Incentivi regionali per innovazione e aggregazione professionale dalla regione Emilia Romagna

Dal 7 marzo la regione Emilia Romagna eroga contributi a fondo perduto per finanziare l'avvio di attività fra liberi professionisti o di società tra professionisti

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Crescere o morire! È questo il nuovo imperativo degli studi professionali.

L’aggregazione e la crescita dimensionale non sono più una scelta, per via della difficoltà a restare sul mercato per le strutture di più piccola dimensione.

Quali sono i motivi che rendono necessaria l’aggregazione?

Necessità di competenze e investimenti, contrazione delle quote e nuove esigenze comunicative.

Stare insieme, fare squadra è diventato il leitmotiv di commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro e altri professionisti.

Le casse di previdenza dei dottori commercialisti, avvocati, geometri e altri si sono mosse in questo senso, con incentivi all’aggregazione che sono calibrati sulle esigenze del professionista e favoriscono la creazione di studi professionali associati, società tra professionisti e reti professionali.

Anche le regioni hanno avviato dei bandi per favorire l’aggregazione e premiare le iniziative nel segno dell’unione tra professionisti.

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Qual è l’investimento che può godere del beneficio dell’incentivo?

La risposta può essere diversa. Le casse previdenziali, in genere, prediligono una formula di contributo solo per il semplice fatto di aver creato una struttura di livello superiore rispetto allo studio individuale.

Una sorta di una tantum premiale per il semplice fatto di essersi aggregati, in forme giuridiche diverse.

Non mancano, tuttavia, gli incentivi per il classico investimento, che ricalca formule più “canoniche” di benefici pubblici, partendo da immobilizzazioni materiali e immateriali per l’innovazione.

Fondo perduto per professionisti: il bando dell’Emilia Romagna

Tra queste nuove formule di incentivo spicca il bando della Regione Emilia Romagna che prende avvio il 7 marzo 2023 con l’apertura del portale, fino al 6 aprile 2023.

Il bando (qui i dettagli) premia le aggregazione professionali, ma anche gli studi individuali, che intendono investire in innovazione dello studio professionale sotto diverse forme.

Cosa si può finanziare con il contributo a fondo perduto?

Investimenti in opere murarie, brevetti, attrezzature e consulenza per piattaforme innovative che favoriscono la crescita tecnologica e digitale del professionista.

Qual è il limite massimo dell’erogazione?

Il limite per l’investimento agevolato con questo bando della Regione Emilia Romagna è di euro 60.000 con un plafond massimo complessivo di euro 5.000.000 destinati a questa misura.

È auspicabile l’intervento di altre Regioni per favorire la crescita dimensionale e tecnologica delle professioni libere, cercando di individuare la consulenza e la formazione del personale come priorità, anziché il tipico beneficio per investimenti in beni materiali, attrezzature e mobilio, che non sono più distintive e caratterizzanti per le professioni.

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Un aiuto verso i professionisti non iscritti ad albi e ordini

Un tema importante che si pone con il bando della Regione Emilia Romagna è il tema dell’agevolazione per i professionisti non iscritti in albi e ordini professionali.

La regione Emilia Romagna ha inteso premiare anche i professionisti che svolgono le professioni più attuali e innovative, oltre alle classiche professioni di medico, avvocato, ecc.

Anche questa scelta assume un significato di politica economica bene precisa, ossia incentivare l’innovazione anche nelle attività che hanno già questa caratteristica spinta e possono creare l’ambiente ideale per la crescita nella cultura professionale legata alla tecnologia.

Aggregazione professionale: i limiti che ancora persistono

Un aspetto penalizzante nella aggregazione professionale, che dovrebbe essere rimosso al più presto, è quello della duplicazione dei costi della cassa previdenza, per alcune categorie professionali.

È il classico caso di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro che rischiano di avere un doppio danno dall’aggregazione:

  • obbligo di addebitare la cassa previdenza anche alla società tra professionisti di cui si è soci;
  • in alcuni casi, limite all’adozione del regime forfettario.

Un altro limite significativo, qualora si opti per l’aggregazione attraverso la costituzione di società di capitali, è la tassazione per competenze, anziché per cassa, dei compensi professionali.

La modifica sostanziale del sistema di determinazione dell’imponibile fiscale può avere un impatto negativo sui conti dei professionisti, in quanto i tempi intercorrenti tra lo svolgimento delle prestazioni e gli incassi, per alcune categorie professionali, come ad esempio i commercialisti sono molto dilatati.

Quali soluzioni possibili?

Una soluzione possibile, che ritorna di nuovo in campo sul fronte della digitalizzazione, è quella dell’utilizzo di sistemi di pagamento automatici, che regolarizzino il flusso finanziario, semplificando le relazioni economiche con i clienti.

Anche in questo l’innovazione è al centro del processo di crescita strutturare e dimensionale del professionista, in un’ottica sempre più vicina a quella delle grandi aziende.

Autore
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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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