- L’utilizzo dell’Intelligenza artificiale può mettere a rischio lavori e professioni diverse, che verranno automatizzate.
- Oggi la percentuale di attività a rischio a causa delle AI varia tra il 5% e il 19%, mentre per il 2030 si stima che passerà tra il 30% e il 57%.
- Per difendersi dall’evoluzione di ChatGPT e dalle AI diventa essenziale sviluppare le proprie competenze professionali specifiche.
Lo sviluppo dei sistemi basati su un’intelligenza artificiale, come ChatGPT, continua a essere impressionante. Si è partiti dalla possibilità per questi strumenti di rispondere a una semplice domanda, per poi passare a scrivere un libro e persino fare operazioni più complesse come lo sviluppo di codice.
La tecnologia è creata per supportare il lavoro dell’uomo e negli ultimi mesi l’AI si è evoluta con nuove applicazioni: parlare al telefono, riproducendo la voce di un soggetto, dare valutazioni mediche e svolgere una serie di compiti, di appannaggio, fino ad adesso, solo dell’intelligenza umana. L’esempio più immediato è la creazione di sceneggiature, la scrittura di racconti e la generazione di filmati.
Oggi è un dato di fatto che i chatbot sviluppati sulle AI hanno potenzialità enormi, con delle implicazioni dirette sul lavoro degli uomini. Molti lavoratori ad oggi svolgono un lavoro che potenzialmente ha un’elevata esposizione alle tecnologie AI.
Solo in Italia, secondo Confartigianato sono 8,4 milioni i lavoratori a rischio. Di seguito troverai l’elenco delle principali attività maggiormente esposte, con alcuni consigli su come difenderti.
Indice
Intelligenza artificiale: i lavori a rischio oggi
Se da un lato i robot e i sistemi basati sull’intelligenza artificiale sono considerati indispensabili dalle aziende per l’evoluzione digitale, dall’altro la minaccia nei confronti dei lavoratori sembra essere più che reale.
Secondo una recente ricerca del McKinsey Global Istitute1, che ha esaminato diverse attività lavorative in settori differenti, quasi tutte le professioni saranno influenzate in modo diretto o indiretto dalle AI. Tuttavia, ad oggi, con le tecnologie odierne, solo il 5% può essere completamente automatizzato, permettendo alle intelligenze artificiali generative di sostituire l’essere umano.
Un numero che entro il 2030 raggiugerà il 30%, con una netta riduzione del personale, in circa 300 milioni di posti di lavoro nel mondo. Il restante 65% delle attività lavorative vedrà comunque l’utilizzo delle AI nella quotidianità.
E in Italia? I lavoratori italiani a rischio sono 8,4 milioni, pari al 36% degli occupanti. In particolare, lo sviluppo delle AI interessa il 25,4% dei nuovi lavoratori, pari a circa 1,3 milioni di posti a rischio2.
Tuttavia, solamente il 6,9% delle piccole imprese italiane utilizza un sistema di intelligenza artificiale, con un indice quindi basso presso le PMI e con una media inferiore a quella europea. Dal punto di vista territoriale in ogni caso ad essere in bilico sono maggiormente i lavoratori e professionisti presso regioni in cui sono presenti più aziende, specialmente nel settore digitale.
Quali sono i lavori più esposti alle AI nel 2023
Nella tabella abbiamo inserito quelli che secondo i nostri esperti sono i lavori più esposti all’evoluzione delle AI già a partire dal 2023.
Lavoro | Settore | Percentuale di rischio |
Programmatori e sviluppatori web | Tecnologia | Molto Alta |
Ingegneri di software | Tecnologia | Molto Alta |
Analisti di dati | Tecnologia | Molto alta |
Analisti di mercato | Marketing | Alta |
Operatori del servizio clienti | Marketing | Alta |
Istruttori sportivi e personal trainer | Sport e benessere | Alta |
Coach e mental trainer | Sport e benessere | Alta |
Istruttori discipline olistiche | Sport e benessere | Alta |
Operai non specializzati | Meccanica | Alta |
Ingegneri e architetti | Edilizia | Media |
Analisti finanziari | Finanza | Media |
Professioni contabili | Finanza | Media |
Trader | Finanza | Media |
Agenti di viaggio | Turismo | Media |
Grafici e designer | Design | Media |
Insegnanti | Educazione | Bassa |
Amministratori delegati | Impresa | Bassa |
Giornalisti e scrittori | Media e Pubblicità | Media |
Copywriter | Media e Pubblicità | Alta |
Artigiani specializzati | Impresa | Bassa |
I lavori soggetti ad automazione e che potranno essere sostituiti da un robot e dalla AI, non sono solo quelli legati all’elaborazione dei dati o alla programmazione digitale. Anche le attività di formazione e quelle che prevedono compiti ripetibili e strutturati potranno essere a rischio delle intelligenze artificiali.
Invece, i mestieri meno sensibili all’evoluzione delle AI sono quelli in cui si richiede una certa competenza, oltre alla capacità di relazionarsi con altri soggetti e a dover prendere decisioni che non sono predeterminate da schemi o da calcoli. Vediamo ora nello specifico come potrebbero influire le AI in questi settori.
1. Attività legate alla tecnologia
L’AI si sposa molto bene con le attività digitali, ovvero con tutte quelle mansioni in cui si prevede l’utilizzo di codice o l’analisi dei dati. Il rischio maggiore per i posti di lavoro è quindi riconducibile alle professioni legate all’ambito della programmazione di software e computer come:
- programmatori;
- sviluppatori web;
- analisti dati;
- ingegneri di software.
Queste sono tra le professioni più esposte ad essere sostituite dalle AI. Infatti, il processo di codifica di programmazione e di elaborazione di software prevede una serie di calcoli e di impostazioni che rientrano perfettamente nelle capacità odierne delle intelligenze artificiali.
2. Lavoratori nel settore del marketing
Una delle caratteristiche dell’intelligenza artificiale è la capacità di elaborare milioni di dati e informazioni al secondo. Per questo tra le attività più al rischio si ritrovano alcune legate al settore del marketing. Gli operatori del call center e gli analisti di dati sono i primi lavoratori ad essere interessati dallo sviluppo di ChatGPT e di altre tecnologie AI.
Infatti, se oggi le chatbot vengono utilizzate come forma di assistenza al customer service, nel giro dei prossimi anni, grazie anche alla capacità di riprodurre una conversazione umana, potranno sostituire completamente un operatore fisico.
Una realtà simile si prospetta anche agli analisti di mercato e agli addetti all’inserimento di dati. Le AI già da adesso sono programmate per estrarre informazioni da diverse fonti e analizzarle, riducendo quindi sia le attività di ricerca, sia quelle di immissione dei dati. Inoltre, sono anche capaci di riportare eventuali andamenti di una campagna pubblicitaria, suggerendo modifiche e integrazioni.
3. Lavori legati allo sport
Attività che si ripetono e che seguono schemi predeterminati sono destinate ad una maggiore esposizione all’automazione. Tra queste si inglobano anche quelle professioni legate al mondo del fitness e del benessere. Tra le professioni più a rischio si collocano figure come:
- allenatori sportivi;
- coach e scout;
- mental coach;
- personal trainer;
- terapisti specializzati nelle discipline olistiche (non mediche).
Il settore del benessere è stato soggetto all’evoluzione digitale negli ultimi anni e dall’arrivo della pandemia sono aumentate le interazioni via web. Oggi le AI possono creare schede e programmi di allenamento partendo dai dati forniti da un utente, in modo veloce e soprattutto con un costo ridotto.
4. Attività nel settore finanziario
L’intelligenza artificiale è già applicata in alcuni settori della finanza, permettendo un investimento automatizzato, oltre all’accesso al mercato a un numero crescente di utenti. Infatti, la presenza di sistemi di trading automatico e di Robo Advisor che suggeriscono specifici investimenti ha già influenzato lavori come quelli del consulente finanziario e degli stessi trader.
L’intelligenza artificiale può identificare in modo quasi immediato le tendenze del mercato, esaminando in breve tempo un numero maggiore di dati ed indicando a un cliente il possibile andamento del suo portafoglio. Questa è una soluzione che già oggi viene adottata da diverse società d’investimenti, anche se ancora adesso affianca la presenza di consulenti esperti.
Nei prossimi anni l’utilizzo delle AI sarà sempre più preponderante in ambito finanziario, anche se dovrà comunque essere supervisionato da esperti.
5. Grafica e design
In materia di creatività sono contrastanti i giudizi degli esperti sulla capacità di ChatGPT o delle AI di sostituire l’attività dell’uomo. L’esistenza di applicazioni in grado di realizzare in pochi secondi delle immagini, come DALL-E 3, potrebbe generare preoccupazione per le professioni grafiche e di design.
Tuttavia, le cose non sono così semplici. Ad esempio, le potenzialità delle AI potrebbero non essere un pericolo per queste professioni, ma anzi un supporto per una loro prossima evoluzione, semplificando il lavoro.
Tuttavia, un elemento vede in accordo gli esperti: l’applicazione delle AI porterà ad un impatto importante sui salari medi e sul prezzo della prestazione che potrà applicare un professionista di grafica.
6. Attività professionali
Un recente report del Pew Research Center 3 evidenzia un aspetto interessante: il 27% delle professioni maggiormente a rischio dalle AI è rappresentato da quelle che richiedono un livello di istruzione elevato, come una laurea o un master. Inoltre, sono più esposti coloro che hanno lavori con un salario medio alto e tra questi le donne per le cariche occupate.
Quindi, se da un lato alcune professioni possono avvantaggiarsi dell’impiego di ChatGPT, altre potranno essere minacciate. In particolare, le tecnologie AI sono già impiegate in alcuni lavori in cui è necessario elaborare dati, come quelli degli architetti e degli ingegneri civili, ma anche nel mondo legale.
Tuttavia, il parere degli esperti nel campo, da un lato sottolinea l’inevitabilità dell’automazione di alcune attività professionali, mentre dall’altro evidenzia come non sarà possibile sostituire la figura di un professionista in modo completo.
7. Intelligenza artificiale e insegnamento
ChatGPT è oggi utilizzata anche per rispondere alle domande e, da alcuni studenti, per risolvere un compito. Potrebbe un giorno anche diventare un insegnante virtuale? Entro il 2030 le AI potrebbero svolgere questo ruolo, rendendo quella degli insegnanti un’attività a rischio.
Va considerato che oggi ChatGPT ha già le capacità per insegnare. Tuttavia, anche in questo caso, la maggioranza degli esperti valuta che le AI non potranno sostituire il ruolo di un professore, ma eventualmente evolverlo.
8. Operai specializzati e non specializzati
Se da un alto il report del Pew Research Center ha evidenziato come le attività con un salario più basso siano al sicuro dalle AI, un discorso diverso deve essere fatto per quei lavori non specializzati, effettuati nelle catene di distribuzione e produzione.
In questo caso, la presenza di robot e di software AI ha permesso già da anni l’automazione delle catene di montaggio, portando una riduzione del lavoro degli esseri umani.
Questo dato non si traduce necessariamente in una perdita di posti di lavoro, dato che potrebbe essere un’opportunità per gli operai di passare ad altre attività sempre all’interno della fabbrica, come il controllo di qualità e la sicurezza.
Invece, quelle attività manuali, che richiedono un intervento diretto, come quelle di idraulici, elettricisti, artigiani e installatori, non verranno interessate dallo sviluppo delle AI.
9. Giornalismo e media
Nell’ultimo anno si è parlato molto del rischio delle AI per le attività collegate ai media tradizionali e online: giornalismo, scrittura online, pubblicità, creazione di contenuti, scrittura di libri e realizzazioni di sceneggiature.
Ad oggi la realizzazione di un articolo potrebbe essere svolta in modo più veloce ed efficiente da una AI rispetto a un essere umano. Ma sono anche stati riscontrati diversi errori in questo senso, fatti proprio dalle AI.
Oggi alcuni media comunque stanno già valutando di applicare le AI, si veda il caso del mondo del cinema. Tuttavia un lavoro di creazione di un contenuto, in qualunque forma, digitale o letteraria, non potrà essere mai automatizzato del tutto.
Intelligenza artificiale e lavoratori a rischio: come difendersi
L’interazione delle tecnologie legate alle AI con il mondo del lavoro è inevitabile. Infatti, si prevede che per i prossimi anni l’utilizzo di ChatGPT e di software di intelligenza artificiale aumenterà notevolmente, soprattutto affiancandosi alla digitalizzazione già in atto.
Il confronto macchina e intelligenza umana si sposterà nell’ambito delle competenze. Per evitare di perdere il lavoro per colpa delle AI verranno richieste sempre più specializzazioni tecnologiche, ma anche competenze a livello relazionale, creatività, capacità di analisi e di elaborare informazioni complesse.
Inoltre, diventerà fondamentale avere conoscenze di informatica di base, ma anche più specialistiche, oltre a quelle manuali. La prospettiva ideale è quella di una progressiva integrazione delle AI, senza sostituzione vera e propria del lavoro dell’uomo.
Intelligenza artificiale e lavoro – Domande frequenti
Le attività più a rischio rispetto all’evoluzione delle AI sono quelle legate a settori in cui viene richiesta l’elaborazioni di dati, calcoli o ripetizioni di attività. Scopri l’elenco nella nostra guida.
In base al report del Pew Research Center, tra il 30% e il 40% delle attività odierne verranno influenzate in modo diretto dalle AI e dai Robot. Scopri quali sono i lavori più a rischio nella nostra guida.
Sono al sicuro quelle attività che richiedono un intervento manuale, oltre a una specifica conoscenza in un settore, come quelle legate ad alcune professioni o in cui è necessaria la creatività.
- AI, Automation, and the future of work: Ten things to solve for, McKinsey Global Istitute ↩︎
- Report Confartigianato Imprese 24 agosto 2023, Confartigianato.it ↩︎
- “Which U.S. Workers Are More Exposed to AI on Their Jobs?” Pew Research Center ↩︎
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale