Pfas in Italia e in Europa: cosa sono queste sostanze, le ultime inchieste

I Pfas sono sostanze chimiche inquinanti difficili da smaltire nell'ambiente: ecco i dati dalle ultime inchieste.

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  • Si discute molto in questo periodo dei Pfas, ovvero composti chimici nocivi e che l’ambiente non è in grado di smaltire.
  • I Pfas sono sostanze chimiche riscontrate in Europa, inclusa l’Italia, America e Africa.
  • Una grande inchiesta recente ha portato alla luce l’esistenza di queste sostanze chimiche, collegate a diversi prodotti d’uso comune, che non sono facilmente smaltibili dall’ambiente.

Una recente inchiesta condotta da diversi giornali europei, ha evidenziato la presenza di Pfas, ovvero di composti chimici altamente inquinanti, in varie zone dell’Europa, inclusa l’Italia. Si tratta di una sostanza definita come “perenne”, perché difficile o quasi impossibile da smaltire in natura.

Questa sostanza è presente in molti prodotti d’uso comune, e viene utilizzata per produrre oggetti antiaderenti, antimacchia o impermeabili. Gli utilizzi di questa sostanza avvengono in ambito industriale, e la contaminazione da Pfas rischia di danneggiare sia la salute che l’ambiente.

Le ultime inchieste hanno portato alla luce la presenza di queste sostanze difficili da smaltire in natura,  in diversi paesi di Nord America, Europa occidentale, Africa, America centrale e Sud America.

Cosa sono i Pfas

I Pfas sono di fatto composti chimici quasi indistruttibili, e per questo motivo sono difficili da smaltire se presenti nell’ambiente. Vengono utilizzati in ambito industriale per la produzione di diversi materiali, principalmente con proprietà antiaderenti, impermeabili o antimacchia.

Il problema principale di questi elementi è che sono difficoltosi da smaltire, e nell’ambiente sono pressoché a durata perenne. Bonificare un ambiente contaminato da tali sostanze è piuttosto complesso, e altrettanto costoso.

Questi elementi inoltre sono particolarmente dannosi per la salute, per cui sono annoverati come in tutto e per tutto velenosi. I Pfas sono utilizzati in particolare per produrre Teflon e Gore-Tex, ma si possono trovare anche in oggetti di uso comune.

In particolare recentemente si sta studiando la presenza di queste sostanze nella carta igienica, come nelle padelle antiaderenti, nei tessuti impermeabili e antimacchia, nella carta per alimenti. Si tratta di prodotti d’uso comune, per cui lo smaltimento diventa particolarmente difficoltoso.

La presenza di queste sostanze minaccia infatti l’ambiente e la salute, per cui aumentano gli studi sui possibili effetti collaterali del contatto con questi elementi. In particolare i Pfas più pericolosi sono i seguenti:

  • Pfos, perfluoroottano solfonato;
  • Pfoa, acido perfluoroottanoico.

Queste sostanze chimiche tossiche mettono a repentaglio l’ambiente causando principalmente inquinamento idrico e dei terreni, secondo uno studio pubblicato sul Journal enviromental science & technology letters e sul Guardian, relativamente alla presenza di queste sostanze nella carta igienica.

Pfas e inquinamento ambientale

I Pfas sarebbero quindi una fonte di inquinamento ambientale piuttosto nociva, e la presenza di queste sostanze in Europa è molto elevata. Dalle acque reflue infatti i Pfas possono espandersi arrivando a campi coltivati e di conseguenza andare ad intaccare i prodotti alimentari e gli animali da allevamento.

Anche se le implicazioni per la salute dell’uomo non sono ancora del tutto chiare, secondo alcune ricerche queste sostanze contribuirebbero, se cumulate in grande quantità nell’organismo, allo sviluppo di problemi ormonali, infertilità e nei casi peggiori al cancro.

L’Unione Europea avrebbe già fissato in passato delle soglie massime per la presenza di questi agenti inquinanti, tuttavia tali soglie sarebbero troppo alte, e quantità minori di Pfas potrebbero contribuire a danneggiare i prodotti destinati all’alimentazione, e di conseguenza la salute dell’uomo.

Secondo le recenti inchieste, sono state proposte delle mappe che mostrano la presenza di Pfas nei territori europei, evidenziando anche le zone in cui sono presenti industrie dedite alla produzione di queste sostanze.

In Europa ci sono al momento almeno 20 zone in cui vengono prodotti Pfas, e la contaminazione da questa sostanza nelle acque è stata valutata per almeno 17.000 siti. Questi agenti chimici sono maggiormente diffusi in Europa Centrale.

L’UE potrebbe presto prendere in considerazione l’idea di vietare completamente la produzione e l’utilizzo di queste sostanze, tuttavia bonificare le aree già inquinate potrebbe essere piuttosto difficoltoso, se non impossibile.

Pfas dove si trovano

Dove sono i Pfas in Italia

La ricerca condotta dai giornalisti di diverse testate europee ha portato ad individuare i principali siti in cui si trovano i Pfas, anche in Italia. La regione maggiormente interessata dalla presenza di questi agenti inquinanti è il Veneto, e tra le città maggiormente coinvolte possiamo trovare Padova, Verona e Vicenza, Sarego, Cologna Veneta.

Tuttavia anche in altre regioni italiane, come Lombardia e Piemonte, sono presenti quantità elevate di questi materiali nell’ambiente. Le acque del Po in particolare sarebbero contaminate dai Pfas, ma anche in Toscana i dati rilevano contaminazioni nell’Arno.

Anche le isole Sicilia e Sardegna presentano zone in cui la presenza di Pfas è elevata, specialmente nei dintorni delle zone di produzione e lavorazione di questi agenti chimici e dove sono presenti impianti specifici.

Pfas nella carta igienica

Recenti ricerche hanno messo in luce anche la presenza di sostanze Pfas all’interno di prodotti di uso comune come la carta igienica. Attualmente si è individuata presenza di queste sostanze nei prodotti venduti da almeno 21 marche di carta igienica nel mondo.

Questa sarebbe una delle principali fonti di inquinamento idrico, data la difficoltà di smaltimento e l’elevata resistenza di questi materiali.

Una ricerca condotta dall’Università della Florida ha iniziato a studiare i danni collaterali dei Pfas sulla salute, tuttavia non esistono ad oggi prove concrete che l’utilizzo di questi prodotti in modo diretto favorisca l’insorgere di problematiche sulla salute.

Tuttavia le ultime scoperte hanno reso evidente la necessità di intervenire con nuovi studi a proposito delle implicazioni sulla salute dell’utilizzo di questi prodotti.

Come limitare i Pfas

Per limitare quotidianamente il contatto con i Pfas si consiglia di ridurre l’acquisto di alimenti contenuti in scatole di plastica o contenitori con pellicole di protezione, e scegliere fibre naturali per ciò che riguarda i capi di abbigliamento.

Anche i cosmetici e prodotti di igiene personale possono contenere Pfas, specialmente quelli resistenti all’acqua: per questo motivo è consigliato informarsi su tutte le sostanze contenute in tali prodotti prima dell’utilizzo.

Per difendersi infine dai Pfas, se presenti nell’acqua, è consigliato acquistare un depuratore che possa filtrarla.

Pfas in Italia e in Europa – Domande frequenti

Cosa sono i Pfas?

I Pfas sono sostanze chimiche che possono essere nocive per l’ambiente, ad oggi presenti in molti prodotti d’uso comune: ecco una lista.

Come vengono smaltiti i Pfas?

Smaltire i Pfas è pressoché impossibile, perché hanno un’elevata resistenza nell’ambiente. Le opere di bonifica comportano processi di grande entità, e economicamente dispendiosi.

Quali sono le conseguenze della presenza dei Pfas nell’ambeinte?

Come conseguenze indirette, i prodotti coltivati verrebbero raggiunti dai Pfas passando dalle acque per l’irrigazione, comportando l’arrivo di queste sostanze anche negli alimenti.

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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