- L’Agenzia delle Entrate aveva pubblicato nel 2023 le regole di funzionamento dell'”anonimometro”, lo strumento per i controlli sui conti correnti finalizzati a contrastare l’evasione fiscale.
- Questo strumento sostituisce i dati personali dei titolari dei conti con codici fittizi durante la fase iniziale di trattamento, garantendo la privacy dei contribuenti e consentendo di individuare situazioni di potenziale evasione fiscale.
- Il processo di analisi del rischio comprende dieci fasi, tra cui la selezione dei dati, l’anonimizzazione, l’analisi dei dati, l’individuazione di situazioni anomale e l’associazione delle informazioni solo in caso di anomalie rilevanti.
L’Agenzia delle Entrate, in linea con l’impegno per la trasparenza e nel rispetto dei diritti dei contribuenti, già lo scorso anno aveva reso pubbliche le regole di funzionamento dell'”anonimometro“, uno strumento introdotto per i controlli sui conti correnti al fine di contrastare l’evasione fiscale.
Allo stesso tempo è stata accantonata la proposta di Maurizio Leo di introdurre un redditometro, ovvero uno strumento in grado di confrontare le dichiarazioni presentate dai cittadini con le spese effettivamente sostenute.
L’anonimometro invece è già operativo dallo scorso anno, precisamente da settembre, per cui attualmente si assiste alla fase di invio degli accertamenti ai contribuenti. Ma vediamo nello specifico come funziona.
Indice
Controlli sui conti correnti: cos’è l’anonimometro
In conformità alla legge n. 160/2019, articolo 1, comma 682, l’Agenzia delle Entrate ha ottenuto il diritto di accedere ai dati dell’archivio e di incrociarli con informazioni provenienti da altre banche dati.
Tuttavia, prima di procedere con tali incroci, i dati personali dei contribuenti vengono sottoposti a pseudonimizzazione, al fine di garantire la tutela della loro privacy.
L'”anonimometro” rappresenta il termine coniato per indicare questo nuovo strumento, poiché durante la fase iniziale di trattamento sostituisce i dati personali con codici fittizi.
Questa procedura impedisce l’associazione delle informazioni finanziarie a soggetti specifici, a meno che non emerga un potenziale rischio fiscale. Solo nel caso in cui vengano individuate situazioni anomale, l’Agenzia delle Entrate potrà associare i dati al contribuente.
L’implementazione dell'”anonimometro” è stata preceduta da un lungo dibattito tra l’Agenzia delle Entrate e il Garante della Privacy. Il documento reso pubblico il 19 maggio 2023 costituisce una delle misure di tutela introdotte per garantire il rispetto dei diritti dei contribuenti.
All’interno del documento sono presenti i criteri che regolano il funzionamento degli algoritmi utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per i controlli sui conti correnti e, in generale, per l’analisi del rischio di evasione fiscale.
Anonimometro: l’invio degli avvisi di accertamento
A seguito dell’analisi condotta con l’anonimometro, per i casi di rischio l’Agenzia delle Entrate interviene inviando un avviso di accertamento al contribuente, chiedendo chiarimenti in merito alle discrepanze individuate. In questa fase quindi il cittadino può presentare documentazione volta a descrivere la situazione specifica.
A seguito della ricezione dell’avviso, il contribuente può procedere con il ravvedimento operoso, entro alcuni limiti di tempo, per sanare la situazione accedendo ad una agevolazione sulle sanzioni.
Nel 2024 stanno per arrivare diversi avvisi di accertamento ai cittadini più a rischio fiscale a seguito dei controlli avviati nel 2023, per cui si può dire che l’anonimometro sia completamente operativo, a differenza del redditometro, la cui introduzione è stata esclusa.
Controlli sui conti correnti: le dieci fasi dell’analisi del rischio
Il funzionamento dell’anonimometro può essere suddiviso in diverse fasi, ciascuna delle quali svolge un ruolo specifico nel processo di individuazione dei potenziali casi di evasione fiscale:
- individuazione della platea di riferimento;
- scelta delle basi dati;
- messa a disposizione delle basi dati;
- analisi della qualità;
- definizione del criterio di rischio;
- scelta del modello di analisi;
- verifica della corretta applicazione del modello e del criterio di rischio;
- estrazione e identificazione dei soggetti;
- test su un campione della sotto-platea di riferimento;
- predisposizione delle liste selettive.
Ecco una spiegazione più approfondita delle principali fasi del funzionamento dell’anonimometro:
- selezione dei dati: In questa fase, vengono selezionati i dati da utilizzare per l’analisi del rischio. L’anonimometro attinge principalmente dai dati dell’Archivio dei rapporti finanziari, che contiene informazioni sui movimenti finanziari dei contribuenti, compresi i movimenti registrati sui conti correnti;
- anonimizzazione dei dati: Per garantire la privacy dei contribuenti, i dati personali vengono sostituiti da codici fittizi durante questa fase. Ciò significa che i dati identificativi, come i nomi e i numeri di conto, vengono anonimizzati, proteggendo così la riservatezza dei contribuenti durante l’intero processo di analisi;
- analisi dei dati: Durante questa fase, gli algoritmi analizzano i dati anonimizzati per individuare potenziali anomalie o comportamenti sospetti. L’analisi viene effettuata considerando diverse variabili, come le transazioni finanziarie, gli aumenti patrimoniali e le discrepanze tra le informazioni dichiarate e i movimenti effettivi;
- individuazione di situazioni anomale: Sulla base dei risultati dell’analisi dei dati, vengono individuate situazioni di potenziale evasione fiscale. Queste situazioni anomale possono includere movimenti finanziari non dichiarati, discrepanze significative tra i redditi dichiarati e quelli effettivi, o altri indicatori di comportamenti elusivi o fraudolenti;
- associazione dei dati: Solo in caso di individuazione di situazioni anomale, l’Agenzia delle Entrate può associare i dati anonimizzati alle persone coinvolte. Questo avviene al fine di condurre indagini più approfondite e valutare se effettivamente si tratta di casi di evasione fiscale;
È importante sottolineare che l’utilizzo degli algoritmi nell’anonimometro è supportato da interventi umani. Questo significa che, nonostante l’analisi sia basata su algoritmi sofisticati, le decisioni finali riguardanti l’avvio dei controlli fiscali effettivi vengono prese da personale specializzato.
Questo intervento umano è fondamentale per evitare decisioni automatizzate che potrebbero ledere i diritti dei contribuenti o generare valutazioni errate.
A quali dati può attingere l’anonimometro
Complessivamente, l’anonimometro rappresenta un approccio innovativo per individuare potenziali casi di evasione fiscale, consentendo all’Agenzia delle Entrate di concentrare le proprie risorse sui soggetti a rischio fiscale più elevato.
L’utilizzo delle informazioni disponibili, unito all’adozione di adeguate misure di anonimizzazione, garantisce un elevato livello di conformità fiscale e contribuisce a un sistema tributario più equo ed efficiente.
L’obiettivo primario dell’analisi del rischio è quello di stimolare l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, utilizzando le informazioni rilevanti per operare interventi preventivi e mirati.
Questo approccio consente un uso efficiente delle risorse dell’Amministrazione finanziaria, circoscrivendo i controlli ai soggetti a rischio fiscale più elevato e riducendo l’impatto sugli oneri amministrativi per cittadini e imprese.
Il documento pubblicato dall’Agenzia delle Entrate nel 2023 non solo fornisce una panoramica dettagliata dei criteri di funzionamento dell'”anonimometro”, ma offre anche esempi concreti di controlli incrociati che vengono effettuati utilizzando i dati dell’Archivio dei rapporti finanziari e altre banche dati fiscali.
Questi esempi illustrano come l’analisi incrociata delle informazioni finanziarie permetta di individuare potenziali casi di evasione fiscale e di verificare la coerenza delle informazioni dichiarate dai contribuenti.
Uno degli esempi di controllo incrociato riguarda l’individuazione di contribuenti con aumenti patrimoniali significativi rispetto ai periodi d’imposta precedenti. L’anonimometro analizza i dati finanziari disponibili e confronta le informazioni dichiarate dai contribuenti con i movimenti registrati sui loro conti correnti.
Qual è l’obiettivo dei controlli
Questo controllo consente di identificare situazioni in cui il patrimonio dei contribuenti è aumentato notevolmente senza una corrispondente giustificazione o dichiarazione fiscale adeguata. Tale discrepanza potrebbe indicare un potenziale caso di evasione fiscale o di mancata dichiarazione dei redditi derivanti da determinate attività finanziarie.
L’analisi incrociata dei dati finanziari può essere utilizzata anche per verificare la coerenza tra le informazioni dichiarate e i movimenti sui conti correnti. Ad esempio, l’anonimometro può controllare se i versamenti e i prelievi effettuati dai contribuenti corrispondono alle entrate e alle spese dichiarate.
Questo tipo di controllo permette di individuare eventuali discrepanze tra i dati finanziari registrati e le dichiarazioni dei contribuenti, evidenziando potenziali situazioni di sottostima dei redditi o di occultamento di entrate non dichiarate.
Inoltre, l’analisi incrociata dei dati finanziari può essere utilizzata per individuare movimenti di denaro sospetti o atipici. Ad esempio, l’anonimometro può rilevare transazioni finanziarie di grandi importi o movimenti di denaro verso o da paesi o territori considerati a rischio di elusione fiscale.
Questo tipo di controllo consente di identificare eventuali flussi finanziari non dichiarati o potenziali operazioni di riciclaggio di denaro, fornendo all’Agenzia delle Entrate informazioni utili per l’approfondimento delle verifiche.
È importante sottolineare che l’analisi incrociata dei dati finanziari non si limita esclusivamente ai conti correnti, ma coinvolge anche altre fonti di informazioni finanziarie, come ad esempio le dichiarazioni dei redditi, le informazioni sulle transazioni immobiliari e altri dati rilevanti per l’attività di controllo fiscale.
L’obiettivo principale di tali controlli è garantire un’adeguata conformità fiscale e individuare potenziali casi di evasione o elusione fiscale, al fine di preservare l’integrità del sistema tributario e garantire una distribuzione equa degli oneri fiscali.
Cos’è l’anonimometro – Domande frequenti
Il controllo sul conto corrente può scattare in diverse situazioni, ma in genere viene attivato quando sorgono sospetti di evasione fiscale o di irregolarità nella gestione delle finanze personali o aziendali.
I controlli sui bonifici possono essere attivati in diverse circostanze, in conformità con le normative fiscali e antiriciclaggio. Comunemente, un controllo scatta in caso di importo elevato, transazioni internazionali, transazioni da o verso paesi a rischio, transazioni da o verso profili sospetti.
I conti bancari possono essere controllati da diversi soggetti, a seconda del contesto e delle circostanze. Solitamente, gli unici enti ad avere accesso a questo tipo di informazioni sono banche, autorità fiscali e antiriciclaggio e forze dell’ordine in caso di indagine penale.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it