- Recentemente è stata introdotta una legge sull’equo compenso per i professionisti autonomi.
- L’equo compenso stabilisce che il professionista deve essere remunerato per il proprio lavoro in modo proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.
- L’equo compenso per gli avvocati viene stabilito in base a parametri forensi già esistenti, mentre per altri professionisti al momento sono assenti o datati.
Si parla molto nell’ultimo periodo della proposta di legge, approvata, sull’equo compenso: si tratta di una iniziativa mirata a tutelare i professionisti autonomi che lavorano con una Partita Iva, e prevalentemente per coloro che risultano iscritti ad un Albo professionale.
Vi rientrano diversi professionisti autonomi, anche se al momento si attende che i parametri per applicare questa legge vengano comunicati da tutti gli Albi professionali. L’equo compenso ai professionisti stabilisce che ogni lavoratore autonomo iscritto ad un Albo venga retribuito in modo proporzionale alla quantità e alla qualità di lavoro svolto.
La proposta è indirizzata in modo particolare agli avvocati, con il decreto del Ministro della giustizia emanato ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, ai professionisti iscritti agli ordini e collegi, e ai professionisti non ordinistici. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questa legge, in particolare per i professionisti avvocati.
Indice
Cos’è l’equo compenso
L’equo compenso per i professionisti è una forma di tutela per tutti i professionisti autonomi che risultano iscritti ad un Albo o ordine specifico, e già il 13 ottobre 2022 è stata avanzata una proposta di legge per l’equo compenso delle prestazioni professionali.
Il 12 aprile 2023 la proposta è diventata legge, indicando la necessità di stabilire una retribuzione minima per il lavoro svolto dai professionisti autonomi. L’equo compenso era una disposizione stabilita in precedenza solamente per i professionisti avvocati, tuttavia con questa nuova legge viene estesa anche a tutti coloro che sono iscritti ad un Albo.
L’equo compenso non è quindi del tutto nuovo, tuttavia al momento attuale risulta essere una risorsa aggiuntiva per tutelare la paga dei lavoratori autonomi, con un allargamento della platea dei beneficiari.
L’obiettivo quindi è quello di limitare il più possibile squilibri tra professionista autonomo e aziende, specialmente nel momento in cui un autonomo lavora per aziende di grandi dimensioni e con elevato fatturato.
Per questo motivo insieme alle disposizioni sull’equo compenso, sono anche state introdotte disposizioni sulla nullità delle eventuali clausole vessatorie nei contratti di collaborazione: con questa terminologia si intendono quelle clausole che possono causare una disparità al professionista, con compensi più bassi dei parametri prefissati.
Intorno all’introduzione dell’equo compenso come legge non sono mancate anche le critiche: per il momento non sarebbero del tutto chiari e stabiliti i parametri per ogni categoria professionale, e inoltre le sanzioni sono previste per il professionista e non per le imprese. Si attende dunque che vengano definiti i dettagli e i parametri per i prezzi dei professionisti o che vengano apportati dei correttivi.
A chi spetta l’equo compenso
Secondo le regole presenti in precedenza, l’equo compenso non è una norma del tutto nuova. Inizialmente questa forma di tutela era prevista solamente per i professionisti avvocati, mentre in un momento successivo (a partire dal 2017) è stato esteso anche alle seguenti professioni:
- commercialisti;
- consulenti del lavoro;
- medici;
- psicologi;
- architetti.
Secondo le ultime novità, l’equo compenso è stato esteso a tutta una serie di categorie di professionisti, e va a tutelare le attività intellettuali, anche svolte da esercenti di professioni non ordinistiche (come quelle di amministratori di condominio e revisori legali), svolte per imprese di grande dimensione, banche e assicurazioni.
A questo proposito sono state introdotte delle clausole specifiche che riguardano le dimensioni delle aziende per cui i professionisti lavorano: devono essere con più di 50 lavoratori oppure con ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
Su questo punto non sono mancate le critiche alla nuova legge, perché vengono di fatto esclusi tutti i professionisti che lavorano per imprese di dimensioni minori. Le norme si applicano nel caso di accordo, preparatorio o definitivo, che risulta vincolante per il professionista.
Inoltre, le regole sono applicate anche nel caso di lavori svolti per la pubblica amministrazione o per società partecipate alla PA, con esclusione delle attività rese agli agenti della riscossione e alle società di cartolarizzazione.
Equo compenso avvocati 2023: il testo della legge
Andando a vedere nel dettaglio il testo della proposta di legge, il contenuto riporta tutti i casi in cui la regola sull’equo compenso deve essere applicata, introducendo il concetto di nullità della validità dell’accordo. In particolare, i punti toccati dal testo sono i seguenti:
- sono nulle tutte quelle clausole dell’accordo che non stabiliscono un compenso equo e proporzionato allo svolgimento dell’attività professionale, o con un compenso inferiore ai parametri previsti;
- sono nulle le clausole che impongano al professionista di non pretendere acconti, o che impongano allo stesso di anticipare delle spese, o che in linea generale favoriscano in modo sproporzionato il committente rispetto al professionista. Le stesse tutele vengono disposte nel momento della stipula del contratto, e nelle eventuali richieste di prestazioni aggiuntive a titolo gratuito. Viene anche disposto divieto di creare clausole che stabiliscano il pagamento superiore a 60 giorni delle fatture;
- sta al giudice l’operazione di rideterminazione del compenso iniquo e condannare l’azienda a pagare una indennità al professionista;
- ordini e collegi professionali dovranno introdurre delle norme apposite che prevedono sanzioni per i professionisti che violano le disposizioni sull’equo compenso e che omettono di dire al committente che è previsto tale equo compenso;
- viene consentito alle aziende di adottare modelli standard di convenzione, in accordo ai Consigli
nazionali degli Ordini o i collegi professionali; - viene istituito presso il Ministero della giustizia l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso, che dovrà verificare che la legge venga rispettata.
Per chi svolge la professione forense, viene aggiunta una tutela in caso di liquidazione delle spese di lite in favore del cliente, e in questo caso le tutele si applicano:
“Con esclusivo riferimento alla professione forense, nella previsione che, in caso di liquidazione delle spese di lite in favore del cliente, all’avvocato sia riconosciuto solo il minor importo previsto nella convenzione, anche quando le spese liquidate siano state in tutto o in parte corrisposte o recuperate dalla parte, ovvero solo il minore importo liquidato quando l’importo previsto in convenzione sia maggiore.”
Equo compenso avvocati e Pubblica Amministrazione
Le nuove regole sull’equo compenso includono anche i lavori svolti dai professionisti verso la Pubblica Amministrazione. Anche se le regole a tal proposito erano presenti già in precedenza, ancora oggi trovano una difficoltosa applicazione.
In particolare, con la recente sentenza del Consiglio di stato n. 07442/2021, si è stabilito che l’equo compenso venga corrisposto solamente nel momento in cui è previsto effettivamente un compenso dal bando proposto.
Questa sentenza porta quindi alla possibilità di proporre in via gratuita progetti ai professionisti, tramite bandi gratuiti. A stabilire limiti precisi su questo punto potrebbe intervenire tuttavia anche il nuovo codice degli appalti, con disposizioni precise, per cui si attende un intervento in questo senso.
Per il momento la legge sull’equo compenso include anche la PA tra i committenti, in base al seguente testo:
“Le disposizioni della presente legge si applicano altresì alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione.”
Equo compenso avvocati: tabelle 2023
Parlando in modo particolare dei professionisti avvocati, questa categoria da diverso tempo ha regole ben precise stabilite secondo l’equo compenso, e riportano i parametri di riferimento per il compenso di questi professionisti. Si tratta al momento dell’unica categoria per cui esistono parametri aggiornati ad oggi.
Le tabelle sono infatti state aggiornate recentemente dal D.M. n. 147 del 13/08/2022, tuttavia si attendono eventuali nuove disposizioni a seguito dell’introduzione della legge sull’equo compenso. Vediamo di seguito un esempio di tabelle ad oggi esistenti per questi professionisti, analizzando qui ciò che riguarda le cause di lavoro.
Valore | da € 0,01 a € 1.100,00 | da € 1.100,01 a € 5.200,00 | da € 5.200,01 a € 26.000,00 | da € 26.000,01 a € 52.000,00 | da € 52.000,01 a € 260.000,00 | da € 260.000,01 a € 520.000,00 |
Fase di studio della controversia | 210,00 | 888,00 | 1.822,00 | 3.245,00 | 4.763,00 | 6.668,00 |
Fase introduttiva del giudizio | 126,00 | 425,00 | 777,00 | 1.202,00 | 1.701,00 | 2.336,00 |
Fase istruttoria e/o di trattazione | 126,00 | 567,00 | 1.172,00 | 1.880,00 | 2.678,00 | 3.623,00 |
Fase decisionale | 179,00 | 746,00 | 1.617,00 | 2.930,00 | 4.253,00 | 6.290,00 |
Sanzioni previste in caso di violazione
Le regole per l’equo compenso introdotte per quest’anno vanno a stabilire particolari sanzioni nel caso in cui i professionisti non rispettano le soglie previste in base ai nuovi parametri, in prevenzione di azioni di concorrenza sleale. Saranno gli Ordini a stabilire queste sanzioni, e inoltre potranno procedere con class action specifiche per difendere i professionisti.
L’introduzione di queste nuove tutele per i professionisti ha scaturito da subito le reazioni più contrastanti tra i professionisti stessi: da un lato infatti la misura è vista come molto positiva per tutelare i lavoratori autonomi, che spesso operano in un mercato al ribasso.
Dall’altro lato però sono anche state poste in evidenza le criticità delle nuove regole, per cui non è ben chiaro come dovranno agire i professionisti senza Albo, e per cui molti attendono di conoscere i parametri specifici che riguardano i prezzi per ogni settore.
Un’altra criticità riguarda le caratteristiche così definite dei committenti per cui si attiva l’equo compenso, che va di fatto ad escludere tutte le imprese di piccole dimensioni, come le molte PMI sul territorio che si avvalgono della consulenza di professionisti esterni che hanno aperto una Partita Iva.
Confcommercio spiega che queste nuove regole sono solamente il primo passo per un intervento più esteso, mentre Colap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, si è dimostrato critico verso questa legge, che non va a modificare di molto le regole già stabilite in precedenza.
Inoltre, al momento parametri di prezzo aggiornati esistono solamente per i professionisti avvocati, mentre non è così per le altre professioni, per cui se i parametri esistono sono vecchi di più di dieci anni, e assenti specialmente per le professioni emergenti.
L’effetto collaterale delle regole dell’equo compenso potrebbe essere infatti quello di danneggiare ulteriormente i professionisti applicando sanzioni di varia natura in un contesto già difficoltoso. Non si esclude che il governo possa nuovamente intervenire con delle correzioni al testo della legge.
Equo compenso avvocati – Domande frequenti
L’equo compenso stabilito da una nuova legge presuppone che i professionisti autonomi vengano pagati in modo congruo alla quantità e alla qualità di lavoro svolto, verso grandi aziende e PA. Per gli avvocati esistono già alcuni parametri aggiornati sui prezzi, ecco quali sono.
La nuova legge sull’equo compenso stabilisce alcune tutele per i professionisti autonomi, soprattutto se lavorano con grandi aziende e per la PA.
Gli Ordini professionali possono erogare sanzioni ai professionisti autonomi che non rispettano l’equo compenso, in relazione alla concorrenza sleale.
Valeria Oggero
Giornalista