- L’artista può lavorare come libero professionista, con o senza Partita IVA.
- In caso di apertura della Partita IVA, c’è un preciso codice Ateco che comprende professioni differenti in ambito artistico, come musicisti, pittori, scultori, e cosi via.
- Dalla scelta del regime fiscale, dipenderanno le regole per il calcolo di imposte e contributi.
La professione di artista può comprendere attività lavorative differenti: l’artista non è infatti soltanto una persona impegnata nel campo nella pittura o della scultura, ma anche in altri settori, come per esempio la musica, la recitazione e tutte quelle discipline che si legano all’arte e all’intrattenimento (vi rientrano dunque anche gli artisti di strada).
Quello dell’artista è un mestiere a tutti gli effetti e, come tale, necessita di essere disciplinato, anche dal punto di vista fiscale e contributivo. Come vedremo di seguito, è anche possibile fare l’artista senza Partita IVA.
Nelle prossime righe esamineremo quali sono i casi in cui è necessario aprire la Partita IVA per svolgere professioni creative, qual è il codice Ateco da scegliere, gli eventuali costi da sostenere e la scelta del regime fiscale.
Indice
Qual è la differenza tra artista e artigiano?
Prima di analizzare il funzionamento della Partita IVA da artista, è molto utile precisare la differenza tra arte e artigianato e, di conseguenza, quella che c’è tra artista e artigiano.
Nonostante le due parole vengano spesso utilizzate quasi come fossero sinonimi, in realtà indicano attività ben distinte, non solo in relazione alle tecniche di lavorazione, ma anche per le caratteristiche di unicità e di irripetibilità di un’opera d’arte.
Nella pratica, mentre il quadro di un pittore rientra tra le opere di un’artista, così come un’installazione in legno o in altri materiali, il lavoro di un imbianchino o quello di un fabbro rientrano nel mestiere di artigiano.
Nel primo caso si dovrà aprire la Partita IVA da artista, nel secondo caso quella da artigiano: non cambierà soltanto il codice Ateco di riferimento, ma ci saranno specifiche differenze anche a livello di contribuzione.
Partita IVA come artista: codice Ateco e costi
La prima cosa da fare per poter aprire la Partita IVA come artista è l’individuazione del codice Ateco (ovvero il codice identificativo dell’attività specifica): si tratta di diversi codici in base alla professione svolta. Ricordiamo qui i principali:
- Codice Ateco 90.01.01: attività nel campo della recitazione;
- Codice Ateco 90.01.09: altre rappresentazioni artistiche;
- Codice Ateco 90.03.02: attività di conservazione e restauro opere d’arte;
- Codice Ateco 90.03.09: altre creazioni artistiche e letterarie.
. Per lavorare come libero professionista, l’artista dovrà poi scegliere il proprio regime fiscale tra:
- regime forfettario, per ricavi annui fino a 65.000 euro lordi;
- regime ordinario.
L’apertura della Partita IVA da artista non costa di per sé, ma si dovranno sostenere le spese per il mantenimento dell’attività e quelle per il commercialista. Chi ha la Partita IVA dovrà anche pagare ogni anno le imposte e i contributi previdenziali.
Il versamento delle tasse e l’accantonamento dei contributi obbligatori dipendono molto dal regime fiscale scelto, tuttavia nella maggior parte dei casi si dovranno versare allo stato alcune percentuali sul guadagno totale annuo.
Partita IVA forfettaria per artisti
Nel caso si scelga il regime forfettario, non si dovranno pagare IRPEF e IRAP, ma un’imposta sostitutiva pari al 5%, per i primi 5 anni di attività, e del 15% a partire dal sesto anno. Per il calcolo di imposte e contributi, si dovrà applicare al proprio fatturato lordo annuale un coefficiente di redditività del 67%, con il quale si potrà calcolare il proprio reddito imponibile.
Per esempio, un artista che ha guadagnato 40.000 euro lordi all’anno, avrà un reddito imponibile pari a 26.800 euro (ricavato moltiplicando 40.000 euro per 67%). Per ottenere la somma corretta da versare in tasse e contributi, si dovranno applicare le tasse a questa cifra.
Se si dovessero fatturare più di 65.000 euro all’anno, si dovrà scegliere tra regime ordinario in contabilità semplificata e regime ordinario. La regola prevede l’obbligo di passare dal primo al secondo nel caso in cui si superassero:
- i 400.000 euro, per le attività di prestazione di servizi;
- i 700.000 euro per le altre attività.
In conclusione, si può dire che il regime fiscale forfettario sia molto più vantaggioso rispetto a quello ordinario, in quanto al posto degli scaglioni previsti dall’IRPEF, viene applicata una aliquota unica per tutti gli anni di lavoro.
Partita IVA semplificata per artisti
L’alternativa alla Partita Iva forfettaria è quella semplificata: si tratta in questo caso di rispettare le regole fiscali previste principalmente dall’IRPEF. Se si intende superare la soglia di guadagno annuo di 65.000 euro, oppure se non sono rispettati i requisiti per accedere al regime forfettario, non rimane che aprire una attività con regime fiscale semplificato.
A differenza di quanto visto prima, in questo caso per individuare qual è il reddito del professionista si fa un calcolo che prende in considerazione i ricavi meno i costi sostenuti per l’attività. A differenza di quanto visto prima, con il regime fiscale ordinario si applica l’Iva.
L’imposta di bollo è sempre prevista per le fatture che superano 77,47 euro di importo, e mentre come regime forfettario è ancora possibile essere esonerati dall’obbligo della fatturazione elettronica, questo non avviene per il regime ordinario.
Artisti professionisti e versamento dei contributi
Per quanto riguarda l’accantonamento dei contributi previdenziali, in caso di Partita Iva per artisti, si seguono le norme relative ai professionisti autonomi. Vanno qui distinte due precise situazioni:
- Partita Iva come artista artigiano: sarà necessario fare riferimento alla Gestione Artigiani INPS;
- Partita Iva come libero professionista: sarà necessario fare riferimento alla Gestione Separata INPS.
Nel primo caso, è prevista una quota fissa annuale da versare per la contribuzione, a cui si aggiunge una somma variabile in base al fatturato. La contribuzione fissa va versata ogni anno indipendentemente dal fatturato specifico prodotto, mentre la contribuzione variabile applica una aliquota del 24% superata la soglia di 16.243,00 euro per il 2022. Questa soglia rappresenta un guadagno di riferimento, che tuttavia viene aggiornata ogni anno.
Se invece si rientra nella Gestione Separata INPS, non c’è una quota fissa annuale da versare, ma una aliquota al 26,23% che viene applicata sul guadagno totale. Questo vuol dire che si paga solamente in base a quanto guadagnato: se non si ricava una rendita, non si pagano i contributi. Anche in questo caso viene comunque considerato l’imponibile in base al coefficiente di redditività.
Per sapere se si rientra in una casistica piuttosto che in un’altra, bisogna fare riferimento alla professione specifica, rivolgersi all’INPS e chiedere assistenza professionale da parte di un commercialista.
Artista senza Partita IVA: si può?
Il lavoro di artista potrà essere svolto anche come lavoro occasionale, senza la necessità di dover aprire la Partita IVA. Si utilizzerà la cessione dei diritti d’autore, ovvero una forma di contratto in cui l’artista cede i proventi della sua opera.
Non si tratta di una forma di lavoro subordinato, poiché, nonostante l’artista produca un’opera del proprio ingegno per conto di un committente o cessionario, quest’ultimo non potrà stabilire degli orari di lavoro, né obbligare l’autore a realizzare l’opera presso una data sede di lavoro, come invece accade nel caso del lavoro dipendente.
Va ricordato che la cessione dei diritti d’autore non rende obbligatoria l’apertura della Partita Iva, a meno che non si voglia avviare una vera e propria professione. Inoltre per le fatture con somma superiore a 77,47 euro, sarà necessario applicare una marca da bollo aggiuntiva di due euro.
Riassumiamo in questa tabella le regole a livello fiscale relative alla cessione dei diritti d’autore.
Regole fiscali cessione diritti d’autore | Come funziona |
Base imponibile | – deduzione forfettaria del 40% del compenso per chi ha meno di 35 anni – deduzione forfettaria del 25% del compenso per chi ha più di 35 anni |
Ritenuta alla fonte del 20% | applicata sulla base imponibile rispetto a quello che viene pagato all’artista |
Ritenuta alla fonte del 30% | applicata sulla base imponibile rispetto ai compensi percepiti da soggetti esteri |
Partita IVA artista – Domande frequenti
Le imposte che devono essere pagate ogni anno da un artista dipendono dal suo regime fiscale: è possibile infatti procedere con il regime semplificato, oppure con il forfettario.
Il primo passaggio per aprire la Partita IVA per artisti e creativi è l’individuazione del codice Ateco: scopri di più nella nostra guida.
È possibile vendere quadri senza aprire la Partita IVA tramite la cessione dei diritti d’autore: scopri qui come funziona.
vorrei un chiarimento sulla parte che indica la possibilità di vendere le opere online, l’artista come venditore nelle piattaforme online come Etsy o Amazon, non si configura come “commerciante” giusto? quindi non deve fare comunicazione SCIA alla camera di commercio, è corretto? in quanto vi è una differenza tra “artigiano” e “creativo”… l’artista è configurato come CREATIVO.. è corretto?
Buongiorno,
se è un artista che vende le proprie opere online non si tratta di una attività di commercio elettronico. In ogni caso consigliamo di approfondire con un commercialista.
Grazie per averci scritto
Ciao ! Mi collego con l’ultima domanda …io sto per aprire partita iva come artista e ho un piccolo locale dove dipingo ed espongo le mie opere, anche ceramiche, fiscalmente come posso vendere ? Scontrini fiscali? Ritenuta d’acconto?
E soprattutto si può vendere in un negozio le proprie opere non essendo artigiano?
Grazie Silvia
Buongiorno,
in quanto artista dovrebbe emettere fattura, notula o parcella. Può vendere le opere che dipinge.
Grazie per averci scritto
Salve, volevo chiedere, con partita iva come artista, dove posso vendere le mie opere? Posso partecipare a mercatini? Posso affittare un locale artigianale dove produrre e vendere? O un locale commerciale? Posso vendere per strada con un banchetto? Sono necessarie altre autorizzazioni (SCIA)?
Buongiorno,
in linea di principio con una partita iva da artista può vendere nel suo atelier, in un mercatino o anche per strada. In caso di vendita in fiere o per strada, dovrebbe consultare il comune o l’ente che organizza la fiera per verificare i requisiti collegati, non tanto alla vendita, in quanto si tratta di opere personali, quanto di occupazione dell’area.
Grazie per averci scritto
In qualità di artista inteso come “qualità nel campo della recitazione” posso anche effettuare prestazioni fatturando per shooting sfilate ecc? o deve rimanere strettamente in ambito teatrale??
Buongiorno,
si dovrebbe approfondire, eventualmente potrebbe aprire un secondo codice ateco di attività.
Grazie per averci scritto
Salve, io attualmente ho aperto partita iva in regime forfettario con codice ateco relativo alla mia attività da Dietista . Vorrei estendere il mio campo di competenza e poter fatturare per prestazioni differenti rispetto al codice di attività inizialmente fornito all’apertura della partita iva (esempio per lavorare con compagnie teatrali come artista). Vorrei capire adesso come funziona per la gestione separata inps e tutto il resto visto che sia come dietista che come attrice non ho una cassa previdenziale però volevo capire il tutto. Grazie in anticipo
Buongiorno,
può gestire in maniera separata, anche se la posizione è unica da un punto vista del pagamento della contribuzione e delle imposte.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, io attualmente lavoro part-time (7 ore al giorno) per uno studio di grafica, ma vorrei cominciare a vendere la licenza delle mie opere d’arte, sia in Italia che all’estero.
La mia domanda è: posso farlo mentre ho un altro lavoro?
Devo aprire una partita IVA o posso cominciare in un altro modo?
Buongiorno,
in linea di principio può svolgere questa attività, si consiglia, quantomeno di avere una liberatoria dal datore di lavoro.
L’apertura della partita iva potrebbe essere richiesta, dipende dal volume e dalla frequenza delle vendite.
Grazie per averci scritto
Buongiorno, se ho una partita iva come architetto posso vendere anche quadri oppure posso considerare la vendita di quadri come attività occasionale e produrre solo una ricevuta fiscale? Grazie
Buongiorno,
potrebbe integrare la sua attività con quella di artista, ampliando e inserendo il codice ateco specifico. Per le prestazioni da artista dovrà versare l’inps gestione separata.
Grazie per averci scritto
Perche nell’articolo non si parla di contribuzione ex-enpals a cui siamo soggetti noi musicisti (che pur fantasmi non siamo) e di come assurdamente detta cassa imponga il calcolo dei contributi in misura del 33% sul LORDO e non sul reddito prodotto (come invece avviene per tutti gli altri professionisti e autonomi in generale)?
Buongiorno,
nelle prossime settimane pubblicheremo una guida ad hoc per i musicisti con partita iva.
Grazie per averci scritto
Un chiarimento sull’articolo che è ben fatto ed esaustivo.
Come artista posso vendere le mie opere? Immagino di sì. Ho dato un’occhiata per curiosità al modulo di attribuzione iva, alla voce attività commercio elettronico.
Se si inserisce questa voce non si diventa commercianti?
Se come artista vendo online, non posso permettermi un negozio, immagino va indicata nel modulo?
E’ poca chiara la cosa, servirebbe un chiarimento, sulla parte commerciale dell’artista.