- L’investigatore privato si occupa di ricercare informazioni e prove per conto di soggetti privati dietro corrispettivo.
- Per diventare investigatore privato è necessario essere in possesso della licenza e rispettare alcuni requisiti.
- L’investigatore privato guadagna in media 1.500 euro mensili netti, ma può anche superare i 3.000 al mese.
La figura del detective privato è sempre molto affascinante per l’immaginario collettivo, nella realtà si tratta di un professionista che lavora per soggetti privati dietro un corrispettivo. Come fare per diventare un investigatore privato?
Questa figura professionale si occupa di temi molto delicati, ed è specializzata nella ricerca di informazioni e di prove. Il tutto, naturalmente, nel rispetto della legge.
Ma per intraprendere questo percorso professionale è necessario non solo essere in possesso di titoli specifici, ma anche di altri requisiti. Continua a leggere la guida per sapere cosa fa l’investigatore privato, quale livello di istruzione è necessario per questa attività professionale e quanto guadagna.
Indice
- Cosa fa l’investigatore privato
- Come diventare investigatore privato: formazione
- Diventare investigatore privato: requisiti
- Sbocchi lavorativi per investigatori privati
- Quanto guadagna un investigatore privato
- Diventare investigatore privato: Partita Iva
- Partita Iva investigatore privato: regime fiscale
- Partita Iva per investigatore privato: contributi
Cosa fa l’investigatore privato
L’investigatore privato è una figura professionale dalle numerose competenze. Si tratta di uno specialista che ha l’obiettivo di scoprire verità nascoste per conto dei suoi clienti.
Indipendentemente dalla sua specializzazione, l’investigatore privato si occupa della ricerca di informazioni e di prove su commissione. Il suo lavoro, però, deve rispettare i limiti dell’ordinamento. Di conseguenza non può violare la legge nello svolgere la professione.
L’investigatore privato può occuparsi di diverse tipologie di indagini, come:
- investigazioni private: infedeltà coniugale, acquisizione di prove per la richiesta di affidamento dei minori, addebito di separazione e determinazione dell’assegno di mantenimento, recupero del credito, rintraccio del creditore e ricerca di persone scomparse;
- indagini aziendali e commerciali: verifica dell’affidabilità finanziaria, atti illeciti, concorrenza sleale, infedeltà professionale e tutela di patrimonio, marchi e brevetti, fughe di notizie, sottrazione di dati, ammanchi e differenze inventariali, simulazioni di malattie o infortuni, uso difforme di beni e strumenti aziendali;
- indagini assicurative: definizione della dinamica dei sinistri, della responsabilità professionale e dei risarcimenti;
- indagini difensive: raccolta di prove per procedimenti penali;
- indagini speciali: attività previste da decreti ministeriali o da leggi speciali caratterizzate dalla presenza stabile di personale dipendente presso i locali del committente.
Come diventare investigatore privato: formazione
Come anticipato, l’investigatore privato deve essere un professionista dotato di numerose competenze. Ma quale tipo di istruzione è necessaria per intraprendere il percorso per diventare investigatore privato?
Secondo quanto indicato nel D.M. n. 269/10, per diventare investigatore privato, uno dei requisiti è il possesso di un titolo di laurea almeno triennale. La laurea può essere in:
- psicologia a Indirizzo Forense;
- giurisprudenza;
- scienze politiche;
- economia;
- sociologia;
- scienze dell’investigazione.
Sono accettati anche titoli di laurea equivalenti a quelli sopracitati. Oltre alla laurea, e ai requisiti che vedremo di seguito, per completare la formazione, il futuro investigatore privato è anche tenuto a seguire corsi di perfezionamento tecnico-pratico dedicati all’investigazione privata.
Questi corsi generalmente vengono erogati da università o centri di formazione professionale accreditati dal Ministero dell’Interno o dalle Regioni.
Diventare investigatore privato: requisiti
Il principale requisito per diventare investigatore privato è aver ottenuto la licenza. Questa viene rilasciata dalla Prefettura territorialmente competente, e attesta che il candidato è in possesso di tutti i requisiti necessari.
Infatti, esercitare l’attività di investigatore privato senza la licenza può portare ad una condanna per esercizio abusivo della professione. Secondo quanto disposto dall’art. 134 T.U.L.P.S., la licenza può essere rilasciata ai soggetti:
- a chi ha la cittadinanza italiana o comunitaria e la capacità giuridica;
- a chi non ha riportato condanne penali per delitti non colposi;
- non esercitare pubbliche funzioni e non essere gravati da limitazione della libertà individuale;
- essere iscritti alla presso la Camera di Commercio.
Inoltre, un ulteriore requisito richiesto per diventare investigatore privato è quello di vantare una collaborazione a livello operativo di almeno tre anni presso un investigatore privato, autorizzato da almeno cinque anni. La collaborazione deve avvenire con lavoro dipendente e al termine dei tre anni il futuro investigatore deve ottenere l’esito positivo espressamente attestato.
Sbocchi lavorativi per investigatori privati
Ci sono diversi modi per esercitare la professione. L’investigatore privato, infatti, può decidere di intraprendere una delle seguenti professioni:
- investigatore privato dipendente;
- investigatore privato titolare di istituto;
- aprire un’agenzia investigativa;
- investigatore privato senza licenza, o collaboratore professionale.
Ad oggi esistono diversi ambiti di specializzazione degli investigatori privati. Per tale motivo si possono distinguere le seguenti figure professionali specializzate in indagini private:
- agente investigativo: è un professionista operativo che si occupa di attività di appostamento e pedinamento, anche attraverso dispositivi satellitari. Si occupano di raccogliere materiale video-fotografico e possono essere chiamati come testimoni;
- E- Detective (Digital Forensics Expert): si occupa di identificare, preservare e studiare le informazioni dei dispositivi digitali attraverso tecniche forensi, hashing e catena di custodia. Sono tecnici e ingegneri qualificati che effettuano attività di ricerca di software spia, investigazioni digitali e analisi forensi dei dati;
- Chief Information Security Officer (CISO): il professionista è un tecnico informatico altamente qualificato che garantisce la sicurezza delle informazioni in possesso di un’azienda;
- security manager: si occupa di garantire la sicurezza di persone, infrastrutture e dati dell’agenzia;
- analista finanziario (Fraud Analyst): si occupa di analizzare il bilancio di un’azienda per verificarne lo stato di salute, definirne struttura e redditività, oltre a valutarne le prospettive economiche;
- analista intelligence: si occupa della raccolta di dati da diversi canali informativi e di trasformarli in materiale utilizzabile per chi si occupa di definire le strategie investigative;
- psicologo investigativo: collabora alla pianificazione della strategia investigativa attraverso la stesura dei profili della personalità dei soggetti d’interesse.
Quanto guadagna un investigatore privato
Come abbiamo visto, esiste più di un modo per esercitare la professione di investigatore privato, e questo va ad incidere sul guadagno.
In media, un investigatore privato guadagna intorno ai 1.500 euro netti al mese, ma può partire da un minimo di 800 euro mensili e arrivare anche a superare i 3.000 euro al mese.
Naturalmente gli investigatori privati dipendenti potranno guadagnare di meno, mentre lavorare da autonomo può portare a guadagni anche molto elevati.
Diventare investigatore privato: Partita Iva
Oltre al lavoro da dipendente presso agenzie investigative, aziende o enti, l’investigatore privato può decidere di lavorare in autonomia, come freelance. In questo caso, se l’attività è continuativa, diventa obbligatorio aprire la Partita Iva.
La Partita Iva è un codice a cui corrisponde in modo univoco un’attività professionale o d’impresa. Questo codice serve non solo per essere in regola con il Fisco, ma anche per:
- emettere fatture;
- presentare la dichiarazione dei redditi;
- versare i contributi pensionistici;
- pagare le imposte.
Per aprire la Partita Iva come investigatore privato è necessario:
- individuare il codice Ateco più adatto all’attività esercitata;
- scegliere il regime fiscale a cui aderire;
- aprire la posizione all’INPS.
Tutte queste informazioni andranno inserite all’interno del Modello AA9/12 da inviare all’Agenzia delle Entrate per aprire la Partita Iva.
Investigatore privato: codice Ateco
Il codice Ateco è un numero che identifica il tipo di attività economica svolta. Il codice Ateco per gli investigatori privati è: “80.30.00 – Servizi di investigazione privata“.
Questo codice include:
- servizi di investigazione;
- attività degli investigatori privati.
Il coefficiente di redditività di questo codice è del 67%. Tale percentuale andrà applicata ai ricavi conseguiti per ottenere il reddito imponibile su cui andranno calcolate le imposte e i contributi con il regime forfettario.
Partita Iva investigatore privato: regime fiscale
I regimi fiscali tra cui scegliere sono principalmente due:
- forfettario;
- ordinario (o semplificato se si rispettano i requisiti).
Tali regimi definiscono l’insieme di regole, procedure e documenti obbligatori per svolgere l’attività nel rispetto dei termini fiscali e legali. Il regime fiscale forfettario può essere vantaggioso anche per chi lavora nel settore investigativo, perché permette di risparmiare su diverse spese fisse.
Regime forfettario
Il regime forfettario è il più economico e prevede obblighi e adempimenti più leggeri a quello ordinario. Tuttavia, per aderire a questo regime è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- ricavi inferiori a 65.000 euro annui;
- spese per il personale inferiori a 20.000 euro annui;
- residenza in Italia;
- non produrre all’estero più del 25% del proprio fatturato;
- non essere soci di associazioni e società, anche di tipo familiare, o che controllano Srl.
Con il regime forfettario le imposte da pagare annualmente corrispondono al 15% della base imponibile (5% per i primi 5 anni se si è in possesso dei requisiti). Il regime forfettario prevede meno obblighi rispetto agli altri due regimi. Infatti, il titolare della Partita Iva:
- non applica l’Iva in fattura;
- è obbligato alla fatturazione elettronica solo se supera i 25.000 euro di guadagno (fino al 2024);
- non può dedurre le spese.
Regime ordinario e semplificato
Il regime ordinario è, insieme al regime semplificato, il regime che prevede più obblighi. Infatti, al contrario del regime forfettario prevede i seguenti obblighi:
- fatturazione elettronica obbligatoria;
- applicazione dell’Iva in fattura;
- conservazione delle scritture contabili (registri Iva, registro di incassi e pagamenti, registro di beni ammortizzabili, libro unico del lavoro sui dipendenti);
- conservazione della contabilità ordinaria (libro giornale, libro inventario, documenti di magazzino, libri sociali e bilancio di esercizio per le società).
Tuttavia, in questo caso è consentita la deducibilità delle spese. La tassazione dei guadagni è più onerosa rispetto al regime forfettario poiché si applicano le aliquote IRPEF a scaglioni dal 23% al 43%.
Le differenze tra regime ordinario e regime semplificato sono minime e riguardano principalmente il calcolo dei costi e dei ricavi di competenza su cui vengono applicate le imposte. Tuttavia, per poter aderire al regime semplificato è necessario rispettare un requisito relativo ai ricavi, che devono essere inferiori a:
- 400.000 euro per le attività di prestazioni di servizi;
- 700.000 per tutte le altre attività.
Partita Iva per investigatore privato: contributi
Per versare i contributi previdenziali, l’investigatore privato deve iscriversi alla cosiddetta Gestione Commercianti INPS dopo aver presentato domanda di iscrizione in camera di commercio.
L’investigatore privato è, quindi, tenuto ad aprire la posizione INPS IVS commercianti e a versare i contributi fissi di circa 3.600 euro, oltre quelli sul reddito imponibile. L’iscrizione all’ente previdenziale deve avvenire in concomitanza con l’avvio della attività in camera di commercio.
In caso di svolgimento della attività in forma di agenzia aperta al pubblico, l’investigatore privato deve presentare SCIA al comune allegando il proprio titolo di abilitazione professionale.
Per sapere nello specifico come procedere all’apertura della Partita Iva, e per scegliere il regime fiscale più vantaggioso, si consiglia di rivolgersi ad un commercialista esperto.
Diventare investigatore privato – Domande frequenti
Per diventare investigatore privato è necessario ottenere la licenza che attesta il possesso dei requisiti: laurea, cittadinanza italiana o comunitaria, non aver riportato condanne penali per delitti non colposi, non esercitare pubbliche funzioni e gravati da limitazione della libertà individuale.
L’investigatore privato può guadagnare da un minimo di 800 euro al mese fino a superare i 3.000 euro netti. La media in Italia è di 1.500 euro netti al mese.
La Partita Iva per un investigatore privato è obbligatoria solamente se si svolge l’attività in modo autonomo e continuativo. Ecco i passaggi per aprirla.
Buongiorno mi piacerebbe molto lavorare nella vostra società agenzia investigativa, ho una laurea magistrale in psicologia e un talento innato, a partire dagli indizi recupero le informazioni mancanti, trovo dove le persone vivono, lavorano, senza pedinarli, gli indirizzi email, trovo quello che non si riesce a trovare che si pensa perso es: carte di credito, oggetti. Spero di poter lavorare con voi. Grazie saluti Sara Badoglio 3494238852
Buonasera,
non siamo una agenzia investigativa. Grazie per la sua offerta e auguri per il suo futuro.
Grazie per averci scritto