- Il Decreto Criptovalute va a regolarizzare l’emissione e la circolazione di strumenti digitali in Italia, ed è stato approvato in via definitiva dalla Camera l’8 maggio 2023, con la creazione di un apposito Registro per la circolazione digitale.
- Si applica su tutti quegli strumenti finanziari emessi attraverso una tecnologia a registro distribuito (DLT).
- Le società emittenti di crypto-asset e chi svolge la funzione di intermediario devono trascrivere obbligatoriamente le operazioni nell’apposito Registro. In caso di violazioni sono previste sanzioni fino a 5 milioni di euro.
In base a una statistica eseguita tra i principi broker e piattaforme exchange europei, in Italia circa il 15,8% degli investitori opera strumenti digitali, ovvero quelli che si basano su una tecnologia a registro distribuito come i crypto-asset. Questo dato è in linea con una crescita esponenziale delle transazioni anche in Europa.
In questa prospettiva l’8 maggio 2023 è stato approvato, dal Governo Meloni in via definitiva, il Decreto Criptovalute, finalizzato a regolarizzare, rendere trasparenti e più sicure le operazioni in crypto-asset e di altri prodotti finanziari digitali. Scopri nel nostro articolo quali sono le novità e gli effetti sul settore.
Indice
Decreto Criptovalute: iter normativo
Il Decreto Criptovalute fa riferimento al Decreto-legge 17 marzo 2023 n. 25 che va a regolarizzare l’emissione e la circolazione di strumenti finanziari digitali in Italia.
La normativa fa riferimento al Regolamento UE 2022/858, conosciuto anche come DLT Pilote Regime, emanato dalla Commissione Europea al fine di semplificare la sperimentazione Fintech e creare norme comuni per quanto riguarda gli strumenti digitali.
La nuova norma rientra in quelle iniziative previste dalla Legge di Bilancio 2023 con le quali il Governo Meloni è andato a colmare un vuoto normativo presente su quei nuovi strumenti finanziari, come i Bitcoin e le criptovalute, sviluppati su tecnologie innovative come la blockchain.
Il Decreto Criptovalute, approvato in Senato il 26 aprile 2023, modificato con il DL 17 marzo n° 25 con una serie di emendamenti, è stato definitivamente convertito in legge l’8 maggio 2023.
Cosa prevede il Decreto Criptovalute
Il Decreto-legge si compone di 35 articoli suddivisi in 8 sezioni, in cui si vanno a definire:
- gli strumenti finanziari digitali;
- il Registro per la circolazione digitale;
- l’individuazione dei soggetti abilitati al controllo;
- l’attuazione delle nuove normative.
Una novità, rispetto al Regolamento Europeo, è l’applicazione del Decreto Criptovalute a tutti quegli strumenti finanziari emessi in modo digitale.
Con questo termine vengono definite quelle attività economiche che non prevedono forma fisica, ma uno scambio che avviene attraverso una tecnologia a registro distribuito (DLT) come la blockchain. Infatti, in base all’art 2 saranno soggetti a tali disposizioni:
- azioni e obbligazioni emesse in modo digitale;
- ulteriori strumenti finanziari rilasciati anche da società private non quotate;
- strumenti monetari previsti dal diritto italiano;
- azioni o quote di organismi di investimento collettivo;
- altri strumenti digitali come previsto dal Regolamento UE 858/2022.
Come funziona il Registro per la circolazione digitale
L’art 3 del Decreto prevede la creazione di un Registro per la circolazione digitale. Al suo interno verranno inseriti dati su:
- le emissioni dei nuovi strumenti digitali;
- i trasferimenti degli stessi.
In questo modo vengono definite una serie di regole attraverso cui uno strumento digitale potrà essere considerato:
- integro;
- autentico;
- non ripudiabile;
- valido.
Il fine è quello di semplificare le operazioni di trasferimento, creando, in via sperimentale, un sistema che permetta di tracciare le singole operazioni digitali e quindi identificare, in modo univoco, chi ha emesso, trasferito o ricevuto uno strumento digitale.
La trascrizione del registro deve essere effettuata dall’emittente, ovvero dalla società privata o quotata in borsa, definita Prestatore di Servizio, che rilascia lo strumento digitale o da chi svolge il ruolo di intermediario.
In queste categorie rientrano la Banca d’Italia, il Ministero del Tesoro e gli istituti di credito riconosciuti. Inoltre, si includono gli intermediari, come broker e piattaforme exchange.
Per svolgere questo ruolo è necessaria l’iscrizione in un’apposita sezione del Registro informatizzato dei cambiavalute, definito Registro degli operatoti di criptovalute, detenuto dall’OAM (Organismo per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi).
Infine, si prevede l’obbligo da parte delle società emittenti e degli intermediari di avere una sede sul territorio italiano.
Come funziona l’emissione e la registrazione delle criptovalute
L’art 18 stabilisce quali sono le modalità attraverso cui gli strumenti finanziari dovranno essere emessi e registrati. In particolare, si precisa che:
- l’emissione può essere effettuata solo all’interno di registri tenuti da soggetti regolarmente iscritti all’Albo degli operatori di criptovalute;
- dovrà essere nominato dall’emittente una figura che prenderà il nome di responsabile del registro;
- per ogni singola emissione è necessaria una relativa iscrizione presso il registro per la circolazione digitale;
- l’intermediario o la società emittente dovrà dare comunicazione immediata alla Consob al momento dell’emissione e trascrizione di uno strumento digitale;
- devono essere rese pubbliche ai sottoscrittori tutte le informazioni inerenti gli strumenti digitali.
Chi è predisposto ai controlli sulle criptovalute
Per verificare il rispetto delle direttive previste dal Decreto-legge, vengono dati poteri di controllo alla Consob e alla Banca d’Italia.
Oltre alla verifica svolta dalle società emittenti, l’autorità di controllo (Consob) avrà il compito di verificare la trasparenza, garantendo la tutela degli investitori.
Invece, la Banca d’Italia sarà preposta a una vigilanza sulle singole società emittenti, e sulle banche. per ciò che concerne i relativi rischi su uno specifico prodotto finanziario.
Infine, sarà compito dell’OAM verificare la presenza dei requisiti necessari per l’iscrizione nell’apposito Elenco dei soggetti predisposti alla trascrizione nel registro per la circolazione digitale.
Decreto Criptovalute: nuove sanzioni
Nella sezione V all’art 30 sono state previste sanzioni da 5.000€ fino a un massimo di cinque milioni di euro, per il mancato rispetto delle norme riguardanti la trascrizione degli strumenti digitali e delle relative operazioni nell’apposito Registro.
Sono soggetti al versamento di una sanzione amministrativa sia il responsabile del registro, sia la società di gestione, nel caso di:
- mancato rispetto dei requisiti previsti per la creazione dei registri DLT;
- violazione delle regole per l’emissione degli strumenti digitali;
- se si determina un’omissione della trascrizione di un prodotto finanziario digitale emesso o trasferito;
- mancata comunicazione alla Consob come da art. 17 e 18.
Inoltre, per coloro che effettuano trascrizioni senza avere ottenuto prima l’iscrizione presso l’apposito registro, sono previste sanzioni dai 25.000€ ai 5 milioni di euro.
Decreto Criptovalute: entrata in vigore
Il Decreto-legge entra in vigore il giorno dopo della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, l’art 32 prevede un regime transitorio, che dovrà essere attuato dalla Consob al fine di permettere la nomina dei responsabili e l’iscrizione al Registro stesso delle società emittenti.
Si prevedono 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore del Decreto Criptovalute per definire un ulteriore regolamento operativo da parte della Consob.
In attesa, gli operatori saranno inseriti in un apposito registro provvisorio che entrerà in vigore dal 18 maggio, permettendo agli intermediari e alle società emittenti di effettuare l’iscrizione.
Infine, entro tre anni la Consob e la Banca d’Italia dovranno comunicare al Comitato Fintech, istituito presso il Ministero del Tesoro, una relazione in cui indicare eventuali criticità presenti nel Decreto Criptovalute.
Verso un’Italia digitale
Il Decreto Criptovalute è stato accolto in maniera contrastante da chi opera nel settore. Non vi è dubbio che attraverso questa normativa si vanno a colmare alcune mancanze nell’universo dei crypto-asset e degli strumenti digitali in generale, rientrando nelle iniziative di Digital finance previste dalla UE.
In particolare, se investi nelle criptovalute, avrai una maggiore trasparenza e sicurezza, con una tracciabilità delle attività che avvengono attraverso la blockchain.
Ciò comporta anche minori rischi di eventi come quelli che hanno portato, nel 2022, al fallimento di diversi exchange, come il default di FTX che ha innescato anche la crisi di una serie di banche di investimento.
Tuttavia, per alcuni questo regolamento va a limitare la natura stessa delle crypto e della loro tecnologia, la blockchain, finalizzata a un sistema di scambio decentralizzato e soprattutto senza interferenze da parte di organi centrali.
Decreto Criptovalute – Domande frequenti
Il Decreto Criptovalute si riferisce al D.L. 17 marzo 2023 n.25 con cui sono state inserite una serie di modifiche al disegno di legge sugli strumenti digitali, approvato in Senato il 26 aprile, con riferimento al Regolamento UE 858/2022.
L’8 maggio 2023 è stato approvato dalla Camera in via definitiva il disegno di legge di conversione del Decreto Criptovalute.
Il Decreto Criptovalute entra in vigore dalle 24 ore della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, si prevede un periodo transitorio. Leggi la nostra guida per avere tutte le informazioni.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale