Quando arriva l’estate, cresce la confusione e non si capisce cosa manchi al comparto turistico per trovare il giusto equilibrio tra domanda e offerta di lavoro.
Dal Tirolo alla Sicilia, gli operatori si interrogano su questo argomento senza che si arrivi a un punto di incontro tra le due opposte esigenze.
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Assunzioni nel turismo, un problema nazionale
In fondo il mercato del lavoro turistico dovrebbe essere, tecnicamente, un mercato come un altro, dove la legge della domanda e dell’offerta regola i flussi delle richieste.
La realtà, però, è profondamente diversa e i motivi affondano le radici nella storia e nella cultura produttiva ed economica recente dell’Italia.
La quotidianità, nella ricerca di personale per alberghi e ristoranti, bar e servizi di trasporto e altre figure professionali nel settore ricettivo e dei servizi turistici, è un dramma.
Imprenditori disperati che non trovano personale per mandare avanti la loro azienda nei momenti di maggiore affluenza turistica.
Anche i lavoratori, però, non se la passano benissimo. Molti infatti decidono di scartare questo settore per paura di non poter lavorare negli altri periodi dell’anno, dove il flusso di turisti e gli affari per le aziende turistiche calano.
Da che parte sta la verità? Manca il lavoro o i lavoratori?
Domanda e offerta hanno difficoltà a incontrarsi per una rigidità del nostro sistema di gestione dei rapporti di lavoro. Questa spiegazione non è sufficiente per sintetizzare tutte le difficoltà che ogni giorno incontrano i piccoli esercizi.
È probabile che la risposta sia nelle ultime due parole del periodo precedente: “piccoli esercizi”.
La difficoltà maggiore, in effetti, sembra esserci per gli esercizi di più piccola dimensione per una serie di ragioni che potremmo riassumere di seguito:
- contratti collettivi nazionali di lavoro meno favorevoli per i lavoratori dei piccoli esercizi, per livello retributivo e tutele giuridiche;
- rischi aziendali maggiori e minori garanzie di prospettive di lavoro;
- organizzazione più familiare e meno chiara nei processi decisionali;
- scarsa formazione e procedure fai da te, con minori prospettive di avanzamenti di carriera;
- minore specializzazione del lavoro e rischio di attività “tuttofare”.
Nelle attività imprenditoriali di più grande dimensione la ricerca e selezione dei lavoratori è un processo che parte da lontano e la capacità di far fronte ad esigenze contingenti è più forte.
Come risolvere il problema del lavoro nel turismo?
Quali potrebbero essere le possibili soluzioni per limitare il problema della mancanza di lavoratori per i pubblici esercizi di più piccola dimensione?
Tra le soluzioni possibili sono due quelle che hanno maggiore probabilità di successo, con costi e difficoltà di livello differente:
- somministrazione del personale da agenzia del lavoro
- reti di imprese con applicazione del regime di codatorialità
Agenzia per il lavoro
La prima soluzione è abbastanza semplice, ma certamente onerosa per un’azienda di piccole dimensioni. In questo caso sarà necessario fare bene i conti per farli quadrare ed evitare di sforare con il costo del personale, rispetto al budget previsto a inizio stagione.
Le aziende che professionalmente somministrano del personale sono in grado di programmare e gestire le assunzioni e le selezioni del personale per conto delle ditta, fornendo una risposta alle esigenze del periodo attraverso una razionalizzazione e ottimizzazione del processo di ricerca del personale, sfruttando metodi consolidati e una banca dati adeguata alla richiesta.
Prima dell’inizio della stagione turistica, l’azienda redige una semplice piano delle risorse umane con la quantificazione dei lavoratori necessari e una valutazione sui costi che può sostenere.
L’agenzia di somministrazione organizza le richieste, selezioni e assunzioni, sopperendo in modo rapido alle eventuali richieste straordinarie o emergenze che dovessero verificarsi.
D’altro canto quello che richiede l’agenzia di lavoro interinale è un compenso per questo lavoro di selezione e razionalizzazione delle risorse umane, oltre a un surplus per ogni lavoratore assunto.
Rete di imprese
La rete di imprese con applicazione del regime di codatorialità, invece, è una valida alternativa, più economica ma certamente più complessa.
Si parte dall’assunto di una collaborazione tra le aziende del comparto turistico in una certa località, che invece di fare una concorrenza inutile, nei periodi di grande affluenza, collaborano, assumendo del personale da condividere, in modo da ottimizzare la gestione delle emergenze, maternità, malattie, ferie, permessi, ecc.
L’altro rovescio della medaglia, rispetto al minore costo, è una maggiore difficoltà a creare una struttura di rete che possa essere funzionale a queste esigenze.
Gli imprenditori italiani, in genere, sono poco propensi a creare strutture aggregative, soprattutto i titolari di aziende di piccole dimensione. Si tende erroneamente a vedere l’azienda concorrente, quasi come un nemico da combattere, come se le sorti della propria azienda dipendessero da quella del vicino.
Collaborare, la chiave per il settore turismo
In alcuni frangenti potrebbe anche essere vero, tuttavia per alcuni settori, come quello turistico, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, fare sistema può creare quel vantaggio competitivo del distretto turistico rispetto ad altre destinazioni, creando un vero e proprio asset.
Il turismo vive di servizi efficienti e i periodi di maggiore affluenza sono quelli che necessitano di un intervento più attento da parte degli operatori, sul fronte del personale.
Il personale adeguato alla richiesta e alle esigenze dell’ospite è il miglior biglietto da visita non solo per una azienda turistica singola, ma per tutto il distretto.
Collaborazione, questa è la parola d’ordine per creare un’offerta turistica di qualità. Non solo tra operatori, ma anche tra lavoratori e operatori per un successo aziendale che, alla fine, è a beneficio di tutti.
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista