- Sta per arrivare una misura per le imprese con due mesi di cassa integrazione gratuita per contrastare il caro energia.
- Le imprese che la potranno richiedere rientrano in questi settori: automotive, agroindustria, ceramica, legno, siderurgia.
- Per le imprese sta per arrivare un nuovo Decreto Bollette, con diverse misure per le imprese.
Due mesi di cassa integrazione per sostenere le imprese contro il caro energia. È questa, in estrema sintesi, l’ipotesi messa sul tavolo dal dimissionario Governo Draghi. La misura dovrebbe avere dei costi più contenuti rispetto a quella ordinaria: in altre parole verrebbe ripetuta l’esperienza maturata nel biennio 2020-21, quando il paese stava affrontando la pandemia Covid 19.
I lavoratori potrebbero essere messi in cassa integrazione, in modo che le aziende possano affrontare meglio i costi del caro energia. Il sussidio sarebbe concesso a cinque settori:
- automotive;
- agroindustria;
- ceramica;
- legno;
- siderurgia.
I sindacati e parte della maggioranza chiedono, però, che l’accesso alla cassa integrazione per il caro energia possa essere ampliato anche ad altri settori. Una richiesta che, con ogni probabilità, potrebbe anche non avere un seguito, a causa dei costi troppo elevati che comporterebbe.
Nel caso in cui si dovesse optare per una cassa integrazione completamente ed interamente gratuita, significherebbe pesare sulle casse dello Stato per 800 milioni di euro circa.
Stando alle prime indiscrezioni, il provvedimento sulla cassa integrazione potrebbe finire direttamente all’interno del Decreto bollette, che stando alle indiscrezioni di stampa che stanno circolando, dovrebbe essere licenziato dal Consiglio dei Ministri giovedì o venerdì. Nel frattempo, l’Unione europea starebbe pensando a replicare il modello Sure.
Indice
Cassa integrazione all’interno del Decreto Bollette
Ad anticipare la notizia relativa alla cassa integrazione per due mesi contro il caro energia, è stato il quotidiano Il Sole 24 ore. Secondo le prime indiscrezioni il Governo Draghi avrebbe in mente di replicare lo schema già visto nello scorso marzo.
Questo significa che verrebbe riconosciuto l’aiuto unicamente ai settori che sono considerati maggiormente a rischio per gli importi delle bollette. Le aziende, che operano in questi segmenti, dovrebbero sostenere dei costi più contenuti per la cassa integrazione, che normalmente oscillano tra il 9% ed il 15% a seconda di quanto sia la sua durata.
È necessario ricordare, inoltre, che oggi come oggi, per poter attivare il Fondo per l’integrazione salariale è necessario pagare un’addizionale pari al 4% della retribuzione persa.
I sindacati e la maggioranza, però, starebbero premendo perché la cassa integrazione per il caro bollette sia estesa anche alle imprese che operano nel turismo e nel commercio, altrettanto colpite dall’inflazione.
Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, ha però ricordato che sono già presenti degli strumenti simili per questo tipo di aziende. Nel frattempo, la Commissione Europea sarebbe già al lavoro per affrontare la crisi del gas, per cui si sta parlando di imporre un tetto massimo al prezzo.
Nel Decreto Bollette inoltre si lavora per allargare il credito di imposta a favore delle imprese energivore e non, e si discute della possibilità di introdurre una rateizzazione delle bollette di energia e gas per le PMI almeno per sei mesi.
Nuovo fondo europeo in arrivo
A livello europeo si starebbe discutendo sull’istituzione di un nuovo fondo, che possa servire a gestire questa particolare fase di difficoltà con il caro energia. La nuova misura sarebbe molto simile al fondo per il Coronavirus, del valore di 27 miliardi di euro.
L’ipotesi sarebbe quella di concentrare gli aiuti verso le imprese che, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, sono state costrette a ridurre il numero dei propri dipendenti o addirittura a licenziarli.
La proposta potrebbe finire già nel Decreto Bollette in arrivo in questa settimana. Per il momento, tra i partiti, c’è chi insiste sullo scostamento di bilancio, per rendere il fondo più corposo, e per inserire altri provvedimenti oltre a quelli attesi. Una delle proposte prevede anche di tagliare l’imposta sul valore aggiunto (Iva) sui beni di prima necessità.
Cassa integrazione: a rischio ci sono 3,5 milioni di posti di lavoro
Dietro alla proposta ed alla necessità di mettere in campo una cassa integrazione a costi ridotti c’è un vero e proprio allarme sociale. Sono a rischio qualcosa come 3,5 milioni di posti di lavoro: la Cig scontata permetterebbe di dare un po’ di respiro alle imprese del settore.
Come abbiamo visto si tratterebbe di una cassa integrazione gratuita, nel caso in cui gli imprenditori dovessero fermare la produzione a causa del caro bollette.
In un primo momento si pensava di prorogare la cassa integrazione per altri due mesi, senza che fosse necessario pagare tutte le addizionali previste dalla legge, che sono pari al 9%, al 12% ed al 15% a seconda della durata del sussidio, a cui si deve aggiungere il Fis che è pari al 4% della retribuzione persa.
Alla cassa integrazione si affianca anche la possibilità di rateizzare le bollette, ma per il momento le due misure vengono considerate alternative.
Cassa integrazione caro energia – Domande frequenti
Il governo Draghi ha ipotizzato di riservare questa misura alle imprese di questi settori: automotive, agroindustria, ceramica, legno e siderurgia.
La Cig caro energia dovrebbe avere una durata di due mesi. Tuttavia per il momento sono al vaglio diverse ipotesi contro il caro energia: ecco quali.
Stando alle prime indiscrezioni trapelate in questi giorni, la Cig caro energia dovrebbe essere gratuita e funzionare come quella che era in vigore con la pandemia.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista