Quanto paga un’azienda per un dipendente?

Lo stipendio netto percepito dal dipendente è molto inferiore a quello che è il costo sostenuto realmente dall’azienda. Ma quanto paga un'azienda per un dipendente? Leggi qui tutti i costi che le aziende sostengono per ogni dipendente assunto.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Le aziende pagano per i dipendenti molto più dell’importo netto presente in busta paga, perché devono calcolare anche i contributi, le imposte e altre spese.
  • Il RAL è la retribuzione annua lorda, e rappresenta la somma pagata dalle aziende nelle 12 mensilità.
  • Oltre allo stipendio netto, le aziende versano anche il TFR, io contributi previdenziali e assicurativi, le quote di tredicesima e quattordicesima e le imposte.

L’importo segnato all’interno della busta paga e quello realmente pagato dall’azienda sono molto diversi. Il datore di lavoro versa diverse somme per poter avvalersi del lavoro di un dipendente, non solamente lo stipendio che eroga al lavoratore. Quanto paga un’azienda per un dipendente?

Le aziende operano come sostituti di imposta, quindi versano per conto del dipendente le imposte e i contributi. In più, le aziende trattengono anche le quote per pagare la tredicesima ed eventualmente, se prevista, la quattordicesima.

I costi di un’azienda per dipendente

Per calcolare con precisione il costo che una azienda sostiene per ogni dipendente, bisogna considerare non solo lo stipendio netto, ma anche altre uscite.

Tra le principali voci di costo sostenute dalle aziende ci sono:

  • retribuzione annua lorda, o RAL;
  • contributi previdenziali e assicurativi versati all’INPS e all’INAIL;
  • il trattamento di fine rapporto, o TFR, anche detto liquidazione;
  • oneri accessori.

Nel momento in cui l’azienda decide di assumere uno o più lavoratori, deve mettere in conto tutte le voci di costo per il dipendente. Ma vediamo nel dettagli i singoli costi.

Quanto paga un'azienda per un dipendente ral

RAL: retribuzione annua lorda

La RAL è la retribuzione annua lorda di un dipendente. Conoscendo questo dato è possibile capire quanto un’azienda paghi effettivamente il personale assunto.

Questo dato rappresenta la somma degli stipendi riconosciuti al dipendente nel corso di un anno solare. L’importo è, tuttavia, come suggerisce il nome, lordo, quindi comprensivo di tasse e contributi previdenziali. Infatti, la RAL comprende:

  • la retribuzione minima prevista da contratto;
  • l’importo fisso dello scatto di anzianità calcolato periodicamente sulla base degli anni di servizio maturati dal lavoratore;
  • l’indennità di contingenza;
  • il superminimo, concordato tra le parti che sottoscrivono il contratto; 
  • assegno supplementare, o terzo elemento, che può cambiare a seconda della Provincia in cui ha sede il lavoro;
  • parte dei contributi previdenziali e assicurativi (INPS e INAIL).

Il calcolo della RAL è il seguente: importo lordo x 12 mensilità + importo di tredicesima e quattordicesima.

Di conseguenza, ipotizzando uno stipendio lordo di 1.800 euro al mese, e una tredicesima di 1.000 euro, la RAL sarebbe di: 1.800 x 12 = 21.600 + 1.000 = 22.600 euro.

Contributi previdenziali e assicurativi

I contributi INPS sono delle somme versate periodicamente all’Istituto nazionale della previdenza sociale, accantonati in modo tale da garantire al lavoratore la pensione. I contributi INAIL vengono versati invece all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, per assicurare il dipendente contro gli infortuni e le malattie professionali.

A differenza delle partite IVA, i lavoratori dipendenti non devono occuparsi del versamento dei contributi previdenziali all’INPS direttamente. Infatti, al posto loro sarà il sostituto d’imposta, ossia l’azienda, a versare detti contributi, trattenendoli dalla busta paga.

L’azienda, dopo aver trattenuto gli importi, li versa all’INPS e all’INAIL. Tuttavia, non tutti i contributi vengono pagati dal sostituto d’imposta, ma solamente i 2/3 mentre 1/3 viene trattenuto dalla busta paga. La parte a carico dell’azienda (circa 2/3) non è compresa nella RAL.  

L’importo di questi contributi versati dall’azienda varia in base alla RAL e a elementi come: la tipologia di attività svolta dall’azienda, le dimensioni e la natura giuridica dell’azienda, nonché la qualifica del dipendente. In media, i costi previdenziali e assicurativi a carico dell’azienda ammontano circa al 31% della RAL.

Invece, nel caso dei contratti di apprendistato, i contributi pagati dal datore di lavoro ammontano all’11,31% dell’imponibile INPS, mentre dalla busta paga viene trattenuto il 5,84% che è a carico del dipendente.

Il pagamento dei contributi viene effettuato dalle aziende mensilmente mediante modello F24 ogni giorno 16 del mese successivo. Di conseguenza, sulla RAL che abbiamo calcolato in precedenza, quindi di 22.600 euro, i contributi versati dall’azienda ammontano a circa 6.696 euro annui.

Quanto paga un'azienda per un dipendente tfr

TFR: trattamento di fine rapporto

Il TFR, o trattamento di fine rapporto, comunemente noto anche come liquidazione, è una parte della retribuzione che viene accantonata all’interno dell’azienda o presso un fondo scelto dal dipendente. Viene versato al lavoratore al termine del rapporto lavorativo, quindi nelle seguenti casistiche:

  • licenziamento;
  • dimissioni;
  • pensionamento.

Il calcolo del TFR da accantonare prevede la divisione della RAL per 13,5. Il risultato di questo calcolo dovrà, poi, essere rivalutato annualmente al 31 dicembre, con un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT.

Oneri accessori

Oltre al RAL e ai contributi previdenziali e assicurativi, alcune aziende pagano anche alcuni oneri accessori. Questi possono essere, ad esempio:

Si possono, poi, aggiungere spese straordinarie da corrispondere in determinate situazioni, come per il pagamento degli straordinari dei dipendenti, ferie non godute e così via.

Quanto paga un’azienda per un dipendente: esempio

Come abbiamo visto, i costi che un’azienda deve sostenere per ogni dipendente è molto superiore all’importo netto che figura in busta paga.

Tra imposte, contributi previdenziali e assicurativi e oneri accessori, le aziende pagano circa il 210% della retribuzione netta per un dipendente.

Ciò significa che per ogni euro guadagnato dal dipendente l’azienda ha pagato circa 2,10 euro. Le imprese devono tenere conto di queste cifre nel momento in cui decidono di assumere, prevedendo le spese nel momento in cui pianificano l’assunzione.

Quanto paga un’azienda per un dipendente – Domande frequenti

Quanto costa un dipendente da 1.200 euro?

Un dipendente che guadagna 1.200 euro al mese costa all’azienda oltre 2.500 euro al mese, circa il 210% della retribuzione netta.

Come si calcola la RAL?

la RAL, retribuzione annua lorda, equivale all’importo lordo mensile moltiplicato per 12 mensilità, a cui si aggiungono la tredicesima e la quattordicesima.

Quanto costa il TFR alle aziende?

Le aziende riconoscono il trattamento di fine rapporto, o TFR, al dipendente, calcolato nel seguente modo: RAL x 13,5. Il risultato al 31 dicembre si rivaluta con un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 15 Ottobre 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

10 commenti su “Quanto paga un’azienda per un dipendente?”

  1. Buongiorno, ho letto di esonero contributivo fino a 6000 euro annui per l’assunzione di donne over 50 che non lavorano da più di 2 anni.
    Quale contratto di lavoro rientrerebbe in questa fascia contributiva? Quale sarebbe lo stipendio massimo possibile per la dipendente senza costi per il datore di lavoro?

    Rispondi
    • Buongiorno,
      la Legge 197 del 2022 ha, elevato il limite massimo da 6.000 euro a 8.000 euro per le assunzioni di donne svantaggiate nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.
      bonus assunzione donne in particolari condizioni svantaggiate: del 100% fino ad un massimo di 8.000 euro, per 18 mesi se a tempo indeterminato o per 12 mesi se a tempo determinato
      Assunzione lavoratrice a tempo pieno con agevolazione donne
      Retribuzione mensile lorda spettante: 1.390 euro
      Contribuzione Inps: 538 euro
      Sgravio donne: 390
      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  2. Buona sera
    Essendo assunta a 5 ore e visto che l’azienda non vuole assumere ad otto ore , come si possono aumentare i contributi sempre facendoli versare al datore di lavoro? Bisogna aumentare le ore lavorate e di conseguenza aumenta la busta?
    Grazie dell’attenzione

    Rispondi
    • Buonasera,
      potrebbe trovare un altro lavoro da tre ore al giorno per coprire l’intera giornata.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  3. Buongiorno, vorrei fare una domanda,come mio marito e stato lavorando come Manuela,lui e andato da commercialista per chiedere buste paga per annu 2022 .Come datore di lavoro per questo anno non era messo apposto? Stamattina sa prezentat și Cantiere ,i datore di lavoro ia detto che Mercoledì Is versato i contributi,per piacere lui devi prendere qualcosa? Grazie!

    Rispondi
    • Buongiorno,
      una situazione poco chiara per noi ma, probabilmente anche per lei, da approfondire con un consulente del lavoro.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  4. Volevo fare una domanda, ma chi colma la restante parte per un apprendista come contributi inps?? Perché facendo 2 conti non si arriva a 33% ma bensì a 17,15% (11,32%+ 5,84%) chi versa il restante 15,85% per arrivare a 33%?? Grazie 🙂

    Rispondi
    • Buonasera,
      l’apprendistato è regolato da norme regionali. Spesso sono le regioni a coprire parte della contribuzione. Anche in caso di rapporto di lavoro dipendente non apprendista i contributi a carico dell’azienda sono parzialmente coperti da enti pubblici. Le percentuali di contribuzione variano secondo il CCNL applicato, la dimensione dell’azienda, le caratteristiche del lavoratore assunto in base a competenza, età, sesso, residenza, ecc.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  5. Sono andato in pensione
    Nel mese di dicembre 2022
    Con la legge 102.
    Avendo fatto l’azienda richiesta
    Per la cassa integrazione o Fis.
    Nel mese di Gennaio Febbraio Marzo 2022.
    Purtroppo INPS a respinto
    La domanda .
    Io o chiesto l’azienda di pagarmi tutti gli stipendi e il versamento dei contributi INPS.
    La ditta vuole poi emettere
    Cedolino arretrati nel mese di
    Maggio 2023.
    E regolare quello che vuole fare visto che è stato già chiuso il CUD per l’anno 2022.
    Ed io essendo pensionato cosa devo fare?
    Vi ringrazio anticipatamente
    Vi invio cordiali saluti.
    Francesco

    Rispondi
    • Buongiorno,
      in linea di principio è possibile emettere il cedolino per arretrati, anche in caso di chiusura del rapporto di lavoro. La situazione è abbastanza complessa e richiede un approfondimento con una attività di consulenza.
      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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