- Per aprire un bar devi considerare un investimento iniziale che varia da una media di 20.000€ per un franchising, ai 150.000€ nel caso di un’apertura indipendente.
- L’attività di bar prevede l’obbligo di Partita IVA con codice ATECO 56.30.00 o 56.50.11, nel caso di somministrazione di alimenti.
- Potrai ottenere un guadagno mensile tra i 5.000€ e i 10.000€ per un esercizio di piccole dimensioni e una media di 38.000€ per le attività più grandi.
Le attività collegate al settore della ristorazione, come i bar, possono essere una valida opportunità per avviare un’impresa con capitali ridotti, adattandosi ad un mercato sempre in continua evoluzione. Oggi in Italia si contano circa 141.000 imprese che offrono questo servizio1, suddivise in modo equo in tutte le regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia.
Questo è un settore che ha saputo resistere alla fase di emergenza sanitaria e che continua ad offrire ampi sbocchi di sviluppo per chi vuole iniziare un’attività, che possiamo definire light, nel mondo della ristorazione. Non è necessario allestire grandi locali e se affianchi all’attività di somministrazione delle bevande anche quella degli alimenti, puoi diversificare molto il tuo brand.
Se stai valutando di aprire un bar, devi però fare attenzione a una serie di requisiti societari, fiscali ed economici. Di seguito disporrai di tutte le informazioni necessarie e dei passi da seguire.
Indice
Aprire un bar nel 2024: cosa serve
Puoi aprire un bar in un piccolo locale, di 50 mq, oppure allestire una location più grande e con una serie di tavolini per accogliere i clienti. Qualunque siano le dimensioni della tua attività d’impresa, se vuoi che il tuo investimento sia proficuo devi seguire una serie di step. Ecco a cosa porre attenzione:
- valutare i costi;
- disporre dei requisiti necessari;
- aprire una Partita IVA;
- disporre di un locale e delle attrezzature;
- trovare i fondi per la tua attività.
Il punto di partenza di ogni idea imprenditoriale vincente è quella di creare un business plan. Questo documento ti permette di avere una visione d’insieme della tua idea, dai costi ai guadagni, fino alla descrizione dei pro e dei contro della tua futura attività.
Creare questa relazione non è semplice, data la presenza di diverse sezioni e di numero ampio di dati da introdurre. Basta considerare che ogni variazione di prezzo, implica un nuovo calcolo per ciò che riguarda i costi e i guadagni.
Quindi, in questa fase progettuale preliminare, può essere molto utile farsi affiancare da uno studio di commercialisti al fine di avere una programmazione e una valutazione precisa e senza errori. Nella tabella seguente abbiamo elencato tutte le principali informazioni da conoscere per aprire un bar.
Caratteristica | Specifiche |
Locale | Dai 50 mq in su, con destinazione d’uso commerciale |
Partita IVA | Ditta individuale., S.r.l, s.a.s. |
Codice ATECO | 56.30.00, 56.50.11 |
Requisiti personali | Diploma di scuola superiore, presenza dei requisiti morali |
Certificazioni | HAACP, SAB |
Investimento | Dai 15.000€ ai 300.000€ |
Guadagno | Tra i 5.000€ al mese e i 38.000€ |
Quanto costa aprire un bar
Quali sono i costi da sostenere per aprire un bar? È il primo quesito a cui devi rispondere per valutare la fattibilità di un tuo investimento. Le spese che dovrai considerare sono:
- creazione delle società;
- eventuale consulenza di uno studio commercialista;
- affitto del locale;
- lavori di ristrutturazione;
- licenze e autorizzazioni necessarie per l’apertura;
- attrezzature;
- spesa per il personale;
- spesa per la pubblicità.
Ogni voce prevede una serie di fattori che incideranno sul costo generale. Ad esempio, se scegli di affittare un locale di 50mq in una zona altamente residenziale, avrà un costo ben diverso di un immobile di 200mq presente in periferia.
In linea di massima per allestire un bar di circa 50-70 mq avrai bisogno di un investimento tra gli 50.000€ e gli 80.000€. Invece, per una locale tra i 150mq e i 200mq, è richiesto un investimento tra i 150.000€ e i 300.000€. Il costo può essere anche superiore se decidi di acquistare un bar già avviato.
Aprire un bar in franchising
I principali costi che vanno ad incidere sulla creazione di un bar sono:
- affitto del locale;
- attrezzature;
- ristrutturazione.
Oggi hai la possibilità di abbattere nettamente queste spese, scegliendo di aprire un bar in franchising. Questa soluzione prevede una serie di pro e di contro.
Il franchising è un sistema in base al quale otterrai da un brand già rinomato una serie di diritti e di vantaggi, come brevetti, know-how e supporto in cambio del pagamento di una commissione che prende il nome di royalty. Questa è una soluzione che può essere molto utile se ad esempio non hai esperienza nel gestire un bar. Infatti, disporrai di una completa assistenza per:
- progettazione;
- scelta della location;
- ristrutturazione;
- allestimento;
- sviluppo del piano economico;
- fornitura dei prodotti e dei servizi.
Inoltre, aprire un bar in franchising prevede un costo ridotto rispetto all’attività svolta in maniera autonoma, con prezzi che si aggirano tra i 15.000€ e i 45.000€, in base alla tipologia di brand e alla grandezza del locale.
Devi però considerare che vi sono degli obblighi che dovrai rispettare. In primo luogo, vi è il versamento delle royalty, una sorta di commissione sulle vendite per l’utilizzo del marchio. Sono previste anche delle limitazioni per la scelta dei fornitori e dei prezzi da applicare ai prodotti. Infine, sarai anche legato alla società di franchising per ciò che riguarda il marketing.
Aprire un bar: requisiti
Con l’attività di bar puoi somministrare bevande, alcolici e anche offrire ai clienti prodotti alimentari cucinati. In quanto attività di ristorazione devi disporre di:
- requisiti personali;
- certificazioni.
I requisiti personali sono quelli riguardanti qualunque attività imprenditoriale. Quindi per aprire un bar devi essere maggiorenne, non essere stato soggetto a indagini collegate a attività mafiose o aver avuto condanne per reati finanziari. Non è richiesta una laurea, anche se può essere molto utile aver conseguito un diploma di studi alberghiero. Invece, per ciò che riguarda le certificazioni devi disporre dei seguenti documenti:
- destinazione d’uso commerciale del locale: attesta che il locale può essere utilizzato per le attività di vendita di beni e servizi;
- certificato HACCP: hazard analysis critical control point, è un attestato che devi disporre per la somministrazione di alimenti o bevande;
- certificato di frequenza SAB: è un’abilitazione riconosciuta a livello comunale necessaria per la somministrazione di bevande e alimenti;
- documentazione di valutazione dei rischi: è collegata al locale e prevede il nulla osta del Comune sulla conformità di sicurezza dell’immobile per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Le certificazioni sono obbligatorie e devono essere presentate prima dell’avvio dell’attività. Precisiamo che non è necessario averle conseguite personalmente, ma puoi anche assumere uno o più dipendenti che le abbia. Dovrai però considerare che questi soggetti dovranno essere presenti all’interno del locale per la somministrazione degli alimenti e delle bevande.
Serve una licenza per aprire un bar?
Prima del 2006 era obbligatorio disporre di una particolare licenza per poter aprire un bar: oggi questo non è più necessario, perché al suo posto, oltre alle certificazioni che abbiamo visto sopra, è sufficiente presentare la SCIA come per altri tipi di attività.
La licenza in passato andava richiesta al Comune in cui si intendeva aprire l’attività, che verificava qual era la concorrenza già presente e poteva garantire solo un numero ridotto di permessi all’apertura. Con la Legge 248 del 2006 questa licenza è stata abolita, sostituita dalle altre certificazioni.
Come aprire un bar: la Partita IVA
Un bar è un’attività strutturata, professionale e continuativa. Ciò significa che non potrai effettuarla come prestazione occasionale, ma avrai necessità di aprire una Partita IVA. La procedura di richiesta è stata nettamente semplificata.
Infatti, potrai effettuare tutta l’operazione in maniera telematica grazie anche al servizio ComUnica che ti permette di aprire in un’unica fase la tua azienda, registrarla in Camera di Commercio, ottenere la Partita IVA e comunicare l’inizio dell’attività al Comune di riferimento. Di seguito andremo ad analizzare quali sono le scelte più importanti:
- regime societario;
- codice ATECO;
- regime fiscale;
- aspetto contributivo.
Nelle fasi iniziali sono diverse le scelte che dovrai compiere e che andranno ad influenzare la tua impresa, dalla tipologia di attività che potrai svolgere alla modalità di versamento delle tasse e dei contributi. Per questo può essere molto utile farsi affiancare da un consulente esperto, al fine di evitare errori che possono ritardare l’apertura della tua attività di bar.
1. Regime societario
Hai la possibilità di aprire un bar come:
- ditta individuale;
- società di persone;
- s.r.l.
La scelta è importante, dato che ad esempio nel caso della ditta individuale, potrai aderire ai regimi agevolati come quello forfettario, con diversi vantaggi dal punto di vista fiscale. Invece, le altre due forme societarie richiedono la presenza di almeno un socio e la suddivisione delle quote sociali. Ciò ti offre il vantaggio di dividere l’investimento iniziale e le eventuali responsabilità.
2. Quale codice ATECO scegliere
Un altro parametro che influenza la tua attività come bar è il codice ATECO. È un numero in base al quale sono classificate le attività economiche, che identificano la tipologia di attività d’impresa che potrai svolgere. Nel caso del bar dovrai scegliere tra:
- codice Ateco 56.30.00: bar ed esercizi simili senza cucina;
- codice Ateco 56.50.11: bar con attività di cucina.
Se utilizzi il primo codice, potrai solo somministra bevande, mentre se vuoi ampliare la tua attività dovrai attivare anche il secondo codice ATECO, che ti permetterà di offrire ai tuoi clienti un servizio aggiuntivo, includendo anche la ristorazione.
3. Valutare il regime fiscale
Se disponi di una ditta individuale avrai la possibilità di aderire al regime forfettario. Questa tipologia di sistema fiscale viene definita anche come agevolata, dato che prevede alcuni vantaggi dal punto di vista operativo e fiscale. Infatti, disporrai di una franchigia IVA.
Ciò vuol dire che non dovrai aggiungere l’imposta del valore aggiunto nelle fatture a debito o a credito, ma ti basterà inserire la marca da bollo digitale di 2€, se l’importo supera i 77,47€.
Inoltre, l’imposta sul reddito viene calcolata in base a un percentuale forfettaria. Questa sarà pari al 5% per i primi cinque anni e poi successivamente al 15%. Per rientrare in questa tipologia di regime agevolato è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- nuova Partita IVA;
- fatturato annuo non superiore a 85.000€;
- ammontare di spese per dipendenti inferiore ai 20.000€.
Invece, se non rientri in questo sistema agevolato, dovrai scegliere il regime ordinario, con il pagamento delle tasse in base alle aliquote fiscali in relazione agli scaglioni di reddito, tenendo presente l’aggiunta di tasse come l’IRES.
4. Posizione contributiva
L’attività di bar, in quanto impresa commerciale, prevede l’iscrizione alla Gestione INPS Commercianti. Ciò comporta che anche se non cumuli fatturato durante l’anno, sarai comunque tenuto al versamento obbligatorio di una quota minima di contributi IVS.
L’importo sarà pari a 4.515,43 euro per gli over 21, mentre prevede una riduzione per gli imprenditori che non hanno ancora raggiunto questa età, con un contributo minimo di 4.427,04 euro. A questo si aggiunge il contributo variabile in base al ricavato annuo.
Aprire un bar: attrezzature e locale
Ora che disponi di Partita IVA e delle relative autorizzazioni, il passo successivo è quello di scegliere il locale e adibirlo all’attività di bar. Può essere necessario svolgere dei lavori di ristrutturazione, previa presentazione della SCIA e dell’autorizzazione dell’ASL per iniziare l’attività.
Prima di procedere, può essere utile verificare in base al Comune in cui andrai a svolgere la tua attività quali sono i requisiti richiesti. Inoltre, dovrai arredare la location, con il mobilio e le attrezzature necessarie.
Nella tabella seguente, una panoramica di ciò che può servire per iniziare.
Tipologie di attrezzature | Descrizione |
Impiantistica | Sistema di illuminazione e anti incendio come previsto in base alla normative |
Mobilio | Tavoli, sedie, poltrone, divanetti, complementi di arredo vari |
Sistemi igienici | Bagni e lavandini |
Attrezzature per il bar | Bancone, frigoriferi, macchina del caffè, congelatori, vetrine da esposizione, espositori, piastre, forni, macchina del ghiaccio, lavastoviglie |
Stoviglie | Tazzine, stoviglie, bicchieri, piatti |
Agevolazioni per aprire un bar nel 2024
È possibile aprire un bar senza investire soldi? A questo proposito andiamo a considerare le iniziative previste dal Governo italiano per stimolare la crescita imprenditoriale e l’apertura di nuove Partite IVA. In particolare, ciò che ti permette di ridurre il tuo investimento iniziale sono i finanziamenti a fondo perduto. In questo caso puoi accedere a:
- prestito agevolato se rientri in specifici requisiti;
- fondo perduto per una somma pari al 20% o al 50% delle spese;
Ad esempio, immagina di allestire un’attività di bar per un costo complessivo di 60.000€. Il 50% ti verrà attribuito al fondo perduto, mentre la restante parte, 30.000€, sarà suddiviso in base a un piano di ammortamento dai 3 ai 7 anni a tasso agevolato.
Alcuni bandi prevedono una data di inizio e una scadenza per la consegna delle domande. In altri potrai richiedere in ogni momento le agevolazioni.
Per tutti è necessario redigere un progetto con un business plan dettagliato e rispettare i requisiti richiesti, come l’età della compagine sociale, la forma societaria e la presenza delle relative certificazioni. Se vuoi conoscere le ultime iniziative, puoi far riferimento al sito di Invitalia. Tra quelle più interessanti per l’apertura del bar puoi considerare:
- Selfiemployment: si rivolge ai soggetti disoccupati e che hanno un età al di sotto dei 40 anni con finanziamenti a tasso zero;
- Resto al sud: è una misura agevolata se apri un’attività in regioni come: Calabria, Abruzzo, Campania, Basilicata, Sardegna, Molise, Sicilia e Puglia.
Infine, se all’attività di bar affianchi anche quella di promozione culturale e turistica, avrai accesso anche al bando Cultura Crea che ti permette di ottenere a copertura delle spese fino al 70% a fondo perduto e la restante parte da restituire a tasso agevolato. Leggi la guida sui finanziamenti a fondo perduto per i giovani.
Quanto guadagna un bar?
Conviene aprire un bar? Per rispondere a questa domanda può essere utile riprendere le stime del FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Nel 2021 la media di fatturato di un bar si aggirava tra il 300.000€ e i 486.000€. Questi valori ovviamente sono solo indicativi.
Infatti, ogni impresa prevede delle specifiche caratteristiche che possono incidere sulle capacità di ottenere un ritorno economico. Ad esempio, la location, oppure la presenza di altri competitor.
In linea di massima un bar di piccole dimensioni può fatturare dai 5.000€ ai 20.000€ al mese. Invece, per le attività più grandi si arriva a una media di circa 25.000/38.000€ al mese.
Aprire un bar – Domande frequenti
Per aprire un bar in maniera indipendente devi considerare un investimento minimo tra i 60.000€ e i 120.000€, mentre con il franchising la somma si aggira tra i 15.000€ e i 45.000€.
Per aprire un bar non avrai bisogno di una laurea, ma sarà necessario disporre del titolo HCAAP e della certificazione SAB, per la somministrazione degli alimenti.
Aprire un bar è un’attività d’impresa che ti offre diverse prospettive di sviluppo e la possibilità di crearti una tua nicchia di mercato, con introiti che si aggirano dai 5.000€ ai 38.000€ al mese.
- Il bar italiano, FIPE ↩︎
Buongiorno, volevo ringraziarvi ho trovato nelle vostre pagine informazioni chiare, precise e soprattutto attendibili che mi sono state molto utili per iniziare ad intraprendere il mio progetto di aprire un bar. Complimenti e grazie!Rosi