- La “Quota 103” è una tipologia di pensione anticipata flessibile in vigore dal 2023 che permette di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica.
- La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto Quota 103, anche per i titolari di Partita Iva, che va a sostituire Quota 102, scaduta il 31 dicembre 2022.
- È stata introdotta una parziale decontribuzione, un bonus del 33% detto “bonus Maroni” per i lavoratori che pur in possesso dei requisiti per quota 103, decidono di continuare a lavorare.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la “Quota 103”, un nuovo sistema pensionistico entrato in vigore il 1° gennaio 2023 che permette, ai soggetti in possesso dei requisiti, di anticipare la pensione di 5 anni.
Questo strumento, quindi, dà la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, purché il soggetto maturi i requisiti entro l’anno.
Inoltre, la Legge di Bilancio ha introdotto la decontribuzione totale al 33%, anche nota come “bonus Maroni” rivolto a chi sceglie di restare a lavoro pur essendo in possesso dei requisiti per andare in pensione. Tuttavia, anche i titolari di Partita Iva possono andare in pensione in anticipo con la Quota 103? Vediamo come funziona per le Partite Iva.
Quota 103: cos’è
La cosiddetta Quota 103 è una forma di pensione anticipata che prevede l’accesso al trattamento pensionistico con 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età. Infatti, la somma di 41 e 62 è proprio 103.
Per rientrare nella Quota 103, il soggetto deve maturare i due requisiti entro il 31 dicembre 2023. Di conseguenza, questo sistema pensionistico è rivolto ai nati nel periodo 1960-1961.
La Quota 103 è un’altra tipologia di pensione anticipata che segue il sistema delle quote introdotte in passato, come la vecchia Quota 100 e l’appena scaduta Quota 102. Si tratta di strumenti che permettono di andare in pensione in anticipo a soggetti nati in un certo anno. Di conseguenza, la Quota 103 va a sostituire la Quota 102 scaduta il 31 dicembre 2022.
La Legge di Bilancio 2023 non prevede penalizzazioni per chi sceglie questo prepensionamento, ad eccezione del tetto massimo per l’assegno pensionistico.
Infatti, il Parlamento ha stabilito che l’assegno pensionistico non potrà essere superiore a 5 volte il valore dell’assegno minimo, vale a dire 2.818,7 euro. Tale limite varrà fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, che oggi è 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati.
Le pensioni anticipate Quota 100, Quota 102 e Quota 103 sono un intervento necessario per evitare il ritorno dell’applicazione della Legge Fornero che prevede la possibilità di andare in pensione solamente a 67 anni.
Oltre alla Quota 103, il Governo ha anche introdotto nella Legge di Bilancio 2023 il bonus Maroni, che prende il nome del politico venuto a mancare a novembre 2022. Si tratta di un esonero della contribuzione per i lavoratori che, potendo accedere a Quota 103, decidono di restare al lavoro.
Quota 103: come funziona
Come abbiamo visto, Quota 103 è un sistema che consente ai lavoratori di uscire prima del tempo dal mondo del lavoro. In questo modo è possibile andare in pensione con 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età.
Tuttavia, questa pensione anticipata è consentita solamente per quei soggetti che entrano in possesso dei requisiti entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Questa soluzione non prevede penalizzazioni da un punto di vista economico e, quindi, del calcolo dell’assegno, ma prevede un tetto massimo sul trattamento riconosciuto.
I sistemi applicati sono:
- sistema retributivo: l’assegno calcolato sullo stipendio e sulla anzianità acquisita fino al 31 dicembre 1995;
- sistema contributivo: assegno calcolato sui contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996.
Tuttavia, la Quota 103 prevede che fino a maturazione dei requisiti dell’età per la pensione di vecchiaia non si potrà ricevere un assegno superiore a 5 volte quello minimo. Di conseguenza, fino al raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla legge l’assegno non potrà superare i 2.818,7 euro lordi.
In breve, i soggetti che vanno in pensione con Quota 103, tra i 62 e i 67 anni, non potranno ottenere un trattamento superiore a 5 volte l’assegno minimo fino al compimento dei 67 anni.
Bonus Maroni
Il Governo Meloni ha introdotto il preannunciato bonus, inizialmente previsto al 10% con una parziale decontribuzione. Questo bonus ha l’obiettivo di incentivare il rinvio del pensionamento anticipato con i nuovi requisiti della Quota 103 nel corso del 2023.
La Legge di Bilancio ha, quindi, introdotto detto bonus, e chi vorrà continuare a lavorare pur potendo accedere alla pensione potrà avere uno stipendio netto che comprende anche i contributi dovuti all’INPS. Si tratta della contribuzione a fini pensionistici del 9,19%, che viene versata dall’azienda all’INPS.
Tale sgravio non verrà, di conseguenza, assegnato all’INPS, ma andrà in busta paga aumentando lo stipendio del dipendente che sceglie di non andare in pensione durante il 2023, pur essendo in possesso dei requisiti della Quota 103.
Quota 103 e Partita Iva: i limiti
Come per le altre “quote” applicate in passato, per accedere a Quota 103 vi sono finestre di attesa differenti. Si tratta di periodi più o meno lunghi che intercorrono tra la maturazione dei requisiti e il riconoscimento del primo assegno pensionistico.
Tale finestra di attesa varia se il lavoratore è privato o pubblico, e nel dettaglio:
- per i lavoratori privati la finestra di attesa è di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti per la pensione Quota 103;
- per i lavoratori pubblici la finestra di attesa è di 6 mesi dalla data di maturazione dei requisiti pensione Quota 103.
Ne consegue che, per i titolari di Partita Iva che accedono a Quota 103 per i successivi tre mesi dalla maturazione dei requisiti non è obbligatorio chiudere la Partita Iva. Dovranno, invece, smettere di lavorare il giorno precedente a quello in cui verrà erogata la prima mensilità della pensione.
Fino al compimento dell’età pensionabile, ossia 67 anni, il titolare di Partita Iva può, quindi, mantenere aperta la Partita Iva a patto che:
- non produca fatturato;
- non percepisca redditi dall’attività.
Infatti, la Quota 103 non consente il cumulo dei redditi da lavoro dipendente, per quanto riguarda i redditi da lavoro autonomo, a partire dalla decorrenza della pensione, bisogna fare attenzione ai limiti massimi previsti dalla norma.
Per tale motivo le partite Iva in possesso dei requisiti possono continuare a lavorare fino al giorno prima dell’accesso alla pensione.
Come richiedere l’accesso a Quota 103
Recentemente l’INPS ha comunicato le istruzioni per chiedere l’accesso a Quota 103, la pensione anticipata flessibile, con il messaggio n.754 del 21 febbraio 2023:
“Con il presente messaggio si comunica che il sistema di gestione delle domande di pensione è stato implementato per consentire la presentazione dell’istanza di pensione anticipata flessibile.”
Si attende una seconda comunicazione per ulteriori specifiche. Per accedere alla pensione Quota 103 sarà possibile utilizzare tre metodi:
- sul sito INPS all’area dedicata, accedendo tramite SPID o altre credenziali digitali;
- tramite istituti di Patronato abilitati;
- tramite Contact Center, chiamando 803164 o 06164164.
Quota 103 e Partita Iva – Domande frequenti
La Quota 103 prevede la possibilità di andare in pensione in anticipo per i lavoratori che hanno 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Leggi quali sono i requisiti previsti.
Il bonus Maroni è una parziale decontribuzione, un bonus al 33% dei contributi dovuti, riservata ai lavoratori che, pur in possesso dei requisiti di Quota 103, decidono di continuare a lavorare.
Per accedere a Quota 103 il lavoratore deve aver compiuto 62 anni di età e 41 anni di contributi entro e non oltre il 31 dicembre 2023. Leggi nella guida quali sono i limiti per i titolari di Partita Iva.
buona sera
sono amministratore e socio di due srl dove non percepisco nessun compenso da amministratore e nelle due società non ci sono distribuzione di utili
posso percepire la pensione con quota 103 avendo i requisiti per andare in pensione
grazie
Buongiorno,
non dovrebbe essere una causa ostativa.
Da verificare con l’inps.
Grazie per averci scritto
Buonasera, cortesemente vorrei sapere da un professionista se c’è un modo per continuare a lavorare pur essendo in pensione con la quota 103
Buonasera,
non crediamo sia possibile, si suggerisce di verificare con un patronato.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, sono titolare di una piccola srl unipersonale, che detiene altre quote societarie e marchi.
La società emette fatture di consulenza e può ricevere dividenti o royalty.
Io non prendo compensi, ma faccio qualche nota spese.
Questa situazione rispetta le regole di quota 103?
Buonasera,
la situazione andrebbe approfondita con una attività di consulenza e valutazione documentale. Può contattare uno dei nostri consulenti: https://www.dequo.it/avvocato/giovanni-emmi.
Grazie per averci scritto
Sono dipendente Ente Comunale ed a giugno scorso ho fatto domanda tramite patronato all’inps per accedere alla quota 103. Il 24 di questo mese compio l’altro requisito dell’eta (62). Alla luce di quanto sopra il periodo di ‘finestra mobile’ di sei mesi parte dal raggiungimento dei requisiti o dal giorno delle mie dimissioni al mio ente? Perché il mio ente dice che per regolarmente le dimissioni posso darle 90 giorni prima di marzo 2024 (decorrenza rateo pensione) mentre l’inps asserisce che i sei mesi decorrono dalla data di dimissione. Grazie
Buongiorno,
la sua richiesta richiede un approfondimento che può essere attivato solo con una consulenza specifica: https://www.dequo.it/avvocato/giovanni-emmi
Grazie per averci scritto
Buongiorno chiedo spiegazione ulteriore: agente di commercio che matura diritto nel 2033 per quota 103 può quindi fatturare anche in seguito per massimo 5000 Euro anno o deve per forza chiudere l’attività?
Grazie
Buonasera,
in caso di requisiti maturati entro il 31 dicembre 2023 non è possibile cumulare il reddito da lavoro dipendente con quello da lavoro autonomo.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, sono socio di una SRL e volevo sapere se questo è un vincolo ostativo per quota 103.
In oltre come socio (non dipendente della SRL) percepisco dei redditi frutto della distribuzione di utili della SRL stessa, distribuzione di utili anche maggiori di 5000,00 € : è questo eventualmente un altro fattore ostativo che impedisce adesione a quota 103 ?
Grazie per il vostro chiarimento
Luciano Cesari
Buongiorno,
l’articolo 14.1, comma 3, del decreto-legge n. 4/2019 recita che chi opta per Quota 103, incorre, nel divieto di cumulo con i redditi da lavoro dipendente od autonomo, ad eccezione di quelli di lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000€ annui, ed è soggetto ai medesimi obblighi dichiarativi. Consigliamo di verificare la posizione di socio (è anche lavoratore iscritto inps?) con un consulente del lavoro o commercialista.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, sono collaboratore familiare in una impresa individuale artigianale, pago i contributi come il titolare ed percepisco reddito al 49% sull’utile aziendale. Compirò 41 anni lavorativi ad ottobre 2023 ed ho già 63 anni, posso continuare a lavorare, come ed eventualmente con quale sistema. Grazie
Buongiorno,
in linea di principio può continuare a lavorare, il reddito da collaboratore familiare inciderà sulla quantificazione della pensione di lavoro autonomo. Dopo 65 anni sarà possibile effettuare una riduzione dei contributi da versare. Periodicamente può ricongiungere i contributi versati alla pensione richiedendo un supplemento. Una situazione da approfondire.
Grazie per averci scritto
Buongiorno vorrei sapere se un agente di commercio che ha una srls che decide di andare in pensione con quota 103 e ha i requisiti può continuare a lavorare visto che ha un srls pagando ovviamente ancora i contributi???
Buonasera,
la norma prevede un limite sul reddito dichiarato e non sui contributi previdenziali. In linea di principio dovrebbe essere possibile continuare a lavorare in una s.r.l.s., tuttavia bisognerà tenere sotto controllo i redditi per evitare la sospensione della pensione anticipata fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Grazie per averci scritto
buonasera,sono un
fotografo che ha fatto domanda per pensione con quota 103- la finestra del 1/4 obbliga la chiusura della partita IvA e consente di poter produrre con ritenuta di acconto per prestazioni occasionali fino a 5000 euro- Mi risulta che nel mio settore, si possa produrre senza limite con la formula “ cessione diritti d’autore” senza aver obbligo di partita iva- Gradirei aver cortese conferma, grazie/
Buongiorno,
il punto non è relativo al settore ma all’attività effettivamente svolta. Se cede i diritti di una foto con la formula del diritto d’autore e questa operazione è reale non vediamo alcun problema. Se invece l’intento fosse dissimulare un contratto d’opera, sarebbe una elusione che potrebbe causarle qualche problema.
Grazie per averci scritto
( Ne consegue che, per i titolari di Partita Iva che accedono a Quota 103 per i successivi tre mesi dalla maturazione dei requisiti non è obbligatorio chiudere la Partita Iva. Dovranno, invece, smettere di lavorare il giorno precedente a quello in cui verrà erogata la prima mensilità della pensione.
Fino al compimento dell’età pensionabile, ossia 67 anni, il titolare di Partita Iva può, quindi, mantenere aperta la Partita Iva a patto che:
non produca fatturato;
non percepisca redditi dall’attività.
Infatti, la Quota 103 non consente il cumulo dei redditi da lavoro, sia per quanto riguarda i redditi da lavoro autonomo che dipendente, a partire dalla decorrenza della pensione.)…….
Buongiorno, sono un lavoratore autonomo con partita iva, il quale al contrario dei lavoratori privati e non, che volessero continuare a lavorare percependo sia pensione che stipendio, ha di fatto un impedimento ostativo a poter usufruire dello stesso privilegio, poiché in virtù di quanto recita la parte della legge su citata, di fatto non può continuare a lavorare poiché gli è impedito di percepire ulteriore reddito oltre la pensione …esattamente al contrario esatto dei laboratori privati e non…
Chiunque abbia scritto questa parte della legge sembrerebbe una persona dotata di un limitato C.Intellettivo poiché ciò che viene scritto e paradossalmente anacronistico e privo di SENSO….!!!!! Ma sopratutto non capisco il motivo di questa ingiustificata DISCRIMINAZIONE tra Dipendenti e Autonomi…o fai una legge uguale per tutti oppure eviti tali discriminanti…
Io suggerisco all’attuale Governo Di evitare d’ora in poi certi assurdi e ingiustificati SCIVOLONI verso il Basso…
Antonello Sanna..
Come mai non c’è incentivo per chi non approfitta di questa quota 103, avendo una attività commerciale e P.IVA!?
Come mai si agevolano sempre i lavoratori dipendenti, che hanno già tanti privilegi (malattia, permessi, congedi, vacanze, buone uscite) che le p.iva non hanno!?
Una volta era possibile andare in pensione e continuare a tenere in vita attiva la p.iva, pagando la metà dei contributi previdenziali!
Si fa la legge ma si fa di tutto per scoraggiarne l’attuazione!
Grazie
La penalizzazione prevista ( 5 volte la pensione minima) per chi va in pensione anticipata quota 103 ( donna di 62 anni e 41 anni di contributi), termina dopo 10 mesi, ovvero al raggiungimento dei 41anni e 10 mesi ( pensione anticipata lg. Fornero), o dopo 5anni al raggiungimento dei 67 anni di età?
Buongiorno,
vista la estrema variabilità delle norme in materia e la specificità della richiesta le consigliamo di rivolgersi ad un ente di patronato.
Grazie per averci scritto
.. grazie per le preziose informazioni..
Buongiorno,
grazie a lei per l’apprezzamento del nostro articolo sulla quota pensione a 103 e la compatibilità con la partita iva.