- Per l’anno 2023 si prevede il ritorno alla prova orale per l’abilitazione degli avvocati, istituita nel 2021 durante il periodo Covid.
- La proposta del Consiglio Nazionale Forense, o CNF, è quella di regolare in via definitiva l’accesso alla professione di avvocato.
- Un ritorno alle prove scritte per l’abilitazione ha provocato numerose polemiche, che hanno spinto il governo a fare un passo indietro.
Sono ormai passati due anni da quando per l’abilitazione degli avvocati era stata istituita una prova orale a causa del Covid. Tali modifiche sono state rese necessarie dalla pandemia, ma oggi che il Covid non è più una limitazione, si attende il ritorno alle modalità standard per il sostegno della prova.
Infatti, per quest’anno era previsto il ritorno allo schema pre-pandemico con la conseguente eliminazione dell’esame orale rafforzato. Tale richiesta era stata avanzata dal Governo mediante la circolare emanata dal Ministero di giustizia e diramata alle Corti d’appello.
Tuttavia, tale decisione non è stata per nulla apprezzata dall’avvocatura italiana, a pochi mesi dalle prove che si terranno nel mese di dicembre 2023.
Ciò avrebbe portato a fare un passo indietro e a esaminare la proposta di confermare e mantenere in via definitiva la prova orale per l’abilitazione degli avvocati. Ma capiamo nel dettaglio come andrà la prova d’esame per il 2023.
Indice
Abilitazione degli avvocati 2023/2024: quando e come si terrà
Con la comunicazione del Ministero della Giustizia era stato richiesto ai Presidenti delle Corti d’appello di ripristinare le modalità d’esame e, di conseguenza, di reintrodurre le tre prove scritte e una prova orale per l’abilitazione degli avvocati per l’anno 2023. Per diventare avvocato, la sessione di quest’anno si terrà tra l’11 e il 15 dicembre 2023.
Il ministero aveva, nello specifico, richiesto la disponibilità di locali di ampiezza e caratteristiche idonee allo svolgimento delle prove scritte per un numero di partecipanti pari a quelli che hanno sostenuto le prove durante le ultime sessioni.
Il regime eccezionale era stato introdotto con il Decreto-legge n. 31/2021 e prevedeva un esame orale rafforzato, ma non essendoci più i presupposti per il sostegno della prova in queste modalità, per quest’anno si attendeva il ritorno alle prove scritte.
Questo era quanto stabilito dalla circolare diramata dal Ministero della Giustizia. Tuttavia, non sono tardate ad arrivare le polemiche e le richieste di un passo indietro.
Abilitazione avvocati 2023: le criticità
Nella circolare emanata dal Ministero si faceva una duplice richiesta ai Presidenti delle Corti d’appello:
- di verificare la disponibilità di luoghi idonei in cui poter svolgere le prove scritte, sufficientemente ampi per accogliere un numero di aspiranti avvocati almeno pari a quello dell’ultima sessione di esame;
- di adottare i relativi atti amministrativi necessari per concretizzare disponibilità e svolgere le prove scritte tra l’11 e il 15 dicembre 2023.
Tuttavia, la richiesta non è stata accolta positivamente dal Consiglio Nazionale Forense, o CNF, e neanche dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati, o AIGA.
Secondo il CNF, infatti, questa scelta:
“vanificherebbe l’organizzazione dei percorsi di formazione e di preparazione all’esame di Stato che i tirocinanti stanno frequentando (ed in taluni casi hanno già finito di frequentare) sulla scorta delle modalità di cui al decreto-legge 31 del 2021”.
Per tale motivo il Consiglio ha richiesto così di mantenere la sessione 2023 con la prova orale rafforzata. Anche dall’AIGA è arrivata una forte contestazione alla decisione del Ministero. Infatti, si legge in una nota dell’associazione:
“Facciamo nostre le preoccupazioni ed il disagio dei giovani futuri colleghi che, improvvisamente, e solo in via informale, hanno appreso del ripristino delle ordinarie modalità d’esame. Tale decisione appare di gran lunga errata: si perderebbero i benefici, in termini di tempistiche, certezze, valutazioni e riduzione dei costi, che la modalità emergenziale aveva garantito, e si creerebbe un grave danno per tutti i candidati”.
Tutte le ipotesi sull’abilitazione professionale degli avvocati
A fronte di tali contestazioni, il viceministro alla giustizia Francesco Paolo Sisto si è quindi ritrovato nella posizione in cui sarebbe quasi da dare per scontato un passo indietro.
Tuttavia, ad oggi non sono ancora state date conferme del mantenimento del regime eccezionale per l’abilitazione 2023.
Il viceministro, infatti, ha dichiarato:
“È stato osservato che ricalibrare la preparazione dal doppio orale al modello pre-covid sarebbe, a 6 mesi dalla data teorica degli scritti, troppo oneroso: riteniamo di poter valutare attentamente le perplessità dell’avvocatura”. Ha poi continuato: “Non escludiamo dunque di poter prevedere che per la sessione 2023 permanga il sistema adottato durante la pandemia. D’altronde, come ministero, la nostra priorità è essere in sintonia con i bisogni e le necessità delle categorie”.
Ad oggi ancora non è stata presa una decisione definitiva sull’abilitazione per avvocati del 2023. Tuttavia, secondo l’AIGA e il CNS, mantenere la doppia prova orale permetterebbe ai candidati di mantenere una tipologia di studio adatta al doppio orale.
Infatti, secondo il parere dell’associazione del Consiglio Nazionale Forense, sarebbe troppo tardi per i candidati recuperare uno studio più approfondito richiesto, invece, per sostenere le tre prove scritte e la prova orale prevista nel regime ordinario.
Può anche interessarti la lettura dell’articolo: “riforma della previdenza forense“.
Abilitazione avvocati: come funzionano le prove
La procedura ordinaria di abilitazione per gli avvocati si basa su tre prove scritte, che sono le seguenti:
- prima prova scritta: si svolge il primo giorno, sulle materie di diritto civile;
- seconda prova scritta: si svolge il secondo giorno, sulle materie di diritto penale;
- terza prova scritta: si svolge il terzo giorno e il candidato può scegliere tra l’atto giudiziario di diritto civile, penale e amministrativo.
Superata la prova scritta il candidato dovrà procedere allo studio delle materie scelte per la prova orale. L’esame orale, infatti, consiste nella discussione, dopo l’illustrazione delle prove scritte, di brevi questioni relative a cinque materie, di cui almeno una di diritto processuale. Le materie devono essere scelte preventivamente dal candidato, tra le seguenti:
- diritto costituzionale;
- diritto civile;
- diritto commerciale;
- diritto del lavoro;
- diritto penale;
- diritto amministrativo;
- diritto tributario;
- diritto processuale civile;
- diritto processuale penale;
- diritto internazionale privato;
- diritto ecclesiastico;
- diritto comunitario.
Come funziona l’orale rafforzato
Con decreto-legge n. 31/2021 è stato istituito l’orale rafforzato sostituendo i tradizionali tre scritti. L’esame orale consiste in un’altra prova orale su una questione pratico-applicativa.
Con questa prova, quindi, il candidato è chiamato a fornire una soluzione di una vicenda che richiede padronanza di diritto sia sostanziale che processuale in una materia a scelta tra:
- materia regolata dal codice civile;
- materia regolata dal codice penale;
- diritto amministrativo.
L’esito dell’esame è espresso in trentesimi, e si considera superato con un risultato minimo di 18/30. A seguire, il candidato è tenuto a sostenere un secondo orale, simile a quello tradizionale, ma con un’interrogazione che verte anche sulla materia non prescelta nel primo orale.
Quindi, se alla prima prova orale il candidato ha scelto diritto civile, al secondo orale deve portare tra le altre materie anche diritto penale e viceversa.
Invece, se il candidato ha scelto diritto amministrativo deve portare al secondo orale, tra le altre materie, sia diritto penale che diritto civile.
La durata complessiva dell’esame è compresa tra i 45 ed i 60 minuti e viene svolta a distanza di non meno di 30 giorni dalla prima prova. La seconda prova orale, inoltre, consiste in tre questioni:
- la prima questione: scelta tra diritto civile e diritto penale, purché diversa dalla materia già adottata per la prima prova orale;
- la seconda questione: scelta tra diritto processuale civile e diritto processuale penale;
- la terza questione scelta fra: diritto civile, diritto penale, diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico.
Abilitazione avvocati 2023 – Domande frequenti
Nonostante la richiesta da parte del Ministro della Giustizia di fare ritorno alle modalità ordinarie di esame, con tre prove scritte e una prova orale, il Consiglio Nazionale Forense, e l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, hanno richiesto di mantenere per il 2023 l’orale rafforzato.
L’orale rafforzato è una modalità di esame introdotta con il covid nel 2021 e prevede due prove orali, la prima in materia regolata dal codice civile, dal codice penale o di diritto amministrativo e la seconda prova che consiste in tre questioni su altri rami del diritto.
L’abilitazione si svolge in tre prove scritte e una orale. Le prove scritte sono su diritto civile, penale e uno a scelta. Dal 2021 è stato introdotto l’esame orale rafforzato a causa del Covid. Questo consiste in due esami orali con voto espresso in trentesimi.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale