- Un report di Confartigianato fornisce un’analisi approfondita delle regioni italiane che offrono le migliori condizioni per l’impresa, in particolare quella giovanile.
- Mentre la Lombardia e altre regioni del Nord si distinguono per le loro opportunità imprenditoriali, infrastrutture e presenza di giovani imprenditori, il Sud Italia affronta ancora molte sfide in termini di disoccupazione giovanile e mancanza di opportunità.
- L’appello è che lo Stato e gli attori economici adottino misure concrete per sostenere l’imprenditoria giovanile, specialmente nelle regioni che hanno più difficoltà.
Ogni anno vengono pubblicati numerosi report che analizzano il tessuto socioeconomico italiano, evidenziando spesso una realtà a “due velocità” con il Nord come locomotiva economica e il Sud che fatica a tenere il passo. Il che riguarda, neanche a dirlo, l’impresa.
In questo contesto, Confartigianato, organizzazione rappresentativa delle imprese artigiane italiane, ha recentemente presentato una ricerca sulle le regioni Italiane che offrono le migliori condizioni per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile.
Il rapporto, basato su diversi indicatori, è stato presentato durante la convention annuale dei giovani imprenditori di Confartigianato a Roma.
Indice
Imprenditoria giovanile: indicatori per un ambiente favorevole
Il report di Confartigianato ha preso in considerazione una serie di indicatori chiave per valutare l’habitat ideale per la nascita e lo sviluppo di nuove imprese gestite da giovani under 35. Tra i principali fattori considerati ci sono:
- il tasso di occupazione giovanile;
- la presenza di giovani imprenditori nel territorio;
- la collaborazione tra scuole e imprese;
- la diffusione dell’apprendistato;
- il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni.
Le regioni migliori e peggiori per avviare un’impresa
Secondo la classifica elaborata da Confartigianato, la Lombardia si conferma come la regione che offre le migliori condizioni per i giovani imprenditori desiderosi di avviare una startup o sviluppare un’impresa già avviata.
La regione piemontese si posiziona al secondo posto, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. Queste regioni del Nord Italia si distinguono per il loro ambiente imprenditoriale dinamico, le infrastrutture sviluppate e la presenza di un’ampia rete di supporto agli imprenditori.
Tuttavia, la situazione è meno favorevole per le regioni del Sud Italia. Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Sardegna e Molise ottengono una valutazione relativamente bassa in termini di incentivazione all’imprenditoria giovanile.
Queste regioni spesso affrontano sfide come la mancanza di opportunità lavorative, infrastrutture meno sviluppate e una minore presenza di giovani imprenditori sul territorio. Vediamo qui di seguito una classifica esaustiva.
Regione | Posizionamento |
Lombardia | 1 |
Piemonte | 2 |
Veneto | 3 |
Emiglia-Romagna | 4 |
Trentino-Alto Adige | 5 |
Friuli-Venezia Giulia | 6 |
Liguria | 7 |
Toscana | 8 |
Umbria | 9 |
Marche | 10 |
Lazio | 11 |
Valle D’Aosta | 12 |
Abruzzo | 13 |
Puglia | 14 |
Campania | 15 |
Basilicata | 16 |
Sicilia | 17 |
Calabria | 18 |
Sardegna | 19 |
Molise | 20 |
Le province migliori e peggiori per avviare un’impresa
Oltre alle regioni, Confartigianato ha anche analizzato le province italiane per determinare quali offrano le migliori condizioni per le imprese giovanili.
Secondo la classifica, la provincia di Cuneo si posiziona al primo posto, come la provincia più favorevole per i giovani imprenditori, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso.
Queste province beneficiano di una combinazione di fattori, tra cui una solida base industriale, una buona connettività e una presenza significativa di imprenditori giovani e motivati.
D’altra parte, la provincia di Isernia risulta essere la meno favorevole per i giovani imprenditori. Altre province come Foggia, Siracusa, Vibo Valentia, Taranto, Campobasso, Crotone, Agrigento, Sassari e Caltanissetta hanno ottenuto la valutazione peggiore in questo senso. Vediamo qui di seguito una classifica delle province italiane dalla più favorevole alla meno favorevole.
Provincia | Posizionamento |
Cuneo | 1 |
Bergamo | 2 |
Vicenza | 3 |
Lecco | 4 |
Treviso | 5 |
Modena | 6 |
Como | 7 |
Brescia | 8 |
Monza e Brianza | 9 |
Lodi | 10 |
Verona | 11 |
Caltanissetta | 12 |
Sassari | 13 |
Agrigento | 14 |
Crotone | 15 |
Campobasso | 16 |
Taranto | 17 |
Vibo Valentia | 18 |
Siracusa | 19 |
Foggia | 20 |
Isernia | 21 |
Il fenomeno dei giovani NEET in Italia
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, incentivare l’imprenditoria giovanile potrebbe risultare una delle azioni chiave per contrastare il fenomeno dei NEET.
Il termine NEET si riferisce ai giovani che non sono impegnati in attività di istruzione, lavoro o formazione. Secondo l’analisi di Confartigianato, l’Italia registra il più alto numero in Europa di giovani NEET nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, con un tasso di inattività del 25,4%, superiore alla media europea del 15%.
Questi giovani, spesso invisibili agli occhi della società, potrebbero invece rappresentare una grande risorsa in termini di potenziale lavorativo e contributo all’economia, con i giusti incentivi.
Si evidenzia anche che il fenomeno dei giovani NEET in Italia è peggiorato nel corso degli anni, con un aumento del 3,4% rispetto al tasso di inattività del 21,9% registrato nel 2004.
Più della metà dei giovani inattivi si concentra nel Sud del paese. Ciò evidenzia le sfide socioeconomiche che queste regioni devono affrontare, tra cui la disoccupazione giovanile e la mancanza di opportunità di formazione e sviluppo professionale.
Imprenditoria giovanile oggi, gli incentivi
A cercare bene, lo Stato italiano effettivamente offre aiuti e incentivi ai giovani che desiderano avviare un’impresa, con un’attenzione particolare all’imprenditoria femminile.
Confartigianato, in particolare, sollecita l’urgente necessità di affrontare l’emergenza rappresentata dai giovani sotto i 35 anni che sono fuori dal mercato del lavoro, identificando misure per promuovere la formazione, migliorare la collaborazione tra scuole e imprese e sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale nelle aziende.
Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, Davide Peli, sottolinea che i giovani rappresentano il futuro del Made in Italy, ma il grande numero di giovani inattivi rappresenta un grande spreco di risorse.
Egli auspica che l’Anno Europeo delle Competenze rappresenti un’opportunità per un vero cambiamento, attraverso l’implementazione di politiche che promuovano la formazione, la collaborazione tra scuole e imprese e misure di sostegno per l’imprenditoria giovanile e il passaggio generazionale nelle aziende.
Aprire un’impresa – Domande frequenti
L’imprenditoria giovanile in Italia si riferisce all’attività imprenditoriale svolta da giovani under 35 che avviano e gestiscono le proprie imprese.
I giovani imprenditori in Italia possono beneficiare di diverse agevolazioni fiscali, contributi finanziari, accesso semplificato al credito, incentivi per l’assunzione di personale, sostegno nella formazione e consulenza specializzata. Scopri le zone migliori in Italia per aprire un’attività.
Per ottenere fondi per l’imprenditoria giovanile in Italia, è possibile rivolgersi a programmi di finanziamento pubblici, cercare investitori privati o accedere a incubatori e acceleratori.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it