- L’acquiescenza di un avviso di accertamento è uno strumento fiscale attraverso cui il contribuente accetta a suo carico un procedimento.
- Per aderire all’acquiescenza devi effettuare il pagamento, ridotto di 1/3, dell’importo indicato nell’avviso di accertamento, rinunciando a un’istanza di accertamento o alla sua impugnazione.
- La Legge di Bilancio 2023 ha previsto la possibilità di effettuare l’acquiescenza pari a 1/18 dell’importo per tutti gli avvisi di accertamento notificati dopo il 1° gennaio 2023 e con scadenza entro il 31 marzo 2023.
Gli strumenti previsti per regolarizzare una posizione tributaria, definiti come deflattivi, sono molto utili al fine di ridurre le sanzioni in caso di omissione dal punto di vista di tributi diretti, indetti, imposte previdenziali o di un errore nella dichiarazione dei redditi. Tra questi, quello più utilizzato è l’acquiescenza avviso di accertamento.
Questo è un istituto giuridico che ti permette di ridurre di 1/3 l’importo previsto, rinunciando a impugnare l’avviso o a presentare istanza di accertamento.
In questa guida andremo ad analizzare come funziona l’acquiescenza tributaria, come richiederla e quali sono le novità previste dalla Legge di Bilancio 2023 attraverso le misure di tregua fiscale. In questo modo avrai tutte le informazioni utili per valutare se aderire a questo sistema di deflazione e regolarizzare in tempi brevi la tua posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate.
Indice
Acquiescenza diritto tributario: cos’è
L’etimologia della parola acquiescenza proviene dal latino acquiescens, il cui significato è quello di acconsentire. In ambito tributario, l’acquiescenza si identifica come l’accettazione di un provvedimento preso dall’Agenzia delle Entrate.
Attraverso di esso, rinuncerai a fare istanza di impugnazione su una sanzione accertata, ottenendo una riduzione delle somme dovute.
L’acquiescenza è stata inserita dall’art 15 del D.lgs. n. 218/97 e rientra tra gli strumenti deflattivi del contenzioso, ovvero istituti giuridici che hanno il fine di chiudere una posizione debitoria nel tempo più breve e con il giusto equilibrio tra i tuoi diritti, come contribuente, e quanto dovuto all’erario. Tra questi si prevedono:
- autotutela;
- accertamento con adesione;
- reclamo;
- mediazione:
- ricorso tributario;
- conciliazione giudiziale;
- acquiescenza.
Quindi, il principale vantaggio dell’acquiescenza avviso di accertamento è la possibilità di ridurre di un terzo la sanzione a cui sei soggetto, attraverso un pagamento in un’unica soluzione o effettuato a rate.
Differenza tra avviso di accertamento e atto di contestazione
L’avviso di accertamento non deve essere confuso con un altro strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per comunicare la presenza di una mancanza dal punto di vista fiscale: l’atto di contestazione.
Infatti, ambedue indicano una violazione a cui sei andato incontro, per omissione oppure errore, e che porterà all’applicazione di una sanzione.
Tuttavia, l’avviso di accertamento potrà essere emesso solo dopo un’operazione di controllo da parte dell’Ente tributario e previa motivazione, altrimenti sarà considerato nullo.
Invece, l’atto di contestazione potrà essere emesso solo dopo l’avviso di accertamento e con il fine di contestare in maniera immediata una violazione rivelata.
Acquiescenza avviso accertamento Agenzia delle Entrate: quando si applica
L’istituto dell’acquiescenza può essere utilizzato al fine di risolvere le violazioni riguardanti:
- imposte dirette;
- imposte indirette;
- acquiescenza su contributi previdenziali.
Quindi, potrai utilizzarlo al fine di ridurre una sanzione per un errore o un’avvenuta omissione. Tuttavia, come vedremo più avanti, la Legge di Bilancio 2023 esclude l’acquiescenza per mancanza di dichiarazione. Inoltre, puoi applicarla anche per quanto riguarda i versamenti IVA. In questo caso l’acquiescenza può essere utile in caso di:
- omissione della dichiarazione IVA;
- mancato versamento in caso di imposta di registro;
- infedele dichiarazione per le imposte di successione e donazione.
Infine, è prevista anche per violazioni riguardanti i contributi IVS, determinando l’inapplicabilità delle sanzioni e degli interessi dal punto di vista assistenziale e previdenziale.
In tutti i casi indicati, l’acquiescenza si applicherà sia sull’atto originario, sia se ricevi un documento di rettifica come nel caso dell’avviso di accertamento integrativo. In quest’ultima situazione si parlerà di acquiescenza parziale, e potrà riferirsi sia agli interessi collegati al tributo, sia a eventuali sanzioni amministrative integrative.
Come richiedere l’acquiescenza avviso di accertamento
Il fine dell’acquiescenza è quello di darti la possibilità di estinguere la situazione debitoria nei confronti del fisco, accettando l’atto dell’Agenzia delle Entrate.
Per fare ciò dovrai esprimere la tua volontà nel rinunciare a procedere a impugnare l’avviso di accertamento, oppure agire con un’istanza. Come fare ad esprimere questo consenso? Ecco quali sono gli step da seguire:
- ricezione di avviso accertamento;
- accettazione dell’atto;
- versamento della sanzione.
1. Ricezione di avviso di accertamento Agenzia delle Entrate
L’atto di accertamento dell’Agenzia delle Entrate ti viene comunicato attraverso raccomandata market presso la tua residenza, sistema impiegato anche per la consegna delle cartelle esattoriali. In caso in cui non sei presente, o non hai delegato un soggetto alla ricezione dei documenti, ti verrà rilasciato un avviso di giacenza con il termine di 30 giorni per il ritiro.
Ricorda, che dalla data dell’avviso di giacenza inizieranno a decorrere i termini per l’acquiescenza. All’interno dell’avviso di accertamento, ai fini di validità, devono sempre essere indicate le motivazioni e i seguenti dati:
- le aliquote e gli imponibili applicati;
- imposte liquidate al netto delle detrazioni, delle ritenute e dei crediti d’imposta;
- modalità di pagamento;
- tempistiche entro cui sarà possibile effettuare il versamento;
- ufficio competente per eventuali informazioni e responsabile del procedimento;
- organo giurisdizionale a cui rivolgersi per eventuale impugnazione.
2. Accettazione dell’atto
Per l’accettazione dell’acquiescenza non devi compilare un modulo o una dichiarazione in cui, come contribuente, rinunci a presentare impugnazione.
Ti basterà effettuare il versamento di quanto dovuto entro la tempistica dei 60 giorni previsti dalla legge. Quindi non è presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate un modulo fac simile dell’istanza di acquiescenza, ma implicitamente l’accettazione si considera valida nel momento in cui hai:
- rinunciato a impugnare l’avviso di accertamento;
- non presenti eventuale istanza di accertamento con adesione;
- effettui il primo versamento.
3. Versamento
Per concludere la procedura di accettazione e attivare l’istituto dell’acquiescenza, devi effettuare il versamento della somma ridotta di 1/3. L’operazione deve avvenire esclusivamente attraverso modello F24 con codice che verrà indicato nell’avviso di accertamento. Hai l’opportunità di adempiere al pagamento in due modalità:
- pagamento rateizzato;
- versamento in un’unica soluzione.
Nel primo caso il pagamento potrà avvenire con 8 o 16 rate trimestrali, se le somme che dovrai versare sono superiori ai 50.000€. Ovviamente nel caso in cui salti una rata e non adempi al suo pagamento alla scadenza di quella successiva, l’acquiescenza avviso di accertamento si considererà decaduta.
In questa situazione, dovrai adempiere al versamento in un’unica soluzione della restante parte. Tuttavia, sono ammessi dei lievi inadempimenti, ad esempio se l’importo mancante non supera il 3% di quanto dovuto, entro il tetto massimo dei 10.000€, oppure con il versamento tardivo entro 7 giorni.
Invece, con il pagamento in un’unica soluzione, l’acquiescenza si considera subito eseguita con gli immediati effetti dal punto di vista tributario e giudiziario.
Acquiescenza e Legge di Bilancio 2023
Con la Legge di Bilancio 2023, il Governo Meloni ha voluto inserire una serie di misure per supportare tutti i contribuenti, persone fisiche e imprese, al fine di far fronte alla crisi economica odierna. Infatti, si parla di tregua fiscale, termine con cui si includono una serie di norme finalizzate a:
- regolarizzare le irregolarità formali;
- agevolare il ravvedimento per le violazioni tributarie;
- permettere l’adesione agevolata degli atti del procedimento di accertamento;
- chiudere le liti tributarie;
- regolarizzare omessi pagamenti attraverso acquiescenza o altre forme di strumenti deflattivi.
Soffermiamoci su questo aspetto, prendendo come riferimento la circolare n° 2 del 27 gennaio 2023 dell’Agenzia delle Entrate, in cui sono stati esposti alcuni chiarimenti sulle nuove misure della tregua fiscale. In particolare, dagli articoli 179 a 185 sono state chiarite le modalità della procedura di definizione agevolata degli atti di accertamento.
Tra gli istituti previsti si fa riferimento ai pagamenti in acquiescenza che sono ancora soggetti a impugnazione entro la data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023. Inoltre, vengono inclusi anche gli atti di accertamento notificati successivamente e che dovranno essere eseguiti entro il 31 marzo 2023.
Se decidi di aderire all’acquiescenza, è prevista la riduzione della sanzione fino a 1/18 del minimo di legge con la possibilità di dilazionare il pagamento fino a un massimo di 20 rate trimestrali di importo uguale.
Cosa comporta l’acquiescenza dal punto di vista tributario e penale
L’atto di acquiescenza prevede effetti amministrativi simili a quelli del ravvedimento operoso, uno strumento attraverso cui potrai, in maniera volontaria, adempiere a un omesso versamento o a regolarizzare la tua posizione fiscale.
La differenza sostanziale è che l’acquiescenza prevede prima un accertamento, e implica quindi l’emissione di una sanzione e di interessi.
In ogni caso si andrà a determinare l’estinzione della posizione in difetto, salvo eventuali successivi accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate di nuovi elementi. Si considera una verifica successiva che determini la presenza di un reddito superiore al 50% rispetto a quello dichiarato, oppure rettifichi un accertamento già notificato.
In questi casi, sarà necessaria una nuova acquiescenza con riferimento all’importo degli interessi o della sanzione amministrativa aggiuntiva.
Dal punto di vista penale, in base a D.lgs. 74/2000, l’acquiescenza dell’avviso di accertamento è considerata causa di non punibilità per reati come l’omissione del versamento di:
- ritenute fiscali;
- IVA;
- compensazioni di crediti inesistenti;
Invece, non potrai utilizzare l’acquiescenza in caso di omessa dichiarazione o dichiarazione infedele. In queste due situazioni potrai estinguere il reato ed evitare la relativa sanzione solo attraverso il ravvedimento operoso oppure con la dichiarazione tardiva entro i termini previsti per la consegna del modello redditi. A questo proposito ti invitiamo a consultare il nostro calendario fiscale.
Acquiescenza avviso di accertamento – Domande frequenti
L’acquiescenza sull’avviso di accertamento è uno strumento tributario attraverso cui otterrai una riduzione di una sanzione, se rinunci all’impugnazione dell’atto o ad altre forme di opposizione.
Per aderire all’acquiescenza sull’avviso di accertamento non devi compilare un modulo, ma eseguire il primo versamento o l’importo completo previsto all’interno dell’atto entro la tempistica indicata. Ecco tutte le informazioni da conoscere.
Gli strumenti deflattivi, come l’acquiescenza avviso di accertamento, sono istituti giuridici finalizzati a creare il giusto equilibrio tra i diritti del contribuente e la pretesa da parte dell’erario.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale