Buoni pasto: come funzionano, detraibilità e migliori operatori

Come funzionano i buoni pasto? Scopri chi può utilizzarli e quali sono i vantaggi dal punto di vista della deducibilità e delle detrazioni fiscali.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • I buoni pasto per partita IVA sono un sistema che sostituisce il servizio di mensa aziendale,  corrispondenti a una somma di denaro che può variare dai 2€ ai 10€.
  • Vengono concessi dal datore di lavoro ai dipendenti, ma possono essere richiesti anche dai professionisti e le ditte individuali.
  • Sui buoni pasto si applica una deduzione dei costi fino al 100% in base al regime societario, oltre a una detrazione IVA.

I benefit aziendali sono una serie di servizi e soluzioni offerti dall’azienda a vantaggio del lavoratore. Oggi tra quelli più utilizzati vi sono i buoni pasto per partita IVA.

Si tratta di un sistema che permette di sostituire la mensa aziendale o l’indennità del pasto in busta paga, offrendo una soluzione economica, semplice e con diversi vantaggi fiscali.

Infatti, per ciò che riguarda la tassazione, i buoni pasto rientrano tra i costi aziendali che potrai scaricare. Di seguito avrai tutte le informazioni necessarie per comprendere quali sono le loro caratteristiche , gli importi detraibili, con la classifica dei migliori operatori online.

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Buoni pasto: cosa sono

I buoni pasto sono un sistema sostitutivo di pagamento per l’acquisto di un pasto o di un prodotto alimentare. Conosciuti comunemente come “ticket restaurant”, sono definiti dall’art 2 del D.M 122/2017 come:

documenti di legittimazione che attribuiscono al titolare il diritto ad ottenere il servizio sostitutivo di mensa, per un importo facciale del buono.

Rientrano tra le iniziative di welfare aziendale, attraverso cui il datore di lavoro fornisce ai dipendenti una serie di benefit finalizzati a migliorare la qualità di vita in azienda e quella del lavoratore. Infatti, per ciò che riguarda l’erogazione del servizio dei pasti, sono previste queste tre forme di fringe benefit:

  • erogazione del pasto tramite mensa interna o tramite terzi;
  • riconoscimento di un’indennità in busta paga;
  • erogazione dei buoni pasto.
Cosa sono i buoni pasto

Chi può utilizzare i buoni pasto

I buoni pasto possono essere erogati dal datore di lavoro ai propri dipendenti, sia con contratto part-time, sia full-time. Inoltre, potranno essere rilasciati a favore di un soggetto che ha un rapporto di collaborazione.

Oltre ai lavoratori subordinati, i buoni pasto potranno essere acquistati da:

  • professionisti;
  • ditte individuali senza dipendenti;
  • imprenditori individuali con soggetti subordinati.

Possono quindi essere utilizzati anche da parte di autonomi in possesso di una Partita Iva.

Come funzionano i buoni pasto nel 2024

I buoni pasto per partita IVA hanno un valore che va da un minimo di 2€ ai 10€. Possono essere disponibili in formato digitale tramite app o carta ricaricabile, poiché questo formato consente una deduzione fino a 8 euro giornalieri a buono pasto.

Come sono spendibili i buoni pasto?

Il buono pasto potrà essere impiegato per l’acquisto di alimenti e bevande, per la spesa al supermercato, in bar, ristoranti e anche sulle principali piattaforme di food delivery.

Precisiamo che, come forma di fringe benefit, i buoni pasto non sono obbligatori, salvo che venga indicata la loro presenza all’interno del contratto di lavoro. Inoltre, sono previste particolari caratteristiche di funzionamento. Infatti, non sono:

  • cedibili;
  • commercializzabili;
  • convertibili in denaro;
  • cumulabili.

Il buono pasto potrà essere utilizzato solo dal dipendente o dal soggetto intestatario come il libero professionista, e non potrà essere ceduto al coniuge, a un parente o a un altro lavoratore, anche se a titolo gratuito.

Il numero di ticket utilizzabili nello stesso momento è di 8 euro a transazione, ma considera che durante la giornata è possibile fare più transazioni così come nel corso del mese. Non è possibile richiedere denaro in cambio.

Puoi utilizzare il buono pasto come dipendente o collaboratore per l’acquisto di beni alimentari e bevande sempre, anche a cena o nei weekend.

Infine, dal punto di vista fiscale rientrano tra i costi aziendali, e come tali saranno soggetti a detrazione e deduzione fiscale. Le percentuali variano se sei il datore di lavoro, un dipendente, se hai un partita IVA come professionista o ditta individuale.

Tassazione buoni pasto per aziende

Se scegli di utilizzare i buoni pasto come forma sostitutiva di mensa per la tua offerta di welfare aziendale, tra i primi vantaggi vi è quello della deducibilità dei costi ai fini IRES e IRAP. Infatti, i buoni pasto vengono inseriti tra le spese aziendali, e come tali la percentuale che puoi dedurre al fine del calcolo dell’imponibile è pari al 100%.

Tasse e ticket restaurant

Deducibilità dei buoni pasto dei dipendenti

I buoni pasto, in quanto equivalenti a una somma di denaro corrisposta al dipendente, in generale, vanno a determinare l’importo tassabile ai fini IRPEF. Tuttavia, è stato previsto un importo giornaliero deducibile differente per le versioni di buoni pasto cartacei e quelli elettronici.

Infatti, se ricevi un buono cartaceo, oggi potrai dedurre fino a un massimo di 8 euro al giorno utilizzando il formato digitale tramite app o carta ricaricabile.

Deducibilità dei buoni pasto per libero professionista e ditte individuali

L’impiego dei buoni pasto può essere vantaggioso anche se hai aperto una partita IVA come professionista o hai una ditta individuale. Infatti, dal punto di vista della deducibilità si applica una percentuale che è pari al 75%, con un importo massimo che non deve superare il 2% del fatturato annuo complessivo.

Tuttavia, dato che i buoni pasto sono strettamente connessi all’attività lavorativa subordinata, in caso di accertamento potrebbero sorgere delle contestazioni sul loro utilizzo. Quindi, un consiglio è quello di pagare con i buoni pasto e al contempo farti rilasciare una fattura con l’importo complessivo del pasto che hai consumato.

Invece, ai fini d’IVA valgono le medesime regole previste per il datore di lavoro, con la possibilità di utilizzare un’aliquota ridotta al 4% e detrarre l’intero importo dei buoni pasto acquistati.

Buoni pasto: partita IVA e regime forfettario

Il regime forfettario prevede diverse agevolazioni dal punto di vista operativo e fiscale. Tuttavia, vi sono anche delle limitazioni soprattutto per quanto riguarda la deduzione dei costi e la detrazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Infatti, devi considerare che è un regime fiscale esente dall’IVA.

In quanto tale, non potrai avvalerti del principio di detrazione dell’imposta indiretta. Inoltre, il calcolo del reddito imponibile tassato non viene fatto utilizzando costi e ricavi, in base al principio di competenza o di cassa, ma è forfettario.

Quindi, si applica un’imposta sostitutiva che sarà per i primi 5 anni pari al 5%, mentre per i successivi del 15%. Ciò determina anche l’impossibilità di dedurre i costi.

La conseguenza è che puoi utilizzare i buoni pasto se hai una partita IVA con regime agevolato, ma non potrai dedurli.

Buoni pasto per piccole e medie imprese: convengono?

Scegliere di utilizzare i buoni pasto per una partita IVA ha diversi vantaggi dal punto di vista fiscale e per quanto riguarda la fidelizzazione e la motivazione dei dipendenti.

Non c’è dubbio che la deducibilità dei costi e la detraibilità dell’IVA sono i principali aspetti che possono spingere un’impresa a scegliere di utilizzare i buoni pasto, rispetto alla mensa interna o all’indennità in busta paga.

Tuttavia, vi sono anche alcuni aspetti gestionali interessanti. In primo luogo, vi è la facilità di utilizzo.

Altro aspetto è il risparmio di tempo che un’azienda può avere nella gestione delle spese amministrative. Infatti, oltre a valutare di scegliere uno dei migliori conti aziendali, con servizi di registrazione e gestione, l’utilizzo da parte del dipendente dei buoni pasto limiterà la produzione di fatture e di scontrini che devono essere consegnati, allegati e registrati.

Quindi, con i buoni pasto potrai impiegare meno risorse contabili e avere al contempo il controllo preciso dei costi. A questo devi aggiungere che sono una forma di welfare aziendale che può contribuire a creare una certa fidelizzazione del dipendente all’azienda.

Infine, il loro impiego è oggi sempre più diffuso, dato che vengono accettati dalla maggior parte delle attività legate al settore del food e quelle della ristorazione.

Dove richiedere i buoni pasto: i migliori operatori

Andiamo a vedere dal punto di vista pratico, come fare a richiedere un certo numero di buoni pasto per una partita IVA. L’operazione è stata resa intuitiva e semplice, grazie al web. Infatti, sono sempre di più i siti che ti offrono la possibilità di acquistare online i buoni pasto sia nella versione cartacea, sia in quella digitale.

Ecco quali sono le piattaforme attualmente più utilizzate:

  1. Edenred;
  2. Up Day;
  3. Top Partners;
  4. Yes! Ticket S.r.l..

1. Edenred – Ticket Restaurant

Edenred

Edenred, con il servizio Ticket Restaurant, è il fornitore di buoni pasto più utilizzato dalle partite IVA e imprese italiane.

I buoni pasto si possono utilizzare da app o carta ricaricabile e sono deducibili fino a 8 euro al giorno.

Edenred è un servizio sicuro e che ha ottenuto l’immediato riscontro di più di 100.000 aziende. Infatti, non è richiesta la sottoscrizione di un abbonamento, ma potrai effettuare anche ordini sperati e a intervalli non regolari.

Infine, i buoni pasto Ticket Restaurant sono accettati dalle principali catene di negozi, da Carrefour a Esselunga, e spendibili anche su Glovo e Deliveroo.

2. Up Day

UpDay

La società Up Day è specializzata nel fornire servizi di welfare aziendale alle PMI e alle grandi aziende, dalla sanità alla famiglia, dal trasporto fino ai buoni pasto.

I buoni pasto di Up Day sono disponibili in forma cartacea oppure elettronica, con la possibilità di utilizzarli online, oppure direttamente presso i POS dei punti abilitati.

Scegliere questa piattaforma di servizi di fringe benefit può essere vantaggioso grazie a una gestione intuitiva. Infatti, ogni dipendente potrà scaricare l’app Up Day su cui troverà tutti i negozi e i punti vendita convenzionati all’impiego dei buoni pasto. L’acquisto è diretto, dato che potrai scegliere in modo autonomo il numero di buoni pasto e l’importo.

3. Top Partners

Logo Top Partner

Il sito Top Partners è un marketplace in cui avrai accesso a diverse tipologie di servizi di welfare aziendale, tra i quali i buoni pasto.

Infatti, potrai effettuare l’acquisto diretto di diverse versioni di buoni pasto prodotti da aziende come Edenred oppure Yes! Ticket, con una serie di vantaggi e di risparmi sui costi.

Una soluzione molto valida se non vuoi perdere tempo a confrontare quali possono essere le migliori tipologie di buono pasto per partita IVA previste in rete. Ti basterà effettuare una registrazione al sito inserendo l’e-mail aziendale, la partita IVA e richiedere di parlare con un consulente.

4. Yes! Ticket

Yes Ticket

Se vuoi offrire diversi servizi di welfare aziendale, puoi valutare il sito Yes! Ticket. Il suo punto di forza è il buono pasto elettronico, che prende il nome di “Yes! Ticket Card ” e che prevede un importo di 8€.

Questa è una valida scelta, grazie alla presenza di pacchetti di buoni pasto che potrai personalizzare, anche senza sottoscrivere un abbonamento. Inoltre, hai la possibilità di intestare il buono oppure scegliere di renderlo anonimo.

Il primo step è quello di inserire i tuoi dati e la partita IVA, confermando la richiesta di informazioni. Nel giro di breve tempo verrai contattato da un consulente per essere assistito nel valutare la tipologia di servizio di welfare da adottare.

Buoni pasto per partita IVA – Domande frequenti

Come funzionano i buoni pasto per partita IVA?

Puoi acquistare i buoni pasto per partita IVA come datore di lavoro, libero professionista o ditta individuale, scegliendo tra le versioni cartacee e quelle elettroniche con un importo dai 2€ ai 10€.

Quanto sono deducibili i buoni pasto?

Il costo dei buoni pasto è deducibile per le società al 100%, mentre al 75% per i professionisti e le ditte individuali.

Quanti buoni pasto si possono utilizzare al mese?

Non c’è un numero minimo di buoni pasto che puoi utilizzare nel mese. La cosa importante da sapere è che puoi dedurre fino a un massimo di 8 euro a transazione, ma durante il giorno puoi tranquillamente usare anche più buoni pasto.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 2 Febbraio 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

6 commenti su “Buoni pasto: come funzionano, detraibilità e migliori operatori”

  1. Buongiorno
    Sono un professionista con una partita IVA individuale.
    Mi pare di capire che posso detrarre i buoni pasto solo se in trasferta vado al ristorante,se invece mi compro da mangiare al supermercato non posso detrarre il buono?
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      in caso di trasferta per convegni o altri motivi si dovrebbe verificare l’effettivo diritto alla deducibilità e la misura della deducibilità, caso per caso.

      L’acquisto di prodotti alimentari al supermercato non è di sicuro deducibile.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  2. Buongiorno,

    Nell’articolo viene detto che la partita iva (semplice senza dipendenti e che usa i buoni pasto)si deve fare rilasciare la fattura dal ristoratore. Ma in questo che vantaggio ne avrei nell’acquistare i buoni pasto? Con la fattura il pranzo/cena è già deducibile al 75%. Inoltre non mi è chiara la risposta al commento di OMAR del 28 febbraio 2023, perchè non è possibile acquistare beni alimentari dal supermercato?
    Grazie per i chiarimenti

    Rispondi
    • Buongiorno,
      se non costituisce oggetto dell’attività, i beni alimentari non sono detraibili ai fini iva. Dal punto di vista del costo la deducibilità è collegata all’inerenza del costo all’attività svolta.
      In genere ogni valutazione di questo tipo, per una ditta individuale, deve essere approfondita con il caso concreto.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  3. Buongiorno io sono un libero professionista senza dipendenti ed il mio commercialista mi ha confermato che i ticket restaurant NON sono deducibili per le mie spese al supermercato. Ho chiesto delucidazioni a endered ma NON mi hanno dato nessuna normativa di riferimento . Lei può darmi una delucidazione in merito

    Rispondi
    • Buongiorno,
      concordo con il punto di vista del suo commercialista, al quale le consigliamo di affidarsi. Le società che offrono servizi di ticket restaurant hanno un interesse non necessariamente coincidente con quello della sua azienda.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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