- L’invio di un modello F24 è un processo delicato e spesso complesso, che può comportare sanzioni anche quando il saldo finale è zero.
- Esistono strumenti come il ravvedimento operoso che permettono di correggere eventuali errori od omissioni, mitigando le sanzioni.
- È fondamentale evitare errori comuni come l’indicazione errata del codice tributo o del codice fiscale, per minimizzare i rischi di complicazioni e sanzioni.
La presentazione del modello F24, utilizzato per il pagamento di una vasta gamma di tributi, dalle imposte sui redditi alle tasse locali, rappresenta una delle operazioni più comuni e al tempo stesso delicate che i contribuenti sono chiamati a eseguire.
Ciò che spesso sfugge è infatti l’importanza di presentare questo modello anche quando il saldo finale è zero: può sembrare ridondante, ma in realtà non farlo comporta una serie di conseguenze legali e sanzioni pecuniarie.
Indice
Sanzioni per mancato invio F24 con saldo a zero
La normativa fiscale italiana è chiara: l’omessa presentazione del modello F24 a saldo zero non è un fatto da prendere alla leggera. La legge prevede infatti l’applicazione di specifiche sanzioni pecuniarie in questi casi. Le Partite Iva ad esempio devono per legge inviare l’F24 a zero quando non devono versare una certa somma perché è presente un credito, quindi le imposte risultano a zero.
La sanzione base per l’omessa presentazione è di 100 euro. Tuttavia, è possibile beneficiare di una riduzione di tale importo se la presentazione viene effettuata entro cinque giorni lavorativi dalla scadenza del termine. In questo caso, la sanzione viene abbassata a 50 euro.
Va sottolineato che queste sanzioni non sono l’unico problema a cui un contribuente può andare incontro. L’omessa presentazione potrebbe innescare ulteriori controlli da parte delle autorità fiscali, che potrebbero rilevare altre irregolarità non ancora emerse, aggravando quindi la posizione del contribuente.
Mancato invio F24 a zero: ravvedimento operoso
La mancata o tardiva presentazione del modello F24 con saldo a zero non è una condizione irreversibile; esistono strumenti normativi che permettono di correggere l’errore commesso e sanare la propria posizione fiscale.
Questo meccanismo è conosciuto come ravvedimento operoso e rappresenta una forma di autotutela che consente al contribuente di evitare o ridurre le sanzioni applicabili:
- prima di tutto, il contribuente deve compilare e presentare il modello F24 che era stato inizialmente omesso;
- una volta presentato il modello, è necessario versare una sanzione ridotta, calcolata secondo parametri specifici che dipendono dal tempo trascorso dall’omissione.
Le tariffe della sanzione ridotta sono come segue:
- 5,56 euro se il modello F24 viene presentato entro cinque giorni dall’omissione.
- 11,11 euro se il modello F24 viene presentato entro novanta giorni dall’omissione.
- 12,50 euro se il modello F24 viene presentato entro un anno dall’omissione.
- 14,29 euro se il modello F24 a saldo zero viene presentato entro due anni dall’omissione.
- 16,67 euro, se la presentazione avviene superati i due anni dall’omissione.
- 20 euro se il contribuente si ravvede dopo che la violazione è stata constatata con un processo verbale.
Il ravvedimento operoso tuttavia è un’opzione valida solo prima che inizi qualsiasi tipo di attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Rappresenta infatti una “via d’uscita preventiva” che può mitigare le conseguenze di un’omessa presentazione, e la sua corretta applicazione è uno strumento utile per risanare eventuali irregolarità in modo relativamente indolore.
Modello F24 a zero: il codice tributo
Nel caso in cui si sia commessa una violazione, e si intende rimediare tramite ravvedimento operoso, è necessario versare quanto dovuto in termini di sanzioni al fisco, presentando correttamente il modello F24 compilato.
In questo caso si utilizza un codice tributo specifico per il versamento della sanzione, da inserire nella sezione Erario, ovvero:
- Codice tributo 8911: “Sanzioni pecuniarie per altre violazioni tributarie relative alle imposte sui redditi, alle imposte sostitutive, all’Irap e all’Iva”.
Gli errori più comuni nella presentazione del modello F24
La presentazione del modello F24 è un processo che, sebbene routine, può essere soggetto a errori. Le sviste sono più frequenti di quanto si possa pensare e possono portare a complicazioni e sanzioni. Ecco alcuni degli errori più comuni che i contribuenti commettono:
- errata Indicazione del codice tributo: uno degli errori più frequenti è l’indicazione errata del codice tributo relativo al pagamento. Un errore in questa sezione può portare a conseguenze che vanno dalla mancata registrazione del pagamento all’applicazione di sanzioni;
- periodo di riferimento sbagliato: indicare un periodo di riferimento errato può portare l’Agenzia delle Entrate a considerare il pagamento come non dovuto per quel specifico periodo, generando incomprensioni e possibili sanzioni;
- errore nel codice fiscale: Sebbene possa sembrare banale, la digitazione errata del codice fiscale è un errore non raro. Questo può rendere il pagamento non riconducibile al contribuente, con tutte le conseguenze del caso.
Va poi ricordato che non esiste solo una tipologia di F24, per cui il contribuente deve anche accertarsi di scegliere con esattezza il documento giusto per ogni tipo di versamento.
Oltre all’F24 ordinario infatti, esiste anche l’F24 Elide, che si utilizza per il pagamento di specifiche imposte, volture catastali o sanzioni. L’F24 Semplificato invece è composto da un solo foglio, e si può utilizzare per pagare tasse come IMU o TARI.
Mancato invio F24 a zero – Domande frequenti
Il versamento tramite modello F24 con somme da compensare o con un saldo nullo può essere realizzato unicamente tramite: il servizio di home banking offerto dalla propria banca, o attraverso le piattaforme telematiche fornite dall’Agenzia delle Entrate, cioè Entratel o Fisconline.
La mancata presentazione del modello F24 a saldo zero può essere regolarizzata con il pagamento di sanzioni minori. Ciò è possibile grazie al meccanismo del ravvedimento operoso specifico per il modello F24, utilizzando il codice tributo “8911”.
Se viene commesso un errore, l’intermediario ha la possibilità di richiedere l’annullamento degli F24 telematici inviati, ma deve farlo entro il penultimo giorno lavorativo prima della data in cui l’addebito è previsto.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it