principali: l’età del figlio e l’ISEE familiare.
Per il 2025 la manovra del governo potrebbe introdurre alcune novità su questo sostegno, tenendo presente che la direzione attuale è quella di supportare maggiormente le famiglie per contrastare la denatalità del paese. Importi più elevati ed esclusione di questo reddito dal calcolo dell’ISEE: ecco cosa potrebbe cambiare.
Indice
Cos’è l’Assegno Unico
L’INSP definisce l’Assegno Unico e universale come:
“un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili”.
Si tratta, quindi, di un sostegno al reddito, un contributo economico riconosciuto alle famiglie che hanno figli a carico, entro specifici limiti. Infatti, l’importo è determinato da due principali fattori:
- età del figlio a carico;
- ISEE familiare.
Questo assegno è detto “universale” perché, indipendentemente dal reddito, è garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico. Secondo recenti ipotesi, questo potrebbe cambiare dal 2025.
Come funziona l’Assegno Unico
L’Assegno Unico è un contributo spettante a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dal reddito. Infatti, anche in assenza di un valore ISEE aggiornato o per le famiglie con un ISEE alto, viene garantito in misura minima l’assegno per i figli a carico.
Gli importi vanno da un minimo di 57 euro al mese fino a un massimo di 199,4 euro al mese. Sono, tuttavia, previste anche delle maggiorazioni se sussistono i presupposti stabiliti dalla normativa.
La cifra esatta è determinata sulla base della condizione economica del nucleo familiare. Questa è verificata tenendo conto dell’ISEE in corso di validità: più questo valore è basso e maggiore sarà l’importo dell’assegno.
In assenza di una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica, o DSU, presentata per il 2023 e correttamente attestata, l’importo viene calcolato sulla base delle soglie minime. L’Assegno Unico e universale è corrisposto dall’INPS ed è erogato al richiedente mediante accredito su conto corrente bancario o postale oppure con bonifico domiciliato.
Assegno Unico: chi può riceverlo
L’Assegno Unico e universale, che sostituisce l’assegno familiare, è un sostegno rivolto a tutte le famiglie con figli a carico. È riconosciuto ai nuclei familiari:
- per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni a condizione che siano rispettati determinati fattori: che frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea, che svolga un tirocinio e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui, sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego o che svolga il servizio civile universale;
- per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
Per i nuovi nati a decorrere dal 1° marzo 2022, l’Assegno Unico e universale è riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza. L’Assegno Unico e universale per i figli a carico è rivolto a:
- lavoratori dipendenti, pubblici e privati;
- lavoratori autonomi;
- pensionati;
- disoccupati;
- inoccupati.
Requisiti per accedere all’Assegno Unico 2024
Per poter godere di tale sostegno economico, la legge precisa che il soggetto deve essere in possesso dei seguenti requisiti:
- sia cittadino italiano, titolare del diritto di soggiorno, in base alle diverse casistiche ammesse dall’INPS;
- sia soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- sia residente e domiciliato in Italia;
- sia o sia stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero sia titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
Assegno Unico: gli importi 2024
ISEE | Assegno figli minori | Assegno figli con 18-20 anni | Maggiorazione dopo il secondo figlio | Maggiorazione figli disabili gravi | Maggiorazione per madre con età inferiore a 21 anni |
Fino a 17.090,61 euro | 199,4€ | 96,90€ | 96,90€ | 108,20€ | 22,8€ |
Da 20.052,99 a 20.166,92 | 184€ | 89,50€ | 88,20€ | 108,20€ | 22,80€ |
da 30.079,48 a 30.193,41 | 133,90€ | 65,30€ | 60,20€ | 108,20€ | 22,80€ |
da 40.105,97 a 40.219,90 | 83,80€ | 41,30€ | 32,10€ | 108,20€ | 22,80€ |
Oltre 45.574,96 o in assenza di ISEE | 57€ | 28,50€ | 17,10€ | 108,20€ | 22,80€ |
L’importo dell’Assegno Unico e universale, come abbiamo anticipato, è determinato principalmente in base a due fattori:
- l’ISEE eventualmente presentato del nucleo familiare del figlio beneficiario;
- l’età dei figli a carico.
Tuttavia, vengono considerati per il calcolo anche altri fattori. Nel dettaglio, l’INPS prevede:
- una quota variabile progressiva, che va da un massimo di 199,4 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 17.090,61 euro, a un minimo di 57 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 45.574,96 euro;
- maggiorazioni per nuclei numerosi, ovvero per i figli successivi al secondo, figli fino a un anno d’età, figli di età compresa tra 1 e 3 anni per i nuclei familiari con almeno tre figli, per le madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli e anche per genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, o con figli affetti da disabilità;
- una quota a titolo di maggiorazioni in caso di perdita economica subita dal nucleo familiare.
L’Assegno Unico e universale, a partire dal mese di marzo 2022, comprende e quindi va a sostituire, le seguenti misure:
- il premio alla nascita o all’adozione (bonus mamma domani);
- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
- gli assegni familiari ai nuclei con figli orfani;
- l’assegno di natalità, o bonus bebè;
- le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.
Tuttavia, l’Assegno non sostituisce né limita gli importi del bonus asilo nido. In più, è compatibile con la fruizione di altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni, Province autonome e dagli enti locali. Infine, l’Assegno unico e universale non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF.
Assegno Unico: prospettive 2025
Iniziano a diffondersi le prime ipotesi su come sarà l’Assegno Unico per il prossimo anno. Una delle questioni principali riguarda la decisione della Commissione Europea di sottoporre questa misura alla Corte di Giustizia europea.
Nel mirino sarebbe l’attuale impossibilità di ricevere l’assegno per quei lavoratori che si trovano in mobilità all’estero, a causa del requisito di residenza nel territorio italiano. Si tratterebbe quindi di una vera e propria discriminazione verso gli altri paesi europei e i lavoratori che si trovano in mobilità.
Di fatto tale funzionamento violerebbe il regolamento UE n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea sulla libera circolazione dei lavoratori. Non è ancora chiaro se il prossimo anno il governo interverrà su questo punto, estendendo l’assegno anche a chi si trova all’estero.
Alcune ipotesi trapelate online sostengono che tale estensione sarà possibile solamente andando a risparmiare in parte sullo stesso Assegno Unico, ovvero non consentendo l’accesso a chi non ha presentato l’ISEE o a chi supera la soglia massima prevista attualmente. Su queste ipotesi al momento non vi è nulla di certo, per cui si attende di conoscere anche la manovra 2025 che indirizzerà le risorse.
Il governo ha comunque l’intenzione di favorire le famiglie con figli a carico nell’applicazione di particolari agevolazioni, per contrastare la denatalità del paese. A questo proposito si starebbe ipotizzando un aumento dell’importo dell’assegno, oltre alla totale esclusione di queste somme dal calcolo dell’ISEE, per consentire ai beneficiari di aderire anche ad altre misure di supporto.
Una possibilità ulteriore è quella di introdurre apposite detrazioni fiscali in base al numero di figli a carico, in concomitanza al taglio del cuneo fiscale a cui il governo sta lavorando. Per questi interventi tuttavia serviranno ingenti risorse, per cui si attende la manovra 2025 per sapere cosa verrà confermato.
Assegno Unico: come richiederlo
Per ottenere l’Assegno Unico, i soggetti in possesso dei requisiti possono presentare la domanda apposita sul portale INPS e a portarla avanti può essere uno dei due genitori, indipendentemente dalla convivenza con il figlio.
La domanda deve essere effettuata in autonomia dal sito dell’INPS dal genitore o dal tutore, utilizzando l’apposito servizio raggiungibile direttamente dalla home page. Basta accedere con lo SPID, con la Carta di Identità Elettronica (CIE) o con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
In alternativa è possibile rivolgersi al supporto del Contact Center Integrato INPS, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
Infine, è anche consentito fare richiesta con il supporto di istituti di Patronato, che possono presentare la domanda per nome e conto del soggetto interessato.
In fase di compilazione della domanda, il genitore richiedente indica le modalità di pagamento che preferisce per ricevere l’assegno. Occorre specificare i suoi dati di pagamento e quelli dell’altro genitore nel caso di opzione per la ripartizione dell’assegno al 50% tra i due. L’Assegno quest’anno è stato erogato in modo automatico a chi già lo riceveva, se non sono avvenute variazioni.
Quando viene pagato l’Assegno Unico
Quando viene pagato l’Assegno Unico? In base alle novità presenti nella normativa, i pagamenti dell’Assegno Unico si svolgono con il seguente calendario fisso:
- dal 15 al 20 di ogni mese: l’importo degli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente;
- dal 20 al 30 di ogni mese: gli importi relativi alle nuove domande pervenute nel mese precedente e per gli assegni che subiscono variazioni in ragione di mutamenti delle condizioni del nucleo beneficiario e dell’Isee.
Assegno Unico per le partite IVA
Come abbiamo anticipato, l’Assegno Unico è un sostegno economico riconosciuto dall’INPS a tutte le famiglie con figli a carico. Di conseguenza, hanno diritto all’Assegno Unico anche le partite IVA e quindi i liberi professionisti, gli imprenditori, i lavoratori autonomi e così via.
Anche in questo caso, per poter ricevere l’assegno, il titolare di partita IVA deve presentare la domanda all’interno del portale INPS e indicare l’ISEE di riferimento.
Assegno Unico – Domande frequenti
L’Assegno Unico è un sostegno economico riconosciuto alle persone con figli a carico e parte da un minimo di 57 euro al mese fino ad arrivare a 199,40 euro al mese. L’importo varia in base all’età del figlio a carico (ad eccezione dei figli con disabilità) e all’ISEE familiare.
In base al calendario INPS, l’Assegno Unico è corrisposto dal 15 al 20 di ogni mese per gli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente e da 20 al 30 in caso di nuove domande pervenute o variazioni.
Sì, anche i lavoratori con una partita IVA possono accedere all’Assegno Unico, rispettando i requisiti per rientrare tra i beneficiari della misura.
No, l’Assegno Unico non va calcolato nel reddito del lavoratore dipendente, del lavoratore autonomo o percettore di indennità.
Non esiste una soglia minima ISEE per potervi accedere, o una massima. Tutte le famiglie possono accedervi, tuttavia gli importi sono calcolati anche in base all’ISEE.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale